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Terremoto: Basta parlare di zona franca. Non stimola lo sviluppo e rallenta la ripresa

Terremoto: Basta parlare di zona franca. Non stimola lo sviluppo e rallenta la ripresa

Il Governo ha annunciato, in sede di commissione sul Decreto Terremoto, l’avvio di una procedura di notifica all’Ue per istituire una zona franca nel cratere.

La misura doganale si baserebbe su: su tre elementi e dovrebbe prevedere per i Comuni del cratere: 1) esenzione fiscale per le aziende 2) esenzione contributiva per le aziende 3) agevolazioni per i professionisti. Il provvedimento poi dovrebbe essere sottoposto alla regola del de minimis e cioè con un massimo di 200 mila euro l’anno per azienda.

Pare dunque che il Governo si sia impegnato formalmente ad adottare, entro brevissimo tempo, una nuova Zona Franca, superiore a quelle dell’Aquila e dell’Emilia per la quale si parlerebbe di un paio di settimane, periodo necessario per ottenere il placet dell'Europa. 

Al riguardo però si ripropongono i dubbi e le perplessità circa una misura che nel c.d. "Progetto Ussita", presentato nel mese di novembre dal Prof. Giuseppe Rivetti di Unimc e dal sindaco di Ussita Rinaldi, viene definita chiaramente e con ampia cognizione di causa "immobile e statica".

Il modello invece prospettato dal giurista e dal sindaco e che ha ricevuto il plauso del Presidente della Repubblica Mattarella, è finalizzato alla creazione di un "territorio a fiscalità privilegiata" fondato su modelli innovativi e su modi nuovi di pensare la leva fiscale. Una "fiscalità sociale" come la definisce il Prof. Rivetti, docente di diritto tributario e sostenitore dell'idea che il diritto di cui è esperto, debba essere utilizzato in funzione di sviluppo per attrarre gli investimenti delle aziende che non risiedono nel cratere, detassandole. Attraverso delle forme di fiscalità privilegiata per gli investitori sarà possibilie pensare a una ricostruzione del tessuto economico di tutto il territorio colpito dal sisma, arginare il fenomeno dello spopolamento e recuperare l'identità territoriale dei luoghi. 

Fiscalità privilegiata dunque, per famiglie, imprenditoria e profissionisti localizzati o che intendono localizzarsi nelle zone terremotate, sotto forma di:

esenzione irpef e irap

esenzione dai tributi locali

esonero dal versamento dei contributi 

detrazioni fiscali per l'intero importo delle spese di ristrutturazione/messa in sicurezza degli immobili (in cinque anni). 

Il modello propone anche la creazione di una Fondazione per lo sviluppo, altro strumento compatibile con l'ordinamento tributario nazionale e il diritto dell'Unione Europea. 

"Basta dunque parlare di zona franca. Bisogna attuare misure veloci e concrete, altrimenti si rischia di perdersi ancora in un dibattito sterile e fine a se stesso su interventi irrealizzabili".

Così conclude il Prof. Rivetti, auspicando una ripresa del modello che invece potrebbe far compiere finalmente un passo in avanti in una situazione di empasse che dura da troppo tempo. 

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