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Macerata, bagarre e proteste al convegno Pro Vita: studenti e femministe occupano la biblioteca

Macerata, bagarre e proteste al convegno Pro Vita: studenti e femministe occupano la biblioteca

Pioggia di polemiche e contestazioni al convegno “pro-life” dal titolo: "Maternità in-attesa. Preservare la salute della donna in gravidanza", che si è svolto oggi alla biblioteca statale di Macerata e che ha avuto il patrocinio, tra gli altri, della Regione Marche.

L’evento - tenutosi in occasione della Giornata della salute della donna –  ha avuto come organizzatori il gruppo “Pro-Vita e Famiglia”, il Centro di aiuto alla vita di Loreto e la Federazione consultori familiari di ispirazione cristiano-cattolica. Lo stesso convegno fa parte, inoltre, di una due giorni in programma venerdì (oggi) a Macerata e nella giornata di sabato a Loreto.

Le studentesse e gli studenti di Macerata hanno occupato la biblioteca statale dove i “pro vita” hanno tenuto il loro convegno, che consentiva l'assegnazione di crediti al personale sanitario. Una contestazione piuttosto partecipata e colorata, durata circa un'ora, che ha costretto i relatori a ritardare l'incontro, tra fischi, cori, coriandoli e slogan che rivendicavano il diritto a “un aborto libero e sicuro”.

“Decine di femministe hanno occupato la biblioteca statale di Macerata per impedire lo svolgimento del convegno “ - ha dichiarato Francesca Romana Poleggi, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia - .

Le femministe hanno urlato a chiunque si avvicinasse al tavolo dei relatori per parlare ai microfoni. In più hanno affisso volantini e striscioni contro il convegno e con espliciti riferimenti sessuali e occupato quasi tutte le sedie della sala. Il nostro scopo è difendere il diritto alla salute delle donne e il loro diritto a non abortire. Ma loro lo volevano impedire. È questa la libertà che professano? Sono questi i diritti e la democrazia di cui si ergono a paladine? – ha domandato Poleggi - .  

“Soltanto l’intervento della Digos ha permesso, seppur in estremo ritardo, l’avvio del convegno. Nel lasciare la sala hanno rovesciato le sedie e sparato coriandoli lasciando sporcizia a terra. Inoltre molte persone interessate al dibattito sono comprensibilmente andate via, spaventate dal clima di odio e di violenza – ha concluso- . 

Non è finita qui, la vicenda è anche approdata in Parlamento, dove l’onorevole di Sinistra italiana – Verdi, Elisabetta Piccolotti, ha espresso la propria perplessità sull’evento.

“È davvero grave – ha affermato Piccolotti - che tante autorevoli istituzioni, dalla Regione Marche a ordini professionali, si siano prestate a patrocinare un convegno in cui una visione confessionale viene spacciata per formazione, per giunta con il riconoscimento di crediti professionali a chi lavora negli ospedali. Su quali basi scientifiche è basato il convegno?”

“Verranno richiamate le linee guida internazionali dell’Oms sull’aborto che suggeriscono di tutelare la salute psicologica e fisica delle donne operando l’interruzione di gravidanza nel minor tempo possibile e con i metodi meno invasivi? Purtroppo siamo certe, visti i relatori, che non sia così è questo non è accettabile nemmeno dal punto di vista deontologico”.

“Siamo quindi costrette di nuovo a porre con forza – ha proseguito  la parlamentare rossoverde - il tema della necessaria laicità dello Stato e delle istituzioni sanitarie di fronte a un’offensiva anti-abortista che trova pericolose sponde nelle amministrazioni locali e regionali governate dalla destra. Il disegno è chiaramente quello di rendere sempre più difficoltoso l’accesso ad un servizio come l’interruzione di gravidanza che è tutelato da una legge, la 194, purtroppo sempre più osteggiata.

Ci conforta la forza del movimento femminista in Italia che non lascerà passare -  ha concluso Piccolotti -  questa involuzione culturale oscurantista e pericolosa per tutte le donne. Comunque il nostro gruppo parlamentare presenterà su questa vicenda un’interrogazione parlamentare ai ministri della Salute e dell’Università”.

L’Università di Macerata – dal canto suo – ha preso le distanze dell’evento rimarcando il fatto di non aver concesso né il patrocinio né lo spazio per il convegno.

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