Noi Marche Bike Life fa tappa su Rai News: Strade di Marca, la ciclovia di 800 km che cambia il modo di vivere le Marche
Dal 15 novembre gli appassionati di bicicletta – e non solo loro – hanno un motivo in più per accendere la tv o aprire l’app di RaiPlay: sulla piattaforma è disponibile la puntata del programma di RaiNews24 “Sulla Strada”, la rubrica firmata da Alfredo Di Giovampaolo dedicata a “territori, persone, storie a due ruote”, che questa volta porta le telecamere lungo Strade di Marca, il grande anello cicloturistico nato dall’esperienza di Noi Marche Bike Life.
È un racconto che parte dal mare e sale verso le colline e le montagne, seguendo le pedalate di chi ha trasformato la bicicletta in chiave di lettura del territorio, strumento di rinascita dopo il sisma, alleata della transizione ecologica, compagna di viaggio per chi cerca salute, lentezza, relazioni. Dal mare fino alla collina non solo un percorso ciclabile che unisce paesi, persone, ma una trama fitta di storie che il documentario mette in fila, come fossero tappe di una lunga giornata in sella.
Il successo del cicloturismo in Italia non è più una nicchia per pochi appassionati: secondo le analisi richiamate dall’“Oscar del cicloturismo”, sono milioni gli italiani interessati a viaggiare in bici e oltre 90 mila chilometri di itinerari dedicati attraversano il Paese, con una crescita sostenuta dei servizi bike friendly e dell’uso dell’e-bike, che rende accessibili salite e lunghe distanze anche a chi non è allenatissimo.

Al centro del documentario c’è Noi Marche Bike Life, un progetto che nasce dall’intuizione di due sorelle, Loredana e Sonia Miconi, originarie di Francavilla d’Ete i provincia di Fermo, trasferitesi a Roma per amore e lavoro. Nella Capitale hanno iniziato un’attività di comunicazione con un’idea chiara: promuovere le Marche a Roma, farle conoscere e raccontarle.
Poi è arrivato l’incontro con Mauro Fumagalli, ciclista di lungo corso, e quella vocazione alla comunicazione ha trovato la sua naturale alleata nelle due ruote. Così si è creato l’incastro perfetto: promozione territoriale e cicloturismo.
“Grazie a Mauro- afferma Loredana Miconi- alla sua volontà di promuovere il cicloturismo nelle Marche, abbiamo capito che è una terra che pedala, che si può far amare e conoscere agli appassionati di bicicletta”.


Da questa consapevolezza nasce Noi Marche Bike Life, oggi rete di 29 Comuni marchigiani, strutture ricettive, guide, noleggi, ciclo-officine, info point: un vero ecosistema del cicloturismo, nato dal basso e poi riconosciuto anche a livello regionale nel progetto Marche Outdoor.
Il cuore dell’esperienza è l’itinerario Strade di Marca: un anello cicloturistico di circa 800 km che tocca 29 borghi, collegando costa adriatica, colline e montagne, e attraversando tutte e cinque le province marchigiane.
Il percorso parte e arriva a Civitanova Marche, affacciata sull’Adriatico. Da lì si risale verso Morrovalle e Potenza Picena, si costeggia il Conero fino ad Ancona, si prosegue lungo la costa verso Senigallia e Fano. Poi si entra nell’entroterra: le Grotte di Frasassi a Genga, i vigneti del Verdicchio a Cupramontana e Matelica, il “Balcone delle Marche” Cingoli, i borghi di Treia, San Severino e Tolentino, l’oasi dell’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra. Si sale ancora verso il Lago di Fiastra e i Monti Sibillini, sfiorando i 1.500 metri di quota, si scende su Sarnano, Penna San Giovanni, Falerone, Montegiorgio, Mogliano, Petriolo, Corridonia, per tornare infine verso il mare attraverso Montegranaro, Magliano di Tenna, Grottazzolina, fino a San Benedetto del Tronto e di nuovo lungo la Ciclovia Adriatica verso Civitanova.
Per dare forma concreta al viaggio è stato creato il Passaporto del cicloturista, una piccola guida tascabile con 29 punti timbro: ogni timbro è il segno di una sosta, di un incontro, di un paesaggio per cui è valsa la pena rallentare per esplorare meglio.
Il passaporto accompagna chi pedala lungo tutte le varianti di Strade di Marca, comprese le ciclovie tematiche come la Ciclovia delle Abbazie, che risale la valle del Chienti tra piccoli centri dell’interno, antichi monasteri, strade bianche e un’ospitalità che lascia il segno. A Petriolo, per esempio, è stato introdotto il “caffè sospeso del cicloturista": una consumazione pagata da chi è passato prima, pronta ad aspettare chi arriverà dopo, come una staffetta di gentilezza tra viaggiatori.

In questi paesi, spesso colpiti dal sisma del 2016, la bicicletta è diventata anche simbolo di ripartenza. Sempre a Petriolo c’è Gianluca Biondi, che ha aperto un’attività di noleggio bici proprio dopo il terremoto, per mettere insieme il desiderio di riconnettersi al proprio territorio – un lavoro lo porta spesso in giro per l’Italia – e la volontà di contribuire alla ricucitura delle ferite.

“È stato un bisogno personale – dice Gianluca – da un lato avevo bisogno di riconnettermi con il mio territorio perché faccio un lavoro che mi porta a essere fuori, in giro per l’Italia; dall’altro la passione di tornare ha fatto in modo di scegliere Petriolo per avere uno stimolo a ricucire le ferite causate dal sisma. Nel nostro territorio c’è un turismo di nicchia, non di massa, e penso che la bicicletta, in particolare elettrica, è un mezzo ideale che permette la scoperta lenta, entrando in connessione stretta con il territorio”.
Il racconto torna poi a Mauro Fumagalli, anima tecnica del progetto. Dopo anni di ciclismo agonistico, Mauro ha scelto di fare l’accompagnatore cicloturistico, portando in sella persone da mezza Europa alla scoperta delle Marche interne.
“Dopo aver praticato il ciclismo a livelli agonistici – spiega – ho intrapreso un’attività di accompagnatore cicloturistico, accompagnando tanta gente all’interno dei nostri territori, facendogli fare bellissime esperienze in bicicletta. Abbiamo faticato a mettere insieme quello che oggi è il circuito di Strade di Marca, di Noi Marche Bike Life perché non sono soltanto questi 800 km di itinerario permanente che collega i 29 Comuni, ma è anche una rete di operatori. La bellezza del paesaggio c’è, ma la differenza la fanno i servizi che offrono un’accoglienza eccezionale, dove anche la bici è al sicuro ed è coccolata quasi più dell’ospite cicloturista. Il cicloturismo sta veramente unendo i territori e le persone e una rete di operatori che si stanno dando da fare. Sul fronte della sicurezza su strada c’è ancora molto da fare; occorre che questi turisti che vengono nel nostro territorio per scoprire le bellezze artistiche, culturali, storiche lo possano fare in totale sicurezza”.

È un richiamo diretto alle istituzioni, perché l’infrastruttura “immateriale” creata dal progetto – rete di servizi, passaporto, itinerari – si accompagni a strade più sicure, segnaletica adeguata, rispetto reciproco tra chi pedala e chi guida.
Nel mosaico di Noi Marche Bike Life si inserisce anche il progetto Romeo, firmato dalla fotografa Monica Palloni, che ha seguito Mauro nelle sue imprese in bici – da Marche-Londra a Marche-Bruxelles – trasformando quei viaggi in narrazione visiva e ispirazione per nuovi percorsi.
“Con Romeo abbiamo pensato – afferma Palloni – di creare dei pacchetti ciclo turistici vintage, condividendo le bellezze del nostro territorio attraverso le strade bianche”.
L’idea è quella di un cicloturismo che non rincorre la prestazione, ma lo stile, il gusto per le strade sterrate, le bici d’epoca, le soste in osteria, il tempo lungo della conversazione.
La bicicletta, come figura nel documentario, non è solo turismo: è anche terapia. Lo dimostra la storia di Simone Masotti, che convive con il morbo di Parkinson e ha trovato nella bici un’alleata preziosa.
“Ho scoperto che la bicicletta è stata anche la mia medicina; lo scorso anno ho affrontato il periplo dell’isola di Fuerteventura, scoprendo la magia del deserto e una sensazione che non avevo mai provato prima. Durante l’inverno continuo ad allenarmi e a studiare nuovi viaggi per la primavera e l’estate. Questo viaggio non è solo per me ma per tutti coloro che affrontano sfide temporali simili”.
È un tassello che dialoga con i dati sul boom dell’e-bike, sempre più usata anche da persone che hanno bisogno di un supporto fisico per continuare a muoversi, a esplorare, a sentirsi parte del mondo.

Il viaggio lungo le ciclovie maceratesi dell’interno incrocia anche il bike hotel di Gianni Traini, esempio concreto di come l’accoglienza si stia adattando alle esigenze di chi viaggia su due ruote. Qui il cicloturista trova una jacuzzi con idromassaggio per recuperare dopo le salite, un orto con erbe aromatiche e verdure di stagione a disposizione degli ospiti, ma soprattutto una cura particolare per la bici: ogni appartamento ha il suo box dedicato, con tutta la strumentazione utile, e c’è una ciclofficina completa, dove si può intervenire in autonomia o con l’aiuto di un tecnico.
È la conferma che il cicloturismo cresce davvero quando alla bellezza dei percorsi si affianca una rete di servizi dedicati.



poche nuvole (MC)
Stampa
PDF
