È stato presentato stamattina alla stampa il progetto di Educativa territoriale “Sulla stessa strada”, voluto dai Comuni di Morrovalle, Monte San Giusto e Montecosaro. L’idea del progetto nasce da una riflessione congiunta dei tre assessorati alle Politiche Sociali sulla necessità di percorrere strategie innovative di fronte alle nuove forme di sofferenza e disagio giovanile.
L’innovazione dell’intervento sta nella forza dell’informalità, nell’incontro tra giovani ed educatori che nasce sulla strada, nella sua accezione positiva di spazio privilegiato di socialità, di comunicazione, di relazioni, luogo dove sviluppare un’azione educativa.
Infatti, il cuore del progetto è rappresentato dalla presenza, sul territorio dei tre Comuni, dell’Educativa di strada, con lo scopo di migliorare la condizione dei singoli adolescenti, prevenire il disagio e avviare processi di crescita positivi intenzionalmente orientati.
«È un progetto che ci sta particolarmente a cuore – ha spiegato il vicesindaco e assessore alle politiche sociali del Comune di Morrovalle Fabiana Scarpetta – un percorso che nasce dalla collaborazione e dalla condivisione tra realtà simili e che si confrontano spesso su questi temi. Volevamo dare una risposta alle fragilità dei nostri ragazzi, fragilità che sono cresciute e si sono modificate con la pandemia».
Gli educatori di strada incontreranno i ragazzi e le ragazze nei luoghi informali della loro quotidianità e del tempo libero: le piazze, i bar, le panchine, l’oratorio, per costruire una relazione di fiducia all’interno della quale possano sentirsi ascoltati, compresi, accettati e valorizzati.
Per creare con loro e non per loro, eventi ed attività dove coltivare interessi, acquisire nuove competenze, scoprire le proprie capacità e talenti. «Un lavoro che è iniziato mesi fa partendo da esigenze che ci accomunano – ha proseguito l’assessore alle politiche sociali del Comune di Monte San Giusto Simona Scopetta – la fascia d’età dei giovanissimi e degli adolescenti, quella tra gli 11 e i 19 anni, viene troppo spesso dimenticata rispetto ai bambini o agli anziani, per questo ci siamo resi conto che c’era la necessità di fare qualcosa. Proviamo a fare la nostra parte, riuscire a intercettare anche solo qualche ragazzo, salvandolo da percorsi devianti, sarà un successo».
Gli interventi di educativa di strada verranno portati avanti creando sinergie e collaborazioni con tutte le realtà dei territori dei tre Comuni. «Abbiamo una responsabilità verso questi giovani – ha fatto eco l’assessore alle politiche sociali del Comune di Montecosaro Stefania Lufrano, affiancata dal vicesindaco Loretta Cardinali – l’adolescenza è una fase delicata dello sviluppo, se non siamo noi ad andare incontro a loro è difficile intercettarne i bisogni e dare loro una mano. Dietro questo progetto non ci siamo solo noi assessori, ma tutta una rete che coinvolge i tre Comuni, enti e associazioni».
La realizzazione del Progetto è stata possibile grazie all’appoggio e al contributo, anche finanziario, dell’Ambito Territoriale Sociale 14 e del Garante Regionale dei Diritti della Persona, rappresentati rispettivamente dal coordinatore d’ambito, dottor Carlo Flamini, e dal garante, dottor Giancarlo Giulianelli.
«Un progetto che segue la linea di un approccio diverso che stiamo avendo a livello regionale su queste tematiche, con uno sguardo più rivolto ai territori – ha rimarcato Giulianelli – speriamo sia un punto di partenza per qualcosa di ancora maggiore: la cosa più bella per un’istituzione è stare materialmente al fianco dei cittadini e dei loro bisogni».
«Spesso ci avventuriamo in maxiprogetti che poi non portano a nulla, ma è importante contrastare la rassegnazione dei nostri giovani – ha ribadito Flamini – non possiamo permetterci di perdere questi ragazzi: dobbiamo recuperare la dimensione della vita di strada in senso positivo, come luogo di relazioni sociali».
Ad agire fisicamente in prima linea sono gli educatori della cooperativa sociale Il Faro. «Abbiamo avviato un progetto analogo nel 2019 a Civitanova con ottimi riscontri – ha spiegato la coordinatrice Irene Ortolani – la parte più difficile è quella iniziale, quella in cui bisogna vincere la diffidenza istintiva del giovane a relazionarsi con uno sconosciuto.
Ma abbiamo visto che pian piano l’educatore diventa un esempio positivo. La nostra equipe, composta di due persone, un uomo e una donna, è già in strada da qualche settimana e sarà sempre la stessa a frequentare i luoghi di aggregazione dei tre Comuni.
Da lì, dagli stimoli che emergeranno dal contatto coi giovani, si partirà per dare vita a laboratori e attività di vario genere che possano in qualche modo stimolare e incanalare i talenti, le aspirazioni dei ragazzi».
In occasione della Giornata Mondiale dell'Ambiente, il Comune di Civitanova Marche riproporrà “Giardini nascosti” evento ideato da “Sentinelle del Mattino”, Società Operaia di Civitanova Alta, in collaborazione con FAI, Pinacoteca Moretti e azienda Teatri di Civitanova. Quest’anno la seconda edizione si svolgerà domenica 4 giugno 2023 a Civitanova Alta, e vedrà l'apertura al pubblico di antichi palazzi, giardini, cortili privati e pubblici del centro storico.
“Proseguono gli appuntamenti organizzati per valorizzare i tesori nascosti del borgo storico – ha spiegato l’assessore al Turismo Manola Gironacci -. Questa ulteriore iniziativa rappresenta un arricchimento della proposta culturale, storica, di accoglienza turistico e ambientale della Città Alta e costituisce quindi un valore aggiunto sul fronte promozionale dell’immagine della nostra città".
"La prima edizione dell’evento è stata molto apprezzata, per cui l’Amministrazione comunale ha voluto sostenere anche quest’anno la manifestazione realizzata in collaborazione con diverse realtà sociali e culturali, che tengo a ringraziare”.
La giornata si articola in una serie di percorsi differenziati dove i visitatori, sotto la guida degli organizzatori, scopriranno spazi interni e scorci nascosti per ammirare le bellezze custodite nei vicoli della città. Ad arricchire la proposta, ci saranno inoltre i ragazzi dell’Istituto Bonifazi con il progetto “Generazioni in dialogo”, visite guidate e percorsi liberi seguendo una “mappa dei tesori” centro storico e performance artistiche in mezzo alle bellezze architettoniche meno note del borgo.
Grande partecipazione, ieri, all’Auditorium della biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata, per il convegno “Protetti insieme” organizzato dal Comune di Macerata – assessorati alle Politiche Sociali e alla Sicurezza e polizia locale -, dalla prefettura, dall’Università, dall’IRCR e dal Forum Italiano per la sicurezza urbana in collaborazione con la Regione Marche.
Il progetto “Protetti Insieme” ha ottenuto il contributo del Fondo Unico Giustizia del Ministero dell’Interno ed è finalizzato alla prevenzione e al contrasto delle truffe nei confronti delle persone anziane.
Ad aprire l’incontro, moderato dalla giornalista Giusi Minnozzi, è stato il vice sindaco e assessore alle Politiche Sociali Francesca D’Alessandro. “È necessario mettere in campo un’opera di prevenzione importante perché l’analisi del contesto sociale del nostro territorio lo impone considerando che su una popolazione di oltre 40mila abitanti, più di 11mila sono over 65 e, di questi, 3318 vivono completamente da soli", ha commentato la D’Alessandro.
“È richiesto un lavoro sinergico di rete ed è compito delle istituzioni attenzionare le fasce più fragili e, dunque, anche la popolazione anziana che è soggetta a fenomeni di isolamento che rappresentano un fattore di rischio".
"L’amministrazione, oltre alle campagne informative e di comunicazione con spot radiofonici, brochure e contenuti social, sta portando avanti anche un percorso dedicato insieme agli amministratori di condominio a supporto delle persone che non hanno una rete familiare: un progetto che si svilupperà nel tempo con la collaborazione, anche, delle parrocchie e dei circoli per anziani”.
A seguire, il prefetto di Macerata Flavio Ferdani ha evidenziato quanto in provincia sia in crescita il numero delle persone anziane dato anche l’allungamento della vita. In questo quadro le istituzioni hanno il dovere di tutelare chi subisce la truffa ed è necessario approfondire i fenomeni criminosi che colpiscono le persone fragili e causano, di conseguenza, una diminuzione del senso di sicurezza.
Il prefetto Ferdani ha ribadito l’importanza della prevenzione e della sinergia interistituzionale per consentire di sensibilizzare la collettività tramite la realizzazione di attività di controllo del territorio improntate alla comunicazione e all’ascolto.
“Tutelare gli anziani e le loro fragilità: è questo, in sostanza, l’obiettivo del protocollo tra il Comune di Macerata e la Prefettura che previene le truffe verso gli anziani", è intervenuto il sindaco Sandro Parcaroli.
"Un fenomeno che oltre ad avere la sua pericolosità sociale e a livello di sicurezza, mina anche la psicologia della popolazione anziana che manifesta senso di disagio e impotenza. È per questo che la campagna d’informazione e di comunicazione deve andare di pari passo con interventi di supporto psicologico che siano in grado di far sentire gli anziani protetti, appunto, e sostenuti”.
A sottolineare la valenza dell’iniziativa anche il rettore dell’Università di Macerata John McCourt che ha ribadito anche la necessità di un percorso collegiale per stare vicino alle persone fragili che non riguardi sono le istituzioni ma tutta la comunità.
“La sinergia tra le varie polizie locali rappresenta un valore aggiunto nel contrasto alle truffe e il lavoro quotidiano che svolgiamo ha già dato i suoi frutti – ha aggiunto l’assessore alla Sicurezza e Polizia locale Paolo Renna -. Ricordiamo che la sicurezza nasce anche dai cittadini e dobbiamo lavorare tutti insieme verso questo obiettivo, consapevoli del fatto che le forze dell’ordine ci sono e, quando interpellate, intervengono sempre”.
Tra i protagonisti del progetto “Protetti Insieme” ci sono anche Riccardo Lombardelli e Alberto Barabucci de Il Doppiatore Marchigiano che, con ironia e tra i sorrisi del pubblico, hanno dato il loro contributo al progetto con la realizzazione di un video social che può fare da “megafono su un tema importante dato che prevenire e informare non costa nulla”, hanno sottolineato.
“A entrare nel dettaglio del fenomeno delle truffe agli anziani è stato Gian Guido Nobili, responsabile Area Sicurezza Urbana e Legalità – nata nel 1987 con l’obiettivo di sostenere le città nelle politiche di prevenzione - della Regione Emilia-Romagna".
"Nobili ha specificato che le truffe rappresentano un reato complesso e che, nell’ultimo periodo, ad aumentare sono quelle informatiche. Nella Regione Marche, dal 2010 al 2021, le truffe denunciate sono passate da 2239 e 6114”.
“In base al campione intervistato da Nobili, in Italia, nell’ultimo triennio, le truffe hanno toccato oltre il 5% della popolazione italiana ed è importante rafforzare il lavoro di fiducia nelle istituzioni e quello di sensibilizzazione dato che la prevenzione deve riguardare sì la sicurezza urbana ma anche l’aspetto sociale del fenomeno".
Nobili ha concluso ribadendo che la solitudine rappresenta terreno fertile per il proliferare delle truffe e, per invertire la rotta, bisogna limitare l’isolamento con progetti e incontri come “Protetti insieme”.
Andrea Francesco Tripodi, docente di Diritto Penale dell’Università di Macerata, ha evidenziato come il diritto penale abbiamo manifestato sensibilità dei confronti dei soggetti deboli e vulnerabili come, a esempio, nel reato di stalking che prevede un’aggravante della pena se viene commesso nei confronti delle persone fragili.
Tripodi ha poi analizzato la condizione di minorata difesa che, spesso, fa subentrare la vergogna e la persona offesa decide, quindi, di non presentare querela a tutela della propria riservatezza. Alla domanda su quanto sia importante, quindi, il diritto penale per contrastare il fenomeno, il professor Tripodi ha spiegato che è necessario per una questione di ordine sociale e legale ma che deve andare di pari passo con iniziative di tipo culturale e informative.
Il vice presidente della Regione Marche e assessore alla Sanità e alla Sicurezza Urbana Filippo Saltamartini ha evidenziato come le truffe rappresentino un fenomeno sociale gravissimo anche alla luce del fatto che moltissime non vengono denunciate.
Cosa possono fare le istituzioni? Saltamartini ha sottolineato quanto sia importante il ruolo delle Amministrazioni e della polizia locale che, in molti casi, conosce personalmente i cittadini grazie a un lavoro intenso e dedicato di prossimità. E poi bisogna investire e informare i ragazzi con incontri negli istituti scolastici. Un ringraziamento unanime è stato poi rivolto al grande lavoro delle forze dell’ordine che sono sempre in prima linea per la tutela della sicurezza pubblica.
"Ma ci vuole tanto a dire che il 25 aprile è la festa della Liberazione dal fascismo? Meloni prenda una posizione più netta, le basterebbe dire: capisco l'antifascismo e onore ai partigiani che hanno lottato per eliminare un regime che ha danneggiato l'Italia".
Così Vanda Pagani - 100 anni il prossimo 21 giugno - dalla sua casa di Civitanova Marche sintetizza in un'intervista all'Ansa il suo pensiero di "piccola partigiana", come lei stessa si definisce.
Vanda Pagani è l'ex ragazza che, a soli 17 anni, durante la Seconda Guerra Mondiale, aveva armato la Resistenza partigiana lombarda, trasportando pistole da Varese a Milano.
Una storia tenuta segreta fino a una decina di anni fa, quando la donna iniziò a mettere nero su bianco le memorie giovanili. In quel momento i figli scoprirono il contributo dato dalla madre per la Liberazione dal regime fascista. Memorie ora confluite in un libro e che oggi Vanda ripercorre con dovizia di particolari.
"Ogni settimana - ricorda - portavo a Milano 4 grandi pistole e le consegnavo a Giovanni, un commerciante, che aveva il figlio partigiano, nascosto in montagna". "Tutte ebbe inizio per caso - racconta la donna - Mi ero trasferita per lavoro a Fabiasco, nel Varesotto, e qui entrai in contatto con un ragazzo che un giorno mi si presentò con una scatola in cui era contenuta una piccola pistola e mi chiese se, a Milano, conoscevo qualcuno a cui poterla regalare".
Da quel momento Vanda diventerà la principale rifornitrice di armi dei partigiani della sua città natale, riuscendo per almeno tre anni a sfuggire ai controlli dei militari fascisti.
L'antifascismo dice di averlo iniziato a coltivare fin da ragazzina, grazie anche all'educazione dei suoi genitori. Oggi è una signora di quasi 100 anni che divora libri e giornali. È informata sulla politica: "Non accetto - dice - che il presidente del Senato La Russa dica che l'antifascismo non è citato nella nostra Costituzione".
La guerra in Ucraina le provoca dolore e preoccupazione: "Sono per la pace e quindi dico no al riarmo dell'Ucraina. - spiega Vanda - Però mi chiedo anche cosa sarebbe del popolo ucraino senza aiuti". "Se avessi vent'anni e fossi ucraina, - ammette - difenderei la mia terra".
Il 13 febbraio 2013 veniva inaugurata l’Unità di raccolta Monti Azzurri e in occasione del decimo anniversario, l’Avis Provinciale di Macerata ha voluto commemorare la ricorrenza con un duplice appuntamento.
Sabato 15 aprile, presso l’auditorium Sant’Agostino a San Ginesio si è tenuta l’annuale assemblea regionale dell’Avis Marche; i delegati delle cinque Avis Provinciali si sono ritrovati per fare il punto sull’andamento dell’Avis Marche, sugli aspetti positivi ma anche sulle criticità registrate nel 2022.
La presidente dell’Avis Provinciale di Macerata, Morena Soverchia, nel suo intervento ha affermato "che la scelta di San Ginesio non è stata casuale ma un segno tangibile di vicinanza verso quelle piccole realtà che, di fronte a sconfitte e frustrazioni, dopo gli eventi sismici del 2016 e la pandemia, sono state capaci di non perdere la speranza e di riorganizzare positivamente la propria vita".
Sabato 22 aprile si è tenuta a Ripe San Ginesio la celebrazione per il 10° anniversario dalla costituzione dell’unità di Raccolta dei Monti Azzurri. Nata grazie all’instancabile impegno dell’allora presidente Avis Provinciale, Silvano Donati, per far fronte alle nuove normative richieste per l’accreditamento delle sedi di raccolta Avis, l’UdR dei Monti Azzurri accoglie i donatori di 8 Avis del comprensorio: Colmurano, Loro Piceno, Penna San Giovanni, Ripe San Ginesio, San Ginesio, Sant’Angelo in Pontano, Sarnano, Urbisaglia.
Fondamentali per la realizzazione dell’UdR, sono stati il coinvolgimento della Comunità Montana dei Monti Azzurri, il cui presidente Giampiero Feliciotti si è dimostrato subito disponibile a mettere a disposizione i locali e l’intervento del sindaco del Comune di Ripe San Ginesio, Paolo Teodori che ha dato avvio al lungo e faticoso iter burocratico. La prima donazione si è tenuta il 3 marzo 2013 coinvolgendo 28 donatori.
“La convivenza di otto realtà diverse, ognuna con il proprio bagaglio culturale – ha affermato Palmarosa Paparoni, referente provinciale dell’Udr - non è stata sempre facile, a volte ci siamo confrontati o meglio dire scontrati anche animatamente come è giusto che sia, ma poi il buon senso e il rispetto verso i donatori e soprattutto per la finalità che l’Avis si prefigge ci ha fatto superare sempre ogni ostacolo".
"Organizzare i festeggiamenti per questo l’anniversario è stato un traguardo molto importante, reso possibile grazie alla disponibilità di tutte le Avis componenti l’unità di raccolta Monti Azzurri e i numerosi volontari; mi sento di dire che incontrarci fuori dal contesto abituale è stata una bella esperienza ed un passo in avanti".
"È stata fondamentale la disponibilità della presidente dell’Avis Provinciale Morena Soverchia, dei sindaci degli otto Comuni, in particolare del sindaco di Ripe San Ginesio. Ringraziamo il presidente dell’Unione dei Comuni Giampiero Feliciotti, il nostro carissimo presidente Silvano Donati e le forze dell’odine; grazie all’architetto Andrea Seri della ”Cosmo Seri” di Colmurano che ha realizzato per noi l’Immagine riportata nella locandina e nei gadget segnalibro e righello che generosamente ci ha donato; grazie all’artista Francesca Farroni autrice del “disegno ricordo” di questa giornata".
“Sempre più spesso in Avis sentiamo parlare di “Fare Rete” – ha dichiarato Morena Soverchia, presidente Avis Provinciale – Ebbene, quello che abbiamo vissuto in queste due giornate ne è un esempio fattivo: Avis, Amministrazioni Comunali, Associazioni di volontariato che lavorano insieme e mettono a disposizione le proprie risorse per un fine comune. Voglio ringraziare i sindaci e le Amministrazioni Comunali presenti qui, oggi, come lo sono stati in questi 10 anni, uniti per un bene che va al di là di ogni campanilismo e ideologia personale: quello della vita” .
Alla cerimonia ha partecipato anche il presidente di Avis Marche, Daniele Domenico Ragnetti che ha sottolineato l’importanza di questa realtà nell’associazionismo avisino, un esempio da estendere anche nel resto della nostra Regione.
Commovente è stato il ricordo della dottoressa Borri, che ha raccontato aneddoti vissuti in quasi venti anni di frequentazione dei Monti Azzurri, prima nelle singole sedi e poi nell’UdR e ha rivolto un pensiero affettuoso ai tre Presidenti che purtroppo non hanno potuto vedere questa giornata: Benito Grilli, Giuliano Biondi e Stefano Taccari.
"I veri protagonista della giornata sono stati i donatori, di ieri e di oggi, con la speranza che il loro esempio che esprime i più alti valori di civiltà, gratuità e solidarietà, possa essere seguito da tanti altri donatori di domani".
Dona gli organi e salva la vita a un giovane. Domenica 23 aprile nella chiesa di Santa Maria Assunta di Castelnuovo è stata celebrata la messa in suffragio di Anna Maria Tubaldi a un anno dalla sua scomparsa.
Presenti alla funzione la famiglia, le sue amiche di sempre e la tutrice che hanno comunicato di avere ricevuto da parte della dottoressa Francesca De Pace, responsabile del Centro Regionale Trapianti delle Marche, l’attestato di ringraziamento da parte del NTP (Nord Italia Transplant program) una delle tre organizzazioni nazionali di coordinamento interregionale per la donazione di organi.
Anna ha infatti donato 5 organi: 2 reni, 2 cornee e il fegato che ha salvato da morte certa un giovane in attesa di trapianto. Un sincero e profondo ringraziamento alla famiglia è arrivato dal gruppo Aido Recanati e dalla presidente Piera Marconi: “Desideriamo esprimere la nostra più sincera gratitudine alla famiglia per un gesto di grande generosità che ha dato speranza e nuova vita ad altre persone”.
“Ho conosciuto Anna Maria nello splendore della sua giovinezza quando abitavo a Castelnuovo. La sua è stata una vita difficile e travagliata alla costante ricerca di un senso della vita che spero lo abbia trovato nel donare, un esempio di altruismo e amore universale”.
La donna, scomparsa all’età di 63 anni, negli ultimi 10 anni è vissuta nella residenza Abitare il Tempo di Loreto, “amorevolmente curata, protetta ed anche valorizzata”, spiega ancora la presidente Aido. “Al teatro di Loreto ha recitato una perfetta Alda Merini declamando le sue poesie; tutti giorni leggeva il giornale a voce alta con e per i pazienti; si prestava alle attività ludiche proposte”.
“Il ringraziamento ricevuto, secondo le amiche – si legge nella nota dell’Aido - va condiviso sia con le persone del quartiere di Castelnuovo che, in questi anni hanno manifestato un interesse e una preoccupazione sincera per Anna che, con la ‘famiglia’ di Abitare il tempo specialmente con le educatrici Virginia e Monia che, senza sottrarre ad altri ospiti, la facevano sempre sentire speciale nonché con il dottor Sergi, psichiatra che la trattava con delicatezza e umanità e non solo come paziente”.
Dal 26 aprile e fino al 30 maggio 2023 verrà istallato un cantiere di lavoro dal km 70+200 al km 72+200 della superstrada statale 77 della Val di Chienti, che comporterà la chiusura della carreggiata sinistra (direzione Foligno) con spostamento del traffico a doppio senso di circolazione sulla carreggiata destra (direzione Civitanova Marche).
Lo stesso si rende necessario per l’esecuzione di lavori urgenti al fine di sostituire dei giunti di dilatazione sui viadotti "Tolentino" e "Paterno". Lo rende noto l’Anas. Il tratto di strada interessata dai lavori rientra nel territorio del Comune di Tolentino e non comporterà la chiusura di svincoli.
È stato inaugurato stamattina all’Abbadia di Fiastra, nel territorio comunale di Tolentino, il “Parco della Vita”, alla presenza del vescovo di Macerata Nazzareno Marconi, dell’assessore regionale Stefano Aguzzi, delle autorità civili e militari e di un nutrito pubblico.
L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra la Fondazione Giustiniani Bandini e la Fondazione Carima, consiste nella realizzazione di una nuova area verde di circa 2,5 ettari all’interno del territorio della Riserva Naturale, dove i cittadini potranno piantare fino a 150 alberi dedicandoli ai propri affetti più cari.
Attraverso lo sviluppo di questa progettualità green i due enti intendono diffondere un messaggio di sensibilizzazione sui temi della difesa ambientale, dell’arricchimento del patrimonio arboreo e della biodiversità.
L’importanza della piantumazione in relazione al problema del surriscaldamento globale, ad esempio, è stata al centro di una recente campagna sostenuta dal noto neurobiologo vegetale Stefano Mancuso, che promuove la riforestazione intensiva per ridurre la concentrazione di CO2 nell’atmosfera.
Gli alberi sono infatti dei veri e propri “depuratori d'aria” che catturano il carbonio prodotto dalle attività umane, contribuendo così a ridurre l’inquinamento. Permettono inoltre di proteggere la biodiversità vegetale e animale favorendo l’esistenza delle specie che vivono intorno a loro, nonché di diminuire l’erosione del suolo e il dissesto idrogeologico.
“Mettere a dimora una pianta – ha sottolineato il presidente della Fondazione Giustiniani Bandini Giuseppe Sposetti – è un gesto ecologico importante perché ci permette di compensare il nostro impatto ambientale. È un uno sguardo di speranza verso il domani, un dono di ossigeno alle future generazioni che consentirà loro di continuare a vivere. Per il nostro ente questo aspetto è di assoluto rilievo in un’ottica di tutela del grande patrimonio che ci è stato lasciato in eredità”.
Il valore aggiunto del progetto sta nel coniugare il rispetto per la Madre Terra, origine della vita, con la memoria dell’esistenza umana, attraverso la creazione di un legame emozionale e indissolubile tra una pianta e una persona. L’albero è il simbolo della vita per eccellenza e da sempre viene associato all’uomo in diverse culture e religioni.
La sua struttura verticale, con le radici affondate nel terreno e i rami protesi verso l’alto, richiama la figura antropica e rimanda alla connessione tra cielo e terra, tra materialità e spiritualità. Ecco dunque che piantare un albero è un modo per costruire un ponte tra presente e futuro, poiché attraverso la sua presenza e visibilità tramanderà il ricordo di una persona negli anni a venire.
“Chiunque lo desideri – ha spiegato la presidente della Fondazione Carima Rosaria Del Balzo Ruiti – avrà la possibilità di mettere a dimora una pianta per celebrare il miracolo della nascita, per ricordare una persona cara che non c’è più o per fare un regalo speciale a chi si ama. Gli alberi piantati diventeranno così monumenti naturali alla memoria, santuari che predicano la legge primordiale della vita come scriveva Hermann Hesse. Sarà infatti possibile apporvi una piccola targa con una breve dedica che condenserà i sentimenti celati dietro questo dono”.
In tal senso al centro del parco si trova un imponente ulivo secolare intitolato al duca Sigismondo Giustiniani Bandini, attorno al quale si svilupperà l’area verde, che sarà l’unico presente nel parco. È un segno di riconoscenza all’ultimo esponente della nobile famiglia, grazie alla cui generosità e lungimiranza oggi esiste un luogo così unico e bello a disposizione della collettività.
Dopo la benedizione e il taglio del nastro è stato piantato simbolicamente il primo albero, mentre altre piante sono già state messa a dimora per volontà di alcune istituzioni e realtà del territorio come le Amministrazioni Comunali di Tolentino e Urbisaglia, la comunità agricola dell’Abbadia di Fiastra, l’associazione “Casa della memoria” di Urbisaglia in ricordo degli internati presso il palazzo dei Principi durante la Seconda Guerra mondiale e le due Fondazioni promotrici.
Dietro il “Parco della Vita” c’è una scrupolosa progettazione agronomica, che ha tenuto conto dell’individuazione delle specie arboree autoctone da piantare, delle dimensioni che gli alberi devono avere in modo da garantirne l’attecchimento (altezza e circonferenza del fusto), dei periodi migliori in cui effettuare la piantumazione e del corretto distanziamento sul terreno in base alla classe di grandezza della pianta.
Concretamente gli interessati potranno rivolgersi a Meridiana snc, storica realtà che opera all’Abbadia di Fiastra, per conoscere l’iter da seguire per piantare un albero nel “Parco della Vita
Ritorna il torneo Giovani speranze. Dopo lo stop causato dalla pandemia, la kermesse sportiva riparte con la sua 7° edizione, affiancata al memorial Gianluca Carotti, l'indimenticato tecnico del settore giovanile del Villa Musone, tragicamente scomparso insieme alla compagna Elisa Del Vicario il 3 marzo 2019.
Una nuova formula che vedrà, nella giornata di martedì 25 aprile, affrontarsi le squadre della categoria Giovanissimi di Villa Musone, Recanatese, SA Castelfidardo e Portorecanati.
"Una sana giornata di sport che sarebbe piaciuta al caro Gianluca, vissuta all’insegnamento del divertimento e dell’agonismo", si legge in una nota della società gialloblù. "Il terreno di gioco sarà quello di Villa Musone, denominato proprio in ricordo di Gianluca la scorsa estate dall’amministrazione Comunale di Recanati, che patrocinerà questo evento".
Il programma delle partite:
- 9:30 Villa Musone – Portorecanati
- 11:00 Recanatese – SA Castelfidardo
- 15:30 Finale 3° - 4° posto
- 17:00 Finale 1° - 2° posto
Pioggia di polemiche e contestazioni al convegno “pro-life” dal titolo: "Maternità in-attesa. Preservare la salute della donna in gravidanza", che si è svolto oggi alla biblioteca statale di Macerata e che ha avuto il patrocinio, tra gli altri, della Regione Marche.
L’evento - tenutosi in occasione della Giornata della salute della donna – ha avuto come organizzatori il gruppo “Pro-Vita e Famiglia”, il Centro di aiuto alla vita di Loreto e la Federazione consultori familiari di ispirazione cristiano-cattolica. Lo stesso convegno fa parte, inoltre, di una due giorni in programma venerdì (oggi) a Macerata e nella giornata di sabato a Loreto.
Le studentesse e gli studenti di Macerata hanno occupato la biblioteca statale dove i “pro vita” hanno tenuto il loro convegno, che consentiva l'assegnazione di crediti al personale sanitario. Una contestazione piuttosto partecipata e colorata, durata circa un'ora, che ha costretto i relatori a ritardare l'incontro, tra fischi, cori, coriandoli e slogan che rivendicavano il diritto a “un aborto libero e sicuro”.
“Decine di femministe hanno occupato la biblioteca statale di Macerata per impedire lo svolgimento del convegno “ - ha dichiarato Francesca Romana Poleggi, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia - .
“Le femministe hanno urlato a chiunque si avvicinasse al tavolo dei relatori per parlare ai microfoni. In più hanno affisso volantini e striscioni contro il convegno e con espliciti riferimenti sessuali e occupato quasi tutte le sedie della sala. Il nostro scopo è difendere il diritto alla salute delle donne e il loro diritto a non abortire. Ma loro lo volevano impedire. È questa la libertà che professano? Sono questi i diritti e la democrazia di cui si ergono a paladine? – ha domandato Poleggi - .
“Soltanto l’intervento della Digos ha permesso, seppur in estremo ritardo, l’avvio del convegno. Nel lasciare la sala hanno rovesciato le sedie e sparato coriandoli lasciando sporcizia a terra. Inoltre molte persone interessate al dibattito sono comprensibilmente andate via, spaventate dal clima di odio e di violenza – ha concluso- .
Non è finita qui, la vicenda è anche approdata in Parlamento, dove l’onorevole di Sinistra italiana – Verdi, Elisabetta Piccolotti, ha espresso la propria perplessità sull’evento.
“È davvero grave – ha affermato Piccolotti - che tante autorevoli istituzioni, dalla Regione Marche a ordini professionali, si siano prestate a patrocinare un convegno in cui una visione confessionale viene spacciata per formazione, per giunta con il riconoscimento di crediti professionali a chi lavora negli ospedali. Su quali basi scientifiche è basato il convegno?”
“Verranno richiamate le linee guida internazionali dell’Oms sull’aborto che suggeriscono di tutelare la salute psicologica e fisica delle donne operando l’interruzione di gravidanza nel minor tempo possibile e con i metodi meno invasivi? Purtroppo siamo certe, visti i relatori, che non sia così è questo non è accettabile nemmeno dal punto di vista deontologico”.
“Siamo quindi costrette di nuovo a porre con forza – ha proseguito la parlamentare rossoverde - il tema della necessaria laicità dello Stato e delle istituzioni sanitarie di fronte a un’offensiva anti-abortista che trova pericolose sponde nelle amministrazioni locali e regionali governate dalla destra. Il disegno è chiaramente quello di rendere sempre più difficoltoso l’accesso ad un servizio come l’interruzione di gravidanza che è tutelato da una legge, la 194, purtroppo sempre più osteggiata.
Ci conforta la forza del movimento femminista in Italia che non lascerà passare - ha concluso Piccolotti - questa involuzione culturale oscurantista e pericolosa per tutte le donne. Comunque il nostro gruppo parlamentare presenterà su questa vicenda un’interrogazione parlamentare ai ministri della Salute e dell’Università”.
L’Università di Macerata – dal canto suo – ha preso le distanze dell’evento rimarcando il fatto di non aver concesso né il patrocinio né lo spazio per il convegno.
Papa Francesco ha nominato vescovo titolare di Recanati monsignor Diego Giovanni Ravelli, Maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie e Responsabile della Cappella Musicale Pontificia Sistina, conferendogli il titolo personale di Arcivescovo.
Avuta notizia della nomina il vescovo della diocesi di Macerata Nazzareno Marconi gli ha inviato il seguente messaggio: "Siamo onorati e felici della sua nomina. Le assicuro che pregheremo per Lei e per il Suo lavoro per la Chiesa e per il Pontefice».
Monsignor Ravelli è nato il primo novembre 1965 a Lazzate, nella provincia di Monza e della Brianza; è stato ordinato presbitero per l’Associazione clericale pubblica Sacerdoti di Gesù Crocifisso nel 1991, incardinandosi poi nella diocesi di Velletri-Segni.
Nell'anno 2000 si è diplomato in Metodologia pedagogica presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione della Pontificia Università Salesiana a Roma. Dieci anni dopo ha conseguito il dottorato in Sacra Liturgia presso l’Istituto Liturgico del Pontificio Ateneo Sant’Anselmo.
Dal 1998 officiale dell’Elemosineria Apostolica, ne è diventato capo ufficio nel 2013. Dopo aver collaborato con l’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Papa in qualità di aiutante cerimoniere, nel 2006 è nominato cerimoniere pontificio prendendo il posto di monsignor Guido Marini.
(Credit foto: Vatican News)
Allerta meteo gialla per pioggia intensa, emessa dalla Protezione civile delle Marche, e valida per l’intera giornata di domani, giovedì 20 aprile. Tutta la regione sarà interessata da fenomeni temporaleschi più intensi nel settore montano e collinare.
Il maltempo persisterà anche per la giornata di venerdì lasciando spazio e qualche raggio di sole per sabato 22 aprile. Ci sarà un possibile peggioramento del tempo sulle Marche tra la seconda parte di domenica e la giornata di lunedì.
"Dal 17 aprile sono riaperti, per 20 giorni, i termini per i cittadini che avevano diritto al Cas o alla Sae, ma non erano riusciti a comunicare i requisiti alla data del 15 ottobre 2022. La riapertura, che avrà termine il giorno 8 di maggio, dà una risposta all’appello di tanti sindaci del cratere che mi avevano chiesto di riaprire i termini per quei cittadini, in particolare anziani e soggetti fragili, che avevano avuto problemi a registrarsi telematicamente alla piattaforma che aveva sostituito la pratica cartacea".
"Questa soluzione è di grande importanza, in considerazione del fatto che abbiamo ancora oltre 13mila famiglie assistite, che beneficiano del Cas o risiedono in Sae e abitazioni provvisorie. I nuclei familiari assistiti sono 2.376 in Abruzzo, 1.186 nel Lazio, 8.619 nelle Marche e 1.696 in Umbria”. Lo dichiara il Commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli.
La decisione di riaprire i termini era stata anticipata dalla Cabina di coordinamento sisma 2016 dello scorso 22 marzo ed è diventata operativa dopo la pubblicazione dell’Ordinanza di Protezione civile n. 979/2023 in Gazzetta Ufficiale.
Contestualmente Invitalia ha riaperto la piattaforma online (consultabile a questo link: https://appsem.invitalia.it) dove sarà possibile presentare la dichiarazione. Il pagamento del Cas, che nel frattempo era stato sospeso, comprenderà anche gli arretrati non corrisposti dal 15 ottobre.
Nel tratto fra Pedaso e Val di Sangro dell'autostrada A14 Bologna-Taranto, a partire dalle ore 6:00 di giovedì prossimo, 20 aprile, saranno rimossi i cantieri di ammodernamento, come previsto dal cronoprogramma condiviso con le Istituzioni locali, sotto la supervisione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ne dà notizia Autostrade per l'Italia.
Grazie all'interruzione delle lavorazioni sarà pertanto rispristinata la viabilità su tutte le corsie disponibili sia in direzione nord sia in direzione sud. L'interruzione delle lavorazioni proseguirà fino alle 22:00 di martedì 2 maggio, al fine di consentire una maggiore fluidità al traffico in occasione dei ponti per le festività del 25 aprile e del 1 maggio, caratterizzate da un incremento dei flussi per via degli spostamenti verso le località turistiche e di rientro verso le città.
A partire dal 3 maggio le lavorazioni riprenderanno secondo il piano condiviso con il Mit e le istituzioni del territorio. I cantieri operativi nel tratto di A14 tra Pedaso, nelle Marche. e Val di Sangro, in Abruzzo, rientrano nel programma nazionale di ammodernamento e potenziamento che Autostrade per l'Italia sta portando avanti sulla rete in gestione, anche in ottemperanza a quanto previsto dalle più recenti linee guida in materia.
Ci sarà anche il logo della città di Civitanova Marche, Assessorato al Turismo, sui nuovi gilet salvavita fatti realizzare dal Gruppo Sportivo Fontespina per i volontari che svolgono servizio in strada in occasione delle numerose manifestazioni ciclistiche e sportive organizzate con il patrocinio del Comune di Civitanova.
La Giunta comunale ha infatti deliberato la compartecipazione alle spese occorrenti per l’acquisto dei presidi da utilizzare, in via prioritaria, per garantire lo svolgimento in sicurezza di corse ciclistiche o eventi sportivi in cui tesserati del Gruppo Sportivo Fontespina siano chiamati a presidiare i percorsi di gara onde evitare incidenti o situazioni di pericolo, a tutela della sicurezza dei partecipanti.
“Il Gruppo Sportivo Fontespina – viene riportato in delibera - opera con risultati di eccellenza nel proprio ambito, come realtà sportiva molto attiva in occasione di eventi, avendo di frequente necessità (tanto negli eventi dal medesimo organizzati, quanto in quelli cui partecipino i propri tesserati) di rendere riconoscibile il proprio personale coinvolto attivamente nel garantire lo svolgimento in sicurezza degli eventi”.
“In considerazione dei tanti eventi organizzati e patrocinati nei settori della cultura, del turismo e dello sport – ha spiegato l’assessore al Turismo Manola Gironacci - l’Amministrazione comunale ha accolto la richiesta del Gruppo Sportivo Fontespina di avere un contributo economico a copertura delle spese necessarie per l’acquisto di quindici giubbini smanicati. Sui gilet saranno stampati sia il logo del sodalizio sportivo sia il logo commerciale turistico dell’Assessorato al Turismo, in modo da promuovere l’immagine dell’Ente, in occasione di manifestazioni anche in territori extracomunali”.
La Giunta ha impegnato 439,20 euro al Capitolo N. 1071.1 (“Prestazioni di Servizi per Interventi Turistici Promozionali”) del bilancio 2023.
Il Comune di Valfornace ha emesso un bando pubblico di concorso, rivolto in particolare alle giovani coppie cui viene assegnato un punteggio preferenziale, per l’assegnazione a titolo oneroso delle Sae, le strutture abitative in emergenza.
Il bando è rivolto ai nuclei familiari in possesso dei requisiti previsti dall’Ordinanza del Capo del Dipartimento di Protezione Civile n. 614/2020 e della delibera di Giunta Regionale n. 725/2022, e tiene conto dell’apposito Regolamento comunale approvato nella seduta del Consiglio comunale del 04/04/2023.
In base a quest’ultimo potranno presentare domanda, con attribuzione dei relativi punteggi specificati nel bando completo disponibile sul sito del Comune, i nuclei familiari residenti o stabilmente dimoranti presso il Comune di Valfornace per i quali sia stata accertata una condizione di bisogno a livello sociale ed economico, ma anche i nuclei familiari formati da giovani coppie, sotto i 40 anni, con almeno un componente già residente o stabilmente dimorante nel Comune che intendano costituire un nucleo autonomo e che si impegnino a trasferire la residenza presso il Comune entro 30 giorni dalla data di assegnazione della Sae, i nuclei familiari formati da coppie di nuova costituzione, sopra i 40 anni, con almeno un componente già residente o stabilmente dimorante a Valfornace che ugualmente si impegnino a trasferire la residenza presso il Comune entro 30 giorni dalla data di assegnazione, i nuclei familiari con figli iscritti e frequentanti le scuole site nel territorio comunale.
Altri punteggi preferenziali verranno assegnati ai nuclei familiari non proprietari di immobili nell’area del cratere sisma, ma con genitori dimoranti a Valfornace, ai nuclei familiari residenti o stabilmente dimoranti nel territorio comunale precedentemente locatari di immobili di proprietà privata resi inagibili dagli eventi sismici per i quali il proprietario dell’immobile ripristinato non intenda mantenere il preesistente contratto di locazione.
Per i nuclei residenti o stabilmente dimoranti a Valfornace precedentemente assegnatari di immobili di edilizia residenziale pubblica resi inagibili dagli eventi sismici, che intendono rinunciare a nuova assegnazione di alloggio pubblico per alloggiare nella Sae, per i nuclei familiari non proprietari di immobili e con almeno un componente con contratto di lavoro a tempo determinato o indeterminato o che siano titolari di imprese o attività artigianali o commerciali aventi sede nel territorio comunale che si impegnino a trasferire la residenza entro 30 giorni dall’assegnazione della Sae, ai nuclei familiari composti da persone over 65 dimoranti in prossimità di cantieri di ricostruzione che rendono difficile e poco sicuro l’accesso alle abitazioni, ai soggetti titolari di regolare contratto di lavoro di assistenza a persone con disabilità e/o over 65 con necessità di assistenza permanente, ai nuclei familiari non dimoranti abitualmente nell’immobile di proprietà danneggiato dagli eventi sismici in quanto utilizzatori come seconda casa, ai nuclei familiari proprietari esclusivamente di immobili inagibili all’interno dell’area del cratere Sisma 2016 che non godono di assistenza emergenziale.
La domanda di assegnazione deve essere redatta su apposito modello predisposto dal Comune e va presentata entro e non oltre il 4 maggio 2023 seguendo le seguenti modalità: consegnata a mano presso l’ufficio Protocollo, spedita con raccomandata o inviata a mezzo pec all’indirizzo comune.valfornace@emarche.it .
Definire la povertà in modo unidimensionale, meramente in termini di reddito monetario, risulta ad oggi quantomai insoddisfacente e riduttivo. Il fenomeno è complesso e ampio, non vi è dubbio: la natura mutevole della questione ne esige, in prima istanza, una definizione più articolata oltreché scientifica, che tenga conto della molteplicità di fattori coinvolti e correlati, così da mettere in atto interventi adeguati a una società in continua evoluzione.
Su queste tematiche si è dibattuto, ieri, a Loreto, nell’aula Paolo VI, nell’ambito del convegno “La povertà multidimensionale” organizzato dal Centro Famiglia di San Benedetto del Tronto con il patrocinio dell’assemblea legislativa delle Marche e dell’USR per le Marche in collaborazione con la Comunità di Capodarco e il Centro di aiuto di Loreto.
Un folto numero di esperti si sono riuniti nella città lauretana, consapevoli dell’urgenza di un confronto sinergico, volto a fronteggiare un presente svilito da contingenze legate a pandemia, crisi energetica, inflazione e guerre in corso. Secondo il rapporto 2022 della Caritas, L’anello debole, incentrato su povertà ed esclusione sociale in Italia, sono aumentate le quote di disagio e fragilità nel nostro Paese, coinvolgendo in modo diverso persone e famiglie, non sempre provenienti da vissuti di povertà e disagio sociale. Nell’ambito delle statistiche sulla povertà, l’Istat ha spiegato che, nel 2021, sono in condizione di povertà assoluta circa 1,9 milioni di famiglie e 5,6 milioni di individui.
E ancora: Nelle Marche le persone in condizioni di indigenza sono undici su cento, un punto sopra la media nazionale, mentre secondo dati raccolti presso i centri Caritas della regione, aumentano anche il numero dei senza fissa dimora nelle Marche: +13,6% dal 2019 al 2021.
"Oggi i poveri non sono più solo gli anziani – ha detto Marco D’Aurizio, Caritas regionale -, a loro infatti si aggiungono i giovani, i lavoratori precari o con basso reddito e gli stranieri. La principale povertà è economica, ma poi ci sono problemi abitativi, lavorativi, famigliari che aumentano la forbice di indigenza; ci sono molto bisogni, il problema economico arriva perché dietro ci sono altri fattori, altre fragilità. La questione può essere risolta partendo dall’incontro e dall’ascolto, poiché rappresentano le prime forme di sostegno alla persona”.
Di rimedi all’indigenza ha parlato anche monsignor Carlo Bresciani, vescovo della diocesi di San Benedetto del Tronto: “C’è bisogno di un lavoro in rete, di un vero patto sociale con interventi coordinati e condivisi, tenendo presente la totalità della persona. La Chiesa da sempre si fa carico della povertà educativa, della salute e della carità, non si è mai ritirata nell’astratta attività individuale. La povertà che stiamo vivendo è la risultanza della società materialistica e individualista con cui oggi occorre fare i conti”.
A fronte dei dati sulla dispersione scolastica (nelle Marche 8%, in Italia 12,7% e in Europa 9,7%), l’invito a fare rete fra istituzioni e agenzie educative è giunto, in modo corale, anche da parte della scuola, rappresentata da tre dirigenti scolastici degli Istituti secondari di secondo grado delle Marche: Marina Marziale, dell’Ipsia “Guastaferro”, Francesco Lucantoni dell’IIS “Einstein-Nebbia” di Loreto ed Eleonora Augello dell’IIS “Alessandro Volta”. Ma per la lotta alla povertà educativa fondamentale risulta anche l’azione di prevenzione da attuare fin dai primi anni di età, come ha spiegato, attraverso un contributo scientifico di approccio montessoriano, il dirigente tecnico dell’Usr per le Marche, Rita Scocchera.
L’incontro, volto a sensibilizzare l’opinione pubblica verso un fenomeno la cui cancellazione costituisce in effetti il primo dei diciassette obiettivi dell’Agenda 2030, ha annoverato anche la presenza delle associazioni sindacali e di Confindustria, quest’ultima in particolare ha sottolineato l’urgenza di una maggiore formazione sul tema povertà e mondo del lavoro, anche in vista del fatto che “il 65% dei bambini che oggi fanno le elementari – ha dichiarato Roberto Cardinali, presidente Confindustria Marche - svolgeranno domani un lavoro che oggi non esiste”.
La povertà oggi cambia fisionomia, dunque, ed esige prospettive di valutazione multi-valoriali e senz’altro nuove, cionondimeno essa resta pur sempre un fenomeno da cui tenersi alla larga. Come ha ricordato nell’ambito del convegno anche Don Vinicio Albanesi della comunità di Capodarco: “Purtroppo oggi essere poveri è una vergogna, pertanto le persone, orientate al benessere, non se ne occupano”.
Il povero risulta più che mai marginalizzato ed escluso, perché fa paura (aporofobia), esattamente come spaventa e si vorrebbe disconoscere ciò che esso rappresenta. In un mondo iper-capitalistico e in cui metaverso e intelligenze artificiali costituiscono ormai una realtà, non si possono concepire sfumature di fragilità e di debolezza, che la povertà include.
Ciò, probabilmente, implicherebbe il dover fare conti con l’accettazione di un fallimento insito nel sistema stesso. A ragione di ciò, appuntamenti come questi, mossi dal tentativo di cercare definizioni e soluzioni alla questione, attraverso un dialogo sinergico e orientato sia al locale e sia al globale, acquistano, in questa fase storica, valore e significato.
Il Comune di San Severino Marche ha ultimato i lavori di manutenzione straordinaria della strada Serrone–Valle. La strada, della lunghezza complessiva di circa 2,5 chilometri, dalla comunale San Severino Marche–Serrone, in località Fontecupa, raggiunge la ex scuola di Serrone, attraverso la località Valle.
Il collegamento risultava asfaltato solo nel primo tratto, circa 300 metri, mentre per la restante parte si è sempre presentato come strada bianca. Da anni i cittadini residenti in zona attendevano l’asfaltatura del collegamento tanto che nel 2001, quindi più di vent’anni fa, i privati frontisti raggiunsero un accordo con l’amministrazione locale per realizzare, a loro spese, opere di miglioramento del deflusso delle acque, riguardanti la realizzazione di cunette stradali cementate e di tombini stradali. Le opere erano finalizzate alla successiva asfaltatura, ma da allora il rifacimento della pavimentazione in conglomerato bituminoso è stata sempre rinviata.
L’intervento finalmente migliora la viabilità pubblica eliminando i pericoli, soprattutto nel periodo invernale, rappresentati dalla continua formazione di buche e solchi sulla carreggiata. Le opere sono state affidate dall’ufficio manutenzioni all’impresa settempedana Gatti e Purini, dopo una procedura negoziata espedita tramite la centrale unica di committenza dell’Unione Montana Potenza Esino Musone.
A lavori ultimati il sindaco della città di San Severino Marche, Rosa Piermattei, e l’assessore comunale alle manutenzioni, Paolo Paoloni, hanno voluto fare un sopralluogo insieme ai tecnici comunali che hanno progettato e seguito l’intervento.
"È stata ultimata la riparazione del guasto all’acquedotto dell’Acquasanta che si era verificato nei giorni scorsi nel territorio del Comune di Fiastra. L’attuale portata è più elevata di prima e il servizio di erogazione dell’acqua è in fase di normalizzazione”. È quanto rende noto l'amminsitrazione comunale di Camerino.
La rottura dell'acquedotto comunitario– che aveva coinvolto anche alcune zone dei Comuni di Muccia e Valfornace - si era verificata nei giorni antecedenti la Pasqua e aveva creato non pochi disagi ai cittadini. La Assm, infatti, era stata costretta ad apportare un servizio di trasporto d’acqua con autobotti (leggi qui). Dei lavori di riparazione si è occupata la ditta Cagnini costruzioni, oltre ai tecnici del Comune.
Il sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli, ha firmato l’ordinanza relativa alla proroga di attivazione degli impianti di riscaldamento nel territorio comunale con decorrenza immediata e fino al 22 aprile 2023.
Dopo la proroga decisa la scorsa settimana, visto il forte abbassamento dei valori termici degli ultimi giorni e le previsioni della persistenza di tali condizioni meteorologiche nei prossimi giorni, il sindaco Sandro Parcaroli ha firmato un’ordinanza per concedere la possibilità di attivazione degli impianti di riscaldamento nel territorio comunale fino al 22 aprile 2023 per un massimo di 11 ore giornaliere.