Pasta di Camerino, crisi imprese. Maccari: “Attingiamo dai risparmi per evitare licenziamenti" (FOTO e VIDEO)
Assodato che la regione Marche - con la sua storia e le sue tradizioni - sia da tempo sempre più legata a doppio filo con il mondo dell’imprenditoria, non stupisce la mole di ripercussioni che la galoppante crisi energetica insieme al caro vita stanno avendo sull’intera filiera dell’industria. Ragion per cui, quindi, non stupisce nemmeno il forte richiamo alla soluzione ‘risparmio’ che molte famiglie stanno già adottando: a cominciare dal carrello della spesa.
Fra le cause maggiormente imputabili, c’è la progessiva inclinazione al 'consumo dei pasti fuori', e quindi anche quella a ‘sprecare’ meno in casa (complice l’aumento del costo delle bollette). Non solo: secondo l’ultimo studio di Coldiretti, le famiglie italiane stanno sistematicamente tagliando la quantità di cibo nel carrello e ricorrendo sempre più spesso alla spesa presso i discount.
A conferma di ciò, Codacons e Istat avevano già segnalato a fine agosto un significativo rincaro del prezzo dei generi alimentari primari, fra cui: del pane pari al 13,6%; della pasta, +25,8%; dell'olio di semi +62,2%; della farina e del sale in media del +23%. In breve, se consideriamo la spesa annua delle famiglie (nucleo di 4 persone), nel 2022 prodotti come pane e cereali sono costati ben 175 euro in più rispetto allo scorso anno, proprio a causa dei pesanti incrementi dei listini al dettaglio.
“Nell'ultimo anno l'acquisto della pasta è sceso del 3,5% - spiega Federico Maccari, amministratore delegato e direttore commerciale di Pasta di Camerino e Entroterra spa -, il che aiuta a comprendere ulteriormente come la generale tendenza al risparmio stia incidendo anche sui beni di prima necessità. La nostra azienda si accompagna da sempre a una tradizione di famiglia importante, e in virtù del momento storico che stiamo vivendo ha già messo in campo delle soluzioni, attingendo dai propri risparmi. In questo modo, andremo a pagare la differenza su tutte le vendite mancate e manterremo (per ora) un certo equilibrio tra domanda e offerta, senza andare troppo in perdita”.
“Il grande problema delle Marche - continua il Ceo - non è solo una politica instabile e priva di visione lungimirante, ma anche la sostanziale propensione al campanilismo di molti imprenditori. Penso che per un decisivo cambio di rotta si debba forgiare un nuovo senso di comunità, che già sta funzionando in altre regioni come l’Emillia Romagna o il Lazio. Le misure da adottare nell’immediato sono importanti, ma lo è ancor di più l’attuazione di un piano strategico a medio e lungo termine che consenta alla piccola e media imprenditoria di rimanere in piedi senza ricorrere a drastiche soluzioni, come la riduzione di personale o il blocco della macchina produttiva”.
Di seguito, il servizio:
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