La casette non arrivano, un terremotato di 18 anni scrive allo Stato: "Non vorrei più vedere gli occhi feriti di padri, madri e nonni"
Ha fatto il giro del web la lettera scritta dalla bambina terremotata di 9 anni Gabriella alla sua città "Camerino, il sisma non ti distruggerà ancora". L'ha condivisa la mamma su facebook e il popolo social non ha potuto non commuoversi di fronte alle parole ingenue e d'amore di questa bimba per la città.
Ma Gabriella non è sola. Non è l'unica voce nel coro. Due giorni fa Simone, un ragazzo di 18 anni di Castelsantangelo sul Nera, ha pubblicato un post su facebook dove racconta quanto sia difficile vivere senza più una casa. Si appella allo Stato, questo ente fantasma che sembra stargli accanto a parole, ma distante coi fatti. "Caro Stato, sono un ragazzo di 18 anni. Sono terremotato e - come me tutti i miei compaesani - aspetto con trepidazione il completamento delle Sae che vorrebbe dire un ritorno alla normalità" scrive il giovane sul suo profilo. Parole di speranza ma dal sapore amaro, deluso.
"Vorrei non vedere più gli occhi e gli animi feriti di padri, madri, nonni straziati dal dolore. Vorrei dire basta a questo calvario. Vorrei chiedere ai potenti quanto ancora dovrò aspettare. Quanto dovrò sacrificarmi". Parole dure che colpiscono dritte al cuore di chi le legge. Parole di dolore anche per chi gli è accanto e vede soffrire. Si pensa che un ragazzo alla sua età dovrebbe essere spensierato, divertirsi, godere della vita. Invece è in attesa di qualcosa che si spera arrivi presto. Per lui, per Gabriella e per tutti coloro che sono in questa situazione. Senza la propria casa.
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