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Civitanova, balneari in acque agitate. Battistelli: "Se chiudiamo tutti per una stagione, che fine fa il Pil?" (VIDEO e FOTO)

Civitanova, balneari in acque agitate. Battistelli: "Se chiudiamo tutti per una stagione, che fine fa il Pil?" (VIDEO e FOTO)

(Servizio di Arianna Pannocchia, riprese video e montaggio di Alessandro Vallese)

Le attuali modalità di gestione da parte del governo italiano rispetto alla tanto discussa legge Bolkestein stanno suscitando profonda indignazione tra diverse categorie di lavoratori e in particolar modo quella dei gestori dei balneari.

Per quanto riguarda questo specifico settore, la direttiva europea sopracitata prevede che le concessioni demaniali debbano essere rinnovate periodicamente attraverso delle gare pubbliche. Tutto ciò, fin dall’inizio, ha scaturito molte proteste e lamentele da parte dei balneari italiani, che temono di perdere le loro concessioni e i loro investimenti, a favore di soggetti esteri, multinazionali o speculativi.

I gestori rivendicherebbero il diritto di mantenere le loro concessioni, sostenendo di aver contribuito alla valorizzazione e alla tutela del territorio costiero, e di aver garantito occupazione e qualità dei servizi, frutto di anni di lavoro e sacrifici.

In questo clima agitato, quali soluzioni sta adottando il governo italiano? Quest’ultimo ha cercato di difendere gli interessi dei balneari, chiedendo alla Commissione europea delle proroghe e delle deroghe alla direttiva Bolkestein. Tuttavia, queste richieste sono state respinte o contestate dalla Commissione, che ha avviato una procedura di infrazione contro l'Italia, accusandola di violare il diritto europeo e di creare incertezza giuridica nel settore. La questione è ancora in corso di definizione, tra ricorsi, sentenze e negoziati, e non si esclude che possa arrivare fino alla Corte di giustizia europea.

A fornirci un commento più approfondito, da una prospettiva interna, quella di chi lavora nel settore balneare da decenni, è Stefano Battistelli, rappresentante della sezione civitanovese di “Popolo Produttivo” e gestore dello chalet Caribean: “Il problema è che l’Europa non vuol sentir parlare di proroga, non può essere quest’ultima uno strumento valido. Abbiamo trovato e fornito delle precise soluzioni al governo, come quella di avvalersi dell’articolo 10 del Codice della navigazione che è inattaccabile in una situazione di scadenza delle concessioni. In un primo momento, queste proposte sono state prese così com’erano poi sostituite da quelle del senatore Gasparri”. 

Sempre Battistelli ha poi aperto un'altra questione, quella delle mappature: “Il governo ha fatto la mappatura al 10 %, omettendo laghi e fiumi e concentrandosi solo sulle coste, andando contro tutte le leggi e sentenze di Stato che impongono una mappatura completa, esponendo così l’Italia a una procedura d’infrazione da parte dell’Europa”. 

Da ciò scaturisce l’ipotesi  che si accampa dietro l’interrogativo: “Perché il governo manda una mappatura parziale? Questo- contunua il rappresentante di “Popolo Produttivo”- fa pensare che dietro ci sia una situazione prestabilita da tempo la quale va a favore esclusivamente dei grandi gruppi, delle multinazionali che fagocitano il piccolo imprenditore, chi ha le partite Iva”. 

Nell’ordinamento italiano la “concessione demaniale”, con cui lo Stato dà in concessione a un privato un proprio bene, come una spiaggia, sarebbe qualcosa di diverso dalla “autorizzazione alla prestazione del servizio”, l’atto che autorizza appunto a fornire determinati servizi al pubblico e che, insieme alla “libertà di stabilimento” è uno dei principi fondanti della legge Bolkestein. 

I balneari, infatti, hanno in concessione solo il suolo, tutto il resto è proprietà privata, con investimenti privati, voluti dai vari precedenti governi per lo sviluppo dell’economia turistica, tramite delle specifiche leggi.

“Perché- prosegue Stefano Battistelli- vuoi portare via a me la concessione quando c’è n’è una libera, che sta al bando dal 2020? Se decidiamo di chiudere per una stagione, dove va finire il Pil? Il canone è basso ma allo stesso tempo pago l’Imu e sono un affittuario, pago la Tari per tutto l’anno, la cura della spiaggia e il salvataggio, che è a servizio anche della spiaggia libera. Abbiamo investito nel corso degli anni e ora rischiamo di trovarci senza più nulla, causando un danno all’economia locale”.

 

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