Aggiornato alle: 20:17 Lunedì, 27 Gennaio 2025 nubi sparse (MC)
Attualità Fermo

Sindrome dell'intestino irritabile e dieta mediterranea: perché alcune scelte salutari possono peggiorare i sintomi

Sindrome dell'intestino irritabile e dieta mediterranea: perché alcune scelte salutari possono peggiorare i sintomi

Quante persone decidono di seguire una dieta più salutare, aumentando il consumo di frutta, verdura e legumi, ma invece di sentirsi meglio, notano un peggioramento del proprio benessere?

Purtroppo, per chi soffre di sindrome dell’intestino irritabile, una dieta mediterranea ricca di fibre potrebbe non essere la scelta ottimale per prevenire e gestire i sintomi. La sindrome dell’intestino irritabile è una condizione che colpisce circa il 15% della popolazione adulta italiana, con una maggiore prevalenza tra le donne. In presenza di determinati fattori – non ancora completamente chiariti, ma tra cui lo stress e il microbiota intestinale giocano sicuramente un ruolo chiave – l’intestino non riesce a svolgere correttamente la sua funzione digestiva. Questo porta a sintomi come dolori e gonfiori addominali, spesso accompagnati da stipsi o diarrea.

In passato, si credeva che il colon irritabile fosse dovuto principalmente a un’alterazione della motilità intestinale e che fosse sufficiente aggiungere o ridurre l’apporto di fibre vegetali per alleviarne i sintomi. In alcuni casi, si riteneva addirittura inevitabile dover convivere con questa condizione per tutta la vita.

Tuttavia, proprio la componente vegetale, fondamentale in una dieta sana come quella mediterranea, potrebbe essere tra le principali responsabili del gonfiore addominale. Il nostro organismo, infatti, non è in grado di assimilare tutte le fibre presenti negli alimenti di origine vegetale. Questo può generare gonfiore e alterazioni della motilità intestinale. Tali effetti, sebbene fisiologici in misura moderata, nei soggetti con colon irritabile possono essere accompagnati da dolori e malesseri persistenti, compromettendo seriamente la qualità della vita quotidiana.

Una strategia utile per contenere i sintomi è ridurre temporaneamente l’assunzione di alimenti ricchi di FODMAPs (oligosaccaridi fermentabili, disaccaridi, monosaccaridi e polioli). Tra i cibi ad alto contenuto di FODMAPs si trovano mela, pera, carciofi, cavoli, cavolfiori, broccoli, legumi, latte e formaggi freschi. Al contrario, alimenti con basse quantità di FODMAPs includono banana, mirtilli, melone, kiwi, arancia, sedano, peperoni, fagiolini, formaggi stagionati e farro.

Non è necessario eliminare completamente questi alimenti dalla propria dieta, ma ridurne il consumo per un periodo limitato (4-6 settimane). Successivamente, è possibile reintrodurli gradualmente. L’obiettivo non è evitare per sempre gli alimenti che scatenano i sintomi, ma raggiungere un equilibrio alimentare che consenta una dieta varia e completa, includendo anche questi cibi senza ansia o timore.

 

Picchio News
Il giornale tra la gente per la gente.

Commenti

Copyright © 2020 Picchio News s.r.l.s | P.IVA 01914260433
Registrazione al Tribunale di Macerata n. 4235/2019 R.G.N.C. - n. 642/2020 Reg. Pubbl. - n. 91 Cron.
Registration Login
Sign in with social account
or
Lost your Password?
Registration Login
Registration
Comuni