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Ciao Michele, ora vola nell'infinito: "La vittoria più bella? I miei due figli" - VIDEO

Ciao Michele, ora vola nell'infinito: "La vittoria più bella? I miei due figli" - VIDEO

Il giorno dopo la tragedia è quello che fa ancora più male. Quello in cui si realizza che non è stato tutto un maledetto, brutto sogno, ma una incredibile, assurda, tragica realtà. Sembra confermarlo la valanga di commenti sui social che ricordano, esprimendo dolore e cordoglio, Michele Scarponi morto tragicamente ieri.

Stamattina, alla partenza della Liegi - Bastogne - Liegi, i corridori dell'Astana si sono presentati con il lutto al braccio per onorare il loro capitano e un commosso applauso ha voluto salutare Michele Scarponi: sullo sfondo, proiettata su maxischermo, una foto dell'Aquila di Filottrano.

Un video commovente, pubblicato su Twitter, quello con il quale la sua squadra, l'Astana Team, ha voluto omaggiare Michele ricordando non solo le vittorie sportive ma l'uomo, solare e coraggioso che era: lo pubblichiamo insieme a questo articolo quale nostro, piccolo ma sincero omaggio alla memoria di un grande campione.

Tanti i messaggi di vicinanza alla famiglia di Michele Scarponi arrivati dal mondo dello sport. Il capitano della Roma Francesco Totti su Facebook e Twitter scrive: "Vicino alla famiglia di Michele Scarponi. Una tragedia che tocca tutto lo sport italiano". 

Parole piene di sgomento e dolore quelle spese da Davide Cassani, selezionatore della nazionale italiana di ciclismo che su Facebook commenta la morte dell'atleta e amico con queste parole: "Ieri. Non una vita fa, non anni, neanche mesi. Un giorno. È passato un giorno, anzi meno, 21 ore. Sono al Tour of the Alps con la nazionale. Ho l'ammiraglia numero 8, davanti a me i tedeschi della Bora e dietro l'Androni.

La fuga ha preso il largo e, come spesso accade, il gruppo rallenta e diversi corridori si fermano a bordo strada. Ho il finestrino abbassato anche perché, finalmente, la temperatura ha ripreso a rialzarsi dopo qualche giorno di freddo quasi invernale. Assorto nei miei pensieri, attento alle comunicazioni di radio corsa, sento una mano attaccarsi alla portiera della mia macchina. Giro lo sguardo ma prima di avere il tempo di aprire bocca per salutarlo mi incalza: "Allora Cassa, ma quanto devo correre ancora?" La mia risposta è immediata: "Ascoltami Scarpa, il prossimo anno, a Innsbruck abbiamo un Mondiale durissimo, ho bisogno di un corridore come te. Almeno almeno devi correre fino al prossimo anno, poi decidi tu. Ok?" Michele mi risponde con un sorriso, ed è normale perché lui, il sorriso, ce l'ha stampato sul viso. Anzi no, lui ci prova a fare il serio ma non ci riesce. Lo dice sempre.  Sono 300 metri che è attaccato alla mia ammiraglia, ha voglia di parlare, è felice. Ha molti motivi per esserlo. Il primo? Ha vinto una corsa dopo 4 anni di digiuno, da quel giorno di settembre del 2013 quando, già convocato da Ballerini per il Mondiale di Firenze, si impose al GP Costa degli Etruschi a Donoratico.

Il secondo? Avere dedicato la vittoria ai suoi due bambini, Giacomo e Tommaso. Hanno 5 anni i suoi due gemellini ed essendo nati nel 2012 non avevano mai visto il loro papà vincere una corsa. Li adorava. Il terzo? Un Giro d'Italia alle porte, da correre nelle ritrovate vesti di capitano per merito di un Fabio Aru, costretto a restare a casa per colpa di una brutta caduta. E di motivi, Michele, per essere felice ne avrà sicuramente tanti altri perché è ottimismo fatta persona. 
E come corridore? Esemplare. Ho detto di questo periodo senza vittorie ma non perché Michele fosse calato, ma per il semplice fatto che dal 2014 ha cominciato a lavorare per gli altri. Risoul 2016, penultima tappa alpina del Giro d' Italia. Michele è in fuga con il belga Monfort. Cosa fa? Si ferma. Mette piede a terra per aspettare il suo capitano che nel frattempo ha staccato quasi tutti gli avversari più diretti, a cominciare dalla maglia rosa kruijswijk (caduto) e Valverde. È proprio il lavoro di Scarponi che permette al siciliano di avvicinarsi alla maglia rosa che verrà conquistata il giorno dopo, sempre grazie ad un Michele straordinario. Io ci provo ma non riesco a scrivere al passato. Vorrei tornare indietro di qualche ora, magari allungare di un giorno il Tour of the Alps o nascondere la bicicletta a Michele in modo che non esca questa mattina in bici. Ma non posso. Da questa mattina quando parlerò di Michele dovrò usare il passato, ma ogni volta che penserò a lui lo vedrò li, di fianco alla mia ammiraglia, a chiedermi per quarto tempo dovrà correre ancora".

Le condoglianze arrivano anche dal ministro dello Sport Luca Lotti che commenta così la tragica vicenda. "Faccio le mie condoglianze alla famiglia, a tutto il mondo del ciclismo. Mi sono già sentito con il presidente Di Rocco. E' un argomento che ci deve sempre far riflettere, dobbiamo sempre porre maggior attenzione alla sicurezza stradale, alla sicurezza dei ciclisti e delle persone che vivono la strada, e che stanno sulla strada quotidianamente". "Non solo abbiamo approvato la legge sull'omicidio stradale ma abbiamo anche presentato un provvedimento tre giorni fa con il vice ministro Nencini che abbiamo denominato 'salva ciclisti'. Mai abbassare la guardia sulla sicurezza sulla strada", ha aggiunto Lotti.

Luca Ascani, ex ciclista su strada italiano, professionista dal 2005 al 2012, di Castelfidardo, ricorda Scarponi, amico e collega con il cuore gonfio di dolore e amarezza. "Un amico, oltre che un avversario onesto e un campione grande. Ci siamo spesso allenati insieme, anche in un periodo in cui entrambi eravamo lontani dalle gare e insieme ci spronavamo, a vicenda. Vorrei ricordarlo con mille parole, ma in questo momento il dolore è troppo grande".

"E’ con infinita tristezza che stamattina abbiamo appreso la notizia della tragica scomparsa del nostro caro amico Michele Scarponi. Tutta l’Associazione Marina Romoli Onlus piange la sua prematura dipartita e si unisce all’immenso dolore dei familiari. Ciao Michele, grazie per aver fatto parte della nostra famiglia. Il tuo ricordo rimarrà indelebile nei nostri cuori e nelle nostre menti": così la recanatese Marina Romoli, vice-campionessa mondiale in linea tra le juniores nel 2006. Nel 2010 un incidente durante un allenamento, in tutto e per tutto simile a quello costato la vita a Scarponi, le ha fatto perdere l'uso delle gambe costringendola su una sedia a rotelle.

Il cordoglio non arriva solo dal mondo dello sport ma anche dalla politica.

"Ci ho messo un pó a fare questo post. Perché il dolore e lo sgomento è tanto. Ho avuto il piacere in questi anni di conoscere Michele Scarponi. Era un campione del nostro territorio. Ma prima ancora era un esempio di sportivo pulito. Con il sorriso sempre stampato sul volto. Un marchigiano di cui essere orgogliosi. L'ultima volta che abbiamo parlato è stata a una recente cena a Falconara nel corso della quale gli ho fatto la domanda tipica di ogni tifoso : "Qual è stata la tua vittoria più bella?". E lui voltandosi verso i suoi due gemelli mi rispose: "Loro". Ecco in questa risposta c'è il Campione vero, nello sport e nella vita". Così lo ricorda su Facebook l'onorevole Emanuele Lodolini.

 

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