"15 milioni per le scogliere di Porto Potenza e Porto Recanati": approvato in Regione il piano costa
“Il Piano è un grande atto, frutto della concertazione con sindaci, associazioni, operatori e cittadini dopo decine e decine di incontri – afferma l’assessore all’Ambiente, Angelo Sciapichetti esprimendo soddisfazione per il via libera in Consiglio regionale al Piano di gestione integrata delle zone costiere - Si è arrivati alla stesura di un lavoro complesso e lungo. Il piano riesce a trovare il giusto equilibrio tra difesa dell’ambiente e attività turistico commerciali che si svolgono lungo la costa. Davvero un grande lavoro”.
Il piano prevede una serie di interventi a tutela dell’ambiente e a salvaguardia della costa da fenomeni erosivi, garantisce la funzionalità delle attività esistenti e incentiva le strutture per puntare sul turismo sostenibile di qualità.
La costa marchigiana è di 176 chilometri, il piano prevede investimenti per 288 milioni per la realizzazione in dieci anni di 37 nuovi interventi strutturali e altri di natura sperimentale: 15 milioni per le scogliere tra Porto Potenza e Porto Recanati.
Di parere opposto i Consiglieri Regionali di Forza Italia Piero Celani e Jessica Marcozzi sul Piano Costa.
“Piano della costa anacronistico, che non creerà nessun tipo di sviluppo o investimenti. Anzi, rischia di favorire solo danni e abusi – affermano in un comunicato congiunto i 2 consiglieri di opposizione -.
“ Il Piano della Costa portato in Assemblea dall’Amministrazione regionale è basato su una filosofia arcaica che guarda all’ambiente solo come un bene da mummificare e non un’opportunità da valorizzare – proseguono - per il rilancio della regione”.
“Non centra minimamente il maggior problema, ossia l’erosione, non fornisce alcuna facilitazione ai balneari per ammodernare le loro strutture ed è affastellato di no e divieti. Un esempio? Vieta, lungo tutta la costa, la realizzazione di locali interrati o seminterrati. Questo comporterà che le strutture esistenti verranno depauperate di porzioni da destinare a locali di servizio che, invece, potevano essere ricavati negli interrati”. “E ciò potrebbe anche spingere qualcuno a commettere degli abusi edilizi. Invece di aggrovigliarsi in simili assurdità, avrebbero fatto meglio a pensare a un piano organico di difesa della costa suffragato da uno studio sui cambiamenti idrodinamici delle correnti, un unitario programma di difesa di tutto il litorale marchigiano chiedendo anche il contributo del Governo per arrivare a 5/600 milioni di fondi per interventi strutturali. Invece si limitano a contributi a macchia di leopardo con circa 170 milioni di fondi che non risolvono nulla, anzi rischiano di creare ancora più squilibri e danni poiché, con aree più difese dall’erosione, le mareggiate colpiranno con ancor maggior forza quelle meno tutelate”, concludono.
Deluso il consigliere regionale pentastellato, Peppino Giorgini. «Sono state introdotte norme che creeranno grosse disparità fra ristoranti lungo la costa e stabilimenti balneari di nuova costruzione con quelli esistenti», commenta l'esponente dell'Assemblea Legislativa, con riferimento agli interventi previsti per questa tipologia di locali e attività.
«Abbiamo 180 chilometri di costa. Di questi, 113 chilometri sono occupati da spiagge – la premessa del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle -. Il 62% della nostra costa è fortemente urbanizzato, ben 910 le concessioni balneari date dalla Regione e 87 le concessioni di campeggi e complessi turistici. Appena 26 i chilometri non edificati in quanto rientranti nei parchi del Conero e del San Bartolo. La sensazione è che non si sia tenuto pienamente conto di questa situazione. Si era partiti con l'obiettivo di azzerare il consumo di suolo e invece si darà la possibilità agli stabilimenti esistenti di realizzare strutture permanenti, denominate furbescamente “di facile sgombero”, che non dovranno essere smontate al termine della stagione».
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