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Civitasvolta, continua l'azione dei cittadini a difesa della sanità pubblica

Civitasvolta, continua l'azione dei cittadini a difesa della sanità pubblica

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato a firma dell'associazione Civitasvolta

Continua l’azione dei cittadini che si sono organizzati in comitato per difendere “la sanità pubblica”. L’esperienza nata in provincia di Pesaro ha assunto una dimensione regionale. Lo scorso 12 settembre si è infatti costituito il “Comitato Regionale Pro Ospedali Pubblici – NO ospedali unici provinciali”.

E’ stato nominato presidente del comitato Carlo Ruggeri per la provincia di Pesaro e Urbino. Due sono i vice presidenti: Giovanna Capodarca per la provincia di Macerata e Nico Barbara per la provincia di Ascoli.

“Preso atto dell’apatia generalizzata – ha affermato Carlo Ruggeri – preludio ad una rassegnazione inaccettabile anche da parte della maggior parte delle Istituzioni, abbiamo dato vita a questo comitato regionale in seguito al dramma ospedaliero diffuso in tutto il territorio marchigiano. Dramma che ha precipitato nel baratro la protezione della salute negli ultimi tre anni, con notizie ricorrenti di un futuro peggiore”.

Le linee cardine del comitato sono: il NO assoluto al un unico ospedale per provincia e ad un unico pronto soccorso provinciale; il mantenimento e il potenziamento degli attuali ospedali con Servizi Ospedalieri in parte di eccellenza e di specializzazioni, ma  in grossa parte a servizio del proprio bacino di utenza con funzioni di massima ordinarie.

Le eccellenze e le specializzazioni e parte delle funzioni ordinarie, riguarderanno anche casi non trattabili negli ospedali minori. Questi ospedali avranno la  caratteristica di ospedali fulcro del territorio e dovrebbero servire l’intero territorio provinciale ed extra provinciale, promuovendo una mobilità attiva. Questi ospedali “fulcro” avranno un loro pronto soccorso.

Il comitato chiede inoltre la immediata riapertura dei 13 ospedali chiusi nelle Marche che fungerebbero da ospedali di base con servizi ospedalieri essenziali ed irrinunciabili, sia per ragioni di rapidità operativa, sia di equilibrio stabilizzante, sia per impedire inaccettabili assurdità di tipo sociale dal nomadismo familiare, sia per fare da “filtro ammortizzante ”all’intasamento attualmente drammatico, nel soccorso e nel ricovero degli ospedali maggiori.

In particolare tali servizi “del tutto minimali” saranno caratterizzati da: posti letto per acuti di media/bassa complessità, proporzionati  al bacino di utenza; posti letto di lungodegenza e riabilitazione, proporzionati al bacino di utenza; posti letto di dialisi, proporzionati al bacino di utenza, chirurgia day surgery con posti letto dedicati; potes 118, da rafforzare nelle zone montane e disagiate, sempre con  medico a bordo; punto di Primo Intervento h24, con medico formato per l’emergenza ad esso esclusivamente dedicato, e con anestesista; diagnostica moderna e laboratorio di analisi di urgenza; ambulatori giornalieri, almeno tre volte settimanali per specialità, escluso solamente i giorni festivi, mattino e sera.

Il comitato chiede inoltre l’implementazione di punti di primo intervento stabilizzanti nelle località sia montane che collinari, attualmente sprovviste, specie in riferimento alle valide organizzazioni precedenti.

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