"Il Palazzo Ducale di Civitanova Alta è da sempre un tabù, venga restituito al suo antico splendore"
"Mi sta particolarmente a cuore il destino del Palazzo Ducale della città Alta, credo che l'annosa questione che lo riguarda debba essere conosciuta da tutti, dal momento che si parla della nostra qualità della vita e il nostro futuro comune". Così scrive, in una lettera inviata alla redazione di Picchio News, Roberta Ruggeri, professoressa di storia dell'arte e cittadina di Civitanova Marche.
Di seguito il contenuto integrale della lettera:
"Il Palazzo Ducale di Civitanova Alta è da sempre un tabù, un eterno oggetto di ipotesi e polemiche, mentre l'inesorabile decadenza di questo simbolo identitario della città langue da oltre due decenni in uno stato pietoso, malsano e fonte di disagi per chi vive qui e per chi ne coglie di passaggio l’imponente, desolata fascinazione. Questo edificio proteso sulla piazza da cui si gode la vista del mare, con il suo vasto cortile a terrazza, costituisce la parte dominante di un complesso monumentale che ingloba l’ex convento agostiniano, la chiesa, e il chiostro con cui comunica.
Senza retorica e senza ribadire ciò che già si conosce del suo nobile passato, intendo soltanto lanciare un accorato appello a nome di tutti coloro che abitano questo centro, e di chi lo ama e lo rispetta, affinchè venga restituito al suo antico splendore questo fondamentale pezzo di storia, con i suoi vasti spazi, lo scalone d’accesso, gli affreschi.
Facendone una struttura viva, generatrice di cultura e bellezza, di cui abbiamo un estremo bisogno. Le potenzialità del palazzo sono molteplici. Potrebbe accogliere spazi polivalenti: polo museale, centro studi di ricerca e formazione, biblioteca, una degna sede dell'Archivio Storico, sala per conferenze, eventi, proiezioni, teatro, concerti, o per un festival culturale che potrebbe diventare tradizione.
Un luogo così carismatico non può finire in rovina o trasformarsi in un condominio, e il suo cortile, dove un tempo si svolgevano parate e spettacoli itineranti, non può diventare un parcheggio privato da aggiungere all'inqualificabile parcheggio di piazza. Non perdiamo anche questo fulcro essenziale della socialità, quest'occasione unica per i cittadini, dopo averne già perse varie nel corso degli anni, come Villa Eugenia e quel gioiello liberty di Villa Conti, con i loro magnifici parchi.
I fondi si trovano, basta progettare e decidere. Esistono precedenti in Italia di esproprio a scopo di risanamento e restauro di edifici storici in grave degrado. Ciò che va preservato e riabilitato è la Galleria Centofiorini, con i suoi suggestivi ambienti e il magico giardino pensile, la quale ha dimostrato nel tempo in modo eccellente qual è la vera destinazione di questi spazi, organizzando mostre, concerti e affollatissimi incontri di alto livello.
Un progetto di recupero e tutela di questo patrimonio artistico per il bene comune restituirebbe valore e dignità al centro storico e a Civitanova tutta, e la valorizzazione di queste risorse culturali genera inoltre posti di lavoro per i giovani, un turismo di qualità, e una società più avanzata e consapevole.
Di rigenerazione urbana, di architettura empatica si parla ovunque in Italia in questi tempi difficili di disgregazione, malessere e solitudini, ma non servono dormitori, serve la vita attiva e partecipata. Servono gli spazi verdi, la piazza, le vie popolate, per il rifiorire di locali, di attività commerciali e artigianali. E i parcheggi vanno progettati fuori dalla cinta muraria. Solo la cultura, l’incontro e i luoghi condivisi possono salvarci, ma devono tornare a vivere, per una vera, possibile rinascita".
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