Mercorelli (M5S): "All'assemblea pubblica di Camporotondo ci è stato vietato di prendere la parola"
"Sono andato alla riunione con i cittadini a Camporotondo, ma quando sono arrivato il sindaco Tondi si è avvicinato e mi ha detto che non avrei potuto parlare": così il capogruppo del Movimento Cinque Stelle di Tolentino, Gian Mario Mercorelli, all'indomani dell'incontro svoltosi venerdì sera per informare i cittadini sull'ipotesi di fusione fra i Comuni di Tolentino e Camporotondo.
Il motivo sarebbe stato quello di evitare strumentalizzazioni politiche in una assemblea di carattere informativo. "Non mi sembra un esempio di democrazia. Lo stesso trattamento è stato riservato, ma pubblicamente, al capogruppo tolentinate del Pd Bruno Prugni. Nessuno di noi ha preso la parola, rispettando la volontà del sindaco, ma abbiamo comunque notato che diversi cittadini di Camporotondo hanno avanzato dubbi più che legittimi". La serata ha visto una vasta partecipazione di cittadini evidentemente interessati a quanto sta accadendo.
"Il programma nazionale del MoVimento 5 Stelle" aggiunge Mercorelli "prevede, fin dal 2013, l’accorpamento dei Comuni con meno di 5.000 abitanti ritenendo che questa misura sia necessaria per diminuire gli sprechi, per razionalizzare le risorse di piccole realtà che spesso da sole fanno fatica a far fronte alle necessità dei cittadini e, soprattutto, per limitare il numero dei centri decisionali soggetti a “deviazioni” e “interferenze improprie” (tanto per usare degli eufemismi).
Ma, attenzione, quello di cui si sta discutendo in questi giorni, ovvero dell’incorporazione del Comune di Camporotondo in quello di Tolentino, difficilmente può rientrare nella categoria delle “ottimizzazioni”. Più facilmente può essere catalogato in quella delle “furbate”. Ci risulta difficile vedere la convenienza reale per i due Comuni in questione. Soprattutto per quello di Camporotondo i cui cittadini, una volta terminati i 5 anni (massimo) in cui potranno mantenere i tributi e le tariffe dei servizi attuali, si troveranno a dividere con i Tolentinati una bella fetta del debito del Comune da cui vengono assorbiti (circa 70.000.000 di euro). Un aspetto che è diretta conseguenza della distorta e limitata visione delle amministrazioni locali del concetto di “fusione”: l’accorpamento ha senso tra piccole realtà omogenee tra loro, non con città molto più grandi. Nella nostra visione Camporotondo avrebbe molti più benefici, a lungo termine, nell’unirsi ai limitrofi comuni di Belforte del Chienti, Caldarola e Cessapalombo.
Quindi perché Tolentino? Forse perché la fusione serve di più proprio al bilancio traballante di Tolentino in quanto sbloccherebbe una serie di finanziamenti “premio” da parte dello Stato. Gli aspetti dell’accorpamento sono però molteplici e andrebbero studiati con attenzione, soprattutto con i cittadini, prima di arrivare a una decisione. Invece ci troviamo di fronte a un vero e proprio “atto di forza” dell’Amministrazione presieduta dal Sindaco Pezzanesi. Di fronte a un processo così importante, tutto è stato praticamente deciso nel chiuso delle stanze dei Sindaci, senza che la cittadinanze fossero minimamente coinvolte. Se non fosse stato proprio il MoVimento 5 Stelle, che aveva avuto una “soffiata” in merito, a porre la questione nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, forse tutti sarebbero ancora all’oscuro. E nel giro di una settimana si è passati dal non sapere nulla a vedere convocato per il 10 marzo un Consiglio Comunale straordinario che servirà ad approvare il regolamento per il referendum necessario per attuare la fusione. Siamo abituati “ai colpi di mano” del Sindaco che è convinto di poter fare il bello e il cattivo tempo modificando regolamenti e “interpretando” leggi, ma in questa occasione si sta superando ogni limite. Chi governa deve dare ai cittadini il tempo di maturare un’opinione. Soprattutto quando dimostra di procedere a tentoni pubblicando un comunicato stampa per spiegare i benefici della fusione senza accorgersi che cita leggi superate, come nel caso del beneficio del 20% in più di fondi statali ai comuni. Caro Sindaco, La avvisiamo che la Legge di Stabilità 2016 ha portato questo bonus al 40%. Forse Le era sfuggito, ma siamo sicuri che sarà più contento".
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