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Attualità Porto Recanati

Porto Recanati, giornata di mobilitazione per il DDL Zan

Porto Recanati, giornata di mobilitazione per il DDL Zan

A distanza di quasi 10 giorni dall'affossamento del ddl Zan avvenuto al Senato (con 154 voti contro 131) e imputato a "sovranisti e riformisti", non si sono fatte attendere anche nella Regione Marche le prime reazioni. Fra le varie iniziative, viene segnalata quella di Porto Recanati, dove il prossimo 6 novembre si terrà una mobilitazione pacifica (o sit-in) in Piazza Brancondi, dalle ore 17 alle 19, a favore del disegno di legge contro l'omotransfobia. «È passato solo qualche giorno - si legge nel comunicato diffuso dal gruppo Fiore del Partigiano - da quando i media ci hanno restituito un’immagine del nostro Senato che non avremmo mai voluto vedere: i nostri rappresentanti, i portavoce del popolo, impegnati in uno spettacolo indegno di esultanza da stadioA Porto Recanati non si è abituati a vedere manifestazioni su questi temi, ma proprio per questo, abbiamo deciso di scendere in piazza e portare una visione moderna e inclusiva della società, perché vogliamo una città accogliente e sicura per tuttə.»

Il 27 ottobre scorso, lo ricordiamo, la tagliola messa in atto da gruppi come Lega e Fratelli d'Italia segnava un pesante stop all'esame sulle "Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sulla disabilità", giustificato a detta dei portavoce Salvini e Meloni dall'inammissibilità degli articoli - definiti "pessimi" - legati all'identità di genere, al pluralismo delle idee e alla giornata contro l'omofobia da celebrare nelle scuole.

Contemporaneamente alle iniziative pro-ddl Zan, sono proseguite anche le proteste dei partiti sovranisti, a seguito stavolta della fiducia votata ieri a favore del "dl Infrastrutture", comprensivo dell'emendamento presentato da Alessia Rotta e Raffaella Paita del Pd in merito ai "messaggi sessisti, stereotipi di genere o messaggi lesivi, del credo religioso, dell'appartenenza etnica o discriminatori in merito all'identità di genere. «Una cosa assolutamente inaccettabile, fatta di soppiatto per reintrodurre alcuni elementi della legge Zan», come ha voluto sottolineare il senatore Lucio Malan di Fratelli d'Italia.

 

 

 

 

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