Macerata, tra le meraviglie e i segreti dei costumi di scena: il favoloso mondo di 'Arianna Sartoria' (FOTO)
Il Carnevale è una festa che celebra la fantasia e la trasgressione. È il momento in cui si può indossare una maschera e diventare qualcun altro, per un giorno o per una notte. Ma da dove nascono le maschere e i costumi che animano le strade e i palcoscenici durante il carnevale? Qual è il segreto che si cela dietro la loro creazione?
Per scoprirlo, bisogna addentrarsi all'interno delle sartorie per abiti da scena e teatro; luoghi magici, che parlano d’un mondo antico, dove si intrecciano tradizione e incursioni contemporanee. Qui, abili sarte e sarti trasformano i tessuti in opere d'arte, dando vita a personaggi e storie di singolare fascino, provenienti dalla storia del teatro italiano e internazionale.
A tal riguardo, oggi, questa tipologia di attività continua a custodire, tramandare e alimentare un inestimabile patrimonio culturale, realizzando costumi per spettacoli teatrali, opere liriche, film e rievocazioni storiche. In queste speciali officine del ricamo e del cucito, attraverso specifiche tecniche e materiali di pregiatissima qualità (seta, velluto, broccato, pizzo, piume ecc.) si ricreano gli abiti e gli accessori di ogni epoca e stile, dal Medioevo al Rinascimento, dal Barocco al Liberty, dal Novecento alle incursioni Pop e persino Punk.
È il caso di ‘Arianna Sartoria’, uno scrigno di maestria artigianale incastonato nella zona industriale di Piediripa. A riavvolgere il filo della storia, fino all’origine di quest’attività, è il titolare Jonny Giancamilli: “L’inizio della nostra sartoria affonda le sue radici in un piccolo negozio di Corridonia, dove vendevamo articoli da regalo. La passione per quest’ambito era già presente nella nostra famiglia, grazie a mia madre, Elvia Mengoni, e mia nonna. Così abbiamo iniziato a realizzare vestiti di carnevale per bambini, che hanno avuto un grande successo. Da quel momento, abbiamo deciso di dedicarci completamente alla sartoria, trasformando il nostro negozio in un laboratorio sartoriale e creativo”.
Poi, arrivano gli anni Ottanta e, con questi, la fortunata collaborazione con alcuni costumisti teatrali e cinematografici famosi, in particolare con Giancarlo Colis, docente all’Accademia di Belle Arti di Macerata. Nel frattempo, sempre in quegli anni: “Mia madre- continua Giancamilli-, ha ottenuto l’abilitazione di sarta professionista, indirizzando così l’attività verso una specializzazione nel settore del teatro e dello spettacolo. Da allora, realizziamo costumi per opere teatrali, film, rievocazioni storiche e molto altro”.
Oggi, grazie alla presenza di uno staff altamente qualificato, che è rappresentato da Arianna, Martina, Patrizia e Cheirck, l’attività si distingue a livello nazionale per collaborazioni importanti nel mondo dello spettacolo, a partire dalla lirica, e in quello delle rievocazioni storiche. In virtù di questo motivo, può vantare un repertorio di oltre 10.000 costumi che coprono tutti i periodi e che vengono utilizzati in numerose manifestazioni.
Tornando alle atmosfere variopinte e danzanti del Carnevale, a raccontare la parabola di questi festeggiamenti e del loro cambiamento nel corso degli anni è Arianna, sarta professionista che lavora da quasi vent’anni nell’omonima sartoria maceratese: “Il modo di vivere il Carnevale è cambiato di generazione in generazione; con internet molte persone che desiderano mascherarsi approfittano di siti cinesi o Amazon per acquistare degli abiti. Una gran parte si indirizza solo sugli accessori tipo parrucche, occhiali grandi ecc”.
A essere cambiata, prosegue Arianna “è soprattutto la clientela; prima in negozio venivano tanti giovani di vent’anni adesso dai trent’anni in su. Per quanto riguarda i costumi più in voga, c’è molta richiesta di abiti storici per i quali un tipo di clientela adulta è disposta volentieri a spendere di più, puntando sull’originalità. Soprattutto va di moda lo Steampunk; si tratta della rivisitazione di un abito storico in stile punk, con ingranaggi e accessori vari. Ora, dal Carnevale ci stiamo spostando in particolar modo agli abiti per lo spettacolo, che comunque sono richiesti per questa festa”.
Infine, il passeggiare e perdersi tra i molteplici abiti da scena, tra le affascinanti stoffe adagiate sugli scaffali, tra le costellazioni di accessori sparse in giro, qui, diventa un’occasione alternativa di attraversamento e riscoperta del passato che, dialogando con il tempo presente, va a intessere l’intreccio di una storia unica.
Alla base di quest’ultima, c’è una costante che permette di gettare luce sul futuro, anche quando su questo si proiettano delle ombre velate d’incertezza: “Lo sviluppo futuro può essere enorme ma può essere che fra tre mesi non ho più nulla: ci sono grosse prospettive per quanto riguarda l’organizzazione di eventi attraverso la cooperazione di reti e mestieri. Alla base ci deve sempre stare il saper fare”. È proprio attraverso il ‘saper fare’, e il suo tramandarsi di generazione in generazione, che la parola ‘filo’, essenza indispensabile per la tessitura, il cucito, il ricamo, va a coincidere con l’antico significato greco di “-filia”, ossia “amore per..”.
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