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Chi era Jonathan Strappa, il giovane escursionista morto sui Sibillini

Chi era Jonathan Strappa, il giovane escursionista morto sui Sibillini

“Un ragazzo solare e sempre sorridente”. Sono unanimi i ricordi condivisi via social su Jonathan Strappa, il 34enne originario di Porto Sant’Elpidio che ha perso la vita domenica pomeriggio in un incidente sui Monti Sibillini mentre era impegnato in una escursione.

Il giovane, recatosi sulle montagne innevate per fare una passeggiata con la fidanzata, si sarebbe avventurato tra il rifugio del Fargno e Pintura di Bolognola in dei sentieri interdetti al transito per l’elevato rischio di infortuni o eventi fatali.

Sono stati tanti nel corso delle ultime ore i moniti lanciati su Facebook da guide alpine o organizzatori di escursioni che hanno allertato i tanti avventori improvvisati nell'evitare di percorrere sentieri che possano essere stati interdetti al transito o che possano risultare pericolosi a causa delle avverse condizioni meteo.

Ma chi era Jonathan? Un ragazzo molto conosciuto e amato nella sua comunità, tanto da spingere anche il sindaco Franchellucci a scrivere un messaggio di cordoglio sui canali social del Comune di Porto Sant’Elpidio.

Jonathan si era occupato di assistenza ai clienti e lavorava come tecnico su diverse piattaforme digitali in ambienti industriali collegati col mondo della stampa, dove in passato si era distinto anche come tecnico per macchine da stampa e taglio digitale.

Una tragedia, quella della sua morte, che ha colpito tutta Porto Sant’Elpidio, in queste ore ancora scossa dalla vicenda. Forse Jonathan ha sottovalutato il pericolo ed è per questo che è precipitato per circa 300 metri quando la neve sotto ai suoi piedi ha ceduto. La ragazza, invece, è riuscita ad aggrapparsi all’erba sottostante e frenare la sua corsa una ventina di metri più in giù dal luogo dell’incidente.

E lì è stata recuperata dai Vigili del Fuoco e dal Soccorso Alpino per essere trasportata al pronto soccorso di Camerino. Per lei le ferite sono più quelle interiori, invisibili ad occhio nudo che un dolore del genere può causare. Ed è ancora forte lo stato di choc per l’incubo vissuto in quella che sarebbe dovuta essere una gita di piacere e si è trasformata in una domenica dell’orrore.

Mentre Jonathan, proprio come il gabbiano di Richard Bach, adesso sarà libero di volare alla ricerca della sua avventura nei cieli delle Marche e tra i ricordi nei cuori di chi lo ha sempre amato

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