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Riforma discipline della crisi d'impresa, Ordini Avvocati e Commercialisti: "Andiamo in peggio"

Riforma discipline della crisi d'impresa, Ordini Avvocati e Commercialisti: "Andiamo in peggio"

Dall'Ordine degli Avvocati e dall’Ordine dei Commercialisti di Macerata riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa.

E’ legge la delega al Governo (L. 19/10/2017 n. 155 in G.U. del 30/10/2017) per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell'insolvenza, con termine di un anno per l’adozione di uno o più decreti legislativi che andranno a riscrivere integralmente la legge fallimentare e non solo. I Consigli degli Ordini degli Avvocati e dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Macerata e Camerino, Ascoli Piceno, Fermo, Ancona e Pesaro, così come le rispettive Unioni Regionali, evidenziano i gravi effetti della norma appena approvata.

E’ infatti ivi previsto che perdano la competenza nella materia i Tribunali con pianta organica al di sotto di trenta magistrati, con la conseguenza nella nostra regione che tutte le procedure di liquidazione giudiziale e cause connesse ora trattate dagli Uffici di Pesaro, Urbino, Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno, confluirebbero nel Tribunale distrettuale di Ancona.

Una simile dirompente riorganizzazione non appare invero giustificabile nè in relazione alle esigenze di specializzazione degli uffici, posto che i tribunali circondariali da sempre gestiscono queste procedure con modalità appropriate, sia perché la concentrazione presso pochi uffici di un elevato numero di procedure, in un contesto in cui la giurisdizione non dispone di risorse adeguate, si rivela palesemente contraria ad ogni principio di efficienza.

E’ evidente che così si aggrava ulteriormente la funzionalità già molto critica degli uffici destinatari , ancora particolarmente provati dall’accorpamento di tribunali e sezioni distaccata, voluto dalla revisione giudiziaria attuata nel 2012, senza un congruo rafforzamento degli organici, sia amministrativi che giudiziari, con aumento esponenziale dell’arretrato e l’impossibilità a trattare tempestivamente i procedimenti.

Ulteriori ritardi nell’esercizio della giustizia, in violazione di ogni elementare e primario diritto del singolo e della collettività, appaiono francamente tanto incomprensibili quanto inaccettabili. A ciò si aggiunga come la sottrazione di tali competenze ai relativi territori costituirebbe ulteriore impoverimento degli stessi, laddove si disperdano le specifiche professionalità di tutti gli operatori ad oggi coinvolti a vario titolo nelle relative procedure, quali avvocati, commercialisti, tecnici tutti, che certo non potrebbero più continuare ad operare nel settore dopo l’accentramento, posta la lontananza dalle loro sedi .

Non dobbiamo ricordare a nessuno la grave crisi economica che ci sta attraversando, con l’annichilimento di un intero sistema economico su cui è calato il sisma più disastroso degli ultimi cento anni. Tanto sono doverose queste considerazioni che gli stessi effetti della revisione giudiziaria citata sono stati sospesi nei confronti del Tribunale dell’Aquila, collocato in un territorio del pari in allora colpito dal terremoto.

Questo è un appello a tutti i nostri rappresentanti a che venga attuata una riforma giusta, nel riconoscimento e nel rispetto innanzi tutto dei cittadini, e quindi degli operatori tutti della giustizia.

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