Maggio 2021 segna la nascita della rete dei Festival Italiani di Musica in Montagna, con l'adesione de I Suoni delle Dolomiti (Trentino), Musica sulle Apuane (Toscana), MusicaStelle Outdoor (Valle d’Aosta), Paesaggi Sonori (Abruzzo), RisorgiMarche (Marche), Suoni Controvento (Umbria), Suoni della Murgia (Puglia) e Time in Jazz (Sardegna).
Manifestazioni che rappresentano un importante patrimonio per il nostro Paese - sempre più orientato verso un turismo sostenibile ed esperienziale - e che con questo progetto intendono perseguire con ancora più incisività un percorso all'insegna dell'educazione ambientale attraverso la musica, considerata come un mezzo e non come un fine.
Caratteristica che accomuna questi importanti festival, infatti, è la proposta praticata da diversi anni di un modello di turismo ad economia circolare in luoghi naturali, non antropizzati, con il paesaggio inteso come elemento peculiare ed imprescindibile di ogni singola proposta culturale.
Lo spettacolo, quindi, rappresenta il momento culminante di una giornata composta da molto altro: il cammino, la natura, il silenzio, lo stare insieme. Un modello organizzativo che prevede la scelta di spazi aperti, sicuri e non delimitati, l’assenza di strutture impattanti per l’ambiente (palcoscenici, torri layer, carichi sospesi, sedie), il controllo della pressione sonora e dell’amplificazione. La buona riuscita dei festival in montagna è dovuta in gran parte al rapporto con il proprio pubblico, che viene introdotto alle buone pratiche e fatto partecipe della propria responsabilità sociale nei confronti dell’ecosistema e dell’ambiente; lasciare i luoghi degli spettacoli puliti come, se non più di prima, è una priorità oltre che motivo di orgoglio per il più che positivo approccio riscontrato in ogni situazione proposta.
Si tratta di format all’avanguardia, perfettamente aderenti sia ad una sensibilità maturata a livello nazionale ed internazionale, sia alle reali esigenze dei territori e delle comunità interessate. Esperienze che, come riscontrato tanto in occasione delle varie manifestazioni quanto da studi e ricerche anche di carattere universitario, alimentano una visibilità significativa (ed un altrettanto importante indotto economico) nei confronti di luoghi e comunità che custodiscono un bagaglio storico, naturale ed artistico di altissimo profilo.
L’auspicio da parte dei protagonisti dei Festival Italiani di Musica in Montagna è che questo approccio innovativo, sicuro e sostenibile possa essere contemplato e considerato a livello legislativo, anche relativamente alle norme di sicurezza anti Covid e della Safety&Security, che necessitano di riflessioni ed interventi urgenti e differenti rispetto ai tradizionali luoghi di spettacoli dal vivo all’aperto, pena un grave pregiudizio per l’organizzazione e l’esistenza delle stesse manifestazioni dislocate in aree montuose.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 5100 tamponi: 2602 nel percorso nuove diagnosi (di cui 576 nello screening con percorso Antigenico) e 2498 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari all'8,8%).
I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 230 (52 in provincia di Macerata, 35 in provincia di Ancona, 84 in provincia di Pesaro-Urbino, 12 in provincia di Fermo, 35 in provincia di Ascoli Piceno e 12 fuori regione).Questi casi comprendono soggetti sintomatici (41 casi rilevati), contatti in setting domestico (52 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (88 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (4 casi rilevati), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (12 casi rilevati), screening percorso sanitario (1 caso rilevato). Per altri 32 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 576 test e sono stati riscontrati 33 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 6%.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si registra un leggero incremento rispetto alla giornata precedente: incidenza all'8,8% oggi, contro il 6,7% ieri.
In diminuzione di 17 unità, rispetto alle ultime 24 ore, il numero di persone ricoverate nelle strutture sanitarie regionali (352), di cui 51 in terapia intensiva (-2 rispetto a ieri). Sono, invece, 25 le persone dimesse ieri dagli ospedali regionali.
Nel Maceratese sono accolti 105 pazienti: 40 all'ospedale di Macerata, 49 al Covid Hospital e 16 a Camerino.
La situazione anche questa settimana registra un generale miglioramento in tutta Italia.
Notiamo che i contagi sono stati stabili nella regione Marche ma si è parallelamente avuta una diminuzione dei sintomatici (su cui si calcola il famoso Rt)
In Italia il calo dei contagi è abbastanza significativo e migliorano anche i dati ospedalieri.
Come detto il miglioramento è diffuso un pò in tutte le regioni con alcune che stanno addirittura entrando nei requisiti per la zona bianca.
Questa settimana ho voluto inserire un grafico particolare ovvero gli andamenti medi a 7 giorni di contagi/sintomatici/decessi/ingressi in terapia intensiva nella nostra regione.
La scala logaritmica è appropriata poiché l'epidemia è un fenomeno esponenziale. E' decisamente interessante notare come la curva dei decessi e ricoveri in terapia intensiva abbia iniziato a flettere da inizio aprile rispetto a quelle dei contagi. La spiegazione ovviamente può essere solo l'efficacia dei vaccini, come dicevo già da tempo terminata la vaccinazione delle categorie più a rischio fondamentalmente il problema covid potrebbe essere declassato a poco più di una influenza.
Sotto i 50 anni ad esempio nella nostra regione da inizio anno si sono avuti 0 decessi di soggetti senza patologie pregresse. Il parametro di chiusura il famoso Rt una volta reso il virus non letale dovrà necessariamente cambiare poiché non ha senso chiudere per un qualcosa di non più letale e si potrebbe dire che sia già ora di rivedere questa politica.
Stando ai dati della vaccinazione nella nostra regione è possibile che verso metà giugno gli ospedali saranno svuotati indipendentemente dal numero di casi.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che purtroppo nelle ultime 24 ore si sono verificati quattro decessi correlati al Covid-19.
Tre vittime sono state registrate nei presidi medici anconetani: una 72enne di Agugliano si è spenta al nosocomio dorico di Torrette mentre una 92enne di Ostra Vetere e un 63enne di Castelleone di Suasa hanno trovata la morte all'ospedale di Senigallia.
Un decesso infine è stato segnalato anche alla Residenza Sanitaria Galantara di Pesaro dove è spirato un 88enne di Fano.
Dall'inizio della pandemia, nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19 2977 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (973), mentre sono 497 quelle totali nella provincia di Macerata.
Attimi di paura questa mattina, intorno alle 9, al Presidio Ospedalierio ‘G.Salesi’ di Ancona quando un ragazzo di 15 anni è salito sul tetto della struttura, attraverso la scala antincendio, per poi mettersi seduto con le gambe a penzoloni nel vuoto per una ventina di minuti.
Notato dagli uomini del Servizio di Vigilanza., è stato immediatamente richiesto l’intervento del 118 che ha poi prontamente allertato il personale della SOD Neuropsichiatria Infantile in quanto si pensava potesse trattarsi di un paziente ricoverato presso tale reparto.
In realtà l’adolescente, residente a Senigallia, non risultava in cura presso il presidio medico.
Dalla parziale ricostruzione dei fatti prodotta dal Dott. Michele Severini, Psichiatra del reparto NPI che assieme all’ortopedico Dott. Mario Marinelli, si è recato sul tetto dell'Ospedale, sembra che il minore - frequentante una scuola ad Ancona- si sia recato presso l’ospedale intenzionato ad effettuare un gesto anticonservativo. Proprio Il Dott. Severini è riuscito a convincere il ragazzo a desistere dal suo intento e a portarlo al Pronto Soccorso per fornirgli tutte le cure necessarie.
Sono stati subito allertati i genitori del minore e sul posto sono intervenute le Forze dell’Ordine e al momento il ragazzo è ricoverato nel reparto di Neuropsichiatria per le cure del caso.
Il mondo dei giochi e degli sport tradizionali rende omaggio al presidente uscente del Coni, Giovanni Malagò, alla vigilia del voto che il 13 maggio prossimo sarà chiamato a rinnovare il vertice del Comitato olimpico nazionale italiano.
Il presidente della Figest, la Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali, Enzo Casadidio nel corso dell’ultima seduta del Consiglio federale, svoltasi nel salone d’onore di palazzo H al Foro Italico, ha organizzato un incontro con i singoli rappresentanti delle varie discipline sportive riconosciute a livello internazionale e ha consegnato a Malagò la tessera onoraria n. 1 della Federazione.
Dalla ruzzola al ruzzolone, dalle freccette alla morra, dalla rebatta al tiro alla fune, tiro alla balestra, tiro alla fionda, dal tsan alla boccia su strada al calcio balilla, passando per il ferro di cavallo, il calcio storico fiorentino, il fiolet, il lancio della forma del formaggio, quello del ruzzoletto, la lippa, il palet e la trottola; le varie discipline sportive hanno omaggiato il presidente Malagò anche degli “strumenti” che hanno reso gloriose tantissime discipline tradizionali “in segno di riconoscenza per il grandissimo impegno profuso nel corso del suo mandato alla presidenza del Coni”.
“Qui c’è la storia del nostro Paese, se esci da questa storia sei un’associazione privata. Questa tessera - è intervenuto Malagò ringraziando per il graditissimo dono il presidente Casadidio, cui è legato da intensi rapporti di amicizia - mi fa sentire uno di voi. D’ora in poi sarete con gli strumenti delle vostre discipline sportive che mi avete voluto consegnare in una stanza dei pensieri affettuosi”.
Gli amici del calcio balilla hanno voluto regalare a Malagò addirittura un biliardino.
“Siamo pronti per ripartire dopo mesi di fermo”. Questo il commento con il quale il presidente nazionale della Figest, Enzo Casadidio, nominato ambasciatore per l’Italia nel mondo del calcio balilla in piena emergenza Covid, in concomitanza praticamente con l’inserimento della disciplina, dopo anni di attesa, nella grande famiglia della Federazione Italiana Giochi e Sport Tradizionali, ha voluto aprire la seduta del Consiglio federale.
“Sono quasi 400 le Associazioni sportive dilettantistiche riaffiliate e oltre 18mila tesserati inseriti nel registro del Coni. Un mondo di 15mila sportivi che, con l’ultimo Dpcm, hanno ripreso le attività. Come Federazione guardiamo avanti con grandissima fiducia forti del fatto che nel 2026 ospiteremo in Italia il campionato mondiale di tiro alla fune e nel 2027 quello europeo mentre il prossimo anno, in Umbria, sarà organizzato il secondo Festival europeo Tafisa dei giochi tradizionali. Nelle Marche, a fine maggio, sarà ospitato il campionato italiano individuale del lancio del formaggio”.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 4021 tamponi: 2258 nel percorso nuove diagnosi (di cui 846 nello screening con percorso Antigenico) e 1763 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 6,7%).
I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 151: 29 in provincia di Macerata, 8 in provincia di Ancona, 51 in provincia di Pesaro-Urbino, 7 in provincia di Fermo, 44 in provincia di Ascoli Piceno e 12 fuori regione.
Questi casi comprendono soggetti sintomatici (29 casi rilevati), contatti in ambito domestico (30 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (55 casi rilevati), contatti in ambito lavorativo (1 caso rilevato), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (13 casi rilevati), screening percorso sanitario (2 casi rilevati).
Per altri 21 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche.
Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 846 test e sono stati riscontrati 32 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 4%.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si registra un decremento rispetto alla giornata precedente: incidenza al 6,7% oggi, contro il 10,7% ieri.
In diminuzione di 23 unità, rispetto alle ultime 24 ore, il numero di persone ricoverate nelle strutture sanitarie regionali (369), di cui 53 in terapia intensiva (-5 nrispetto a ieri). Sono, invece, 29 le persone dimesse ieri dagli ospedali regionali.
Nel Maceratese sono accolti 109 pazienti: 41 all'ospedale di Macerata, 49 al Covid Hospital e 19 a Camerino. Altre 4 persone sono accolte nei pronto soccorso di Civitanova Marche e Macerata.
A conclusione della quinta giornata dei due mini gironi dell’Eccellenza regionale, le risposte che si sono concretizzate lasciano ancora aperte le possibilità di partecipazione ai play off che concluderanno questo singolare campionato di Eccellenza al quale, come si sa, hanno aderite solo dodici società.
Per entrare a far parte della selezione finale, che consentirà la promozione in D di un’unica formazione, è necessario piazzarsi al primo o secondo posto dei due gironi, eventuale classifica avulsa a parte, dal momento che la prima classificata del girone A dovrà vedersela con la seconda del girone B e così sarà per l’altro raggruppamento.
Le formazioni che si saranno piazzate al primo posto delle due classifiche, giocheranno in casa l’unica gara: in caso di parità, supplementari ed eventuali calci di rigore. La gara finale si giocherà su campo neutro e ugualmente, in caso di parità, ci sarà il ricorso ai tempi supplementari e rigori.
Al termine delle cinque giornata del girone di andata, questa la situazione (fra parentesi i punti realizzati).
Girone A: 1) Forsempronese (12), 2) Anconitana (10), 3 ) Atletico Gallo (8), 4) Vigor Senigallia (5), Montefano (3), 6) Jesina (2).
Girone B: 1) Valdichienti P. (10), 2) Sangiustese e Atletico Ascoli (9), 4) Porto d’Ascoli (5), 5) Grottammare (4), 6) Azzurra Colli (2). (v.d.s.).
Nuova ordinanza firmata oggi dal presidente Francesco Acquaroli: da mercoledì 12 maggio saranno limitati gli spostamenti ai soli casi di salute, studio, lavoro e comprovata necessità all’interno del territorio comunale di Acqualagna e Petriano. Dall’analisi epidemiologica effettuata sul territorio regionale e a seguito delle Conferenze dei Sindaci delle Aree Vaste, è emerso che, mentre il tasso regionale dei positivi su 100 mila abitanti pari a 107,85 non preoccupa in quanto inferiore al limite previsto di 250, ci sono due Comuni, Acqualagna e Petriano, dove il tasso dei positivi richiede una ulteriore attenzione e una azione di intervento per tenere sotto controllo la situazione pandemica.
Allo scopo quindi di contrastare e contenere il diffondersi del virus SARS-CoV-2, a decorrere dalle ore 00:00 del 12 maggio 2021 e fino alle ore 24:00 del 18 maggio 2021, ferme restando le misure statali di contenimento del rischio di diffusione del virus già vigenti sull’intero territorio regionale, nei due Comuni valgono le regole della “zona arancione” e inoltre è vietato ogni spostamento all'interno degli stessi, salvo se motivato da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti in cui la stessa è consentita. Il transito sui territori dei due Comuni è consentito qualora necessario a raggiungere ulteriori territori non soggetti a restrizioni negli spostamenti o nei casi in cui gli spostamenti sono consentiti dalla normativa vigente. In ogni caso occorre far uso dell’autocertificazione riguardo alle cause giustificative dello spostamento.
La Regione si vuole far trovare pronta al previsto momento delle riaperture e per questo chiede a tutti i cittadini di essere attenti, perché il virus è ancora in circolazione e ci sono ancora molte persone ricoverate nelle strutture ospedaliere. Tale provvedimento viene adottato seguendo il principio di precauzione e gradualità per favorire il controllo della curva epidemiologica anche sui singoli territori comunali, laddove i dati epidemiologici a carattere locale e comunale fotografano una situazione a cui prestare una attenzione ancora maggiore.
Ad Acqualagna e Petriano si applicano quindi le misure di cui agli articoli 36 e 37 (misure zona arancione integrale) e 40 (limitazione spostamenti zona rossa) del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 2 marzo 2021. Occorre sempre far uso dell’autocertificazione riguardo alle cause giustificative dello spostamento.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che purtroppo nelle ultime 24 ore si sono verificati tre decessi correlati al Covid-19.
Una vittima è stata registrata all'ospedale di Jesi: si tratta di un 75enne di Chiaravalle.
Un decesso segnalato anche all'Inrca di Ancona, dove è spirata una 90enne di Camerata Picena. Infine una vittima anche al nosocomio di San Benedetto del Tronto, dove si è spento un 90ennne di Ascoli Piceno.
Dall'inizio della pandemia, nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19 2973 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (972), mentre sono 497 quelle totali nella provincia di Macerata.
Oramai da qualche anno a questa parte, stanno prendendo sempre più piede le carte prepagata con IBAN e potremmo tranquillamente definirle le carte del futuro per un sacco di motivi diversi che vi andremo ad illustrare qui di seguito.
Naturalmente ci sono moltissime carte prepagate diverse e a seconda di quella che sarà la vostra esigenza primaria, potrete valutare di scegliere una carta rispetto all’altra per essere completamente soddisfatti del vostro nuovo metodo di pagamento elettronico.
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Abbandonare finalmente i contanti
Il vantaggio di non avere più con sé i contanti non è affatto da sottovalutare, fondamentalmente per diversi aspetti. Nel caso in cui abbiate la necessità di viaggiare da un Paese all’altro che non prevede l’uso della vostra valuta, sarete in grado di non dover andare necessariamente da un cambia-valuta e potrete fare un pagamento diretto presso qualsiasi negozio, semplicemente usando la vostra carta prepagata.
Inoltre, il fatto di non dover girare per le strade di città grandi e potenzialmente pericolose con un portafoglio rigonfio di banconote ben in vista agli occhi di qualche malvivente è di certo un altro vantaggio che vi consigliamo vivamente di non farvi scappare. Sempre meglio non dare nell’occhio quando si viaggia all’estero o in posti che non si conoscono a fondo.
I vantaggi di non avere un conto in banca
Al giorno d’oggi, pur inseguendo le varie offerte, avere un conto in banca significa fondamentalmente avere delle spese fisse mensili e annuali che vedranno diminuire di volta in volta l’ammontare del vostro capitale depositato.
I vantaggi di avere una carta prepagata con IBAN sono molteplici, dato che sarete in grado sia di farvi accreditare lo stipendio dal vostro datore di lavoro, che di pagare l’affitto con una semplice operazione via internet.
Sarete in grado anche di pagare le diverse bollette per le utenze, fare una ricarica al vostro cellulare, oppure effettuare un bonifico per il regalo in comune che state pensando di fare per il compleanno del vostro migliore amico.
Tutte le operazioni che una volta venivano di fatto eseguite presso uno dei tanti sportelli bancari, possono essere, oggi, eseguite tranquillamente con una carta prepagata con IBAN ed evitare file e assembramenti, che di questi tempi non sono proprio il massimo a livello di sicurezza.
Poter portare sempre con sé la carta prepagata
Forse non ci avete mai pensato, ma di certo ve ne accorgerete quando sarà il momento di togliere le giacche pesanti piene di tasche e avrete soltanto un paio di bermuda o dei pantaloni leggeri con pochissime tasche. I portafogli tradizionali, pieni di contanti e monete pesano parecchio e sempre più difficilmente trovano posto all’interno di un abito estivo.
Pensate a quanto starete comodi con un portafoglio di ultima generazione che dovrà di fatto contenere soltanto la vostra carta prepagata con IBAN e un documento di identità in formato tessera. Lo spazio sarà notevolmente ridotto e non vi troverete a dover trascinare con voi un peso inutile.
Grazie ai molti dispositivi elettronici di pagamento che oramai si trovano praticamente all’interno di qualsiasi locale o negozio, non dovrete fare altro che usare la vostra carta quando andrete ad acquistare un qualsiasi tipo di prodotto.
Tutta la sicurezza di cui si ha bisogno
Le carte prepagate con IBAN hanno inoltre la capacità di essere bloccate con una semplice telefonata al centro di assistenza in caso di furto o di smarrimento. Non rischierete quindi che qualcuno che trovi la vostra carta per strada o che ve l’abbia magari appena rubata, possa fare acquisti alle vostre spalle.
La stessa cosa non si può dire che possa succedere nel caso in cui andiate a perdere dei contanti e, proprio per questo motivo, il livello di sicurezza di una carta prepagata con IBAN è decisamente soddisfacente e non vi farà rimpiangere i vecchi metodi di pagamento.
Assicuratevi di avere la carta che faccia al caso vostro e godetevi la vostra nuova vita!
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che purtroppo nelle ultime 24 ore si sono verificati due decessi correlati al Covid-19.
Una vittima è stata registrata all'ospedale di Jesi: si tratta di un 76enne di Filottrano.
Un decesso segnalato anche agli Ospedali Riuniti di Ancona, dove ha perso la vita un 75enne del capoluogo di regione.
Dall'inizio della pandemia, nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19 2970 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (972), mentre sono 497 quelle totali nella provincia di Macerata.
Torna l'appuntamento con la rubrica settimanale "La Strada delle Vittime", nella quale si affronta l'analisi della casistica criminale con approccio vittimologico:
"La vittima è Marco Vannini, il ventenne ucciso da un colpo di pistola nella notte tra il 17 e il 18 maggio del 2015 nella villetta dei genitori della fidanzata, la famiglia Ciontoli.
Il processo per la sua morte si è definitivamente concluso il 3 maggio scorso con la sentenza della Cassazione che ha confermanto quanto stabilito dalla Corte D’Appello, e ha condannato in via definitiva Antonio Ciontoli a 14 anni di carcere per omicidio volontario con dolo eventuale, la moglie e i figli a 9 anni e 4 mesi per concorso anomalo in omicidio volontario.
Il papà e la mamma di Marco, Valerio e Marina, hanno atteso fuori dalle aule la sentenza.
“Non sono stata presente alla lettura della sentenza - ha raccontato Marina Vannini, intervistata dai microfoni di Chi l’ha visto - Ho sentito un boato e ho capito che era andata come volevamo noi. Il mio primo pensiero è stato quello di mandare un messaggio sul telefono a mio figlio. Gli ho scritto che era andato tutto come mi aveva detto lui. Perché io me l’ero sognato una settimana fa e me l’ero tenuto solo per me. Era una cosa mia. Perché poi avevo paura che non andava così. Gli ho detto: Marco, il sogno si è avverato”.
Marina condivide con l’intervistatrice un’amara quanto reale considerazione: sembra che in tutto questo iter processuale Marco sia rimasto nascosto.
E’ così. Se è vero che l’attenzione del pubblico viene molto spesso catalizzata dalla figura del reo e dalla curiosità, a volte morbosa, sugli sviluppi delle indagini, è anche vero che proprio per questa ragione, spesso la vittima rimane solo un’ombra sullo sfondo, un oggetto passivo del reato.
Ci sembra giusto e doveroso quindi, tra le tante notizie di approfondimento e di cronaca giudiziaria pubblicate sul caso, ricordare chi era Marco Vannini. E quali sono le migliori parole da usare, se non quelle dei suoi genitori che hanno di fronte ai loro occhi, ogni giorno, il suo sorriso meraviglioso.
“Marco era un ragazzo sempre disponibile, sempre pronto ad aiutare tutti. Ma non perchè era il mio Marco, potrebbero pensare che lo dico perchè sono a mamma, ma proprio perchè era così”
La mamma prosegue: “Marco era un ragazzo che aveva tanti sogni nel cassetto, aveva vent’anni quando è stato ucciso”.
“Il sogno più grande di Marco era volare con le Frecce Tricolori” e la mamma è convinta che ci sarebbe riuscito perchè era ambizioso; aggiunge “forse oggi che avrebbe 26 anni il suo sogno si sarebbe realizzato, quindi io lo voglio immaginare così sfrecciare nel cielo con le Frecce Tricolori”.
Anche il papà Valerio si aggiunge al ricordo di Marina e lo immagina così, sfrecciare nel cielo.
Valerio condivideva con il figlio la passione per le moto, uscivano spesso insieme; “un figlio ma anche un fratello, un rapporto molto forte, tanti i bei ricordi di quando uscivano in moto insieme”.
Le sensazioni di oggi, quando con la testa chiusa nel suo casco sente Marco “come se gli fosse addosso” sono bellissime, dice il papà, “ma la cosa brutta è che purtroppo ci parli ma non ti può risponedere. Solo ricordi, ricordi e sensazioni”.
Marco è stato l’orgoglio di due genitori che, spiegano, l’hanno visto crescere bello, buono ed educato.
“Viviamo l’ergastolo della sofferenza” questa la frase del papà di Marco che esprime la tragicità del dolore senza fine in cui vivono i due genitori.
Se la famiglia Ciontoli si fosse attivata per chiedere subito i soccorsi, scrive il giudice nella motivazione della sentenza, Marco si sarebbe potuto salvare.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 3898 tamponi: 2082 nel percorso nuove diagnosi (di cui 390 nello screening con percorso Antigenico) e 1816 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 12%).
I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 250: 51 in provincia di Macerata, 36 in provincia di Ancona, 67 in provincia di Pesaro-Urbino, 33 in provincia di Fermo, 54 in provincia di Ascoli Piceno e 9 fuori regione.
Questi casi comprendono soggetti sintomatici (39 casi rilevati), contatti in ambito domestico (67 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (95 casi rilevati), contatti in ambito lavorativo (2 casi rilevati), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (10 casi rilevati), contatti in ambito sanitario (1 caso rilevato).
Per altri 36 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche.
Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 390 test e sono stati riscontrati 19 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 5%.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si registra un incremento rispetto alla giornata precedente: incidenza al 12% oggi, contro il 9.6% ieri.
In diminuzione di 13 unità, rispetto alle ultime 24 ore, il numero di persone ricoverate nelle strutture sanitarie regionali (390), di cui 59 in terapia intensiva (-2 rispetto a ieri). Sono, invece, 29 le persone dimesse ieri dagli ospedali regionali.
Nel Maceratese sono accolti 114 pazienti: 45 all'ospedale di Macerata, 49 al Covid Hospital e 20 a Camerino. Altre 5 persone sono accolte nei pronto soccorso di Civitanova Marche e Macerata.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall'avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”.
In questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato tematiche riferibili alla crisi economica che sta attraversando la nostra società riguardo i rimedi ai fini del recupero del credito nei confronti dei propri debitori, e nello specifico la possibilità o meno di poter pignorare il reddito di cittadinanza. Di seguito l’analisi dell’avvocato Oberdan Pantana sulla vicenda.
A tal proposito risulta utile analizzare la vicenda giudiziaria riguardante la richiesta di una moglie, titolare di un assegno mensile di 360 euro per il contributo al mantenimento delle due figlie minori, di ordinare al Ministero del lavoro e/o all'Inps, nella qualità di ente erogatore del reddito di cittadinanza percepito dal marito, di provvedere al pagamento diretto della cifra suddetta in suo favore, stante l'inadempimento del coniuge.
Richiesta che il Tribunale di Trani con l’Ordinanza del 20.01.2020 accoglie in quanto il giudice ritiene che il reddito di cittadinanza "possa essere utilizzato per i bisogni primari delle persone delle quali il titolare dell'assegno ha l'obbligo di prendersi cura, anche se non fa più parte dello stesso nucleo familiare" e perché la dottrina chiamata a esprimersi sulla pignorabilità di questa misura si è espressa favorevolmente, precisando che nel caso di specie non devono osservarsi i limiti contenuti nell'art. 545 c.p.c..
Il Tribunale nel provvedimento evidenzia le argomentazioni dottrinali a sostegno della pignorabilità:
- il reddito di cittadinanza è definito dalla legge come "misura fondamentale di politica attiva del lavoro a garanzia del diritto al lavoro, di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale, nonché diretta a favorire il diritto all'informazione, all'istruzione, alla formazione e alla cultura attraverso politiche volte al sostegno economico e all'inserimento sociale dei soggetti a rischio di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro;
- nel testo di legge non ci sono riferimenti alla natura alimentare del reddito di cittadinanza;
- le norme che prevedono limiti alla pignorabilità sono eccezionali rispetto al principio generale contenuto nell'art. 2740 c.c., che sancisce la responsabilità patrimoniale del debitore tenuto a rispondere dei propri debiti con tutti i suoi beni presenti e futuri;
- assenza di ragioni di ordine logico o giuridico, una volta ammessa la pignorabilità del reddito di cittadinanza, in grado di impedire di disporre l'ordine di pagamento diretto della misura in favore della richiedente;
- perché secondo la Cassazione la facoltà del Tribunale di ordinare il pagamento diretto dei redditi da lavoro del coniuge obbligato non è soggetto ai limiti di pignorabilità dello stipendio avendo, il mantenimento dei figli, funzione alimentare.
L'ordinanza, per giustificare la sua decisione, prima di tutto evidenzia che non ci sono ostacoli letterali alla pignorabilità del reddito di cittadinanza perché il testo di legge che lo disciplina, nulla dispone al riguardo.
In effetti è proprio così, il Dl n. 4/2019 non vieta né consente il pignoramento del reddito di cittadinanza.
L'altro aspetto interessante che merita un approfondimento è quello secondo cui, per la dottrina, il reddito di cittadinanza non è sottoposto ai limiti dell'art. 545 c.p.c., norma che contiene l'elenco dei crediti impignorabili e che, per la parte che interessa approfondire, prevede che:
"1. Non possono essere pignorati i crediti alimentari, tranne che per cause di alimenti, e sempre con l'autorizzazione del presidente del tribunale o di un giudice da lui delegato e per la parte dal medesimo determinata mediante decreto. 2. Non possono essere pignorati crediti aventi per oggetto sussidi di grazia o di sostentamento a persone comprese nell'elenco dei poveri, oppure sussidi dovuti per maternità, malattie o funerali da casse di assicurazione, da enti di assistenza o da istituti di beneficenza."
Appare evidente che la dottrina è giunta a considerare pignorabile il reddito di cittadinanza perché non considera tale misura come un sussidio in favore dei poveri, negandole anche la natura alimentare; difatti, per la dottrina il reddito di cittadinanza è una forma di politica attiva al lavoro e proprio per questo pignorabile.
A mettere in dubbio questa versione tuttavia c'è il dato letterale della norma che definisce il reddito di cittadinanza anche come una "misura di contrasto alla povertà"; trascurando questo dato si svilisce il significato più profondo e complesso del Reddito di cittadinanza, la cui misura, come ricordiamo, è stata stabilita partendo dal presupposto che, in base ai dati Istat, chi in Italia vive con meno di 780 euro al mese si trova al di sotto della soglia di povertà.
Il reddito di cittadinanza quindi non ha, in base al dato letterale della norma, solo natura di politica attiva, ma anche di contrasto alla povertà, elemento che, se può essere trascurato come nel caso di cui si è occupato il Tribunale di Trani, perché finalizzato a soddisfare bisogni primari come quello alimentare, merita un approfondimento se i crediti vantati presentano una diversa natura.
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
Chi è alla ricerca di un robot aspirapolvere e si appresta a selezionarne uno, prima di procedere all’acquisto è bene che abbia un quadro più completo possibile riguardo ai migliori robot aspirapolvere presenti sul mercato.
La serie di prodotti offerti dalle varie case di produzione è veramente sterminata, esistono circa 300 modelli di robot aspirapolvere, che differiscono tra loro per quanto riguarda la qualità, il prezzo, le promozioni, il consumo energetico, la durata di autonomia e ricarica ed infine il sistema informatico di mappatura, memorizzazione e impostazione di orario per la messa in funzione.
Proprio per questo motivo Migliori Robot Aspirapolvere, il portale dedicato alla vendita di robot aspirapolvere sul web, ha l’obiettivo di selezionarei migliori aspirapolvere robot secondo i criteri suddetti, sostanzialmente rapporto qualità-prezzo, prestazioni di più elevato livello, efficienza e precisione nella pulizia delle diverse superfici.
Quali sono i migliori robot aspirapolvere presenti sul mercato
L’utente, che decide di saperne di più circa i migliori robot aspirapolvere per comperarne uno, deve tenere ben presenti quali siano le esigenze che ha intenzione di soddisfare, quali siano le superfici su cui intende far lavorare l’aspirapolvere ei comfort aggiuntivi di cui si desidera disporre, come ad esempio un telecomando di attivazione, piuttosto che la capacità di programmazione o la funzione che permette al robot di tornare in totale autonomia sulla base di ricarica.
Se nel contesto abitativo o lavorativo sono presenti animali, è importante che il potenziale acquirente valuti le offerte relative ai migliorirobot aspirapolvere per peli animali, i quali sono dotati di speciali spazzole e filtri anti-allergeni.
Alla luce degli acquisti effettuati e ai feedback ricevuti dai clienti, risulta che le scelte maggiormente apprezzate, in quanto a funzionalità, performatività e qualità del prodotto, siano principalmente 5: Ariete 2713 Pro Evolution, IRobotRoomba 980, Ariete 2712, Lefant M201 e Lefant M301. Mentre le case di produzione considerate più affidabili e sicure, in grado cioè di fornire qualità e assistenza sul robot aspirapolvere: ANNEW, Ariete, ECOVACS ROBOTICS, IKOHS, iRobot, LEFANT, Neatorobotics, Proscenic, Rowenta, Venga e Vilenda.
Le funzionalità più apprezzate dei migliori robot aspirapolvere
All’interno della vasta produzione dei robot aspirapolvere, alcune funzionalità risultano essere maggiormente apprezzate perché più rispondenti a richieste ed esigenze particolari, come ad esempio l’aspirazione dei capelli o dei peli di animali domestici, ma anche la presenta di particolari filtri che impediscano la diffusione di polveri o allergie.
Per questo, la scelta dei migliori robot aspirapolvere è contraddistinta da precise aspettative capaci di soddisfare al meglio i seguenti requisiti:
- prolungata autonomia e tempi di ricarica brevi;
- dotazione di sensori anti-collisione e sensori anti-caduta che assicurano la stabilità dell’apparecchio rispetto agli oggetti sul pavimento, rilevati come ostacoli; di spazzole frontali e laterali (queste ultime pensate per la pulizia della base dei mobili e del battiscopa) ed infine di protezioni gommate anti-urto e di filtri anti-allergeni;
- basso livello di consumo;
- autosufficienza nella gestione della ricarica: ritorno autonomo alla base di carica;
- precisione e innovazione del sistema informatico con cui viene programmato il robot aspirapolvere per la mappatura e la memorizzazionedella posizione, nonché per l’impostazione degli orari di lavoro.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che, purtroppo, nelle ultime 24 ore si sono verificati tre decessi correlati al Covid-19.
Una vittima è stata registrata in provincia di Macerata, presso il Covid Hospital di Civitanova Marche: si tratta di un 71enne di Servigliano.
Un decesso è stato segnalato anche al 'Murri' di Fermo dove è spirato un 91enne di Porto Sant'Elpidio. All'ospedale di Pesaro, invece, è venuto a mancare un 77enne di Tavullia.
Dall'inizio della pandemia, nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19 2968 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (972), mentre sono 497 quelle totali nella provincia di Macerata.
"Ho appena firmato l’ordinanza che consentirà le visite in piena sicurezza in tutte le Rsa. Ringrazio le Regioni e il Comitato Tecnico Scientifico che hanno lavorato in sintonia con il Ministero della Salute per conseguire questo importante risultato. È ancora necessario mantenere la massima attenzione e rispettare le regole e i protocolli previsti, ma condividiamo la gioia di chi potrà finalmente rivedere i propri cari dopo la distanza indispensabile per proteggerli".
Ad annunciarlo, attraverso un post pubblicato sul suo profilo Facebook, è stato il ministro Roberto Speranza.
Per accedere nelle Rsa sarà necessario il Green Pass (ecco cos'è). Al terzo comma dell'articolo 1 viene spiegato che i familiari e i visitatori, al momento dell'accesso, dovranno esibire esclusivamente agli incaricati delle verifiche (nel rispetto delle disposizioni in materia di protezione dei dati personali) le "certificazioni verdi Covid-19", previste dal decreto legge del 22 aprile.
Un concetto ribadito anche nel documento che detta le Modalità di accesso/uscita di ospiti e visitatori in queste strutture, precisa l'Adnkronos. I Green Pass, viene spiegato, "possono essere un utile strumento di orientamento alla regolamentazione delle visite e delle uscite programmate, compatibilmente con la situazione locale e con la specificità di servizi e strutture che possono accogliere utenti con diverso grado di fragilità e rischio di trasmissione infettiva". Viene puntualizzato anche che "il possesso e la presentazione delle certificazioni verdi non sostituisce il rispetto delle misure di prevenzione e contrasto della diffusione del contagio né l'interruzione di programmi di screening ove previsti".
L'ordinanza disciplina l'accesso di familiari e visitatori a strutture di ospitalità e lungodegenza, residenze sanitarie assistite, hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti, e strutture residenziali socio-assistenziali. Accesso, si legge nel testo, consentito nel rispetto del documento che detta le Modalità di accesso e uscita, adottato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, come integrato e validato dal Comitato tecnico scientifico per l'emergenza coronavirus. Documento che costituisce parte integrante dell'ordinanza.
Al comma 2 dell'articolo 1 si precisa che "il direttore sanitario o l'autorità sanitaria competente, in relazione allo specifico contesto epidemiologico, possono adottare misure precauzionali più restrittive necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione".
"Gli accessi devono riguardare di norma non più di due visitatori per ospite per visita, identificati dall'ospite o, in caso di sua incapacità certificata, identificati nella sfera di relazione/affetti dell'ospite stesso e per una durata definita per favorire anche frequentemente le visite a tutti coloro che vengono autorizzati" si legge nel documento.
"In specifiche condizioni cliniche/psicologiche - si precisa - è possibile valutare l'alternanza di più visitatori individuati specificatamente, così come per eventuali caregiver, anche per frequenze e durate superiori a quanto ordinariamente previsto".
Nel documento si definisce inoltre "sconsigliato l'accesso ai minori di 6 anni per i quali non sia possibile garantire il rispetto delle misure di prevenzione".
"In presenza di condizioni climatiche favorevoli, vanno sempre privilegiati gli incontri in spazi aperti e allo scopo dedicati" si legge ancora nel documento.
"Deve essere vigilato l'adeguato distanziamento tra visitatore e ospite - si precisa - e quello fra gruppi familiari diversi contemporaneamente presenti, previa valutazione della configurazione degli spazi esterni e della loro superficie, per calcolare il numero massimo di visite ammissibili contemporaneamente, avendo cura di garantire riservatezza e intimità a familiari e ospiti".
Inoltre "deve essere garantita, per quanto possibile, la separazione fra gli spazi esterni utilizzabili per le visite e quelli utilizzati per altre funzioni o da soggetti presenti a diverso titolo nella struttura".
L'ordinanza resterà in vigore sino al 30 luglio.
(Fonte: Adnkronos)
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 4758 tamponi: 2652 nel percorso nuove diagnosi (di cui 635 nello screening con percorso Antigenico) e 2106 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 9,6%).
I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 254 (66 in provincia di Macerata, 40 in provincia di Ancona, 84 in provincia di Pesaro-Urbino, 22 in provincia di Fermo, 33 in provincia di Ascoli Piceno e 9 fuori regione).
Questi casi comprendono soggetti sintomatici (42 casi rilevati), contatti in setting domestico (59 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (78 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (3 casi rilevati), contatti in ambiente di vita/socialità (2 casi rilevati), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (18 casi rilevati) e 1 caso proveniente da fuori regione. Per altri 51 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche.
Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 635 test e sono stati riscontrati 30 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 5%.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si registra un decremento rispetto alla giornata precedente: incidenza al 9,6% oggi, contro l'12,5% ieri.
In diminuzione di 18 unità, rispetto alle ultime 24 ore, il numero di persone ricoverate nelle strutture sanitarie regionali (403), di cui 61 in terapia intensiva (-4 rispetto a ieri). Sono, invece, 38 le persone dimesse ieri dagli ospedali regionali.
Nel Maceratese sono accolti 114 pazienti: 44 all'ospedale di Macerata, 50 al Covid Hospital e 20 a Camerino. Un'altra persona è accolta nel pronto soccorso di Civitanova Marche.
Prevenire i reati in materia di criminalità organizzata e terrorismo. Una azione che si rinforza da oggi dopo la sigla di un protocollo tra la Procura distrettuale, procura nazionale antimafia e antiterrorismo, procure circondariali delle Marche che metteranno insieme e condivideranno in tempo reale le informazioni, in particolare sui cosiddetti reati spia, e una banca dati sempre aggiornata su persone e società da monitorare.
In nove hanno firmato il protocollo, stamattina nell'aula Mario Amato del tribunale di Ancona presente il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho.: "Il protocollo sarà uno strumento per impedire alle mafie di fagocitare attività - ha osservato De Raho -, impedire che si manifestino attraverso il fenomeno dell'usura ad esempio o con documentazioni false per gestire qui le attività da dentro". De Raho ha ricordato come la criminalità, in molte occasioni, cerchi di eludere i controlli su cambi di governance sospetti, immettendo capitali e lasciando in apparenza immutata la titolarità delle aziende. "Possiamo contrastare tutto questo - ha osservato - solo con l'unione delle conoscenze".
“Non è uno strumento che elimina i rischi - ha ammonito il procuratore generale Sergio Sottani, che lascerà l'incarico nelle Marche per prendere servizio alla Procura generale di Perugia dalla prossima settimana - ma è un segnale forte per dire che si tiene alta l'attenzione". Importante per evitare ritardi investigativi sarà il tempestivo scambio di notizie tra gli uffici dei pm, anche grazie al lavoro di inserimento e valutazione dei dati della polizia giudiziaria con unità di polizia, carabinieri e guardia di finanza. "Sarà un'ottima opportunità per il lavoro di squadra - ha detto Luigi Antonio Catelli, presidente della Corte di Appello -. Si cerca di rimediare così alle lacune di risorse e personale che abbiamo".
"Si è in presenza - ha commentato Monica Garulli, che guida la Procura di Ancona e quella distrettuale antimafia, di un "metodo di lavoro nuovo, in un contesto di crisi economica e sociale determinata dalla pandemia che suscita gravi preoccupazioni". La collaborazione al protocollo servirà anche a un più efficace monitoraggio dei cantieri della ricostruzione post sisma.
(Fonte: ANSA)