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Attualità Recanati

Fai valorizzerà parte del Colle dell'Infinito

Fai valorizzerà parte del Colle dell'Infinito

Firmato un accordo di valorizzazione del Colle dell'Infinito, tra il Comune di Recanati, il Fai (Fondo Ambiente Italiano), il Centro Nazionale di Studi Leopardiani e il Centro Mondiale della Poesia e della Cultura "Giacomo Leopardi". Al Fai verrà affidata la valorizzazione culturale e la concessione per la gestione di una parte degli spazi del Centro Nazionale di Studi Leopardiani e della porzione del Colle conosciuta come "Orto delle Monache".

"Il paesaggio italiano è finalmente sempre più riconosciuto come parte integrante della nostra identità nazionale - commenta il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni -. Affacciarsi sul Colle dell'Infinito è come gettare lo sguardo su uno dei suoi simboli più significativi". L'intervento è stato affidato all'architetto Paolo Pejrone, uno dei più celebri paesaggisti europei. L'obiettivo è restaurare il luogo con le sue piante, i muretti, il prato, gli orti, le siepi e renderlo fruibile dal pubblico tramite il viottolo percorso da Leopardi.

È un progetto che mette in relazione i due aspetti del Colle, quello paesaggistico e quello filosofico, poetico e spirituale, per un lavoro di tutela, conservazione e promozione del patrimonio immateriale costituito dal pensiero e dalla sensibilità di Giacomo Leopardi. Un’opera dedicata a un pubblico quanto più ampio possibile, in Italia e nel mondo, perché possa vivere pienamente le emozioni che da sempre suscitano i luoghi leopardiani e in particolare il piccolo orto-giardino sul colle di Recanati adiacente alla casa del poeta: il luogo dove Leopardi concepì nel 1819 “L’Infinito”, la sua lirica più celebre e rappresentativa, ispirata dalla “siepe che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude”.

Come ha spiegato Francesco Fiordomo, Sindaco di Recanati: “L’accordo parte dalla necessità di affidare un ruolo preciso – spirituale e interiore prima di tutto - a un luogo che l’arte di Leopardi e la fama universale della sua poesia hanno reso eterno. Un progetto di recupero ambientale e di forte rilancio culturale al quale abbiamo lavorato con passione e impegno per diversi mesi ci ha condotto oggi a sottoscrivere un accordo che rende ufficiale la volontà di collaborare, di unire le forze per fare di Recanati un punto di riferimento nazionale, con l'ambizione di aprirci al mondo intero. La sensibilità del MiBACT e del FAI rendono più solida e qualificata una progettualità che guarda al recupero dei luoghi dell'anima per suscitare emozioni e momenti educativi, di crescita individuale e di comunità.”

“Il progetto del FAI – ha affermato Marco Magnifico, Vicepresidente Esecutivo FAI - si propone di restituire all’orto-giardino, cuore del Colle dell’Infinito, la sua funzione originaria, di spazio scarno, essenziale, privo di ogni elemento di rilievo, distrazione e spettacolarità, chiuso verso l’esterno, per permettere al visitatore una riflessione individuale – una sorta di “esercizio spirituale” - e rivivere, con i propri mezzi e la propria sensibilità, l’esperienza interiore di Leopardi. Il nostro intento è quello di attenerci alla natura semplice, spontanea e autentica di questo spazio, conservandone la vocazione originaria e tutelandone l’identità storica”.

Pensiero condiviso anche da Fabio Corvatta, Presidente del Centro Nazionale di Studi Leopardiani: “Sono molto felice di firmare questa intesa che rappresenta la conclusione di un percorso iniziato anni fa. Con questo accordo, oltre che valorizzare, si pone una fondamentale garanzia sul futuro dei luoghi leopardiani tanto cari all’intera umanità e sul territorio di una città come Recanati resa unica dalla poesia di Leopardi”.

Ha mostrato approvazione anche il Sottosegretario del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Ilaria Borletti Buitoni: “Il Paesaggio italiano è finalmente sempre più riconosciuto come parte integrante della nostra identità nazionale. Affacciarsi sul Colle dell'Infinito è infatti come gettare lo sguardo su uno dei suoi simboli più significativi. La firma di questo accordo con il FAI per la sua valorizzazione è dunque di grande importanza. Non solo nello specifico, ma anche come indicazione nazionale, dove è ancora troppo incerta l'approvazione della legge sul consumo di suolo prima della fine della legislatura”.

Il restauro e il progetto di valorizzazione culturale

L’intervento del FAI sull’Orto delle Monache è stato affidato all’architetto Paolo Pejrone, uno dei più celebri paesaggisti europei, da anni generoso collaboratore della Fondazione. L’obiettivo è restaurare il luogo con le sue piante, i muretti, il prato, gli orti, le siepi e renderlo regolarmente e facilmente fruibile dal pubblico e mantenendolo comunque il più possibile semplice e discreto come è ora. Ma l’intervento di recupero dello spazio verde è solo un aspetto del progetto del FAI: parallelamente si lavorerà alla valorizzazione del patrimonio culturale, spirituale ed emotivo che quel luogo è capace di suscitare in tutti coloro che lo visitano e che, in quanto luogo geografico e dell’anima, facendo in modo che ognuno possa, in un certo senso, riconoscerlo proprio. Per questo all’interno del Centro Nazionale di Studi Leopardiani, uno spazio sarà restaurato e riallestito a cura del FAI, e proporrà una breve e semplice presentazione della vicenda filosofica e spirituale di Leopardi e dei suoi scritti, attraverso l’esperienza di un viaggio intimo e profondo alla scoperta dell’interiorità del poeta e dell’individuo in generale che, proprio come Leopardi, da sempre s’interroga sui grandi temi dell’esistenza e della natura.

Il progetto di risistemazione dell’Orto-giardino messo a punto da Paolo Pejrone si propone di conservarne le caratteristiche, riqualificando con interventi mirati alcuni elementi in modo da restituire allo spazio quel senso di semplicità che gli è connaturato. Così che ciascuno, mentre si trova in quel luogo, sia messo nelle condizioni di immergersi nelle sensazioni del poeta. La qualità e la vocazione di questo Orto-giardino consistono nell’essere uno spazio semplice. Proprio per questo l’intervento del FAI sarà caratterizzato più dal sottrarre che dall’aggiungere, ricreando così il forte contrasto che nasce tra una dimensione umana e quotidiana e il senso dell’infinito suscitato dal metaforico affacciarsi sulla vastità del mondo “oltre la siepe”. L’aspetto finale dell’orto non si discosterà molto da quello attuale e, in un’apparente e spontanea casualità, sarà in grado di ricreare il fascino di questo spazio così come era quello curato dalle monache.

La fase iniziale del progetto di valorizzazione culturale del FAI si concentrerà sulla creazione di un patrimonio di conoscenza aggiornato e completo, volto a ricostruire la storia del luogo nella sua evoluzione. Un viaggio che partirà dall’impianto della prima Chiesa di Santo Stefano per passare alla costruzione del Monastero delle Clarisse – con il primo “Orto delle Monache”, noto da fonti documentarie e iconografiche – e alla vita quotidiana al suo interno, fino all’epoca delle frequentazioni leopardiane, raccontate a partire dai numerosi testi del poeta che fanno riferimento a Recanati e ai luoghi a lui noti e cari. Questo patrimonio di informazioni storiche sul luogo sarà, assieme alla presentazione dei cardini fondamentale della riflessione leopardiana, al centro di un video-racconto della durata di circa 15 minuti, proiettato in un apposito spazio al piano terra del Centro Studi, che avrà l’obiettivo di introdurre il pubblico alla permanenza nell’Orto: una via d’accesso semplice e coinvolgente, capace di trasmettere con immediatezza nozioni e sensazioni necessarie ad affrontare con consapevolezza la successiva visita, che non richiederà ulteriori strumenti se non a discrezione di chi vorrà approfondire determinati temi. Dopo questa introduzione, i visitatori potranno raggiungere l’Orto attraverso il viottolo percorso a suo tempo da Leopardi. Qui la visita sarà libera: sarà un luogo di pace e di silenzio, con poche sedute e spazi ombrosi, dove il pubblico potrà passeggiare o fermarsi, rievocando l’esperienza di Leopardi e facendone tesoro con la propria sensibilità.

L’Orto del Colle dell’Infinito non sarà quindi proposto al pubblico nella sua sola apparenza semplice e “graziosa” di giardino coltivato, ma come uno spazio di sospensione, capace di ispirare un momento di riflessione individuale suggerita dalle parole di Leopardi, che per primo usò questo luogo per interrogarsi su se stesso e sulla vita.

Così, immersi tra storia, ambiente e pensiero, l’Orto del Colle sarà di nuovo e per sempre un “mare” dove il “naufragar m’è dolce”.

 

 

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