Mercoledì 21 settembre alle ore 21 si terrà a Civitanova, presso piazza Gramsci, un flash-mob aderente al comitato promotore della marcia Perugia-Assisi contro la guerra e per costruire la pace, dal titolo: ”Fermate questa guerra“.
La manifestazione è organizzata in occasione della giornata internazionale della pace promossa dall’Onu e si collega idealmente alle migliaia di altre manifestazioni che si terranno in questo giorno in tutte le nazioni del mondo, anche in quelle oppresse da regimi politici dittatoriali.
Il flash-mob prevede interventi e letture di riflessione sull’esigenza di un nuovo e forte impegno per la pace da realizzare non solo nei rapporti tra gli Stati, ma anche nelle comunità locali e nelle città. Interverrà il presidente dell’Università per la Pace Mario Busti.
A questa iniziativa hanno aderito a Civitanova Marche Amnesty International Macerata, Arcigay comunitas Ancona, Caritas Civitanova Marche, Centro interculturale Italo-Peruviano, Comitato 29 Luglio, Comunità Nigeriana locale, Dipende da Noi, Donne di Mondo, gruppo volontari Macerata, Emergency, Fiab Marche, lista Ascoltiamo la città, Refugees Welcome Italia-Macerata, Sentinelle del Mattino APS, Sted, gli scout Civitanova M.1 e 2 , Civitanova Alta 1, Veder crescere con il dialogo. Si unirà alle riflessioni sulla pace, Olena Larina, suonando con il suo violino canzoni popolari ucraine e sarà accompagnata dai musicisti de Il Palco.
Il coordinamento dei comitati Centro Italia sisma 2016 si schiera compatto con il commissario alla ricostruzione, Giovanni Legnini, chiedendo che mantenga il suo ruolo.
“In questi giorni assistiamo ad un animato confronto con dichiarazioni scomposte di alcuni politici di diverso colore in merito alla permanenza, nel suo incarico, dell’attuale commissario straordinario alla ricostruzione delle zone terremotate nel 2016/17".
"Questo Coordinamento dei Comitati del cratere terremotato ha come scopo di occuparsi esclusivamente della pratica ricostruzione post terremoto e non ha mai avuto orientamenti o simpatie politiche, ma in questo momento è seriamente preoccupato per eventuali sostituzioni nell’incarico suddetto o addirittura per la soppressione della struttura commissariale”.
Così, in una nota il gruppo di coordinamento che riunisce tra gli altri i comitati maceratesi: 30 Ottobre Tolentino, Associazione Le Pale Camerino, Comitato Rivas Pieve Torina, Associazione Visso Futura, Concentrico Camerino, Help SOS San Severino Marche, Io non crollo Camerino, Ricostruiamo Fiastra, Viviamo Castelsantangelo e Alto Nera, Torniamo a Ussita, Gruppo di San Ginesio.
“Le difficoltà in merito all’applicazione della legge per il finanziamento della ricostruzione, passando attraverso governi politicamente diversi, non sono certamente finite, spiegano. Siamo arrivati al sesto anno dal terremoto del 2016 e al tredicesimo dal sisma del 2009". “Dopo quattro anni di paralisi normativa finalmente l’avvento dell’attuale commissario ha messo in moto la ricostruzione del centro Italia con una serie di semplificazioni normative e attuative e una attenzione particolare ai problemi locali, risolti solo tramite il confronto diretto”.
“L’attuale commissario, infatti, ha mostrato grande competenza, iniziativa e concertazione con la popolazione e i loro rappresentanti sindaci di ogni colore politico. Sarebbe irresponsabile smantellare proprio ora una struttura commissariale che anzi andrebbe consolidata per il grande lavoro svolto in essa da collaboratori che hanno piena conoscenza di problematiche e rapporti diretti con tutti i comuni del cratere. Sarebbe assurdo sostituire un commissario capace di interloquire con le istituzioni nazionali con la sua competenza normativa”.
“Non vogliamo che un eventuale “spoil system” con un cambio di guardia bloccasse l’enorme lavoro di semplificazione e sostegno svolto negli ultimi anni e vanificasse le speranze di chi attende di rivedere la propria casa”, proseguono nella nota.
“Se è vero che il commissario ha programmato una gestione dei finanziamenti del sisma verso una gestione regionale essa è ancora lontana dall’essere operativa e passa attraverso una approvazione del Testo Unico (di più di 200 ordinanze e leggi emanate) e all’approvazione del Codice della Ricostruzione, ora solo legge delega”.
“In ogni caso l’attuale struttura commissariale è l’unica cosa concreta e affidabile nel percorso della ricostruzione post terremoto e dovrebbe mantenere una funzione centrale anche per il futuro. Questo Coordinamento dei comitati presenti nel cratere dunque è pronto nuovamente a scendere in campo come fatto in passato se si dovesse profilare un blocco della già tardiva e difficile ricostruzione”.
Un contributo per le spese scolastiche di 70 euro per ogni alunno iscritto alla scuola media. È quanto ha stabilito, attraverso una delibera di giunta, l'amministrazione comunale di Caldarola per "dare un segnale di sostegno alle famiglie".
"Negli ultimi anni, a causa delle conseguenze del sisma del 2016, della pandemia di Covid-19 e in generale delle difficoltà socio-economiche, la tendenza già in atto dello spopolamento delle aree interne è andata incrementandosi - spiega il sindaco Luca Maria Giuseppetti -. L’attuale situazione economica, caratterizzata dai consistenti aumenti del costo dei beni primari e dai forti rincari delle utenze, sta mettendo a dura prova le famiglie".
"Tra le esigenze di ogni nucleo, in particolare, vi è anche quella di sostenere gli oneri crescenti derivanti dalla frequentazione scolastica dei propri figli, quali quelli per l’acquisto dei libri, del materiale didattico e di quant’altro occorre agli studenti che frequentano la scuola secondaria di primo grado" ha aggiunto il primo cittadino.
"Per ottenere l’erogazione del contributo sarà sufficiente comunicare il proprio Iban al Comune, tramite l’apposito modello predisposto a disposizione presso gli Uffici comunali e scaricabile sul sito Istituzionale" conclude Giuseppetti.
L’amministrazione comunale di Matelica, guidata dal sindaco Massimo Baldini, esprime cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime causate dal maltempo degli ultimi giorni.
"La nostra città è stata colpita in maniera importante dal nubifragio di giovedì, con danni in tutto il territorio – commenta il primo cittadino – nulla a che vedere però con quanto successo a pochi chilometri da noi, dove le piogge hanno causato disagi ben più gravi e purtroppo anche delle vittime. Un’alluvione che è l’ennesimo duro colpo al territorio marchigiano. Mi auguro che le istituzioni regionali e nazionali confermino l’impegno già espresso nel sostenere i comuni più colpiti".
A Matelica la situazione al momento è sotto controllo, ma sono stati giorni difficili in cui operai comunali, forze dell’ordine e volontari hanno lavorato 24 ore su 24, di giorno e di notte, per risolvere le varie problematiche e mettere in sicurezza le strade invase dal fango. La situazione più critica si è registrata in zona Crinacci, dove una parte di terreno a lato della strada ha ceduto provocando una voragine di diversi metri.
"Abbiamo cercato di intervenire tempestivamente tra centro abitato e frazioni, ma i danni erano veramente tanti e diffusi ovunque – spiega il sindaco – ci scusiamo per eventuali ritardi negli interventi, ma confermo che il personale impegnato in questa emergenza ha dato veramente il massimo. Li ringrazio per quanto fatto e per quanto c’è ancora da fare. Il lavoro non è infatti finito ed è in corso anche in questi momenti. Raccomandiamo prudenza sulle strade di campagna e invitiamo i cittadini a segnalare al Comune eventuali problematiche".
Il senatore Francesco Battistoni, sottosegretario del Ministero alle politiche agricole, alimentari e forestali, ha visitato questa mattina i territori colpiti dalla drammatica ondata di maltempo nel nord delle Marche.
“Oltre ad esprimere la più sentita vicinanza alle famiglie delle vittime, alle popolazioni ed alle imprese danneggiate, ho voluto assicurare la vicinanza del Governo all’agricoltura martoriata da questa eccezionale ondata di maltempo - ha detto il Sottosegretario -. Ho visto terre ferite da danni disastrosi, ma anche delle comunità orgogliose, determinate a rialzarsi subito e ripartire".
"Il fondo di solidarietà, con le prime risorse immediatamente stanziate dal Governo, va rimpinguato per fronteggiare l’emergenza. Ma dobbiamo anche mettere in campo interventi veloci ed incisivi per favorire la ripresa del settore agricolo. In gioco non ci sono solo la distruzione del raccolto presente ma anche del prossimo. Molti pozzi d’irrigazione sono stati distrutti o pesantemente danneggiati dai nubifragi. È impensabile costringere imprese ed agricoltori a ripetere ex novo procedure che possono durare addirittura anni. Vanno approvate nell’immediato misure agevolate che azzerino la burocrazia e consentano al settore di rimettersi in carreggiata e tornare subito a produrre”.
"Mamma e papà non mi hanno mai creduto" ha raccontato agli agenti una giovanissima di Ancona, quando 3 anni fa, appena divenuta maggiorenne, ha deciso di denunciare il fratello, andando a raccontare la sua storia in Questura. La ragazza ha dichiarato di essere stata vittima di abusi sessuali da parte del suo fratello maggiore per anni.
La scelta di denunciare sarebbe giunta anche per l'ansia di proteggere la sua sorellina minore che aveva da poco compiuto 8 anni. Perchè proprio ad 8 anni il fratello maggiore avrebbe iniziato ad abusare di lei.
Questa vicenda, sulla quale è stata avviata un'indagine, è purtroppo una delle troppe vicende che vedono i minori vittime di abusi sessuali intrafamiliari. Gli studi svolti sull argomento sono concordi nel ritenere che gli abusi sessuali sui minori avvengono nel 70% dei casi proprio all'interno della famiglia e tra le persone conosciute e di cui il minore si fida.
Per un bambino raccontare un abuso è un evento altamente stressante che richiede del tempo. Spesso il racconto non viene affrontato direttamente poichè il minore teme l’abusante, o viene da lui minacciato, o ha paura di non essere creduto. Normalmente la confessione viene fatta alla madre, ad un insegnante o al migliore amico di scuola.
Quando la vittima riesce a “liberarsi” dell’accaduto raccontandolo all’adulto protettivo, solitamente la madre, dovrebbe trovarsi di fronte alla più importante figura di riferimento: quella in grado di confrontarsi con il trauma e con le sue conseguenze, dotata della la capacità di provvedere immediatamente alla tutela del minore.
Si è constatato invece che la tendenza sistematica è quella di negare comportamenti abusanti da parte di un membro della famiglia: si “preferisce” attribuire il racconto a fantasie di un' adolescente, o a supposti "fraintendimenti", tentando di minimizzare l’accaduto.
Spesso vengono trascurati quegli indicatori di abuso sessuale, comportamenti e segnali immediati di sofferenza che il bambino manda, e la reazione di incredulità prevale. I racconti di abuso di un minore dovrebbero essere sempre indagati e approfonditi da parte delle figure di riferimento che ne vengono a conoscenza, con l'aiuto di operatori con una adeguata formazione e competenza tecnica.
Anche laddove emerga che l’abuso sessuale non c’è realmente stato (tuttavia gli esperti sottolineano che solitamente quando un bambino confida un abuso, non mente) la narrazione esplicita di eventi sessuali subiti è comunque indice di un malessere del minore che deve essere analizzato insieme a professionisti del settore.
Un percorso diagnostico in campo psicologico, o pediatrico o ginecologico che possono confermare la diagnosi di abuso sessuale, devono essere attivati dalla preoccupazione dell’adulto più vicino al minore; preoccupazione che è anche un obbligo di intervento e di protezione gravante sul genitore che, in quanto tale, assume una posizione di garanzia in ordine alla tutela dell’integrità psicofisica del figlio.
Anche i volontari dell’associazione Macerata Soccorso in aiuto delle popolazioni colpite dall’alluvione che ha funestato nei giorni scorsi le Marche, in particolar modo le zone del Senigalliese e del Pesarese.
Una delegazione del gruppo è partita ieri alla volta di Barbara (Ancona) con due automezzi fuoristrada, di cui uno dotato di pompa idrovora. “Appena arrivati, ci siamo subito coordinati con i vigili del fuoco, ha spiegato il responsabile di Macerata Soccorso Sauro Salvucci. I pompieri ci hanno, quindi, dirottati in un’azienda che era stata completamente invasa dal fango e dai detriti".
"Un panorama davvero surreale e apocalittico quello che abbiamo visto a Barbara e nelle zone limitrofe, la furia del fiume si è portata via tutto trascinando con sé ciò che ha trovato nel suo cammino”.
L’associazione di volontari è stata impegnata praticamente per tutta la giornata di ieri nell’Anconetano e nei prossimi giorni tornerà nelle zone colpite dall’emergenza.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all'avvocato”. In questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato tematiche riferibili ai rapporti tra condomini che spesso e volentieri vanno a deteriorarsi per comportatemi incivili di alcuni nei confronti di altri. Il caso di specie scelto è di un lettore di Macerata che chiede: “A quale responsabilità può andare incontro il condomino che per dispetto ed inciviltà butta le cicche delle sigarette ed altra spazzatura sul terrazzo sottostante?
A tal proposito risulta utile portare un caso giuridico terminato in Cassazione, nel quale un condomino era stato vittima di dispetti del proprio vicino con il balcone sopra al proprio tanto da far diventare il piano inferiore come “immondezzaio” con lanci di cicche di sigarette, carta ed altri oggetti.
I giudici della Suprema Corte, con sentenza n.16459/2013, hanno ritenuto inammissibile il ricorso proposto dal condomino incivile, il quale si era visto condannare in secondo grado per i reati di cui agli artt. 81 cpv e 674 cod. pen., avendo arrecato molestia al condomino del piano inferiore.
Difatti, la condotta del ricorrente è stata qualificata non soltanto "incivile", ma considerata una fattispecie integrante il reato di "getto pericoloso di cose", ex art. 674 c.p., secondo cui è punito "chiunque getta o versa in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte ad offendere o imbrattare o molestare persone, ovvero, nei casi non consentiti dalla legge, provoca emissione di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare tali effetti".
Si ricorda che quello in analisi è un tipico reato contravvenzionale, punibile indifferentemente a titolo di dolo o colpa; pertanto, ne risponde chiunque abbia agito volontariamente ovvero per semplice negligenza o leggerezza.
I giudici della Cassazione precisano che sì «la contravvenzione di “getto pericoloso di cose” non è configurabile quando l’offesa, l’imbrattamento o la molestia abbiano ad oggetto esclusivamente cose e non persone» ma «ai fini della configurabilità del reato di “getto pericoloso di cose” non si richiede che la condotta contestata abbia cagionato un effettivo nocumento, essendo sufficiente che essa sia idonea ad offendere, imbrattare o molestare le persone», e in questa vicenda è certo che «il getto ha interessato il balcone», cioè «un luogo abitualmente frequentato dalle persone che abitavano l’appartamento».
Pertanto, in risposta al nostro lettore, risulta corretto affermare che: "Integra il reato di getto pericoloso di cosa chiunque getta o versa nel balcone sottostante cicche di sigarette, carta o altro oggetto atto ad offendere o imbrattare o molestare persone”(Cass. Pen., Sez. III, sentenza n. 9474/18). Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima
Caro energia, caro vita, crisi economica: una sorta di mantra nefasto che ciclicamente si torna a recitare in Italia. A più riprese, infatti, durante questi primi 22 anni del nuovo millennio ci si è dovuti confrontare con gli effetti dell’ultima significativa crisi finanziaria (2007-2008), e con una ventina di giravolte politiche e altrettanti governi. Ritrovandoci oggi a fare i conti con una profonda instabilità sociale e una sempre più probabile austerity che non si vedeva dal bienno ’73-’74.
Mentre qualche grande imprenditore riesce a tenere botta al punto da potersi permettere una candidatura alla Camera, i piccoli e medi sono costretti nuovamente a fare il punto su come fronteggiare una situazione che - a meno di significativi interventi di media e lunga gittata - rischia di rallentare in maniera sensibile la produzione, con conseguenze drammatiche per i lavoratori.
La Lead Time s.p.a. (fondata nel 1932 come Fonderia Farabolini, e poi convertita nel febbraio 2000) è azienda leader nel Maceratese come nel resto della regione nella produzione di strumenti in ghisa destinate (fra i vari) al settore agricolo, meccanico ed eolico. Situata in un’area di 60.000 m2 (di cui 10.000 al coperto) a pochi km dal centro di Caldarola, l’impresa si è evoluta nell’arco di quasi un secolo arrivando a coprire importanti richieste sul mercato nazionale e internazionale, sposando contemporaneamente una visione produttiva sempre più efficiente in termini di sicurezza, sostenibilità e impatto ambientale.
Lo conferma Enrico Papa, direttore impianti ed energy manager, da 16 anni alla Lead Time: un arco temporale nel quale si dovuto confrontare prima con la crisi del 2008 (“La nostra produzione scese del 75%, solo nel 2010 abbiamo potuto riprendere a pieno regime, ma con quasi la metà delle ore di lavoro rispetto al passato: da 15 ad 8”) e con la pandemia degli ultimi due anni.
“Fortunatamente - spiega Enrico - l’azienda è rimasta chiusa per pochi giorni, perché alcuni clienti dei settori strategici chiedevano di riattivare la produzione. La cosa curiosa è che il costo delle materie prime è iniziato a salire da luglio del 2021, e poi nell’autunno dello stesso anno è stata la volta delle bollette di luce e gas. Quindi ritengo che la guerra in Ucraina e le sanzioni a Putin c’entrino ben poco: possono aver favorito l’escalation, ma il processo era già in atto”.
Anche sugli effetti della pandemia, l’energy manager nutre forti dubbi. “Penso che l’attuale crisi sia da imputare ai 20 anni di immobilismo politico nostrano e a scelte discutibili di carattere europeo su alcuni aspetti fondamentali, come quello di non slegare il costo dell’energia da quello del metano: oggi paghiamo persino quella solare, che tecnicamente sarebbe a costo zero”.
“Sia a livello regionale che nazionale - continua Papa - non ci sono stati interventi significativi, a prescindere dagli schieramenti. Forse un timido tentativo di rilanciare l’occupazione giovanile, ma anche lì poco rilevante”. E sulla proposta di nuovi incentivi alle imprese, risponde: “Possono aiutare, ma di base serve un piano strategico utile a tutti quanti e con prosepttive lungimiranti. Mario Draghi può non piacere, fatto sta che il PIL dell’Italia (sembra strano) è in crescita rispetto a quello di altri paesi europei come la Germania”.
Ultimo giro, le elezioni del 25 settembre. “Sono seriamente preoccupato: non vedo un esito positivo. Nessuno schieramento politico ha una visione sui principali temi veramente progressista. E’ la stessa storia che si ripete: promesse che riempiono la bocca, ma poi in realtà nessuno sa o è interessato a concretizzarle. Il reddito di cittadinanza, per esempio, è stato utile alla sopravvivenza di qualcuno, ma doveva essere gestito meglio. Sono nati tanti furbetti, che spesso ci siamo ritrovati anche ai colloqui di lavoro qui alla Lead Time: venivano a chiederci di essere pagati in nero, per poter continuare a percepire il reddito. Ahimè, persone anche molto giovani: il che rimanda a un problema culturale ormai ben radicato nella mentalità degli italiani”.
Di seguito, il servizio:
Seconda notte di ricerche, ancora senza esito, degli ultimi due dispersi dopo l'alluvione del 15 settembre nel Senigalliese, in provincia di Ancona. I soccorritori hanno lavorato anche la scorsa notte alla luce delle fotoelettriche.
Si cercano il piccolo Mattia, di 8 anni, e la 56enne Brunella Chiù, mentre è salito a 11 il numero delle vittime accertate. Ieri è stato recuperato e identificato il corpo di Michele Bomprezzi, 47 anni, fratello dell'ex sindaco di Arcevia.
In mattinata era stata ripescata nel fiume Misa a Serra de' Conti la sua auto. Sempre ieri il direttore dell'Ufficio Scolastico regionale Marco Ugo Filisetti si è recato in visita al liceo Perticari di Senigallia, la scuola frequentata da un'altra delle vittime; la 17enne Noemi Bartolucci.
Sono comunque ore di superlavoro per i vigili del fuoco in tutte le Marche, colpite ieri da un'ondata di maltempo, per altro prevista da un allerta meteo della Protezione civile regionale.
Nel Maceratese i disagi maggiori si sono verificati nella zona del Camerte, Fiuminata e Matelica. Nel Pesarese si contano i danni provocati da una tromba d'aria. Alberi schiantati dal vento si sono abbattuti sulle auto, fortunatamente senza conseguenze sulle persone, a Jesi e Fano.
Dopo la violenta ondata di maltempo che ha colpito anche il Comune di San Severino Marche il prefetto di Macerata, Flavio Ferdani, ha voluto personalmente effettuare un sopralluogo in città.
Accompagnato dal primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, il rappresentante del governo sul territorio ha fatto visita ai luoghi maggiormente colpiti dove sono stati registrati i maggiori problemi, in particolare in diverse strade e a ponte Sant’Antonio, uno degli ingressi della città, dove si è lavorato notte e giorno per evitare l’esondazione del fiume Potenza che, carico di acqua a causa delle piogge, ha portato a valle diversi tronchi insieme a fango e detriti.
Intanto si continua a lavorare per liberare numerose le strade dalla terra, dai rami e dai tronchi degli alberi che si sono schiantati a terra. I tecnici dell’ufficio Manutenzioni e gli operai di diverse ditte specializzate incaricate dal Comune hanno effettuato numerosi interventi, anche nel pomeriggio di oggi, in località Marsciano e in località Pitino, due tra le aree periferiche gravemente danneggiate dalla violenta ondata di maltempo.
Il capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ha firmato l'ordinanza che disciplina i primi interventi urgenti in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che hanno interessato, in questi giorni, soprattutto alcuni territori delle province di Ancona e Pesaro-Urbino.
L'ordinanza, tra le altre misure, nomina il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, commissario delegato e prevede misure per garantire l'assistenza della popolazione.
"Abbiamo centinaia di uomini e donne del volontariato di protezione civile e delle strutture operative al lavoro sul territorio - ha detto Curcio - ma in momenti difficili come questi è importante anche dare velocemente al territorio un quadro normativo di riferimento”.
“Il Consiglio dei Ministri ha decretato ieri lo stato d'emergenza e come Dipartimento abbiamo lavorato incessantemente per chiudere già oggi questa prima ordinanza che, oltre a nominare il commissario delegato, consente l'erogazione del contributo di autonoma sistemazione, a quei cittadini la cui abitazione abbia subito danni o sia stata sgomberata, e i primi interventi necessari per la messa in sicurezza del territorio".
La Provincia di Macerata, a seguito degli eventi meteorologici straordinari che hanno colpito il territorio in queste ultime ore, si è attivata sin da subito con tutti i mezzi possibili per ripristinare la situazione viaria, garantire la circolazione stradale e mettere in sicurezza le arterie di propria competenza. I disagi maggiori si sono registrati nei territori comunali di Camerino, Cingoli, Apiro, Montelupone e Montecassiano.
A seguito di controlli, sopralluoghi e verifiche, al momento è stato interrotto in transito sulla strada provinciale 141 cimitero Palentuccio – Sant’Erasmo – Seppio dal km 3+700 al km 3+900 per frane nella zona delle sorgenti Figareto. Le criticità maggiori interessano, inoltre, la strada provinciale 25 Cingolana, la provinciale 2 Apirese e la provinciale 94 Piampalente. Il monitoraggio per garantire la sicurezza lungo le strade provinciali continuerà anche nelle prossime ore.
Il maltempo con le ingenti quantità di acqua cadute nella tarda mattinata di sabato 17 settembre, insieme alle forti raffiche di vento, hanno creato non poche difficoltà anche a Tolentino. Il sindaco, Mauro Sclavi, per questo motivo aveva istituito, proprio nei giorni scorsi, il COC, il centro operativo comunale della Protezione Civile per dare il proprio apporto in caso di emergenza.
Le varie squadre del settore manutenzioni dell’Ufficio Lavori Pubblici del Comune, insieme ai volontari del gruppo comunale della Protezione Civile sono prontamente intervenuti nei diversi punti dove si sono registrate problematiche.
Da rilevare difficoltà in molte delle strade esterne, nelle contrade e per il vento complicazioni alle recinzioni di diversi cantieri privati per la ricostruzione. In superstrada, nel territorio comunale di Tolentino qualche ramo caduto a terra. Nell’area container si è verificata solo qualche infiltrazione. Un albero è caduto sulla sede stradale in zona Colmaggiore.
Allagato il Palasport “G. Chierici”, fortunatamente l’acqua non ha raggiunto il parquet ed è stata aspirata per evitare eventuali danni ancora più gravi. Controllato anche lo stato di un albero sempre davanti al palazzetto.
Un albero è caduto su un vicino muretto nel parcheggio della ex pesa del Foro Boario, davanti la porta del Ponte. Una tavola è caduta sempre a causa del vento in via Rutiloni creando difficoltà alla circolazione veicolare. Monitorata costantemente la situazione della portata d’acqua del fiume Chienti e la zona del Ponte del diavolo. Un albero caduto in contrada Vicigliano e un albero è caduto anche in zona San Giuseppe sulla provinciale, entrambi sono stati rimossi.
Il sindaco Sclavi, insieme al vicesindaco Pupo e ai colleghi assessori e ai tecnici del Comune ha coordinato tutti gli interventi per eliminare le eventuali criticità venutesi a creare e diverse squadre hanno monitorato tutto il territorio comunale. Al momento sono state risolte tutte le emergenze e nei prossimi giorni si continuerà, se necessario, con interventi risolutivi o di ripristino.
La famiglia Della Valle mette a disposizione della Regione Marche "la somma di un milione di euro a sostegno delle popolazioni colpite" dalla terribile ondata di maltempo che ha interessato la regione Marche. Fa inoltre un appello, si legge in una nota, "a tutto il mondo delle imprese chiedendo di sostenere ed aiutare in tutti i modi possibili le persone e i territori che sono stati duramente colpiti".
Si tratta dell'ennesima azione messa in campo dai Della Valle per aiutare in maniera attiva la propria terra d'origine, in un momento emergenziale. Già durante il periodo pandemico, era stata donata la somma di 5 milioni di euro da destinare ai familiari del personale sanitario che aveva perso la vita nella lotta al Covid-19.
“Angeli del fango” al lavoro in condizioni drammatiche anche per gli animali. Sono le guardie zoofile e i volontari dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) che da ieri mattina operano strenuamente per salvare le vittime a quattro zampe dell’alluvione che si è abbattuta nelle Marche.
Il rifugio Cuori Pelosi di Senigallia, che sorge in zona d’esondazione nonostante le tante richieste al Comune di trovare una sede idonea, è stato evacuato ma due gatti hanno perso la vita.
«È la seconda alluvione, dopo quella del 2014, che colpisce questa struttura», racconta Luana Bedetti, coordinatrice regionale delle guardie zoofile Oipa di Ancona e provincia. «Con i volontari dell’associazione Biagio’s Group e di altre piccole associazioni del territorio siamo abbiamo portato via tutti i cani, ospitati ora in un rifugio dell’associazione Melampo di Fano».
«Uno dei cani, Tobia, sì è ferito ad una zampa ed è stato operato d’urgenza. Gli animali disabili sono stati tempestivamente messi in salvo durante la notte. I gatti salvati sono stati subito dirottati nell’ambulatorio Bastianoni di Marotta, come sempre disponibile per le urgenze del nostro territorio, per poi esser suddivisi in stallo dai volontari».
La catena di solidarietà si è messa in moto anche per gli animali: il gattile Anta di Ancona ha dato la sua disponibilità per accogliere gli animali che le guardie zoofile Oipa e i volontari di Biagio’s Group stanno continuando a ripescare dai detriti di questo disastro, e sono tante le persone di buon cuore che sono accorse per aiutare gli “angeli del fango” dei quattrozampe.
«Speriamo che il Comune di Senigallia allestisca una nuova struttura in un luogo adatto, poiché avere una struttura di quel genere accanto al fiume è già follia, ma non aver trovato una soluzione in quasi 10 anni per poter mettere in sicurezza gli animali ed evitarne così la morte, come già successo nel 2014, è inaccettabile. C’è tanto da costruire e ricostruire per aiutare e chiediamo a tutti di darci una mano», osserva Luana Bedetti dell’Oipa.
Volontari e guardie Oipa proseguono incessantemente nel lavoro di salvataggio e soccorso in condizioni estreme alla ricerca dei dispersi: «Ieri abbiamo recuperato un cane dal fiume e l’abbiamo fatto ricoverare, abbiamo messo in salvo anche altri due cani, sempre tirati su dal fiume, di cui uno con una grossa ferita sotto il collo per il quale abbiamo fatto intervenire l’Asur», conclude Bedetti.
«Diversi cani sono morti nei box, e, se legati, nei terreni e nei giardini. Non smetteremo mai di ricordare che quando ci sono le allerte meteo gli animali vanno spostati dalle zone di pericolo e messi in sicurezza. Anche i gatti lasciati liberi in queste occasioni tragiche possono cercare posti per nascondersi e rimanere lì chiusi o bloccati».
Il prefetto di Macerata Flavio Ferdani in mattinata è arrivato a Matelica per effettuare un sopralluogo sul posto e rendersi conto di persona dei danni causati dal maltempo delle ultime ore. Ferdani è stato accolto dal sindaco di Matelica Massimo Baldini, dal vice Denis Cingolani e dall’assessore ai Lavori Pubblici Rosanna Procaccini.
Dopo un colloquio in Comune, il prefetto è stato accompagnato nei luoghi dove sono stati registrati i maggiori problemi in seguito al nubifragio di giovedì e venerdì notte. Una vera e propria emergenza con il maltempo che in queste ore ha ripreso a manifestarsi con pioggia e forte vento.
Gli operai comunali, i volontari della Protezione Civile e le forze dell’ordine continuano a lavorare per ripristinare i danni e contenere i disagi, mentre in comune si continua a monitorare la situazione con la speranza di un miglioramento delle condizioni metereologiche. Il prefetto Ferdani ha espresso vicinanza e collaborazione, salutando Matelica per poi recarsi nelle altre città del maceratese danneggiate dal maltempo.
"Ringraziamo il prefetto per essere venuto a Matelica in queste ore critiche - commenta il sindaco Baldini – ci scusiamo con i cittadini per i disagi che si sono venuti a creare a causa del maltempo, stiamo cercando di risolvere tutte le problematiche nel minor tempo possibile, ma le zone da coprire sono tante e i danni in alcuni casi molto gravi. Ringraziamo le forze dell’ordine, la protezione civile, la polizia locale, i vigili del fuoco e tutti quei cittadini che volontariamente si sono rimboccati le maniche per aiutarci in questo difficile momento".
Venerdì 23 settembre (ore 17:00), nella frazione di Piediripa, a Macerata, si terrà la cerimonia del 79° anniversario dell'olocausto del Vicebrigadiere dei Carabinieri Salvo D'Acquisto. L'organizzazione sarà curata dall'Associazione Nazionale Carabinieri, Sezione di Macerata, di concerto con il locale Comando Provinciale Carabinieri.
Il ViceBrigadiere Salvo D'Acquisto nel corso della seconda Guerra Mondiale s'immolò per salvare dalla fucilazione 22 ostaggi innocenti catturati dai tedeschi a seguito della morte accidentale di un militare.
D'Acquisto, consapevole della situazione, si assunse spontaneamente la responsabilità dell'attentato e ottenne cosi dai nazisti la liberazione degli ostaggi. I tedeschi lo fucilarono immediatamente sul luogo dove oggi una stele in pietra ne ricorda il sacrificio.Il gesto gli valse la Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria e l'attenzione delle autorità ecclesiastiche per l'innalzamento del Martire alla gloria dell'altare.
Saranno presenti alla cerimonia il prefetto di Macerata Flavio Ferdani, il comandante provinciale dei Carabinieri Ten. Col. Nicola Candido, il comandante provinciale della Guardia di finanza Col. Ferdinando Falco, il nuovo sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, il Questore Vincenzo Trombadore, il generale Tito Baldi Honorati, ispettore regionale dell’Associazione Carabinieri, del presidente dell'Amministrazione Provinciale di Macerata nonché sindaco di Macerata Sandro Parcaroli e del Presidente dell'Associazione Nazionale Carabinieri, Sezione di Macerata Luogotenente Giovanni Colucci, nonchè una ristretta rappresentanza delle medesime Sezioni della provincia e dell'associazioni Combattenstistiche e d'Armi.
L’immagine del territorio marchigiano non viene immediatamente associata alla presenza stabile di consorterie mafiose. Eppure, nella regione, si è evidenziata "la presenza e talvolta l’operatività di affiliati alla criminalità organizzata calabrese, pugliese e della camorra". A rilevarlo è lo studio della Relazione semestrale 2021 della Dia (Direzione Investigativa Antimafia).
Il riscontro si è avuto all’esito di operazioni investigative condotte nel territorio: in particolare "a San Benedetto del Tronto sarebbero stati individuati soggetti riconducibili alla ‘ndrangheta del catanzarese; in provincia di Macerata e a Fermo sarebbero emerse proiezioni riferibili alle cosche del crotonese".
"Nel territorio", si legge ancora nel rapporto della Dia, "si sarebbero registrate anche presenze collegate a sodalizi pugliesi impegnati in un 'pendolarismo criminale' finalizzato alla commissione di reati predatori, nonché a compagini camorristiche. Non solo organizzazioni nazionali" si legge nella relazione Dia.
Viene, inoltre, segnalato come "nella Regione Marche proseguono nella loro attività delinquenziale gruppi criminali di matrice etnica che occupano stabilmente settori legati al traffico di stupefacenti, a reati contro il patrimonio, allo sfruttamento della prostituzione". Tra le matrici più operative, soprattutto nel settore degli stupefacenti, si segnalano la criminalità albanese, quella nigeriana, la pakistana e l’afghana.
Tema caldo per le Marche, è la ricostruzione post-sisma attenzionata poichè a rischio di infiltrazioni malavitose nell’aggiudicazione dei relativi appalti e subappalti sia pubblici che privati. Per contrastare il fenomeno è stato siglato ad Ancona il "Protocollo in materia di criminalità organizzata e terrorismo" tra la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e gli Uffici Giudiziari del Distretto delle Marche, finalizzato ad agevolare lo scambio di informazioni tra gli organi inquirenti per poter intervenire tempestivamente in sede di indagine con l’aggressione di capitali di provenienza mafiosa, "innalzando il livello di prevenzione e soprattutto di repressione".
Il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo di allora in occasione della sottoscrizione dell’ Accordo ebbe a dichiarare che la criminalità mafiosa si muove attraverso numerose figure insospettabili: "Si tratta di mediatori, facce pulite, come professionisti, commercianti, avvocati, che trattano e acquistano per conto della mafia. Il loro prestanome è in genere una persona che non ha precedenti, che non è conosciuta e a volte ha anche un passato economico-finanziario, un soggetto che ha già operato nel tessuto sociale ed economico e che quindi non è sospetto, ma alle spalle ha un’organizzazione mafiosa che lo sostiene".
E ancora: "La mimetizzazione è il meccanismo attraverso il quale opera la mafia nelle Marche. Anche grazie alle connivenze, a quella che chiamiamo la borghesia mafiosa, quella parte della società che appare pulita, mentre in realtà è contigua e collusa, se non addirittura intranea alle mafie. Grazie a un gioco di corrispettivi, il ricavo finisce per essere il collante che lega la borghesia alle mafie".
In chiusura, le parole del dottor Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro che, giunto all’Università Politecnica delle Marche di Ancona nel maggio scorso per la cerimonia di conferimento del dottorato di ricerca honoris causa in Management and law, alla domanda "come prevenire il rischio di infiltrazioni criminali in una regione, come le Marche, dove la ricostruzione post-sisma è appetibile alla criminalità" ha risposto: "Spiegando bene alla gente che in economia non ci sono scorciatoie, che quando ad un imprenditore marchigiano vengono offerti smaltimento dei rifiuti con il ribasso del 40%, manodopera basso costo e sottopagata, con ribassi del 30-40%, vince la mafia: nel breve periodo può sembrare un guadagno, poi nel medio lungo periodo vuol dire drogare l’economia, togliere libertà e quindi anche il sorriso alla gente".
Annullati gli eventi in onore di San Nicola da Tolentino programmati per quest'oggi, sabato 17 settembre. La decisione è stata assunta dall'amministrazione comunale di Tolentino a seguito della proclamazione del lutto su tutto il territorio regionale per l’emergenza venutasi a creare a seguito del maltempo, nel rispetto delle vittime e dei dispersi e in segno di solidarietà alla comunità colpite.
È stato rinviato a data da destinarsi il concerto “Jazz Reunion” in programma al Politeama. La mostra di pittura promossa dal laboratorio dell’arte di Roberto Di Dionisio sarà inaugurata domenica 18 settembre, alle ore 11.30.
Annullato l’evento dedicato alla realtà virtuale e programmato per il pomeriggio in piazza Mauruzi. È stata rinviata a sabato 24 settembre la rievocazione storica della leggenda del Ponte del diavolo.
Infine, anche il team Demood, si stringe alle famiglie delle vittime coinvolte e colpite, annullando la Mood Night. Le manifestazioni sia religiose che civili in programma per domenica 18 settembre, Festa del Perdono, si terranno invece regolarmente.