Allarme sfollati: i terremotati rischiano di rimanere negli alberghi della costa per tutto l'anno
Dal 30 aprile al 30 giugno per arrivare al 31 dicembre 2017 ed eventualmente anche oltre fino alla fine dell’emergenza: le prime due sono le date di disponibilità date degli albergatori della costa per le persone provenienti dalle zone terremotate. Il 30 aprile sono scaduti i 180 giorni della durata dello stato di emergenza dichiarato. Lo stesso potrà poi essere prorogato una sola volta per altri 180 giorni.
L’ultima data invece, ovvero 31 dicembre 2017 (e anche oltre), parrebbe essere la data richiesta dalle autorità preposte, sotto forme non ufficiali, dell’ennesimo posticipo della permanenza degli sfollati nelle strutture al mare.
Stefano Mei, titolare dell’albergo Velus a Civitanova Marche e probabile candidato sindaco del Comune, è preoccupato per vari motivi: nessuno costringe ovviamente gli albergatori, ma dal punto di vista umano viene posta su di loro tutta la responsabilità sulla collocazione di persone che ormai conoscono e con cui condividono la quotidianità e per le quali tra l’altro percepiscono soltanto 40 euro al giorno e, laddove non ci sia il ristorante, devono ricomprendervi anche il cibo per il pranzo e la cena (almeno 10 ero al giorno).
Al riguardo nella provincia di Macerata i soldi stanno arrivando ora, mentre nella provincia del fermano i pagamenti sono già stati effettuati.
“Ormai giochiamo a carte insieme la sera e siamo diventati una piccola famiglia”, ci riferisce Mei. “Dispongo di 24 camere e 48 posti letto ed ospito 27 sfollati”.
“Ma si può vivere in un albergo per un periodo limitato. E’ comunque un piccolo spazio rispetto ad un’abitazione e soprattutto non è una casa”.
Anche per gli animali che hanno lasciato nelle zone terremotate (cani, gatti e altri) la responsabilità non è assunta dalle autorità, ma dai volontari che ogni giorno partono dal mare per accudirli.
“Devo inoltre rifiutare le richieste di rappresentanti ed operatori commerciali ed ora anche dei turisti per Pasqua ed il primo periodo estivo”. Continua Mei.
Si ricorda infatti che luoghi come Civitanova Marche, oltre ad avere un fiorente turismo, sono caratterizzati da molte attività economiche e commerciali che fanno sì che la città viva sia d’estate che d’inverno. E gli alberghi sono pochi in relazione alla domanda che ogni anno permette di far lavorare tutti.
Il problema si pone per i mesi di luglio e agosto, piena stagione turistica, poi a settembre i terremotati potrebbero tornare. Se infatti si perdono le prenotazioni esterne di quest’anno, di questo si avrà una ricaduta pesantissima nell’anno 2018 perché i turisti avranno ormai scelto altre strutture. Il rapporto tra clienti ed albergatori è infatti di tipo fiduciario e laddove ci si trovi bene poi si ritorna.
Nei camping la situazione degli sfollati è migliore dal punto di vista della qualità della vita, ci spiega il titolare del Camping La Medusa di Porto Recanati, perché si dispone di bungalow indipendenti. Ma dal punto di vista del sacrificio richiesto ai gestori in termini economici è lo stesso degli alberghi. Il camping ospita attualmente 180 persone terremotate, mentre il Camping Holiday a Porto Sant’Elpidio, di proprietà del cognato, ne alloggia ben 500.
Anche volendo spostare queste persone, che non sono pacchi postali, quale luogo potrebbe ospitarne così tante?
Gli enormi ritardi nella gestione dell’emergenza nelle zone montane stanno mettendo seriamente in pericolo l’economia della costa: turismo e consumi in negozi, ristoranti e outlet.
Non arriveranno le famigerate casette? Dove andranno gli sfollati? Chi risarcirà le strutture ricettive da un danno che potrebbe essere irreparabile?
Questo è un problema enorme e gravissimo: gli enti preposti, in questo caso la Regione Marche, devono assumersi le proprie responsabilità e deve prevenire già da ora il crollo di tutto un sistema economico che si estende, nella provincia di Macerata, dai monti fino alle zone di mare.
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