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Appignano, gattile d’autore o spreco pubblico? Il singolare ‘caso’ del rifugio per gatti senza gatti

Appignano, gattile d’autore o spreco pubblico? Il singolare ‘caso’ del rifugio per gatti senza gatti

In un angolo remoto della zona industriale di Appignano, dove il silenzio è rotto solamente dai rumori del lavoro nelle fabbriche, sorge una casetta che, a giudicare dallo stile, sembrerebbe essere frutto di un’attenta contaminazione stilistica tra il fiabesco alla Cappuccetto Rosso e un valevole capanno degli attrezzi BricoFer, con tanto di giardinetto recintato.  Non solo, quest’ultima è circondata da una serie di dependance a forma di cuccia.

Si sta parlando del sedicente gattile che l’attuale Amministrazione uscente ha fatto costruire, spendendo decine di migliaia di euro. Un luogo peculiare dal momento che non ha mai sentito il miagolio di un gatto, se non quello di sparuti felini randagi che,casualmente, giungono in quei pressi. A tal riguardo, capita di vedere questi quadrupedi dal passo felpato che,con sguardo perplesso, da fuori, fissano la bizzarra struttura, subendo un contraccolpo di interdizione e disorientamento per una dimensione che sembra essere parallela, a tratti surreale.

Appurato che in base alla prospettiva può cambiare il punto di vista, questa speciale villetta residenziale per felini ipotetici potrebbe d’improvviso essere contemplata come un'opera d'arte moderna: “L'Attesa", dove l'unico ospite fisso è il vuoto. Una coerenza tematica però c’è: dal vuoto allo “svuotamento” parziale delle casse comunali.

Mentre il gattile attende invano i suoi inquilini, gli impianti sportivi languono nell'abbandono, testimoni silenziosi di anni di incuria. E così, mentre i gatti di Appignano godono della libertà delle campagne, l'Amministrazione Calamita si trova a dover rispondere a un interrogativo dei cittadini appignanesi: quale illuminata sapienza finanziaria l’avrebbe guidata per generare questa sorta di ‘Commedia degli Errori’?

L’ironia e l’assurdità della situazione è tagliente come le unghie di un gatto: migliaia di euro spesi per un gattile fantasma, mentre le vere necessità della comunità sembrano venire in secondo piano.

Da questa fiaba del reale un insegnamento si può trarre: costruire un gattile non basta a far venire i gatti così come tirare su dei lenzuoli per le inaugurazioni non è sufficiente a rendere un Comune tale. In queste occasioni, a volte, capita che gli applausi, i discorsi sembrano coincidere, paradossalmente, con quelli di una commemorazione: un momento unico che inizia e finisce lì e tutto torna come prima.

Le strutture sono espressione consequenziale di una politica strutturale altrimenti rimangono costruzioni sul nulla.

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