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San Severino, la comunità di Cesolo in festa per i 100 anni della traslazione di Santa Margherita

San Severino, la comunità di Cesolo in festa per i 100 anni della traslazione di Santa Margherita

Comunità di Cesolo in festa per Santa Margherita, di cui quest’anno ricorre il centenario della traslazione dei resti. Annullate le manifestazioni civili, causa Covid, fedeli e autorità si sono ritrovati per un importante momento di preghiera presieduto dal vicario, don Aldo Romagnoli.

Le iniziative, promosse dal Comitato frazione di Cesolo, hanno visto la partecipazione anche del sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei e il presidente del Consiglio comunale, Sandro Granata, oltre che del Gonfalone. Presenti pure le consorelle della Confraternita di Colleluce.

Non ci sono molti documenti sulla vita di Santa Margherita. Si sa che nacque intorno all’anno 1325 a Cesolo da una famiglia di contadini semplici e poveri, ma ricchi di virtù umane e cristiane.

Dedita al lavoro in casa e nei campi, a 15 anni ha un’esperienza soprannaturale: incontra Gesù nelle sembianze di un povero che le chiede l’elemosina e Margherita non esita a dargli tutto il pane che la mamma le aveva consegnato per la giornata.

La sera, una volta tornata a casa, la piccola ha fame e chiede ai suoi genitori qualcosa da mangiare ma non c’era più altro pane. Allora lei non si dà per vinta e va a cercare nella madia: qui trova pane abbondante, bianco e di buon sapore. Anche i vicini lo trovano straordinariamente buono e miracoloso.

Margherita, ancora molto giovane, per volontà dei genitori sposerà un uomo del luogo e diventerà poi madre di una bimba. Tuttavia, presto rimarrà vedova.

Così decise di dedicare tutta la sua vita all’educazione della figlia e alla cura dei poveri e dei malati, avendo come guide spirituali i frati domenicani. Si presenta sempre a piedi nudi, sia in estate che in inverno: per questo motivo viene soprannominata “la scalza”. E senza nulla ai piedi compie tanti pellegrinaggi: va più volte a Loreto e risulta che sia stata almeno una volta anche a Roma.

Muore il 5 agosto 1395. Viene sepolta proprio nella chiesa di Santa Maria del mercato, l’odierno “San Domenico”. Viene scritto che, al momento della sua morte, si staccò la pelle dai suoi piedi, come una calzatura.

Questa preziosa reliquia, per ordine di Onofrio Smeducci, Signore di Sanseverino, viene deposta nella sua tomba, accanto alle venerate spoglie. E subito comincia tra il popolo la devozione verso di lei, venerata e invocata come maestra di preghiera, di penitenza e di carità.

La salma di Santa Margherita rimase sempre in questo luogo di culto fino al 1920, cioè cento anni fa. Quell’anno, infatti, il parroco di Cesolo, don Luigi Tamagnini, ottenne di trasferire la santa nella chiesa parrocchiale, adempiendo così un vivo desiderio suo e della popolazione. La traslazione delle reliquie porta la data di domenica 14 novembre 1920. 

 

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