Aggiornato alle: 18:06 Venerdì, 22 Novembre 2024 nubi sparse (MC)
Attualità Castelsantangelo sul Nera

A mille metri d'altezza regnano solo il silenzio e la dignità degli abitanti di Gualdo di Castelsantangelo - VIDEO

A mille metri d'altezza regnano solo il silenzio e la dignità degli abitanti di Gualdo di Castelsantangelo - VIDEO

C'è silenzio. Lassù a mille metri di altezza c'è silenzio e fa freddo. Fa freddo anche in una mattina di ottobre dove il cielo è terso e le nuvole non esistono. Qui, a Gualdo di Castelsantangelo sul Nera, c'è ancora gente. Ma ci sono ancora, apparentemente indelebili, i segni del terremoto che ha devastato oltre un anno fa questa piccola frazione. 

Difficile trovare una casa rimasta in piedi. Anzi, è praticamente impossibile. Risalendo la strada da Castelsantangelo, incontri solo macerie. Zone rosse e macerie. Tutto com'era oltre un anno fa. Esattamente com'era un anno fa. A parte undici casette di legno, dove hanno trovato riparo una manciata di cittadini. 

Abbiamo provato a chiedere loro come vanno le cose. Nessuno ha voglia di parlare. Un'anziana signora ci dice "noi siamo stati fortunati... laggiù c'è gente ancora in mezzo a una strada". Lo stesso ribadisce un'altra signora che esce dalla sua casetta: "Non c'è niente da dire... c'è chi dorme ancora nelle roulotte...". Le casette sono quasi un quartiere nuovo, tre in basso e otto un po' più in alto. Manca ancora un'area di aggregazione, dove poter trascorrere qualche momento insieme per una partita a carte e per fare quattro chiacchiere. "Ci hanno promesso che presto sarà completata anche quella" ci dicono. 

Difficile non pensare a quando, fra pochi giorni, qui farà buio alle 4 del pomeriggio. Quando le temperature scenderanno a picco e il freddo si farà pungente. Ma qui il freddo, quel freddo che ti entra dentro, fino all'anima ed è difficile da combattere e scacciare non arriva con l'inverno. CI siamo chiesti quante difficoltà incontra questa gente per andare a fare la spesa, per comprare un giornale o un pacchetto di sigarette... Non siamo riusciti a darci risposte. Qui c'è una intera comunità a rischio. 

Nel tempo che siamo rimasti, abbiamo incontrato appena 4-5 persone e 3 militari che si sono fermati al ristorante dell'Erborista, unico luogo di aggregazione rimasto, una tappa che bisognerebbe fare non foss'altro per dare un segnale di vicinanza a queste persone. Perchè oggi niente rompe un silenzio che fa più rumore di una folla urlante. Non sappiamo se esistano ricette o bacchette magiche per trovare una soluzione per questa gente. Ma sappiamo che non si può perdere altro tempo.

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