Sono tante le persone che sto conoscendo e tante le cose che ho visto nei giorni trascorsi con la gente nei luoghi disastrati. Un’umanità composita, ma ricchissima di storie. Piccole, magari apparentemente insignificanti, in condizioni normali. Ma che assumono un valore straordinario ed inestimabile in situazioni particolari come questa del terremoto. Storie che, vivendole in prima persona, ti entrano dentro la carne viva. Ti accompagnano, di ritorno in macchina, nell’ormai sbiadita luce della sera e ti inducono a riflettere su di un sacco di cose.Quella che sto per raccontare è una di queste ed è capitata proprio l’altro giorno a Castelsantangelo. Siamo lì già dal mattino presto perché vorremmo vedere e documentare le condizioni della strada che sale fino al valico e quindi condurre a Castelluccio. Chiediamo ai vigili e pazientemente aspettiamo che il nostro “angelo custode” ci prenda in consegna, come ogni volta, per accompagnarci in quella zona rossa. Incontriamo pure i geologi della Sapienza, immersi fino alla vita nelle acque del Nera. Ci salutiamo, lei mi fai i complimenti per il pezzo dell’altra volta (stavolta si lasciano fotografare), quindi vado a “molestare” i tecnici della regione appena dieci metri più in alto, intenti nella stessa operazione.I vigili del fuoco ci danno appuntamento per le 14.30. Con puntualità svizzera siamo lì all’orario convenuto, ma la sorpresa e l’amarezza prendono subito il sopravvento. Con il cambio turno, sono cambiate pure le modalità. Insomma per oggi salta tutto. Imbarazzati i vigili del fuoco ci dicono che c’è un recupero oggetti nella parte alta del paese e se i proprietari ci autorizzano possiamo assistere. Partiamo dal campo base con tre mezzi: noi con i vigili del fuoco e loro in automobile. Un loro conoscente ha portato pure un furgone per portare via gli oggetti più grandi. La strada più breve è impraticabile per pericolo di crolli, quindi occorre passare dalla frazione di Nocria. Al volante della campagnola c’è Claudio di Pistoia, nemmeno trent’anni, al suo fianco Tomislav di Prato, solo un paio di anni di meno. Saliamo su per la strada, di qua e di là i grossi massi caduti dalla montagna ci costringono ad una specie di gimkana. In alto svetta il Monastero di san Liberatore, completamente inagibile. Da nemmeno troppo lontano da dove ci fermiamo, possiamo vedere un notevole crollo del muro di cinta. Poi parte la processione silenziosa verso la casa, e guidata dai vigili del fuoco. I proprietari sono lì per la prima volta e non sanno, se non dai racconti di qualche amico, come è conciata la loro abitazione. Sono marito e moglie piuttosto anziani, c’è la loro figlia con il marito ed il loro figlio quindicenne. Tre generazioni che camminano sull’erba bagnata, scavalcano recinti e scansano pietre per poter recuperare qualche bene. Noi restiamo indietro in disparte. Una secca svolta a sinistra e ci appaiono due abitazioni costruite in aderenza. Alla prima è crollato interamente il tetto. Il crollo ha provocato danni pure alla seconda casa. Ma la seconda casa – che sarebbe poi quella dei signori – è completamente sventrata. Praticamente manca la facciata davanti. Si vede il letto ed il pavimento sottostante è visibilmente pericolante. Aspettiamo dai vigili l’ordine di dietro front. In queste condizioni già sostare nei pressi dell’edificio può essere pericoloso. La signora anziana ha i capelli biondi ed indossa un piumino imbottito beige. Dice che a lei interessano solo due fichi di alabastro. Sono un ricordo importante. Ha la voce rotta e quando comincia a raccontare quello che per lei rappresentano, si commuove. C’è un silenzio pesante, la tensione emotiva, si taglia con il coltello. Ci guardiamo negli occhi con i vigili del fuoco, poi Claudio di Pistoia ci fa un cenno come a dire: “aspettate” ed in un balzo è dentro al primo piano. È un susseguirsi di sguardi, espressioni, volti che non pronunciano una sillaba. Abbiamo tutti netta la sensazione che pure il suono di una parola potrebbe far crollare da un momento all’altro tutto l’edificio. Solo il click della macchina fotografica rompe, ogni tanto, quel surreale silenzio che ci ha stretto a tutti un nodo alla gola.Quindi Claudio esce e si dirige verso Tomislav. Parlottano tra di loro poi, assieme e contemporaneamente, scompaiono dentro quel buco nero che li ingoia.Si sentono rumori, i passi degli scarponi rimbombano. Ecco Tomislav con un comodino. Esce impolverato, cammina tra le pietre e lo appoggia sul giardino. Rientra dentro, chiede alla signora dove deve andare. Nell’armadietto che gli è stato indicato non trova niente. Però – dice – è caduto ed il contenuto potrebbe stare per terra. Claudio è salito al secondo piano. Cerca un album fotografico con un portamatite. Entrambi degli inizi del secolo scorso. Sta bene attento a non appoggiarsi sul pavimento. Da fuori si vede tutto. E sappiamo che se dovesse venire anche una piccola scossa, per quei due ragazzi potrebbe essere fatale.Le scosse nel silenzio delle zone rosse fanno paura. Sono un colpo secco che vibra, più o meno lungo. Poi ti paralizzi per un po’ come un cane da caccia. Aspetti di sentire un rumore di ciottoli che cadono e l’odore di polvere di pietra. Per esorcizzare la paura, riprendi a camminare e ci fai qualche battuta sopra. Loro due però stanno ancora dentro, accidenti... E pensi che dovrebbero starci il meno possibile. E allora mandi al diavolo le regole, le direttive impartite, le disposizioni di sicurezza da rispettare. Ci guardiamo negli occhi con il ragazzo del furgone e ci mettiamo pure noi a lavorare. Un passamano veloce e silenzioso. Con i vigili che ci ordinano di allontanarci, mentre continuano a passarci sedie e scatole di plastica.Infine eccolo Tomislav con i due fichi di alabastro. Claudio, di sopra ha trovato pure l’album fotografico e la scatola di legno. Escono tutti impolverati, ma sorridono.La signora si lancia al collo di Tomislav per abbracciarlo in un pianto dirotto. Tutti guardano altrove, si sentono solo i singhiozzi ed il tirare su con il naso. Fa freddo e cielo è coperto da una leggera foschia.Poi la signora prende l’album fotografico. È uno di quelli vecchi con la copertina di pelle e le pagine nere. “Questo è il primo proprietario di questa casa – ci dice, indicando la prima foto, adesso che si è pure calmata un po' – questo è il secondo e quindi il terzo che è mio padre. I fichi di alabastro sono il ricordo di mio bisnonno per l’acquisto di questa casa ed io sentivo il dovere di trasmettere questi oggetti a quelli che vengono dopo di me.” Il nipote gironzola lì attorno e, da quell’altezza forse ignaro di tutto, guarda il panorama di sotto di un paese devastato dalle scosse di terremoto. Sua madre raccoglie una pietra dalle macerie e se la mette in borsa. Strappo un ramo di rosmarino piantato proprio vicino alle mura castellane crollate e le dico che potrebbe piantarlo a Roma e riportalo qui il giorno che avrà riparata la casa. Mi sorride e mi dice che forse il rosmarino non attecchisce una volta strappato dalla terra.Le rispondo che se anche non è vero, ci deve credere: qui oggi, grazie a Caudio di Pistoia e Tomislav di Prato ho visto il passato diventare futuro. La speranza va coltivata. A volte ne vale la pena...
"Non nascondiamo la forte preoccupazione in una fase che per i beni culturali è ancora in piena emergenza e sappiamo tutti quanto aver investito in cultura, in particolare per i vostri territori, significhi restituire economia, lavoro, turismo. Per questo vogliamo tenere alta l'attenzione e costruire un percorso condiviso". Così l'assessore regionale Moreno Pieroni in un incontro con gli assessori alla Cultura e i sindaci dei comuni danneggiati."Vogliamo ricalibrare i messaggi di comunicazione - ha continuato - per fondare le basi di una ricostruzione qualitativa, attraverso iniziative culturali di respiro nazionale e internazionale per valorizzare il patrimonio delle aree interne colpite. Intanto la proposta è creare un gruppo di lavoro ristretto, operativo da subito, tra gli amministratori locali e la Regione Marche. L'idea è anche quella di coinvolgere la Conferenza episcopale marchigiana dal momento che gran parte del patrimonio colpito dal sisma è di proprietà ecclesiastica" (ANSA).
Un Gruppo di Acquisto Solidale per essere concretamente vicini a contadini e artigiani danneggiati dal terremoto e sostenerli nella ricostruzione delle filiere produttive e delle reti sociali spezzate dal sisma: è l'iniziativa promossa da Slow Food Friuli Venezia Giulia, insieme alle cinque condotte della regione.I soci Slow Food, ma l'iniziativa è aperta a chiunque voglia contribuire a sostenere la ripresa delle aree terremotate, potranno acquistare (per 25 euro) due prodotti tipici abruzzesi (una forma di pecorino amatriciano e un trancio di guanciale) e un prodotto d'eccellenza marchigiano (le lenticchie di Colfiorito). Le aziende sono La Mascionara di Campotosto (L'Aquila) e le Fattorie Subrizi di Castelsantangelo sul Nera (Macerata). I prodotti - si apprende dalla condotta Slow Food di Trieste - saranno consegnati a metà dicembre (ANSA).
Il commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani ha incontrato questo pomeriggio all'Hotel 77 di Tolentino i sindaci e gli amministratori della provincia di Macerata per illustrare il decreto. Siamo riusciti a scambiare alcune battute con Errani al termine della lunga riunione, soprattutto per fare chiarezza in merito a una questione sulla quale in questi giorni si sta creando molta confusione: il credito d'imposta utile al pagamento dei lavori per la ricostruzione."E' stata una riunione molto importante e anche positiva. Stiamo avviando la ricostruzione, gestendo ancora l'assistenza. Tuttavia" ha sottolineato Errani "stiamo già impostando la ricostruzione: le scuole, le imprese, e cominceremo anche con le abitazioni e i danni lievi.Il credito d'imposta è uno strumento relativo ai rapporti fra Ministero dell'Economia, Cassa depositi e prestiti, Agenzia delle Entrate: un cittadino terremotato, danneggiato, presenta il progetto attraverso il professionista e l'impresa che deve essere iscritta alle white list e deve avere l'approvazione dell'Ufficio Ricostruzione. Dopo di che va in banca e la banca pagherà il saldo all'impresa che costruisce. Il cittadino non deve fare null'altro: tutto in bianco e in maniera assolutamente trasparente.E' chiaro che per valutare i lavori stiamo costruendo un nuovo prezziario che fa la sintesi dei diversi territori, perchè come sapete il terremoto riguarda quattro regioni".
Sono 131 in tutto i comuni di Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo che figurano nel cratere del sisma che dal 24 agosto al 30 ottobre ha interessato l'Italia centrale. La gran parte dei Comuni, 87, si trova nelle Marche.Il presidente della Regione Luca Ceriscioli assicura che ''per i cittadini non ci sarà differenza tra dentro e fuori cratere: tutti i danni diretti causati dal sisma ad abitazioni o ad attività commerciali, edifici pubblici saranno risarciti al 100 per cento. Fatta eccezione per le seconde case fuori cratere che non si trovino nei centri storici e nei borghi, e per cui è previsto comunque un risarcimento al 50 per cento''. Ma i cittadini e le imprese che ricadono nel cratere possono chiedere il rinvio dei pagamenti dei tributi: un'agevolazione che nei Comuni più grandi (Teramo, Rieti, Ascoli Piceno, Macerata, Fabriano e Spoleto) si applicherà però solo a chi ha subito danni diretti dal sisma. E i sindaci potranno sforare il pareggio di bilancio e rinviare il pagamento dei mutui. (Ansa)
Aumenta il contributo di autonoma sistemazione per gli sfollati del terremoto che hanno avuto la casa distrutta o danneggiata: il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio ha firmato un'ordinanza che prevede un contributo di 400 euro a persona (fino ad oggi era 200) fino ad un massimo di 900 euro (era 600) a nucleo familiare.In particolare, il contributo è di 400 euro per i nuclei di una sola persona, 500 per le famiglie di 2 persone, 700 per quelle da 3, 800 per quelle da 4 e 900 per quelle composte da cinque o più persone. Nel caso in cui nel nucleo familiare vi siano ultra 65enni, portatori di handicap o disabili con un'invalidità superiore al 67%, è concesso un contributo aggiuntivo di 200 euro per ogni persone, anche oltre il limite massimo di 900 euro previsto per ogni famiglia, come già disposto dall'ordinanza 388/2016 (ANSA).
Riparte dall'acqua minerale e dalla solidarietà il piccolo centro di Castelsantangelo sul Nera, nell'epicentro del versante marchigiano del terremoto: il centro abitato è devastato, la popolazione è stata trasferita sulla costa, ma lo stabilimento dell'acqua minerale Nerea (70 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, molte esportate all'estero) non ha praticamente mai smesso di funzionare.Dopo le forti scosse sismiche del 26 e del 30 novembre e le verifiche di agibilità, i 22 dipendenti sono tornati al lavoro il 2 novembre e l'11 novembre è ricominciata l'attività di imbottigliamento. Oggi l'azienda ha consegnato 38 mila bottiglie al Banco Alimentare Nazionale, nell'ambito di un progetto che ha già portato alla fornitura di centinaia di migliaia di bottiglie ai terremotati. I dipendenti fanno la spola tra lo stabilimento e gli hotel della costa dove sono sfollati, percorrendo fino 260 km al giorno, tanto che l'azienda ha messo a disposizione due automobili e un pulmino.
“Vorremmo un distaccamento permanente dei Vigili del Fuoco a Visso e, soprattutto, che qui fosse organizzata una scuola di alta formazione, perché la conformità di questo territorio si presta perfettamente a qualsiasi tipo di esercitazione” è la richiesta che il Sindaco di Visso, Giuliano Pazzaglini, ha fatto a Giampiero Bocci il sottosegretario del Ministero dell’Interno che ieri ha fatto visita ai tre comuni dell’entroterra maceratese più colpiti dal terremoto.
Ad accompagnarlo c’era anche il Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Gioacchino Giomi. “Si tratta di un’ ipotesi interessante che stavamo già prendendo in considerazione – ha detto il sottosegretario – qui saranno maturate conoscenze importanti che non devono essere disperse”.
Un modo per capitalizzare competenze ma anche per dare sostegno ad un’ intera area messa economicamente in ginocchio dal sisma e che rischia lo spopolamento.
Dopo l’incontro a Visso, Bocci si è recato a Ussita e a Castelsantangelo sul Nera dove ha parlato con i sindaci e i tecnici per fare il puto della situazione sullo stato in cui versa il territorio e sugli interventi che saranno improntati per il futuro.
A me quello che fa più impressione di quanto sta avvenendo con il terremoto sono i rumori. Per esempio del crollo sordo e cupo del capanno davanti casa che usavo come ripostiglio. Oppure quello forte e acuto delle tegole che cadevano sulla veranda, dal tetto sovrastante. Ma più di tutti, mi rimbomba negli orecchi quello degli scarponi dei Vigili del Fuoco. È un toc toc cadenzato ed ininterrotto.Risuona forte, nel silenzio surreale dei paesi fantasma che ho visitato, assieme al suono acciottolante dei pezzi di tegole che, quegli scarponi scansano davanti ai loro passi. Forte e deciso, quando camminano sui detriti sassosi che schiacciano e, andando avanti, riducono in poltiglia. Sono passi pesanti di una via crucis che parte dalla piazzetta di una valle ancora vivibile, ancorché in tende o container e si inerpica, dritto per dritto, su cocuzzoli spettrali, ormai ridotti in cumuli di pietre dove pure le croci delle chiese, in un immaginario calvario, sono rovinate a terra, dalle loro sommità ove l'uomo le aveva amorevolmente piazzate. E lì giacciono abbandonate, alla mercé di un vento freddo e sacrilego che le percuote in un vortice di fogliame e breccia. Li indossano, questi scarponi, uomini speciali che mai smetterò di ringraziare anche a nome dei tanti concittadini, che la sventura del terremoto, ha unito. Ieri mattina ho sentito il dovere di farlo di persona a Visso, al sottosegretario, presso il Ministero degli Interni Giampiero Bocci, un caro e vecchio amico. L'ho fatto anche a nome di tutto il mondo dell'informazione, per sottolineare e metterlo al corrente della disponibilità, la pazienza, e la squisita cortesia che tutti i Vigili del Fuoco, ma in particolare i funzionari di Macerata, mettono quotidianamente a nostra disposizione. Poi sono tornato alla via crucis degli scarponi che camminavano le strade di Ussita. Stavolta per documentare un sopralluogo finalizzato ad effettuare un eventuale, possibile trasloco.Succede, che sin dal mattino presto, la richiedente si mette in fila davanti al gabbiotto dei Vigili del Fuoco, poi procede alla formale richiesta e, giunto il suo turno viene accompagnata (una volta indossato l'elmetto protettivo), da due agenti in piena zona rossa. In questo caso si trattava di una madre con suo figlio. Di mezza età lei, molto giovane lui. Chiediamo ai vigili, ma soprattutto ai due interessati il permesso di poter documentare. Il villino è a due passi dalla piazzetta, in località Pieve. Proprio nella parte di sopra è venuto giù tutto. La chiesa ha un buco enorme sulla facciata principale. Per accedere al villino occorre fare un centinaio di metri di salita. Si entra in un piccolo giardino recintato da noccioli. C'è pure un agrifoglio. Sul vialetto due alti pini incorniciano il panettone del monte Bove appena innevato. Un panorama mozzafiato adesso, figuriamoci con dappertutto il bianco della neve invernale o col tramonto in arancione di mezza estate. Per terra, solitaria, una margherita dal gambo incerto prova a resistere al vento freddo dell'inverno che soffia infido. Dentro il garage hanno ammassato già degli oggetti. Un alpenstock è uno zaino appesi alla parete attirano la mia attenzione. Fabrizio ed Alessandro sono i Vigili del Fuoco di Livorno incaricati per l'operazione. Fanno una breve riunione con tutti per stabilire le modalità: prima andranno da soli al primo e poi al secondo piano, quindi, a seconda delle condizioni che troveranno, si potrà eventualmente procedere al recupero degli oggetti. I militari salgono ai piani e dopo qualche minuto tornano al piano terra. Fabrizio dice che al primo piano il pavimento presenta rilievi e avvallamenti. Può salire una sola persona ed in tutta fretta recuperare il possibile. Al secondo piano invece non può salire nessuno. Il pavimento è completamente distaccato dalle pareti laterali e c'è pericolo che crolli tutto. Sale la signora assieme a Fabrizio. Noi aspettiamo tutti di sotto. La signora riempie ad ogni viaggio tre o quattro sporte di plastica. Suo figlio ha steso dei lenzuoli per terra per raccogliere ogni cosa. Lampade, vasi, qualche quadro. Oggetti di una quotidianità domestica che adesso mi sembra di non rispettare con la mia curiosità. Mi sento fuori posto e mi viene naturale voltarmi dall'altra parte e mettermi a discutere del più e del meno con l'altro Vigile del Fuoco. Una casa distrutta comporta pure una privacy, una intimità - per quanto domestica - violata. I Vigili del Fuoco ci sono abituati e sanno come comportasi, io non ne sono in grado. I lenzuoli si chiudono con dei nodi alle estremità. Diventano sacchi che vengono caricati in macchina. Uno, due viaggi, poi la porta del garage si chiude come un sipario nel suo ultimo spettacolo. La processione di elmetti variopinti riprende la via del ritorno. Nel silenzio del crepuscolo si distingue solo il rumore degli scarponi che scansano pezzi di coppi e spaccano pietruzze bianche riducendole in polvere.
Sarebbero 46 i comuni maceratesi inseriti nel cratere del terremoto: restano fuori undici comuni della fascia costiera, mentre entrano città come Macerata, Tolentino, San Severino e Camerino. Sono queste le disposizioni della nuova geografia del cratere sismico disegnato dal commissario straordinario Vasco Errani nella relazione tecnica che accompagna il decreto per la ricostruzione post terremoto. L’elenco sarà ufficializzato in giornata (ma potrebbe slittare a mercoledì): la bozza conferma quanto assicurato nei giorni scorsi dallo stesso Errani, che ha sostanzialmente raddoppiato il cratere disegnato dopo la scossa del 24 agosto. Il decreto originario, infatti, prevedeva sessanta comuni, quindici dei quali nel Maceratese.Questi i 31 comuni aggiunti da Errani: Apiro, Belforte, Caldarola, Camerino, Camporotondo, Castelraimondo, Cingoli, Colmurano, Corridonia, Esanatoglia, Fiuminata, Gagliole, Loro Piceno, Macerata, Matelica, Mogliano, Monte San Martino, Montecavallo, Muccia, Petriolo, Pioraco, Poggio San Vicino, Pollenza, Ripe San Ginesio, San Severino, Sefro, Serrapetrona, Serravalle, Tolentino, Treia, Urbisaglia. Nel cratere iniziale figuravano: Acquacanina, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Fiastra, Fiordimonte, Gualdo, Penna San Giovanni, Pievebovigliana, Pieve Torina, San Ginesio, Sant’Angelo in Pontano, Sarnano, Ussita, Visso.Restano fuori soltanto Appignano, Civitanova, Montecassiano, Montecosaro, Montefano, Montelupone, Monte San Giusto, Morrovalle, Potenza Picena, Porto Recanati, Recanati.Un discorso a parte merita Macerata per la quale Errani precisa che «le misure di sostegno al reddito dei lavoratori e quelle in materia fiscale saranno riconosciute soltanto a soggetti effettivamente danneggiati, che comprovino il danno subito». Questo perché – spiega il commissario – i danni di Macerata (ma anche di Teramo, Rieti, Ascoli e Spoleto) sono di «portata minima rispetto al numero della popolazione e risulta che sostanzialmente il tessuto economico-sociale è rimasto inalterato». Nei comuni del cratere sarà concentrato il grosso dei finanziamenti per la ricostruzione e qui verranno applicate le norme introdotte dal decreto.Il decreto prevede poi fondi per 1,1 miliardi di euro, da spalmare nei prossimi sei anni. Il provvedimento rafforza i poteri dei sindaci, i quali potranno portare avanti in tempi celeri le opere di messa in sicurezza. I Comuni, poi, potranno sfondare i tetti di spesa per il personale, assumendo fino a 350 persone a tempo determinato. Sul fronte scuole, i presidi potranno derogare al numero minimo e massimo di alunni per classe. Per quanto riguarda le case, nel cratere saranno risarciti al 100% i danni ad attività produttive, prime e seconde case. Fuori dal primo cerchio, il 100% resta per le attività produttive, le prime case e le seconde abitazioni nei centri storici, mentre per il resto delle seconde case la copertura è al 50%. Previsto il prestito d’onore per il riavvio delle attività produttive, cassa integrazione in deroga per i lavoratori delle attività produttive coinvolte e rinvio di imposte e tasse.
Venerdì architetti, ingegneri, geometri e geologi si sono incontrati a Tolentino al bar Pistacchi per un confronto sulla ripresa e sulla ricostruzione post terremoto. Dall'iniziativa, partita dall'architetto tolentinate Alessia Scarpeccio, è nata subito una proposta importante, sicuramente utile per chi è ancora alla ricerca di una casa dopo essere stato costretto a lasciare quella dove viveva a causa del sisma."Abbiamo organizzato insieme ad altri colleghi una rete di proprietari di immobili agibili ed agenzie immobiliari sia sulla costa che nell'entroterra" spiega Alessia Scarpeccio "che hanno disponibilità di appartamenti in affitto! Chi fosse interessato può inviare una mail a: casapertutti2016@gmail.com, specificando Comune di residenza, dove si cerca l'immobile e particolari esigenze! Ovviamente l'attività da parte nostra è completamente gratuita. Possono inviarci le proprie disponibilità anche agenzie e privati che ancora non sono in rete! Sarà nostra cura inviare le numerose richieste arrivate. Speriamo di essere utili in questo momento! casapertutti2016@gmail.com
Sono 130 in totale i Comuni di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo che figurano nel cratere sismico: il commissario per la ricostruzione Vasco Errani firmerà la nuova ordinanza lunedì 14 novembre.Lo ha annunciato lo stesso Errani negli incontri avuti con il presidente delle Marche Luca Ceriscioli e i sindaci del Fermano, dell'Ascolano e della provincia di Ancona. Oltre ai 62 Comuni già inseriti nell'ordinanza emessa dopo il sisma del 24 agosto, ce ne sono altri 68 che hanno subito danni con le scosse di ottobre.
Aggiornato dal servizio del TG2 del 13/11/2016 "Torniamo nelle zone del terremoto dove le scosse non danno tregua"Sono due giorni che cerco disperatamente un pretesto per tornare a Castelsantangelo sul Nera, ma sono due giorni che, al bivio di Visso, prendo la strada per Ussita. C'è qualcosa che, per quanto riguarda il fiume Nera, non mi persuade. L'altro giorno ho provato a fare qualche domanda sul perché la portata fosse aumentata in maniera così esagerata. Quelli del posto glissavano, i Vigili del Fuoco non si sbilanciavano più di tanto, i tecnici del Comune ammonivano nel non diffondere notizie allarmistiche. Nessuno però spiegava cosa fosse realmente successo.(Il fiume Nera tre giorni fa al centro di Castelsantangelo) (Il fiume Nera stamattina) Bocche rigorosamente cucite pure dopo il sopralluogo del Genio Civile. La parola d'ordine è che il livello del fiume si è alzato, ma tutto è sotto controllo. Eppure se si piazzano dei sacchetti di sabbia sul bordo del letto del fiume, come hanno fatto l'altro giorno, qualcosa che non va ci deve pur essere. Se dentro il selciato della piazza principale del paese (oggi chiusa perché pericolante), sgorgano zampilli d'acqua, la situazione non è del tutto normale. Se qualche centinaio di metri prima dell'ingresso del paese, l'asfalto si spacca - dalla montagna verso il fiume - e dalle fessure sgorgano copiosi rivoli d'acqua c'è poco da stare tranquilli. Se poi aggiungiamo che l'ammonimento a non creare allarmismi è finalizzato a tranquillizzare un paese praticamente distrutto dal sisma (proprio oggi ho visto che demolivano case nella piazza) e quasi totalmente disabitato, qualcosa non torna di sicuro, almeno in termini di logica. Poi, all'improvviso arriva il pretesto che cercavo. Leggo sulla stampa che i sindaci di qualche Comune (Castelsantangelo compreso) non vogliono i container. Preferiscono che i loro concittadini restino in altre località fin quando non siano definitivamente piazzate le casette di legno. Mi arrampico finalmente fino a Castello per chiedere conto al sindaco Mauro Falcucci di questa scelta, che francamente, mi sembra incomprensibile. Ma in realtà, vado per vedere il Nera. Il sindaco lo incontro nel container adibito a Municipio. I Vigili del Fuoco volontari di Trento stanno costruendo un tetto di legno. Il freddo stamattina si fa sentire pungente. La neve in montagna scende di giorno in giorno. Per stasera è prevista a quota 800. Con il sindaco ci salutiamo e ci abbracciamo. Il terremoto del '97 lo abbiamo vissuto tutti e due come amministratori pubblici. Vado subito al sodo senza fargli perdete tempo prezioso.Sindaco ho letto che sei tra quelli che hanno rifiutato i container, perché?Non è vero, i container mi servono subito per gli allevatori ed i coltivatori. La neve eccola qui, sta arrivando e ne hanno bisogno adesso. In quota non c'è più acqua per il bestiame. Il sisma ha cambiato pure l'ubicazione delle sorgenti.Sì, ma io mi riferivo non a quelli degli imprenditori agricoli, ma per tutti gli altri.Guarda che quelli non erano container per nuclei familiari. Ma ad uso collettivo.Cioè?Cioè se sei una famiglia di quattro persone vanno pure bene, ma se sei in due o peggio da solo devi convivere dentro quello scatolone con sconosciuti. Un bagno per quattro persone che si conoscono appena. Una convivenza forzata per tutto l'inverno. Non sono sicuro nemmeno che dentro ci si possa cucinare o siano solo adibiti a dormitorio. Non, non è possibile. Tra l'altro la continua e prolungata precarietà ha innescato aspettative molto diverse nelle persone che non questa promiscuità.Se è così avete perfettamente ragione, però guarda che secondo me questa cosa non si è capita bene e potrebbe creare delle tensioni con qualche altro sindaco.Noi lo abbiamo spiegato bene e siamo pronti a farlo ancora, le nostre esigenze, peraltro sono note dalla fine di agosto e non dalla fine di ottobre. Adesso ci aspettiamo concretezza e rapidità e non dibattiti.Messaggio ricevuto forte e chiaro. Ci diamo un arrivederci a presto e esco dal municipio-container, perché proprio sul ponticello lì davanti ho visto un fuoristrada bianco e due persone che stanno monitorando il fiume. Sono due geologi dell'università La Sapienza di Roma, scienze della terra. Una geologa é immersa al centro del fiume con tanto di cosciali e sta effettuando delle misurazioni sul livello. Tutto attorno la terra è diventata un acquitrino. Pozzanghere con acqua alta fino a dieci centimetri. Eppure sono giorni che non piove. Là, nel ponticello più a valle, dove solo l'altro ieri c'erano solo dei sacchetti, oggi stanno scavando quella che appare una vera e propria trincea, per piazzarci dei giganteschi sacchi di sabbia. Ne parlo con i due studiosi. Mi dicono che stanno qui perché sono anni che stanno monitorando il Nera. "Ed il livello che cresce in continuazione? - chiedo io - Mi dicono che con il terremotati a volte capita che l'alveo dei fiumi si possa alzare. Stamattina mi hanno detto che la terra qui si è abbassata di 70 cm - cerco di farli sbottonare il più possibile. Mi rispondono che all'altezza di Castelsantangelo, in realtà la terra si è abbassata solo di venti centimetri. Ma sono sempre tanti. Per cui realizzo ad alta voce che se la terra si è abbassata, significa che le sorgenti si sono alzate di venti centimetri. Ma qui mi fermano e mi dicono che non è tutto così automatico e consequenziale. La scienza ha bisogno di letture, misurazioni, test, ecc. che bisogna essere prudenti con il nesso causa-effetto e bla bla bla... Poi mi chiedono il perché di tanta curiosità e gli racconto dell'omertà palpabile ricevuta dei giorni prima. Li ringrazio per la disponibilità (a parte il non voler farsi fotografare) e li saluto. Poi, più tardi succede che li incontro di nuovo, a pranzo, al Vecchio Mulino e mi dicono che dopo di me è arrivato pure il TG2 della RAI che ha fatto loro le stesse domande. A questo punto, se è vero che il fenomeno sta riscontrando attenzioni di livello nazionale, sarà il caso che qualcuno fornisca delle notizie ufficiali e risponda a qualche domanda. Ovviamente per non alimentare ulteriori allarmismi....
C'è comprensibile grande interesse intorno al decreto legge firmato ieri dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la ricostruzione post terremoto. Il decreto non contiene ancora l'elenco dei Comuni inseriti nel cosiddetto "cratere", per il quale è stato incaricato il commissario straordinario Vasco Errani. Per questo decreto legge sono già stato depositati ieri gli emendamenti "per gli interventi urgenti a favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del Centro Italia". A spiegare le richieste fatte al governo sono i parlamentari marchigiani del Partito Democratico. "Intenso è stato il lavoro dei parlamentari marchigiani PD" spiega Lodolini "per migliorare il provvedimento.Il decreto è in discussione al Senato e per evitare ulteriori modifiche quando approderà alla Camera con la necessità di restituirlo ai senatori per una seconda votazione i deputati del Partito Democratico hanno ritenuto bene di fornire da subito utili indicazioni.I senatori del PD hanno presentato una ventina di emendamenti.Fra le proposte più significative si segnalano:1. possibilità per il Commissario Straordinario di estendere l’elenco dei Comuni del c.d. “cratere” sulla base di parametri prefissati, riferiti a dati oggettivi di entità del danno rilevato e del numero dei residenti evacuati al termine della fase di redazione delle schede di rilevamento;2. possibilità di cumulare il contributo del 50 per cento (previsto per le seconde case fuori dal cratere e dai Centri storici) della parte restante della spesa con le misure di detrazione fiscale concesse per gli interventi di ristrutturazione edilizia, di efficientamento energetico e di adeguamento antisismico degli edifici (per le seconde case dei Comuni del cratere e nei Centri storici di tutti gli altri il risarcimento è già previsto al 100%);3. innalzamento dei limiti della S.O.A. da 150.000 a 300.000 euro per favorire la partecipazione agli appalti delle piccole e medie imprese locali;4. riconoscimento ai Sindaci dei Comuni che sono ormai impegnati a tempo pieno di una indennità speciale di funzione, per la durata delle gestione Commissariale, pari a quella percepita per la carica alla data del 24 agosto 2016;5. possibilità di utilizzo dei fondi per le scuole anche alla riprogrammazione del Piano triennale di edilizia scolastica 2017-2019;6. estensione fino al soddisfacimento dell’intero fabbisogno delle forniture per l’acquisizione di moduli abitativi per gli allevatori;7. deroghe alle imprese agricole colpite dagli eventi sismici per la conclusione dei procedimenti amministrativi autorizzatori e di accesso agli aiuti, con particolare riferimento ai tempi di presentazione della documentazione;8. accesso anche ai titolari di reddito di impresa industriale, commerciale, del turismo, agli esercenti attività agricole e ai titolari di reddito di lavoro autonomo, che hanno sede operativa o domicilio fiscale nonché il proprio mercato di riferimento nei comuni del “cratere”, ai contributi già previsti dal decreto purchè dimostrino di aver subito un danno economico diretto dagli eventi sismici del 24 agosto 2016 e successivi;9. messa a carico della gestione Commissariale delle spese degli ERSU per garantire la sicurezza e la continuità dei servizi relativi al diritto allo studio universitario e di quelle relative agli interventi di adeguamento sismico e messa in sicurezza delle residenze studentesche universitarie;10. interventi specifici per l’Università di Camerino: a) spese di trasporto degli studenti a carico dello Stato; b) contributo straordinario per la fruizione dello streaming audio-video a supporto dell’attività didattica; c) la cessione a titolo non oneroso all’Università del presidio militare delle “Casermette” di Torre del Parco di Camerino e di proprietà del Demanio dello Stato per la creazione di un Polo scientifico-tecnologico a supporto delle attività di formazione e ricerca finalizzate all’innovazione delle imprese e delle Pubbliche Amministrazioni; d) contributo straordinario di 5 milioni per alloggi per universitari; e) bonus annuo fino a 1.000 euro per studente per la locazione di alloggi nel Comune di Camerino o in altro dell’Unione dei Comuni Montana della Marca di Camerino;11. esonero per i Comuni dall'obbligo di alimentare il Fondo di solidarietà comunale per il triennio 2017-2019;12. riconoscimento delle perdite ai Comuni proprietari di centrali idroelettriche o di impianti sportivi in concessione dichiarati inagibili totalmente o parzialmente e proroga di un anno dei termini per la manutenzione tecnica ordinaria e straordinaria.13. possibilità per i Comuni, ricorrendo prioritariamente alle graduatorie a tempo indeterminato e poi a quelle a tempo determinato dei Comuni e delle Province-Enti di Area Vasta della stessa regione, di assumere personale a tempo determinato;14. sostegno economico fino a 50.000 euro al coniuge e ai familiari delle vittime degli eventi sismici;15. rateizzazione dei tributi e dei mutui, ora sospesi, per 36 mesi (attualmente 18); 16. estensione dei termini di sospensione dei procedimenti giudiziari a tutti i Comuni dei Circondari di Macerata, Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Spoleto.La proficua collaborazione che ha visto impegnati i parlamentari marchigiani del PD per elaborare le proposte ha cercato di cogliere le istanze dei tanti amministratori locali, delle Categorie produttive, delle OO.SS., del mondo delle professioni e delle Università per migliorare la qualità e l’efficacia degli interventi del decreto-legge che, ovviamente dovrà essere coordinato con quello di imminente pubblicazione.L’auspicio, ovviamente" concludono i parlamentari del Pd "è che le tante proposte trovino ora accoglimento e che si giunga ad una rapida approvazione del provvedimento".
Sto visitando i piccoli centri straziati dal terremoto e raccogliendo storie e testimonianze dei pochissimi che lì sono sono rimasti. Oppure di quelli che se ne sono temporaneamente andati, ma sono tornati per svuotare le proprie case, ormai inagibili. Stanno tutti in fila davanti al container o al furgone. Aspettano pazientemente il loro turno al freddo (già da ieri mattina ad Ussita, in quota c'era neve), riempiono l'automobile dei propri oggetti, poi se ne vanno in silenzio. Protagonisti assoluti, in questa fase, i Vigili del Fuoco, che ho cercato di osservare da vicino. Entrano nelle case pericolanti e restituiscono ai proprietari i loro oggetti personali. Detta così pare facile, ma ci sono situazioni in cui è già pericoloso aprire un portone perché crolli giù tutto. Mi interessa stare con loro anche quando non sono operativi. All'ora di pranzo, per esempio, vanno tutti al "Vecchio Mulino" a Casavecchia di Pievetorina. Uno, due, a volte pure tre turni. Tavoli che si svuotano e, in un attimo si riempiono. Vengono da tutta Italia.Serena ha cominciato a collezionare le strisce della provincia di provenienza. Serena è la proprietaria, assieme a sua sorella Silvia. Ha il viso acqua e sapone incorniciato da capelli lunghi e rossi. Sorride e non si ferma mai un istante a riposare. Un giovanissimo vigile del fuoco di Biella, l'altro giorno, per poterle parlare un po' - l'ho visto io - si è dovuto mangiare quattro piatti di mezze maniche alla carbonara. Mi piace guardarli da vicino i vigili del fuoco. Sono tre generazioni (nonno, padre e figlio) che, a tavola, parlano, si confrontano, scherzano, ma che materialmente, da soli, reggono in piedi tutta questa malferma Nazione. Se poi li ringrazi, ti guardano quasi sorpresi e ti rispondono: "dovere"! L'emergenza ha cambiato pure la geografia dei paesi. La principale strada di collegamento ha preso il posto della piazzetta. Ormai diventata inagibile, in piena zona rossa, è presidiata a distanza dai militari armati. Il municipio sta dentro due tende e l'ufficio postale in un tavolo accanto al camion dei pompieri. Per accedere a Visso e quindi a Ussita e Castello c'è bisogno di un pass. Servono un timbro e due firme. Poliziotti al check point controllano minuziosamente il permesso sul cruscotto delle auto di chi passa. È tutto militarizzato. Forse fin troppo. L'altro giorno, per esempio, ho assistito ad una scena che mi ha fatto molto riflettere. La racconto perché vorrei riflettessero pure le cosiddette autorità. Dunque siamo a Visso al comando dei Vigili del Fuoco. Entra un signore che vorrebbe un pass per recarsi a Castelsantangelo sul Nera. È un commerciante di generi alimentari, prodotti tipici locali, in particolare. L'agente gli chiede in quale località precisa si debba recare e da quale fornitore. Lui farfuglia qualcosa , ma si capisce che a quella domanda non vuol rispondere. Il pompiere insiste, facendogli presente che è nel suo interesse comunicarglielo. In caso di pericolo o di necessità saprebbero come rintracciarlo. La discussione diventa una trattativa in piena regola. "Io te lo direi pure - dice, ad un certo punto, il commerciante - ma sono sicuro che il mio fornitore non vuol farvi sapere dove sta. Ha paura che lo portiate via da dove si trova adesso". A sentire quelle parole mi si apre un mondo e con esso un uragano di interrogativi. Qualcosa nella comunicazione e nelle informazioni non ha funzionato. Ci sono allevatori che, pur di sfuggire alla burocrazia, si sono dati alla macchia manco fossero partigiani che dovessero scappare da un rastrellamento nazista. Perché qualche nostro concittadino ha la percezione che, dopo la sventura del terremoto, lo Stato lo stia braccando e perseguitando? Era tanto difficile prevedere ragionevoli eccezioni alla severa regola delle evacuazioni di questi piccolissimi centri? Non conoscere, ma soprattutto non rispettare le sensibilità (per quanto bizzarre possano apparire) di questi piccolissimi imprenditori che chiamiamo affettuosamente montanari non è già una sconfitta in partenza sulla faticosa strada della ricostruzione? Domande retoriche che non avrei mai voluto porre. Mi auguro che si provveda al più presto e con tutta la ragionevolezza possibile a riparare questo vulnus che ha ferito gravemente il tessuto sociale. Un'altra gravissima circostanza da segnalare e a cui occorre porre subito rimedio è quella della lievitazione abnorme dei prezzi dei camper e delle roulotte. Me lo hanno raccontato a Pieve Torina. Ho visto con i miei occhi roulotte vecchie di anni e decisamente sudicie e malmesse vendute, dopo il terremoto a 6/7mila euro. O camper pronti per la rottamazione, ma rimessi, miracolosamente, in vendita ai senzatetto che si ostinano a non voler lasciare il loro paese. Mi hanno pure detto di una roulotte noleggiata per 100 euro al giorno (con 80 euro dormi e fai colazione in un hotel 4 stelle) per un'intera settimana, solo perché il poveretto non poteva assolutamente allontanarsi dai suoi animali. A chi dovrebbero rivolgersi le vittime di queste vere e proprie estorsioni? Esiste un garante dei terremotati - stiamo parlando di circa trentamila persone, stavolta - a cui possano arrivare questo genere di segnalazioni affinché non si ripetano mai più? La Regione Marche, nella sua facoltà ed autonomia legislativa potrebbe sin da subito provvedere almeno a questa minima, ma fondamentalmente tutela. Con i mezzi di comunicazione moderni, social network compresi, tanti soprusi e tante ingiustizie potrebbero essere risparmiate.Facciamo in modo che lo facciano e più in fretta possibile...
"Esenzione fiscale totale, bollette comprese, per almeno tre anni per tutte le persone che hanno perso tutto col sisma. Non vogliamo una semplice sospensione per tre, quattro mesi".A chiederlo è Matteo Salvini che questa mattina è in visita a Norcia e agli altri centri dell'Umbria, delle Marche e del Lazio colpiti dai terremoti del 24 agosto e del 30 ottobre scorso. "Il commissario alla ricostruzione Errani ha detto che l'Europa non permetterà l'esenzione dei tributi? E chi se ne frega, noi siamo noi, noi siamo l'Italia" ha detto il leader della Lega Nord, secondo il quale "se Renzi è in guerra con l'Ue, allora si faccia carico anche di questa battaglia. Noi lo sosterremo". (Ansa)
Dall'ex presidente del consiglio comunale di Tolentino, Mauro Sclavi, arriva una proposta destinata a sollevare inevitabili discussioni.Sclavi, infatti, ha scritto una lettera aperta al ministro dell'Interno Angelino Alfano, al prefetto di Macerata Roberta Preziotti e al sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, nella quale invita le istituzioni a spostare lungo la costa i migranti alloggiati in abitazioni agibili delle zone colpite dal sisma, per lasciare le case alla gente del posto rimasta senza casa e consentirle di raggiungere più agevolmente i luoghi di lavoro."Dopo le prime fasi dell’emergenza" scrive Sclavi "sarà necessario prestare attenzione alle famiglie ed ai lavoratori sfollati, perché l’attuale sconvolgimento dovuto al sisma sta mettendo a dura prova la nostra proverbiale forza e laboriosità.Considerando che molti concittadini sono stati costretti a mettersi in salvo sulla costa ed in altri luoghi molto lontani dalle abitazioni e dal posto di lavoro, ". Spostando i rifugiati sulla costa, le strutture da loro occupate, che risulteranno agibili potrebbero essere destinate a coloro che garantiscono una normale attività lavorativa e che al momento compiono centinaia di chilometri. Le nostre aziende vivono del lavoro degli operai che se pur spauriti e senza casa continuano a lavorare con la caparbietà e l’abnegazione che caratterizza da sempre la gente delle Marche".
Prende avvio, nelle Marche, la campagna di vaccinazione antinfluenzale per la stagione 2016-2017. Nel corso della settimana i vaccini antinfluenzali, inizieranno a essere somministrati dai medici di Medicina generale e dai Servizi vaccinali dell'Asur.La Regione Marche garantirà l'offerta gratuita della vaccinazione antinfluenzale a tutti coloro che si trovano nelle strutture di accoglienza e quanti altri, nelle zone terremotate, ne faranno richiesta, rivolgendosi agli operatori sanitari presenti sul posto.A seguito degli ultimi eventi sismici, il sistema sanitario regionale ha ulteriormente potenziato l'assistenza sanitaria per raggiungere, in modo capillare, tutta la popolazione ospitata nelle strutture alberghiere del litorale e nelle strutture emergenziali allestite localmente dai Comuni.Molti medici volontari si sono già resi disponibili per agevolare la vaccinazione dei cittadini anche nel caso si trovino al di fuori del comune di provenienza.(ANSA)
Si è svolto oggi presso il Multiplex di Piediripa l’incontro tra i rappresentanti de la protezione Civile regionale e nazionale ed i Sindaci dei comuni della Regione Marche per l'illustrazione della scheda "Sisma Fast".
Si tratta della scheda tecnica per il rilevamento sui fabbricati per l’agibilità sintetica post-terremoto. "Fast" sta infatti per "Fabbricati per l’Agibilità Sintetica post-Terremoto".
In merito alla richiesta dei moduli abitativi per i piccoli comuni è stata evidenziata l'esigenza di procedere al censimento dei fabbricati danneggiati nel minor tempo possibile e d'ausilio è appunto la scheda Fast.
Legata alla compilazione della scheda è la relativa procedura che è stata attivata in conseguenza della pubblicazione del documento della Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento di protezione Civile del 4 novembre 2016 (prot. n. CENS/TERAG 16/0059235) e che si concretizza in una rapida ricognizione o su singoli edifici o indifferentemente su tutti i fabbricati che si trovano in aree perimetrate che sono preventivamente indicate dai Sindaci.
Erano presenti il Capo della Protezione civile Regionale di Cesare Spuri e l''ingegnere Dolce del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale.
E' stato innanzitutto chiarito che la compilazione della scheda FAST non sostituisce la scheda Aedes. Anzi, laddove l'edificio
La scheda FAST (nella versione 01/2016) ha un’unica facciata che ricalca la prima facciata della scheda Aedes ed in cui vanno inserite le seguenti informazioni sull'edificio che si è verificato:
Identificativo dell’edificio Mappa dell’aggregato strutturale Caratteristiche geometriche Destinazione d’uso Struttura portante Giudizio/Esito FAST
In quest ultimo caso le opzioni possibili sono:
◦ AGIBILE ◦ NON UTILIZZABILE ◦ NON UTILIZZABILE SOLO PER RISCHIO ESTERNO ◦ SOPRALLUOGO NON ESEGUITO, in questo caso occorre specificare il motivo per cui non è stato possibile condurre il sopralluogo.
La scheda non serve nel caso in cui i sindaci abbiano già provveduto al censimento ed alla dichiarazione di inagibilità a mezzo ordinanze.
Di seguito il link per scaricare la scheda
http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/Scheda_FAST.pdf