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Guerra di vita contro un’orda di assassini

Guerra di vita contro un’orda di assassini

Per due settimane la Francia ha assorbito il colpo di venerdì 13 novembre. Ha chiamato a raccolta il Mondo. Ha tappato falle nella sicurezza e inseguito i colpevoli in fuga. Poi, al momento di ricordare le vittime nel sacrario dei combattenti invalidi, l’Hotel des Invalides, il presidente Hollande ha ricondotto ad unità sentimenti e rabbia, ideali e forza, cultura e ragion di stato. “Un'orda di assassini ha ucciso centotrenta di noi in nome di una causa folle e di un Dio tradito”, ha dichiarato in un discorso in bilico tra commozione e orgoglio. “La Francia farà di tutto contro il terrorismo, senza pietà, per proteggere i nostri figli”, ha aggiunto, “dopo aver seppellito i morti ripareremo i torti dei sopravvissuti”. Non sono solo le bombe e la guerra senza quartiere all’Isis, attorno alla quale Parigi sta cementando una coalizione senza precedenti, messa a rischio dallo scontro tra Russia e Turchia per il bombardiere di Mosca che Ankara ha abbattuto al confine con la Siria. E’ l’affermazione di una guerra più radicale, quotidiana e non violenta, ma altrettanto forte, fatta dalla ferma risolutezza a non rinunciare a nulla del nostro modo di vivere, incontrarci, confrontarci nel nome della libertà. “I terroristi hanno il culto della morte, ma noi abbiamo l'amore per la vita”, ha dichiarato Hollande, aggiungendo che “il fracasso della musica continuerà, moltiplicheremo le canzoni, i concerti e gli spettacoli, continueremo ad andare allo stadio”. E qui, il presidente ha dettato la linea per tutti i giovani, europei non solo francesi, che finora sono cresciuti senza conoscere la lotta fisica, la guerra, per la conquista delle libertà fondamentali, ereditate come normali dai loro padri. “Le prove ci renderanno più forti, sono fiducioso per le generazioni future. L'attacco del 13 novembre resterà nella loro memoria come un'iniziazione terribile alla durezza del mondo, ma anche come un invito ad affrontare la durezza con nuovo impegno”. Mentre scorrevano i nomi dei giovani caduti, gran parte sotto i 35 anni, compresa la nostra Valeria Solesin, 28 anni di Venezia, all’Hotel des Invalides, davanti ai parenti e ai politici senza divisioni in questo giorno, sulle parole del presidente si è cementato un nuovo fronte, un esercito di figli di questa Unione Europea che non riesce a crescere, pronti a combattere per difendere la civiltà che fin ora vivevano come dato normale. Anche questa coscienza è maturata nelle due settimane dopo gli attentati, mentre facevamo i conti con i cambiamenti quotidiani, le limitazioni e restrizioni che i terroristi ci hanno voluto imporre attraverso la paura e la violenza sugli innocenti. “La libertà non chiede di essere vendicata ma servita”, ha detto Hollande dando voce e coscienza anche al cambiamento dei giovani. “Questa generazione saprà dare prova di grandezza, vivrà pienamente in nome dei morti che oggi piangiamo”, ha aggiunto il presidente, prima che le note del “Va’, Pensiero” portasse le sue parole oltre i confini della Francia.

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