Si va verso il “freedom day” italiano. Dalle mascherine agli stadi, ecco cosa cambia dal 1° aprile
All’indomani de “il giorno della libertà” proclamato in Gran Bretagna dal premier Boris Johnson, anche l’Italia si prepara ad allentare ancora di più le ultime restrizioni. In molti domandano come nelle prossime settimane il governo Draghi – rispettando le direttive del Ministero della Salute – si comporterà nei confronti delle misure di sicurezza ancora vigenti e in fase di scadenza insieme allo stato di emergenza, fissato al 31 marzo.
Al momento, l’attenzione resta ancora alta in tutte le regioni, per le quali la valutazione finale dell’ultima campagna vaccinale e il progressivo calo dei contagi saranno fondamentali rispetto alle nuove decisioni. Il 1° aprile, dunque, potrebbe a tutti gli effetti essere il “freedom day” italiano, e segnare il definitivo percorso di ritorno alla normalità che vedrebbe come termine ultimo il 15 giugno – giorno in cui scade l’obbligo vaccinale per gli over 50.
Nel caso in cui il Consiglio dei Ministri non dovesse procedere al rinnovo dello stato di emergenza, ecco gli aggiornamenti sulle misure restrittive in scadenza il 31 marzo.
L’ultima ordinanza del Ministro Roberto Speranza ha confermato l’obbligo della mascherina Ffp2 anche per i prossimi mesi. Questo vale principalmente per gli spettacoli al chiuso, i teatri, i cinema, le sale da concerto, tutti i locali di intrattenimento e ovunque si svolgano competizioni sportive (come piscine e palestre).
L’obbligo, però, decade negli spazi all’aperto, soprattutto per quel che riguarda le consumazioni presso bar e ristoranti, per i quali il Ministero sta valutando l’ipotesi di abolire il green pass e di riconsiderare le misure in materia di distanziamento sociale.
Dal 1° aprile gli stadi potranno tornare alla capienza massima del 100%, mentre per alberghi, strutture ricettive, sagre, fiere e centri congresso scadrà il vincolo della certificazione verde rafforzata. Con la possibilità – secondo l’ala paerturista del governo – di revocarla del tutto allo scopo di favorire il turismo locale e iinternazionale in vista dell'estate.
La stessa formula, infine, potrebbe valere anche per il trasporto pubblico urbano e a lunga percorrenza (come i treni).
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