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Macerata-Loreto, Papa Francesco ai pellegrini: "Coraggio, avanti. Io pregherò per voi e voi pregate per me" (FOTO)

Macerata-Loreto, Papa Francesco ai pellegrini: "Coraggio, avanti. Io pregherò per voi e voi pregate per me" (FOTO)

"Pronto? Ha messo lo scarpe da tennis?". "Sì scarpe da tennis e tonaca da vescovo". "Una bella macedonia". Lo scambio di battute tra Papa Francesco e Monsignor Giancarlo Vecerrica, ideatore del Pellegrinario Macerata-Loreto ha strappato un sorriso a tutti i presenti. Il Santo Padre è infatti intervenuto telefonicamente in occasione dell'avvio del 41° Pellegrinaggio che ha preso il via pochi minuti fa dallo Stadio Helvia Recina di Macerata e che si concluderà domani mattina con l'arrivo al Santuario della Santa Casa di Loreto.

"Io questa sera vi sono vicino - ha proseguito Papa Francesco -. Un caro saluti a tutti voi che siete uniti in questo momento del pellegrinaggio. Anche io vi sono vicino nel pellegrinare, nel camminare, nell'andare avanti: è quello che facciamo tutta la vita per andare incontro alla pienezza di Gesù."

"Questa sera pregherò per voi e voi pregate per me - ha concluso il Pontefice, benedicendo tutti i presenti -. Coraggio, avanti e buon pellegrinaggio a tutti voi."

Dopo l'intervento di Papa Francesco, l'emozionante arrivo della Fiaccola nello stadio maceratese ha aperto la Santa Messa, celebrata dal Cardinale Gualtiero Bassetti.

Il vescovo diocesano Nazzareno Marconi, prima della funzione, ha rivolto ai tanti presenti il suo saluto: "Carissimi amici del Pellegrinaggio Macerata-Loreto, Eminenza, e cari Confratelli Vescovi di questa bella terra marchigiana, benvenuti a Macerata! Questa nostra Chiesa Locale vi accoglie con affetto e vi ringrazia dal profondo del cuore per la vostra testimonianza di fede. Per noi il Pellegrinaggio è sempre un dono dello Spirito Santo, che ci conferma nella fede. Ancor più stasera, in questa bellissima vigilia di Pentecoste. Da Vescovo e Biblista dovrei citare un testo biblico, e ce ne sono di bellissimi, a commento del tema del vostro pellegrinaggio. Ma preferisco citare un poeta moderno, così amo definire Claudio Baglioni, che è molto più che un cantautore. Nel 1981 inizia così una sua famosa canzone: Strada facendo, vedrai / Che non sei più da solo / Strada facendo troverai / Un gancio in mezzo al cielo. Il segreto, che vince la più radicale solitudine dell’uomo, è scoprire che siamo agganciati al Cielo. La nostra vita scorre, passo dopo passo, senza cadere, se ci agganciamo fortemente a quel punto sicuro, che è l’amore del Padre celeste. È l’amore di Dio Padre, la comunione con Cristo, la presenza dolce e forte nella nostra via dello Spirito Santo, quel “un gancio in mezzo al cielo” a cui è sospesa la nostra invincibile speranza. Auguro a tutti e ad ognuno che stanotte, “strada facendo”, tenuti per mano da Maria, scopriate la verità della mente e del cuore “che non sei più da solo”. Buon pellegrinaggio e che Dio vi benedica tutti."

Il cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha poi celebrato la Messa insieme a numerosi sacerdoti e vescovi delle Marche, alla presenza di autorità politiche e militari della Regione. Nell’omelia, il cardinale ha affermato che la sua presenza stava "a testimoniare la premura di tutta la Chiesa italiana per questa grande manifestazione di popolo che esprime la fede e la pietà cristiana, così profonde nell’animo di tutti gli italiani". Dopo aver raccomandato a tutti di aver fiducia nello Spirito Santo, il presidente della Cei è entrato nel vivo dei problemi contemporanei, affidandosi al Paraclito, "perché lo Spirito è un amico fedele, che ci riporta sulla retta via, quando sbandiamo". La prima preghiera è stata per l’Italia, “il nostro Paese”, "perché in ogni contrada si possa vivere nella pace e nella concordia, e cresca il senso della solidarietà fraterna". Poi "per i malati, gli anziani e i ricoverati negli ospedali". Ed infine "un grido di allarme nei confronti di un triste fenomeno che riguarda i nostri giovani: la mancanza di lavoro e di prospettive per il loro avvenire. Sappiamo ormai dalle cronache che intere regioni del nostro Paese si stanno spopolando: i giovani, privi di speranza per il futuro, scappano. È triste quel Paese che non sa dare speranza ai propri figli! È triste quel Paese che non sa progettare il futuro, che non riesce a sanare le ferite della propria storia". Da buon vescovo umbro, non ha potuto dimenticare "le persone che ancora vivono nella precarietà a causa del terremoto. Sono passati tre anni dal sisma del 2016 e ancora la ricostruzione si fa attendere".

La Messa è stata preceduta da alcune testimonianze. Jonata, di Firenze, ha raccontato la sua vita con Caterina, dal giorno del matrimonio alla morte della moglie, dopo una via Crucis di sette anni. Un cammino fatto di speranze (ad un certo punto il male era scomparso, avevano avuto un figlio) e di prove "fino a che il Signore le ha chiesto tutto. E lei glieLo ha dato. Non tutto in una volta, ma piuttosto in un cammino, quello della sua croce". Al funerale di Caterina, nella Basilica della Santissima Annunziata di Firenze, c’erano più di 1.500 persone a far festa, con canti e fuochi d’artificio, come voleva lei. "Quel vuoto – ha concluso Jonata – non è mai stato vuoto. È stato colmato con qualcos’altro. Qualcosa che non avverti, se ti muovi troppo bruscamente. Ma se fai attenzione e ti appoggi con delicatezza, ti sostiene. Una compagnia che non finisce più".

Infine l’intervento di Tilly, una dirigente di azienda di Algeri, venuta dal suo Paese proprio per portare una testimonianza al Pellegrinaggio. Dal 1990 al 2000, in Algeria, sono morte 200 mila persone. Anche la Chiesa ha pagato il suo contributo di sangue: un vescovo e quaranta religiosi, per i quali l’8 dicembre dell’anno scorso, ad Algeri, è iniziato il processo di beatificazione. Fra costoro ci sono anche i sette monaci uccisi a Tibrine; di uno di essi, Tilly era amica personale. "Da algerina e cattolica, ho dovuto confrontarmi con le sofferenze del mio Paese – ha detto –. Questi martiri avevano la possibilità di partire e mettersi in salvo, ma hanno deciso di rimanere, fedeli alla loro vocazione e alla popolazione, da cui erano rispettati e amati. Una fedeltà così va ben oltre l’umano, ma ha le sue radici nel sacrificio di Gesù. Grazie a loro, ho acquisito una maggiore consapevolezza del valore che ha vivere insieme nella grazia di chi ha dato tutto per l’umanità. Vorrei che tutto questo servisse per un mondo di solidarietà e pace, nel rispetto e nel dialogo fra tutti gli uomini, al di là della loro origine e delle loro religioni. Monsignor Giampietro Dal Toso, presidente delle Pontificie opere missionarie, ha ringraziato per l’adesione del Pellegrinaggio al mese missionario straordinario indetto dal Papa per il prossimo ottobre.

“Tempi difficili i nostri, in cui la crisi ha portato insicurezza, paura e rabbia. C’è il pericolo di chiudersi in se stessi e seppellire i talenti ricevuti in dono, perché la paura porta alla paura e non fa agire. L’antidoto è la consapevolezza che ognuno è prezioso agli occhi del Signore, perché Dio sa contare solo fino ad uno. Per questo l’altro, amato da Dio come me, non è qualcuno da cui devo difendermi ma un altro me stesso - sono state le parole del Cardinale Bassetti -. La solitudine è inscritta nella nostra natura di essere unici e irripetibili, ma possiamo trasformarla in compagnia se non ci limitiamo a camminare fianco a fianco agli altri ma se alziamo lo sguardo al vero e unico capogruppo: quel Gesù che ha portato con se sulla croce tutte le tragedie di ogni uomo e del mondo”.

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