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Il progetto di Emergency nelle scuole della provincia di Macerata: "Educare alla pace e ai diritti umani"

Il progetto di Emergency nelle scuole della provincia di Macerata: "Educare alla pace e ai diritti umani"

"L'antidoto alla guerra sta nella costruzione dei diritti umani", sosteneva Gino Strada. I volontari di Emergency di Macerata propongono alle scuole di ogni ordine e grado della provincia incontri dedicati all'educazione alla pace e al rispetto dei diritti umani.

Emergency, che ha costruito ospedali in 8 paesi del mondo e curato 13 milioni di persone, dopo un lungo iter per ottenere il permesso di entrare a Gaza, sta avviando la sua attività di cura in “una situazione mai vista", testimonia il capomissione di Emergency a Gaza, Stefano Sozza, che pure non è nuovo a interventi in paesi in guerra avendo già lavorato in Afghanistan, in Siria, in Sudan.

"La situazione dei civili di Gaza è disperata - spiega -, in un territorio per 84% sotto evacuazione, il governo israeliano riduce drasticamente le missioni umanitarie. Nella striscia di Gaza le vittime tra i civili sono 40.000 di cui quasi la metà bambini, 90.000 i feriti. Le persone sono costrette a vivere ammassate, soggette a continui ordini di evacuazione da parte delle autorità israeliane, preda di epidemie e condannate a soffrire per le mutilazioni, la fame e a morire in una guerra orribile che nessuno riesce a fermare. Mentre ci giunge lontano l'eco della guerra ci chiediamo cosa possiamo fare".

"Siamo anche consapevoli dell'assurdità delle misure prese in Italia nei confronti delle Ong - aggiunge Sozza -. Il loro lavoro, che supplisce a una carenza degli Stati europei invece di essere supportato viene fortemente ostacolato. Il 31 agosto la nave di Emergency, la Life Support, che dallo scorso anno ha salvato 2222 naufraghi è stata costretta dalle norme dell’Italia a subire oltre 4 giorni di navigazione per far sbarcare 170 persone a Ravenna, invece che nel porto sicuro più vicino, come esige il diritto internazionale. Ci chiediamo il perché di tale norma che costringe a ulteriori giorni in mare i naufraghi che hanno rischiato la vita, a costi insostenibili le ONG e soprattutto, allontana le navi umanitarie dalle aree di ricerca e soccorso del Mediterraneo impedendo di fatto di salvare vite umane".

"I naufraghi sbarcati a Ravenna provenienti da Eritrea, Pakistan, Siria, Bangladesh, Nigeria, Palestina, hanno attraversato la Libia dove hanno subito violenze e ricatti. Una per tutti è emblematica la vicenda di una giovane pneumologa siriana che ha intrapreso un viaggio rischiosissimo dopo che per anni il visto le era stato negato da diversi paesi europei", conclude Stefano Sozza. Negli incontri, che i volontari realizzeranno nelle scuole della provincia di Macerata, saranno utilizzati materiali elaborati della sede centrale di Emergency per ogni fascia di età.

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