Sono state aperte in data odierna le offerte pervenute nell’ambito dell’asta indetta per il bando che assegnava in concessione d’uso onerosa quattro locali situati nel centro di Macerata.
Nel dettaglio si trattava dell’ex bar Venanzetti, ex fotografo ed ex pizzeria, ubicati sotto al palazzo degli Studi e l’ex Maracuja, che si trova in piazza Vittorio Veneto.
Sono giunte all’Amministrazione Provinciale offerte per le due attività concernenti l’esercizio di somministrazione di alimenti e/o bevande, ovvero l’ex bar Venanzetti e l’ex Maracuja; mentre non sono pervenute richieste per le altre due porzioni immobiliari.
Ad aggiudicarsi in via provvisoria i suddetti locali, concessi in affitto come da bando per la durata di nove anni (con prelazione in caso di rinnovo), è stato un unico soggetto: Marco Cecchetti.
Il Dirigente competente ora effettuerà gli accertamenti di rito previste dalla normativa vigente sulle dichiarazioni rese dall’aggiudicatario, e poi potrà procedere con l’aggiudicazione definitiva.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che, purtroppo, nelle ultime 24 ore si sono verificati 10 decessi correlati al Covid-19.
Nel Maceratese si rileva una vittima registrata all'ospedale del capoluogo di provincia, una 94enne di Tolentino.
Nelle strutture ospedaliere dell'Anconetano sono sei i decessi: si tratta di una 86enne di Cerreto d'Esi, di un 67enne di Cupramontana e di un 70enne di Fabriano spirati all'ospedale di Jesi; una 87enne di Ancona ha perso la vita all'Irnca mentre una 94enne dorica si è spenta a Torrette; all'Inrca di Osimo se n'è andato un 92enne del luogo.
All'ospedale di Pesaro si è verificato il decesso di una 90enne di Urbania, mentre presso la Residenza Valdaso è spirato un 91enne di Montegranaro.
Una vittima anche al nosocomio di San Benedetto del Tronto, dove si è spenta una 78enne di Ostra Vetere.
Dall'inizio della pandemia, nelle Marche hanno perso la vita a causa del Covid-19 1996 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (810), mentre sono 339 quelle totali nella provincia di Macerata.
Secondo i dati complessivi, nel 96,1% dei casi le vittime presentavano patologie pregresse e la loro età media è di 82 anni.
Per la ricostruzione pubblica post-sisma 2016 sono stanziati 2,2 miliardi di euro e le opere pubbliche fino ad oggi finanziate dalle ordinanze sono 1.288. Nel 2020 la spesa effettiva erogata per i cantieri pubblici è stata di 283 milioni di euro, facendo registrare un +39% rispetto al 2019.
Numeri che sono stati forniti dal commissario straordinario Giovanni Legnini, a margine dell'intesa sottoscritta oggi per rafforzare la vigilanza sugli appalti pubblici.
A firmarla sono stati il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Giuseppe Busia, il Presidente dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, Domenico Arcuri, il Commissario Straordinario per la Ricostruzione, Giovanni Legnini, e i presidenti delle regioni coinvolte, Marco Marsilio per l’Abruzzo, Nicola Zingaretti per il Lazio, Francesco Acquaroli per le Marche, e Donatella Tesei per l’Umbria.
Una delle principali novità dell’accordo riguarda il coinvolgimento dei presidenti delle Regioni, in qualità di Vice-Commissari, sia per il ruolo delle Regioni nella ricostruzione delle aree interessate dal sisma, sia per la funzione di coordinamento verso i soggetti attuatori e delle centrali di committenza, ferma restando la supervisione del Commissario Straordinario.
Altra novità riguarda la verifica di legittimità preventiva dell’UOS, l’Unità Operativa Speciale dell’Anac, che si concentrerà sugli interventi più rilevanti e sull’esecuzione dei contratti, con riguardo anche al rispetto delle disposizioni in materia di trasparenza. Un’attività che già nei mesi scorsi ha portato a una drastica riduzione del contenzioso legale sugli appalti legati alla ricostruzione.
Per consentire una più efficace azione di supporto, anche a seguito dell’incremento delle procedure di gara registrato negli ultimi mesi, sono state individuate le nuove soglie del valore economico sopra le quali si svolgerà il controllo degli atti di gara: 350.000 euro per affidamento di lavori; 100.000 euro per affidamenti di servizi e forniture, compresi quelli di ingegneria e architettura, e la progettazione; 100.000 euro per i subappalti in caso di lavori di oltre 1 milione di euro.
Potranno essere sottoposti a verifica preventiva anche schemi di bando per l’invito degli operatori economici riguardanti l’affidamento di servizi tecnici e lavori. Nel protocollo si introduce, infine, la possibilità da parte del Commissario Straordinario di richiedere un parere preventivo all’Autorità per l’emanazione delle ordinanze speciali in deroga, ai sensi dell’art. 11 del ‘decreto semplificazione’.
Legnini ha ricordato, inoltre, che a fine dicembre scorso i lavori conclusi erano 126, vale a dire +50% rispetto al 30 giugno sempre del 2020. Sempre in materia di numeri, l'Unità operativa speciale (Uos) - fa sapere l'Anac - ha avviato 460 procedure vigilate, a partire dal protocollo del dicembre 2016. Arrivando ad emettere più di 1.200 pareri. Lo scorso anno le procedure vigilate sono state 208, e 680 pareri emessi, con un tempo medio di circa 3 giorni lavorativi dal ricevimento della documentazione.
20 tirocini retribuiti in azienda, dedicati a 14 giovani e 6 adulti in cerca di occupazione residenti, nel territorio della diocesi di Fabriano-Matelica.
Ecco l'obiettivo del Progetto "Lavoro & Dignità" messo in campo e finanziato interamente dalla Cartias che in momento così particolare ha scelto di porre l'attenzione verso coloro che vivono in condizioni di vulnerabilità e disagio socio-economico. Le candidature saranno aperte fino al 28 febbraio e sarà sufficiente scrivere una mail all'indirizzo caritas@fabriano-matelica.it (allegando il curriculm Vitae, il Certificato Storico Lavorativo e l'Isee aggiornato) oppure presentandosi direttamente alla sede della Caritas sita in via Fontanelle n.63 di Fabriano. ( ogni martedì dalle 9:30 alle 12)
“L’iniziativa è stata resa possibile grazie ai fondi elargiti dall’8x1000 – ha spiegato il Direttore della Caritas Don Marco Storna - vogliamo dare come Chiesa una risposta concreata alle esigenze del nostro territorio che in questa fase è martoriato dalla crisi del lavoro”.
“I fondi che abbiamo ricevuto serviranno appunto per pagare i 20 tirocinanti selezionati e durante questo mese raccoglieremo le domande che tutti possono effettuare presentando i documenti richiesti come il Certificato storico lavorativo , l’Isee e il curriculum vitae – ha precisato - allo stesso tempo abbiamo già iniziato a dialogare con le imprese alle quali stiamo presentando il nostro progetto”.
Un’iniziativa rivolta a tutte le persone disoccupate e inoccupate residenti nel territorio della Diocesi: “Nel pratico il tirocinio durerà i classici 6 mesi e la Caritas si farà carico dell’intera retribuzione senza alcun costo quindi per l’azienda – ha annunciato Don Marco - al termine di tale periodo auspichiamo che vi sia, successivamente, una possibilità concreta di assunzione”.
La pandemia in atto ha inevitabilmente mutato molto quella che era la normale quotidianità di tutto il tessuto economico-sociale che oltre ad arrancare nel presente sta cercando di costruirsi una prospettiva a tutti i livelli: “E’ importante dare una prospettiva professione ad un persona che magari ha un famiglia a carico; quindi la sfida che ci siamo posti, tramite il progetto ‘Lavoro e Dignità’ è proprio questa, ovvero cercare di dare risposte per l’immediato futuro – ha aggiunto il direttore della Caritas -Durante questi sei mesi vogliamo seguire non solo i soggetti destinatari della borsa lavoro ma anche le stesse aziende. La nostra intenzione è quella di rappresentare un ponte tra questi due mondi e per farlo vogliamo dare un segnale forte mettendoci la faccia in pieno stile Caritas”.
“Il nostro progetto sta partendo ora ma già nei mesi scorsi avevamo fatto delle riunioni con i rappresentanti della varie associazioni di categoria del territorio per esporgli la nostra idea – ha illustrato Don Marco - ora attendiamo la risposta delle singole aziende”.
Un messaggio di speranza incisivo che arriva in un momento quanto mai delicato e che ha come obiettivo anche quello di catturare l’attenzione degli organi istituzionali che stanno fronteggiando gli effetti negativi di questa emergenza sanitaria: “se riusciamo a capire sia le risorse che le criticità di tale progetto, il nostro obiettivo sarà anche quello di sensibilizzare le istituzioni rispetto al nostro lavoro – ha concluso Storna - noi ora cerchiamo di dare delle piccole risposte però poi dovremo consegnare agli organi preposti le grandi domande derivanti da questo momento storico così complesso”.
"Siamo per un’economia circolare, che parta dalla riduzione della produzione di rifiuti, la raccolta differenziata spinta e lo smaltimento in mano pubblica. Tutte valide alternative all'incenerimento. Pertanto chiediamo che Antonio Pettinari riconvochi immediatamente l’Assemblea ATA n. 3 e metta all’ordine del giorno la revoca delle Delibere n. 9 e 10 del 26 giugno 2020, in quanto atti da rivedere nella loro interezza".". È quanto dichiarano, in un comunicato stampa congiunto, i Comitati Uniti contro il merito e il metodo di individuazione della nuova discarica maceratese.
Si tratta della onlus Nuova Salvambiente, del Comitato Corridonia Green - No discarica, del Comitato No Discarica Matelica e del Comitato Quartiere Zona B Pollenza.
Secondo i cittadini che compongono questi comitati la situazione ha come responsabile un unico nome e cognome: "Nel suo doppio ruolo di Presidente della Provincia e di Presidente dell’A.T.A. 3, il sig. Antonio Pettinari, lo scorso 26 giugno, ha proposto ai Sindaci, che hanno votato a maggioranza, l’approvazione di una graduatoria di 70 siti potenzialmente idonei ad ospitare la discarica provinciale di rifiuti urbani - scrivono i Comitati Uniti -. La notizia, data a caldo dalla stampa, non certo dal sig. Pettinari o dai Sindaci ai loro cittadini, ha permesso alle persone di attivarsi per la consultazione degli atti: i pochi resi accessibili nonostante le delibere riguardassero tutti soggetti pubblici".
"Abbiamo così scoperto, con orrore, che le aree giudicate idonee ad ospitare la mega discarica si sovrappongono con inquietante precisione a luoghi dove oggi sorgono abitazioni familiari con i loro giardini, floride aziende agricole, spesso a conduzione biologica, aree archeologiche e luoghi storici, stalle di centinaia di capi di bestiame, ristoranti, agriturismi, vigneti di altissimo pregio che valorizzano vitigni autoctoni e non solo (un esempio per tutti, il Verdicchio di Matelica), perfino i luoghi leopardiani - aggiungono -. E’ evidente che anche il più pacifico dei cittadini, o la più comprensiva delle aziende agricole, di fronte alla possibilità concreta di vedere il proprio ambiente di vita e di lavoro diventare l’immondezzaio provinciale, siano spinti a reagire".
"E non per una presa di posizione egoistica, sintetizzata con l’acronimo “Nimby” (non nel mio giardino!), come si vuole far credere, ma perché con una procedura silenziosa avviata nel 2017, sono stati calpestati i più elementari diritti civili. Tutto questo è inaccettabile - tuonano i Comitati Uniti -. Non è un caso, quindi, che l’opaca, illogica e carente procedura adottata per l’individuazione dei siti, da parte della Provincia e dell’A.T.A. n.3, guidate entrambe dal sig. Pettinari, sia stata impugnata con ben 12 ricorsi al TAR".
"Ricorsi depositati da Enti Locali, Comitati di residenti, aziende, titolari di attività economiche che vedono compromesso il loro stesso futuro - affermano i quattro Comitati -. I ricorsi parlano chiaro: sono state violate o falsamente applicate leggi e decreti legislativi, è stata portata avanti una procedura con la massima disinvoltura, manifestando eccesso di potere per difetto di istruttoria, manifesta illogicità e irragionevolezza, omessa integrazione del contraddittorio e per mancata preliminare Valutazione Ambientale Strategica. Sono stati quindi violati i principi di economicità, efficienza, efficacia, trasparenza, legalità, buon andamento, imparzialità e trasparenza".
Viale Eustachio, la via dello shopping settempedano, si rifà il look. Il Comune di San Severino Marche ha dato il via al cantiere per la manutenzione straordinaria del marciapiede sul lato sinistro, quello opposto al caratteristico porticato, nel tratto compreso tra l’incrocio con viale Bigioli e via Virgilio da San Severino. In una seconda fase verrà poi rifatto anche il marciapiede nel tratto tra quest’ultima via e via Gorgonero.
La Polizia Locale provvederà ad istituire il divieto di sosta e fermata in tutta l’area del cantiere. I lavori, per un importo complessivo di poco superiore ai 90mila euro, sono stati affidati all’impresa Fernando Del Bello di Tolentino.
I due tratti di marciapiede attualmente sono dotati di cordoli in cemento armato prefabbricati e pavimentazione in pietrini. Lungo tutto il marciapiede sono distribuite anche diverse aiuole delimitate da un cordolo sopraelevato rispetto alla pavimentazione.
Gli interventi di manutenzione straordinaria previsti permetteranno il recupero dei cordoli danneggiati e in alcuni tratti non più presenti con la loro sostituzione con nuovi cordoli in travertino molto più resistent ma anche la riqualificazione funzionale di tutto il marciapiede con il superamento delle barriere architettoniche tramite la creazione di adeguati scivoli in corrispondenza degli attraversamenti pedonali. Lungo tutto lo sviluppo del marciapiede sarà realizzato un percorso tattile funzionale alla fruizione delle persone non vedenti.
Sarà inoltre rifatta la pavimentazione che verrà sostituita con marmettoni in calcestruzzo e verranno rimosse le siepi e ridotte le aiuole che saranno interessate dalla piantumazione di nuovi agrifogli.
Una nuova sala lettura nella struttura della ex centrale elettrica in zona Ponte.
Infatti a seguito del sisma che ha danneggiato Palazzo Fidi, storico edificio che ospitava la Biblioteca Filelfica, l’Amministrazione comunale ha deciso di utilizzare la ex centrale elettrica situata proprio sotto il Ponte del diavolo quale sede di una sala di lettura dove sarà possibile, leggere, studiare, connettersi a internet, grazie al collegamento wifi, consultare libri e per i più piccoli approfittare della sala per ragazzi.
L’inaugurazione e l’apertura è prevista per mercoledì 10 febbraio. Nei prossimi giorni verranno resi noti orari e particolari organizzativi su cui stanno lavorando sia l’Assessore alla Cultura Silvia Tatò che l’Ufficio Cultura del Comune di Tolentino.
Nel precedente articolo, avevamo evidenziato come con la nostra regione 'arancione', i contagi avessero rallentato la discesa rispetto all'ultima settimana passata in zona gialla.
Ed è necessario notare che anche questa volta è accaduto un qualcosa di simile.Vediamo come il numero dei sintomatici sia stato stabile la scorsa settimana dove si sarebbe dovuto registrare l'effetto della zona arancione rispetto alla discesa della precedente che rispecchiava i giorni in zona gialla.
Anche nei prossimi sette giorni vedremo gli effetti della zona arancione e prossimamente ritorneranno gli effetti di quella gialla. I contagi sono invece in calo del 10% circa , ma vedendo i sintomatici stabili non è un buon segno: significa che lo screening è meno efficace e si stanno perdendo più casi positivi. Il tasso dei sintomatici risale verso un valore del 13%.A livello nazionale i contagi sono stati stabili congiuntamente ad una discesa di ricoveri , terapie intensive e decessi.
Tornando alla classifica regionale, le Marche rimangono nella parte bassa della classifica mentre Basilicata e Valle D'Aosta si avvicinano ad andare sotto i 100 casi per milione di abitanti. La maglia nera va a Bolzano che continua ad avere un altissimo numero di contagi. La Lombardia che è stata a lungo una regione critica, forse anche grazie al famoso errore di calcolo che l'ha piazzata in zona rossa si ritrova ad essere una delle migliori.
Nel rispetto delle norme anti-Covid che purtroppo non hanno consentito neanche di offrire il classico rinfresco, il Vice Questore Maurizio Marcucci è stato salutato con una cerimonia solenne dal Questore Vincenzo Trombadore e i Funzionari Dirigenti della Questura di Macerata, per aver raggiunto la meritata pensione.
Una lunga carriera iniziata 34 anni fa con il primo incarico alla Questura di Cuneo ove ha ricoperto compiti di Dirigente D.I.G.O.S., di Funzionario Addetto alla Divisione Anticrimine e Squadra Mobile. Successivamente, quello di Dirigente dell’Ufficio Personale della medesima Questura con concomitante incarico di Dirigente la Sezione Polizia Postale di Cuneo sino al novembre del 1994 quando è stato assegnato al Compartimento Polizia Stradale per le Marche di Ancona ove ha ricoperto l’incarico di Direttore del 1° Settore.
Dal dicembre 1998 ha assunto l’incarico di Funzionario Addetto alla Sezione Polizia Stradale di Ancona sino all’aprile dell’anno 2000 quando è stato trasferito alla Questura di Macerata per svolgere le funzioni di Dirigente delle Volanti, di Vice Capo Gabinetto e Responsabile Ufficio Stampa.
Dal giugno del 2003, ha ricoperto l’incarico di Dirigente D.I.G.O.S. mantenendo gli ulteriori incarichi di Vice Capo Gabinetto – Responsabile Ufficio Stampa e Dirigente dell’Ufficio Personale sino al novembre del 2006 allorché veniva destinato allo svolgimento dell’attuale funzione di Dirigente dell’Ufficio Immigrazione con contestuali compiti di Funzionario Sovrintendente la Sezione Polizia Postale di Macerata e successivi, concomitanti incarichi di Dirigente dell’Ufficio Tecnico Logistico Provinciale e di Dirigente Supplente la Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale.
Nel dicembre del 2016, gli è stata concessa l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana con attestato consegnatogli dal Prefetto di Fermo in considerazione della stima e dell’ottima reputazione di cui gode per l’impegno dimostrato nelle attività di servizio essendogli riconosciuto un alto senso del dovere e uno spirito di sacrificio per essersi efficacemente adoperato, tra l’altro, in soccorso delle popolazioni alluvionate in Piemonte nell’anno 1994 e di quelle terremotate nelle Marche sia nell’anno 1997 che nel 2016. In detta occasione, per l’attività di responsabile del coordinamento di tutte le forze di polizia impegnate nei servizi di ordine e soccorso pubblico, svolta in Provincia di Macerata a seguito del grave sisma dell’ottobre 2016, gli è stato tributato sia un Encomio, sia l’ulteriore attestazione di pubblica benemerenza da parte del Dipartimento della Protezione Civile.
Il Questore dottor Vincenzo Trombadore, nel saluto, ne ha tracciato il percorso dentro l’Istituzione ricordando la competenza, la professionalità e l’equilibrio nelle tante mansioni espletate in questi anni a servizio della collettività.
Da citare anche i numerosi servizi di tutela dell’ordine pubblico svolti dal predetto funzionario che gli sono valsi anche gli attestati di benemerenza per lungo impiego in tali servizi sia di primo che di secondo livello da parte del Capo della Polizia tra cui i più importanti eseguiti dal dottor Marcucci: il vertice di Napoli denominato “3° Global Forum“ del 17 marzo 2001, servizi in Val di Susa nell’area cantiere T.A.V, la “manifestazione per la casa” tenutasi in Roma il 12 aprile 2014, l’Expo di Milano del 2015 e il Giubileo straordinario della Misericordia in Roma sempre nell’anno 2015 entrambi qualificati come “Grandi eventi”.
“Nell’assolvimento dell’incarico di Dirigente dell’Ufficio Immigrazione, il funzionario, animato da spirito di iniziativa, massima competenza e zelo, ha sempre operato con piena dedizione ottenendo lusinghieri apprezzamenti ministeriali per gli ottimi risultati raggiunti e l’elevata capacità professionale manifestata. Basti citare la gestione degli onerosi impegni scaturiti dalla ben nota emergenza profughi che, soprattutto nel mese di luglio del 2015, aveva fortemente interessato anche questo capoluogo registrando un esponenziale arrivo di cittadini pachistani c.d. “extra sbarchi” con picchi di presenze che toccavano anche le 30/35 unità i quali stazionava vano per giorni e notti innanzi la sede dell’Ufficio Immigrazione al fine di richiedere protezione internazionale causando gravose ricadute sulla intera attività dell’Ufficio.
Solo la più che efficace e tempestiva azione amministrativa posta in essere riusciva a decantare possibili e negativi risvolti sull’ordine e la sicurezza pubblica”, ha concluso il questore.
Novità in casa Lilt Macerata: si è costituito il nuovo consiglio direttivo della sezione provinciale nella riunione del 23 novembre scorso.
La Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori - LILT - opera senza fini di lucro con il compito istituzionale di diffondere la "cultura della prevenzione" (primaria, secondaria e terziaria) come metodo di vita.
La nuova compagine maceratese, già molto attiva da anni per le visite di prevenzione oncologica, vede alla presidenza Barbara Capponi, Gioia Castronaro vice-presidente, Marcello Pannelli tesoriere, Barbara Mariggiò, Andriana Steta e Moreno Desideri Morosini consiglieri.
L’obiettivo principale è rinascere dopo le difficoltà logistiche legate al terremoto e all’emergenza sanitaria mondiale ancora in atto.
La presidente, psicologa e assessore alle politiche sociali del Comune di Civitanova Marche, è volontaria Lilt da molti anni e concreta sostenitrice del mondo del terzo settore. la "La priorità di tutto il direttivo - afferma Barbara Capponi - è ricompattare la compagine sociale in questo momento di grave difficoltà e ricostruire e implementare i servizi per i soci con una rete sempre più ampia di professionisti per le visite di prevenzione secondo la mission statutaria".
L'intero direttivo ringrazia il suo predecessore, dr. Francesco Aureli, sia per l’impegno profuso che per l’appoggio".
La presidenza di Macerata ha già incontrato in videoconferenza il presidente nazionale Lilt Francesco Schittulli insieme a tutti i presidenti provinciali e coordinatori regionali; in un secondo incontro si è invece relazionata con i soli presidenti della Regione Marche e con il coordinatore regionale Rosa Brunori.
Il nuovo direttivo ha ringraziato tutti gli altri attori regionali che hanno immediatamente messo in moto un confronto reciproco e collaborante nell'ottica di un lavoro congiunto per Lilt Marche.
Il prossimo step è un incontro a cui la presidente provinciale parteciperà in settimana per confrontarsi con il Presidente Nazionale le sezioni del centro Italia.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 5958 tamponi: 3848 nel percorso nuove diagnosi (di cui 2024 nello screening con percorso Antigenico) e 2110 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari all'8,7%).
I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 333 (110 in provincia di Macerata, 62 in provincia di Ancona, 49 in provincia di Pesaro-Urbino, 23 in provincia di Fermo, 44 in provincia di Ascoli Piceno e 45 fuori regione).Questi casi comprendono soggetti sintomatici (38 casi rilevati), contatti in setting domestico (71 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (82 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (27 casi rilevati), contatti in ambienti di vita/socialità (10 casi rilevati), contatti in setting assistenziale (5 casi rilevati), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (11 casi rilevati), screening percorso sanitario (3 casi rilevati). Per altri 86 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 2024 test e sono stati riscontrati 79 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 4%.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si evidenzia un notevole decremento rispetto alla giornata precedente: incidenza all'8,65% oggi rispetto al 19,12% di ieri.
Ricoverati per covid in aumento nelle Marche secondo l'aggiornamento del Servizio Sanità della Regione: sono 612, +5 rispetto a ieri. Un aumento e legato ai pazienti in reparti non intensivi che sono 394, +10 su ieri, mentre quelli in terapia intensiva sono 68 (-4 rispetto alle ultime 24 ore) e quelli in area semi intensiva sono 150 (-1 rispetto a ieri).
Nelle ultime 24 ore ci sono stati, inoltre, 29 dimessi. In aumento di due unità gli ospiti di strutture territoriali (224), mentre le persone nei pronto soccorso (tecnicamente non comprese tra i ricoverati) sono scese da 32 a 27.
"Oggi, per la prima volta dopo tanto tempo, registriamo il dato del primo giorno della settimana che fa notare un incremento rispetto alla precedente: più 5 casi sintomatici. La scorsa erano 33 e questa 38. Il numero dei sintomatici infatti è, tra gli altri, il dato di riferimento per il calcolo dell'indice Rt. Un incremento, quello registrato oggi, che non deve allarmarci ma che va visto con la massima attenzione". Così il presidente regionale Francesco Acquaroli in un post su facebook.
Dato il perdurare della situazione di pandemia il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi, lasciando a ogni parroco la valutazione della specifica situazione parrocchiale, che presenta aspetti molto diversificati nelle varie zone del territorio diocesano, ha dato alcune indicazioni generali:
“Sembra saggio per ora rimandare la Benedizione delle famiglie a dopo Pasqua – ha spiegato Marconi - . D’altra parte questa è già prassi tradizionale in altre diocesi, dove si parla di Benedizione Pasquale delle famiglie con l’acqua benedetta nella notte di Pasqua”.
È opportuno – ha continuato il vescovo - continuare a rendersi vicini alle famiglie usando tutti i mezzi tecnici di cui ci siamo avvalsi in quest'anno: telefono, Internet (chat, streaming, social...), video, radio, TV etc. Come già accade, se una famiglia chiede che la si vada a trovare per una preghiera o un conforto umano e spirituale, siccome tutti hanno diritto a invitare un amico, “anche il parroco è tuo amico”. Perciò come insegna il Vangelo, nel rispetto di tutte le norme e precauzioni (e secondo le concrete possibilità), se chiamati i sacerdoti possono andare e portare il conforto e la benedizione del Signore.
Se le famiglie vogliono dare una offerta per i poveri e le necessità della parrocchia, come si usava fare in Quaresima, non manca certo la possibilità di partecipare alla Messa e di lasciare al parroco la propria offerta”.
La Regione Marche è tornata oggi ufficialmente ‘in zona gialla’ e per molti bar e ristoranti è stato il momento di riaprire le porte nuovamente ai propri clienti seppur sempre con numeri ridotti.
Nell’ultimo weekend ‘arancione’ non sono comunque mancanti i serrati controlli anti-covid delle Forze dell’Ordine nella provincia di Macerata che si sono concentrati soprattutto sui locali situati lungo il litorale. (leggi l’articolo)
Nello specifico gli agenti della Compagnia Carabinieri di Civitanova Marche hanno monitorato oltre ottantuno attività commerciali, sanzionandone due, tra cui il ‘Bar Jolly’ in corso Vittorio Emanuele poiché trovato aperto oltre l’orario consentito e beccato con degli avventori intenti a consumare bevande nelle immediate vicinanze.
“Sono venuti nella serata di sabato a fare un controllo, intorno alle 19, mentre stava pulendo il mio locale e in quel momento era presente solo una persona all’esterno che stava bevendo – racconta il titolare Pier Paolo Vergari - in una situazione normale avrei la licenza per chiudere alle 2 della mattina quindi non credo di aver commesso alcun tipo di reato se un qualsiasi cliente consuma il suo drink, per di più sul marciapiede, mentre mi sto preparando ad abbassare le serrande”.
Un pugno duro da parte delle Forze dell’Ordine sferrato proprio in prossimità del ritorno della Marche in zona gialla: “Non me la sento sinceramente di dire ai miei avventori di spostarsi di 200 metri come consigliato dalle Autorità– dichiara - quando un cliente esce dal mio locale può comportarsi come meglio crede e io non posso arrogarmi il diritto di obbligarlo a fare nulla. Ecco perché penso che queste imposizioni siano assurde”.
Fase decisamente ondivaga quella che stanno vivendo tutte le attività ristorative del territorio, costrette a far i conti con regole che cambiano di settimana in settimana: “Oggi secondo la legge è possibile consumare al tavolo mentre ieri era un problema che un cliente sostasse fuori –osserva Vergari -la situazione per noi che lavoriamo si è fatta insostenibile considerando che con le nostre attività manteniamo delle famiglie – e aggiunge - Da come sono stati riportati i fatti sembra che davanti al mio bar ci fossero non so quante persone invece la verità è che ce n’era una solamente”.
“Preciso che mi hanno fatto un verbale, dove c'è una sanzione ammnistrativa e un periodo di chiusura entrambi non definiti, per il quale ho 30 giorni per fare ricorso – sottolinea il titolare di Bar Jolly - Aspettiamo quindi l’esito della mia contestazione e nel frattempo non ho motivo di chiudere il locale in quanto se vincessi il ricorso non avrebbe senso farlo ora”
Si tratta quindi di un lockdown perdurante quello vissuto da questo specifico segmento economico che dopo quasi un anno ancora deve tornare alla normale quotidianità lavorativa: “Siamo vessati da controlli e francamente non capisco il motivo di questo braccio di ferro – illustra Vergari - Per noi è stato ed è un periodo disastroso. La mia attività è aperta tutto il giorno ad iniziare dalle colazioni passando poi per l’ora dell’aperitivo che per noi è un momento importante – prosegue – è sempre stata un occasione in cui molta gente veniva anche per cenare in quanto la nostra proposta è molta ricca e variegata; ovvio quindi che in questa situazione, dove si impone la chiusura alle 18, personalmente ho perso tutta questa fascia congiuntamente a quella del dopocena”.
“Ora il lavoro è diventato snervante anche per l’ansia derivante dai controlli anti covid e tutte le regole dei dpcm che cambiano in continuazione - precisa il proprietario del bar di Corso Vittorio Emanuele- Tutto ciò sta disorientando anche gli stessi clienti che ogni volta ci chiedono come comportarsi in quanto hanno paura di intercorrere in sanzioni. Ecco il clima che si sta creando – chiosa – il mio locale è un realtà civitanovese affermata da oltre 50 anni e per il futuro mi auspico che vengano rivisti questi vincoli di chiusura alle 18 perché, se pensiamo anche ai ristoranti, tali limitazioni diventeranno distruttive per tutto il settore”.
Implementazione e potenziamento dei sistemi di videosorveglianza: prosegue il “Progetto Scuole Sicure”.
Il progetto, approvato dalla Prefettura, prevede l’installazione di telecamere ad alta risoluzione nei pressi del terminal degli autobus e in via Cioci. Si tratta delle stesse che sono state posizionate, negli ultimi mesi del 2020, nei pressi del Monumento alla Resistenza e nei pressi di piazza Pizzarello e collegate alla centrale operativa della Polizia locale.
Le telecamere, quattro, saranno fondamentali per contrastare i fenomeni criminosi o di illegalità come quelli legati allo spaccio di sostanze stupefacenti e, in questo periodo di emergenza sanitaria, anche per evidenziare eventuali assembramenti.
"Grazie al progetto 'Scuole Sicure' avremo un maggiore controllo in luoghi sensibili come quelli del terminal degli autobus e di via Cioci e in questo modo implementiamo e rafforziamo il presidio del territorio – ha detto il sindaco Sandro Parcaroli -. Proprio lo scorso 2 ottobre, insieme al prefetto Flavio Ferdani, abbiamo firmato il protocollo d’intesa relativo alla prevenzione dei fenomeni di spaccio nei pressi degli istituti scolastici".
"Si tratta di un progetto importante che ci permette di implementare la sicurezza e il controllo del territorio con una particolare attenzione ai nostri giovani – ha aggiunto l’assessore alla Sicurezza e alla Polizia locale Paolo Renna -. Si è aggiunto un altro tassello in una zona che in passato è balzata alle cronache per arresti relativi allo spaccio".
"I punti in cui sono stati posizionati gli occhi elettronici sono stati individuati in accordo con la Questura e con tutte le forze di polizia – ha spiegato il comandante della Polizia locale Danilo Doria -. Il monitoraggio permetterà di tenere sotto osservazione sia i fenomeni di spaccio e gli assembramenti ma anche la viabilità. Le telecamere infine sono collegate con le centrali operative oggetto del Protocollo d’Intesa sottoscritto con la Prefettura".
Questa prima parte del progetto, del valore di 16mila euro e portata avanti dalla Polizia locale di Macerata, è il primo passaggio del Progetto “Scuole Sicure” e sarà interamente finanziata dal Ministero dell’Interno.
Il sindaco di Civitanova Marche Fabrizio Ciarapica ha ricevuto oggi a Palazzo Sforza, Niccolò Lapo Latini, 22 anni, civitanovese che da 4 anni vive a Milano.
Niccolò è un Direttore Creativo, si occupa di progettazione e direzione di campagne pubblicitarie per brand del settore della moda e di progetti editoriali per testate giornalistiche, sempre dello stesso settore.
Ha pubblicato su giornali importanti come "L’Officiel Italia", "L’Officiel Paris" (dove è stato il più giovane Direttore Creativo Italiano ad essere pubblicato), "L’Officiel Russia", "Schön Magazine" (Inghilterra) "Kein" (Germania).
Con il progetto “Buio II” (tema covid 19 in Italia - lockdown - contestazioni sollevate dal settore ristorazione), realizzato in collaborazione con il fotografo Emanuele Ferrari, tra i primi 5 fotografi italiani per importanza, arriva a pubblicare sulla rivista Purple France a Parigi, risultando il Direttore Creativo più giovane di sempre ad esserci stato inserito.
Uscirà nel mese di Febbraio il suo progetto “American Dream” per il giornale Wonderland (Londra) in collaborazione con il giornalista e photo reporter del giornale Liberation France, Boby Odieux, in cui verrà rivisitato un trittico delle opere più celebri di Banksy come tributo a USA 2021 (analisi socio-economica degli Stati Uniti post elezioni Biden vs Trump).
"Non possiamo che essere orgogliosi di questo nostro giovanissimo concittadino a cui auguro un futuro ricco di soddisfazioni e di sogni realizzati. Ho chiesto a Niccolo’ di non dimenticare mai la sua Civitanova, ma anzi di trovare l’occasione per coinvolgerla in qualche suo progetto importante" ha concluso Ciarapica.
"Un gesto nobile, che mi ha emozionato". Così Andrea Giampaoli, titolare della pizzeria Amarcord, commenta la colletta di 400 euro organizzata da un agente di polizia del distretto di Civitanova Marche per pagare la multa comminata - la scorsa settimana - al 58enne Giovanni Ricci, affetto da distrofia muscolare
Multa elevata all'uomo da agenti in borghese, per aver bevuto un caffè all'interno della pizzeria (leggi qui).
"Un gesto che sottolinea solidarietà e vicinanza al caso di Giovanni - ha aggiunto Giampaoli -. Vi comunico che la sorella di Ricci non vuole collette nè donazioni per la causa, anzi ci teneva a sottolineare che, se volete fare una donazione, siete invitati ad indirizzarla alla lega del Filo d’Oro. La dignità e l’umiltà di questa famiglia è ammirabile".
Il Sindaco di Caldarola, Luca Maria Giuseppetti, tira un sospiro di sollievo per i suoi concittadini alle prese con le pratiche di ricostruzione post terremoto.
Infatti è giunta la notizia nelle ultime ore che i responsabili BPER, hanno avviato l’iter di convenzione con ABI e, presumibilmente dalla seconda metà di febbraio potranno essere avviati, anche nella sede caldarolese, tutti i documenti per finanziare i lavori di ricostruzione.
Una bella notizia per i cittadini di Caldarola.
L’ufficio Servizi anagrafici e demografici del Comune di Civitanova Marche ha aggiornato i dati della popolazione residente al 31 dicembre 2020, sulla base delle schede individuali. Questo lavoro dell’Ente avviene sulla base dei movimenti che si registrano in Comune durante l'anno e ora confluirà all’Istat, che successivamente elaborerà i dati ufficiali calcolati in base all'aggiornamento derivante dal censimento.
Il totale dei residenti è di 42.523 persone (20260 la popolazione maschile e 22263 quella femminile), nel 2019 erano 42.688. Era il 2016 quando Civitanova raggiunse l’ambita soglia dei 42 mila abitanti (42251) lasciandosi alle spalle i 41.983 abitanti del 2015, e da allora la curva è solo salita fino al 2019, con un calo nel 2020 di 165 persone. Nel totale: 42.354 (anno 2017), 42.479 (anno 2018), 42688 (anno 2019).
Questa la composizione della popolazione per fasce di età. Da 0 a 19 anni: 7405. Da 20 a 34 anni: 6575. Da 35 a 54 anni: 12818. Da 55 a 74 anni: 10971. Da 75 e oltre: 4754, totale: 42523. I nuovi nati sono 281 e 480 le persone decedute (230 uomini e 250 donne).
Le famiglie sono 18.158, con almeno uno straniero sono 2226, con intestatario straniero 1602, convivenze anagrafiche 7 (ex art.5 D.P.R. 223/1989), convivenze di fatto 23 (costituite ai sensi della legge n. 76/2016).
Salgono a 4.485 gli stranieri residenti di cui 1990 uomini e 2.495 donne, mentre risultano 37 persone senza fissa dimora. Entrando nel dettaglio sono 281 i nati, 131 maschi e 150 femmine, di cui 136 nel comune, 141 in altro comune e 4 all’estero.
Gli iscritti per immigrazione (Italia/estero) sono 1303 di cui 641 sono maschi e 662 donne, mentre sono 1229 i cancellati per emigrazione sia in Italia che all’estero, di cui 663 maschi e 566 femmine. In 176 hanno acquisito la cittadinanza italiana (100 maschi e 76 femmine).
Per quanto riguarda le nazionalità, la comunità più numerosa continua ad essere quella cinese 796, Albania 203, Bangladesh 218, Marocco 170, Pakistan 615, Romania 696, Ucraina 291, Tunisia 126, Polonia 98, Federazione Russa 105, Filippine 86, Senegal 73, Brasile 59, Nigeria 49, Argentina 32, Afghanistan 56, Bulgaria 55.
I dati sono stati elaborati dall’addetta all’ufficio elettorale Stefania Cesaretti, in collaborazione con la responsabile del settore Anagrafe e funzionario Servizio Risorse Umane, dottoressa Paola Recchi.
"Dopo aver assistito al servizio giornalistico, richiesto dal gruppo ”Su la Testa”, andato in onda sul programma Striscia la notizia, supponiamo che i giornalisti stessi siano stati male informati. In merito alla ricostruzione dello stabile dell’Inrca, date le numerose inesattezze emerse dal servizio ci sentiamo in dovere di dare la reale ricostruzione dei fatti e delle questioni sollevate dal servizio stesso". È quanto comunica in una nota il sindaco di Appignano Mariano Calamita, a seguito della messa in onda del servizio all'interno dello storico programma pre-serale di Canale Cinque (leggi qui).
"I tempi dichiarati dall’atto di cessione sono stati travisati in quanto si è parlato del 2002 mentre il vero atto di compravendita è del 07 ottobre 2005 - spiega Calamita -; non vogliamo assolutamente giustificare l’importante distanza temporale ma dobbiamo avere la consapevolezza dell’enorme mole di documenti e passaggi politico/amministrativi intercorsi e tuttora necessari per la prosecuzione del progetto".
"La tanto decantata polizza fideiussoria, garanzia dell’esecuzione dei lavori, non è assolutamente scomparsa dall’atto di vendita né tanto meno si è estinto il dovere dell’INRCA di rilasciarla e di conseguenza, il diritto della Fondazione Falconi di pretenderla - aggiunge il sindaco di Appignano -. Questo in seguito agli atti interruttivi della prescrizione che regolarmente sono stati fatti a tutela e che pertanto escludono l’esistenza del danno erariale. Va detto comunque, che anche qualora la Fondazione Falconi avesse avuto in mano la fideiussione, non avrebbe potuto incassare la somma garantita di circa 900.000 euro, perché l’INRCA, avendo avviato i lavori, non è di fatto inadempiente".
"Non è nemmeno il mero trascorrere del tempo a poter essere considerata fonte di danno erariale. Come noto, a seguito delle precarie condizione dell’immobile ceduto, il fondato rischio per la comunità appignanese era che l’INRCA potesse abbandonare il progetto di ricostruzione, chiedendo la risoluzione del contratto per eccessiva onerosità sopravvenuta. Ciò è stato evitato grazie all’impegno manifestato dagli amministratori che nel corso degli anni hanno agito con senso di responsabilità istituzionale e in collaborazione con tutti gli enti coinvolti" sottolinea ancora Calamita.
"L’eventuale abbandono del progetto, da parte dell’INRCA, avrebbe comportato e comporterebbe tuttora un ingente danno economico-patrimoniale. Qualora infatti dovesse realizzarsi un tale scenario, la comunità si vedrebbe privata di oltre 3,5 milioni di euro assegnati dallo Stato esclusivamente all'istituto anconetano e finalizzati alla ricostruzione del nuovo presidio di Appignano" continua il primo cittadino.
"La stessa l’Inrca ha poi mantenuto fede al protocollo d’intesa sottoscritto in data 9 dicembre 2008, mantenendo attivi nel nostro comune parte dei servizi ospitati nell'ex presidio. Tutto ciò grazie anche alla preziosa collaborazione del Comune di Appignano e della Fondazione Falconi. In merito alla faziosità - replica Calamita - con cui vengono citati i 50.000 euro annui per far assistere i nostri anziani non autosufficienti fuori dal nostro comune, come il Gruppo di Minoranza sa bene, le somme che vengono stanziate a bilancio garantiscono la fornitura continuativa di servizi assistenziali di qualità sul nostro territorio".
"Nonostante questo, è continuo il lavoro di tutti gli enti coinvolti per un ulteriore miglioramento ed ampliamento dei servizi socio-assistenziali, quali ad esempio la volontà di ottenere il riconoscimento di alcuni posti di Residenza Protetta nel nostro comune - puntualizza il sindaco -. Invitiamo il Gruppo di Minoranza a consultarsi con le famiglie degli assistiti per toccare con mano la bontà del servizio erogato così potranno togliersi qualsiasi dubbio sul numero dei posti letto disponibili che non sono di fatto 8, come detto nel servizio, bensì 10 ma soprattutto rincuorarsi sul fatto che l'assistenza infermieristica e socio-assistenziale rispettano gli standard previsti dalla normativa vigente".
"Il nostro Gruppo di maggioranza Costruiamo insieme – Calamita Sindaco, è aperto al dialogo ma soprattutto, a differenza di quanto il gruppo di minoranza ci contesta, siamo aperti a qualsiasi e libera forma di espressione democratica purché contenga contenuti veritieri e non altri fini. Lo vogliamo chiarire perché siamo molto preoccupati del fatto che questo enorme clamore mediatico possa avere degli effetti negativi andando a incrinare gli attuali rapporti di collaborazione tra Inrca, Fondazione Falconi e Comune, rapporti che fino ad oggi hanno consentito l’attuale erogazione del servizio. Qualora ciò accadesse sarebbe molto grave così come la responsabilità di chi avesse eventualmente contribuito" conclude Calamita.
Il Servizio Sanità della Regione Marche ha comunicato che nelle ultime 24 ore sono stati testati 1439 tamponi: 988 nel percorso nuove diagnosi (di cui 534 nello screening con percorso Antigenico) e 451 nel percorso guariti (con un rapporto positivi/testati pari al 19,1%).
I positivi nel percorso nuove diagnosi sono 189: 13 in provincia di Macerata, 143 in provincia di Ancona, 19 in provincia di Pesaro-Urbino, 3 in provincia di Fermo, 5 in provincia di Ascoli Piceno e 6 fuori regione.
Questi casi comprendono soggetti sintomatici (32 casi rilevati), contatti in setting domestico (44 casi rilevati), contatti stretti di casi positivi (63 casi rilevati), contatti in setting lavorativo (11 casi rilevati), contatti in ambienti di vita/socialità (4 casi rilevati), contatti in setting assistenziale (3 casi rilevati), contatti con coinvolgimento di studenti di ogni grado di formazione (5 casi rilevati), screening percorso sanitario (2 casi rilevati).
Per altri 25 casi si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Nel Percorso Screening Antigenico sono stati effettuati 534 test e sono stati riscontrati 9 casi positivi (da sottoporre al tampone molecolare). Il rapporto positivi/testati è pari al 2%.
Dal punto di vista percentuale, nel rapporto tra il numero di tamponi processati nel percorso nuove diagnosi e il numero di contagiati, si evidenzia un incremento rispetto alla giornata precedente: incidenza al 19,12% oggi rispetto al 14,41% di ieri.
Ricoverati per covid in aumento nelle Marche secondo l'aggiornamento del Servizio Sanità della Regione: sono 607, +6 rispetto a ieri. Una diminuzione legata ai pazienti in reparti non intensivi che sono 384, +6 su ieri, mentre quelli in terapia intensiva sono 72 (numero invariato rispetto a ieri) e quelli in area semi intensiva sono 151 (numero invariato rispetto a ieri).
Nelle ultime 24 ore ci sono stati, inoltre, 20 dimessi. In diminuzione gli ospiti di strutture territoriali (da 224 a 222), mentre le persone nei pronto soccorso (tecnicamente non comprese tra i ricoverati) sono salite da 23 a 32.