Visso, le Sae e i ritardi. Il Sindaco: "Sì, abbiamo proposto modifiche per non far vivere la gente dentro un cantiere"
La Regione Marche, a seguito della riunione che si è tenuta con l'amministrazione comunale giovedì a Visso, ha già convocato per martedì i consorzi di ditte per la fornitura e il montaggio delle Sae individuati attraverso l'accordo quadro con la protezione civile nazionale (Cns e Arcale).
L'incontro si terrà nella sede della Regione con la protezione civile nazionale per fare il punto sul montaggio delle casette nelle diverse aree marchigiane. "La nostra priorità - spiega l'assessore Angelo Sciapichetti - è accelerare al massimo in rientro delle comunità nelle aree più colpite. A Visso, in particolare, nonostante le difficoltà nella realizzazione dei lavori di urbanizzazione per le caratteristiche del territorio, le aree sono pronte. Dobbiamo lavorare tutti insieme, come abbiamo fatto fino ad ora, per terminare prima possibile il montaggio delle Sae".
E in merito ai ritardi, arriva anche il commento del sindaco di Visso, Giuliano Pazzaglini, che spiega nel dettaglio come stanno procedendo i lavori:
"Mi limiterò a spiegare alcune situazioni che hanno alimentato leggende metropolitane" afferma il primo cittadino aggiungendo "Non credo sia nota a tutti la procedura, quindi la ricostruisco sinteticamente.
1) i Comuni dovevano indicare l'area
2) Dicomac e Regione poi facevano l'istruttoria sulla idoneità delle aree indicate
3) approvata l'area, la Regione incaricava uno studio esterno per il layout (disegno delle aree)
4) realizzato il layout i Comuni lo approvavano
5) approvato il layout la Regione commissionava la realizzazione del progetto ad uno studio esterno
6) il progetto realizzato veniva validato dall'Erap di Pesaro
7) validato il progetto l'Erap di Macerata faceva la gara per i lavori
8) fatta la gara il R.U.P. della Regione Marche consegnava i lavori.
Secondo me, già diventa evidente perché a l'Aquila in 4 mesi c'erano le casette e qui dopo quattro mesi non erano pronti nemmeno i progetti ma non è tutto, perché avendo esautorato i Comuni del potere di approvazione delle aree è successo che tre delle quattro aree inizialmente indicate venissero bocciate. Nonostante la dichiarazione che mi sarei preso io la responsabilità di approvarle visto che io avevo fatto fare i lavori di messa in sicurezza dell'area dopo l'alluvione del 2003 e quindi sapevo che avrei potuto farlo. La procedura non lo prevede però quindi addio area e addio campo di calcio.
Esaurita, seppur brevemente, la ricostruzione della procedura dicevo prima che avrei risposto ad alcune voci che hanno alimentato dicerie.
Si dice che l'amministrazione ha cambiato i progetti e per questo i tempi di sono allungati.
È vero. Nell'area di borgo San Giovanni 1, ad esempio, abbiamo chiesto di aumentare gli spazi per evitare che il cunicolo progettato si riempisse di neve ogni inverno.
Abbiamo poi chiesto di cambiare la viabilità di tutte le aree. Dovremo abitare in quelle case per anni e secondo noi era assurdo che non ci si potesse arrivare con la macchina. Per la spesa, per raccogliere l'immondizia, per togliere la neve o per qualunque altra esigenza, di servizio o di salute.
Abbiamo chiesto di aumentare i parcheggi e altre piccole modifiche, secondo noi essenziali per la vivibilità di quelle aree.
Le richieste sono state molte, ma non scaglionate come qualcuno prova a dire, tutte iniziali esclusa quella di cambiare il celeste previsto in un rosso, perché le tonalità di rosso erano i colori originali di Visso e perché secondo noi il celeste è da villaggio marino.
Quanto sopra, e altro che per brevità non riporto, ha allungato i tempi? Sicuramente sì, probabilmente in alcuni casi di quasi un mese, ma quando ci siamo incontrati con i genitori per la scuola e abbiamo cominciato a comunicare previsioni di rientro questo era già accaduto quindi non ha cambiato quel quadro.
Quello che è cambiato rispetto a quella comunicazione è la consapevolezza che andare ad abitare in un cantiere non sarebbe stato accettabile (per rumori, polvere e immissioni varie) quindi abbiamo modificato il piano di rientro. Sempre scaglionato come detto, ma senza anticipare troppo i tempi per non sottoporre le persone rientrate a troppi problemi (oltre a quelli indicati, di viabilità, di servizi ecc...)".
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