Civitanova, il grido di giustizia per Alika. “Il razzismo esiste, fermiamo la macchina dell’odio” (FOTO e VIDEO)
“Tutti abbiamo il diritto di essere vivi. Giustizia per Alika”. Essere presenti oggi pomeriggio era più di un dovere. Il corteo di 300 persone - che dal piazzale Stadio di Civitanova è giunto intorno alle ore 16 fino alle porte del municipio (piazza XX Settembre) - ha alzato il proprio coro di giustizia e rivendicazione sociale (leggi qui): non solo i diversi membri della comunità nigeriana Marche, ma anche associazioni e movimenti come Amnesty International, Comunità di Sant'Egidio e il neonato ‘29 Luglio’, sorto dal rumore assordante di quel tragico venerdì che costò la vita ad Alika Ogochukwu.
“Basta nascondere la testa sotto la sabbia: il razzismo esiste e non ne possiamo più”, risuona la voce al megafono dei vari rappresentanti della comunità nigeriana Marche intervenuti durante il corteo. “Quello che è successo ad Alika ci riporta ad altre tragedie come quella del 2016 (Emmanuel Chidi Namdi): siamo parte integrrante di questa società, ma continuiamo a sentirci rifiutati e frustrati”.
“Sappiamo bene che l’omicidio di Alika non è di stampo razzista – ammettono Luce e Oriane, cittadine di Chiaravalle in rappresentanza della Repubblica Democratica del Congo – ma tutto quello che si è sviluppato dopo invece sì: i commenti, le dichiarazioni, le strumentalizzazioni politiche. Persino l'averlo accostato alla morte di Pamela Mastropietro è sbagliato e fuorviante. Chiediamo solo di godere del rispetto e degli stessi diritti di tutti quanti: siamo anche noi esseri umani lavoratori e con dellle famiglie”.
Una macchina dell’odio che non ha mai smesso di essere alimentata: il comune rifiuto per il razzismo - diffuso in tutta Italia e oggi messo a processo nel centro abitato di Civitanova - è stato il leitmotiv trainante della manifestazione pacifica, presenziata in prima linea dalla vedova Charity Oriakhi (assistista fra le lacrime da amici e famigliari) e dai rappresentanti istituzionali della città, fra cui il sindaco Fabrizio Ciarapica che ha ribadito i propri cordoglio e partecipazione affinché la città non resti per sempre infettata dal virus dell’odio razziale. Fra i partecipanti al corteo, anche i dem Matteo Orfini e Daniele Maria Angelini, la pentastellata Mirella Emiliozzi, la consigliera Mirella Paglialunga, l’avvocato Francesco Mantella (leggi qui l'intervista) e il presidente della NIDOE George Omo Iduhon.
“Questo Paese deve farsi un esame di coscienza – ha dichiarato nel suo intervento Fabio Burattini di Amnesty International Marche – e e promuovere il cambiamento: ripartiamo da questa piazza e lavoriamo insieme contro il linguaggio d’odio che scatena simili tragedie”.
“Con la morte di Alika – hanno aggiunto i rappresentanti del movimento 29 Luglio - il razzismo si è diffuso a macchia d’olio sui social, nelle piazze, nei negozi, nei bar: abbiamo letto commenti denigratori che ledono la dignità dei nostri fratelli stranieri. Una certa politica fa apparire l'immigrato come cattivo e usurpatore di diritti. Bisogna abbattere la macchina dell'odio con la conoscenza: gli aiuti agli stranieri bisognosi sono legittimi, non vanno strumentalizzati con slogan come ‘Prima gli italiani’. A Civitanova è caduta la maschera: di fatto c'è insofferenza razziale, una condizione sociale che discrimina. Ringraziamo comunque il sindaco Ciarapica per essere qui oggi: ha dato sostegno morale e pratico alla vedova Charity, costituito Civitanova parte civile e proclamato il lutto cittadino. Molti di questa amministrazione comunale, però, non sono stati dello stesso parere: la sicurezza non si ottiene con una maggiore militarizzazione, ma promuovendo la convivenza fra culture diverse”.
Di seguito, la video-diretta della manifestazione:
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