Si sono conclusi ufficialmente i campionati di serie A1 e A2 femminile. Arriva così una decisione molto attesa, ed in parte richiesta da gran parte del movimento, e vede chiudersi la stagione 2019/20 per la Feba Civitanova Marche. "La Lega Basket Femminile comunica di aver appena ricevuto una lettera ufficiale dal Presidente della Federazione Italiana Pallacanestro Giovanni Petrucci - si legge nella nota della Legabasket del 3 Aprile - che, nel contesto dell'emergenza epidemiologica mondiale da COVID-19, sentito il parere del coordinatore del Settore Agonistico FIP Marcello Crosara, ha deciso di adottare il provvedimento che dichiara ufficialmente conclusa la Stagione Sportiva 2019/2020 per i campionati di Serie A1 e Serie A2".
La società biancoblu quindi rimane in A2 per la prossima annata ed adesso ci sarà il tempo per aspettare di tornare alla normalità e per pianificare con calma il futuro. Abbiamo colto l'occasione per intervistare il capitano Jessica "Jessy" Trobbiani, con cui abbiamo toccato diversi temi, dal bilancio di questa stagione al futuro.
Ciao Jessica, è arrivata la notizia della conclusione del campionato. È stata la scelta giusta?
"Credo proprio di sì. In questi giorni è stato detto di tutto, ognuno ha dato il proprio pensiero riguardo questa situazione, il proprio "vaccino" se vogliamo utilizzare questo termine (che mi auguro di sentire pronunciato presto). Ma date le circostanze e non avendo una data certa, era impossibile programmare una ripartenza e portare a termine questa stagione. Capisco che l'attenzione si sia focalizzata sulle società e sui loro investimenti, sono il motore di questo movimento. Essendo io una giocatrice, credo fosse necessario avere un pensiero anche a chi poi va in campo. Giocare a pallacanestro è prima di tutto un divertimento e in questo momento non c'è la tranquillità e la sicurezza necessaria per divertirsi e giocare. Quindi una scelta sofferta ma giusta".
Un bilancio su questa stagione, anche se non si è conclusa normalmente.
"Ecco questo è il vero peccato. La nostra stagione è iniziata e ha proseguito con qualche difficoltà, ma più o meno ogni anno ce ne sono. Abbiamo comunque saputo affrontarle con carattere, e non era scontato data l'età media della squadra. Siamo state brave ad adattarci ai cambiamenti subiti in corsa, mantenendo sempre il giusto equilibrio. E sono convinta che avremmo raggiunto il nostro obiettivo". Com'è stata la tua prima annata da capitano?
"Ci sono state situazioni da gestire: ho cercato di fare del mio meglio, di aiutare la società, l'allenatore e la squadra quando necessario (ad inizio stagione avevo promesso di non essere troppo pesante con Giorgia e Anna, con Giorgia credo di esserci riuscita). In definitiva direi che poteva andarmi meglio dai, e se deve concludersi con una pandemia, meglio farlo fare a qualcun altro (ride ndr)".
Prospettive per il futuro?
"Non riesco a proiettarmi troppo in là in questo momento: spero si riesca ad uscire quanto prima da questa situazione, e non mi riferisco solo all'Italia. Mi auguro che si possa tornare al più presto alla normalità e di poter ricominciare a vivere con serenità, e a poter giocare di nuovo a pallacanestro ovviamente. Fammi però chiudere con un ringraziamento a chi ci ha seguite e sostenute, ed ha creduto in questa squadra fin dall'inizio. Paolo che ci ha accompagnate in ogni partita, riuscendo a trasmetterci ogni volta la sua carica. Cecilia che ha sopportato i nostri lamenti ogni martedì, trovando sempre un modo "divertente" per farci fare la parte atletica. Gli allenatori Nicola e Francesco, per la professionalità e l'impegno che hanno sempre messo, e tutte le mie compagne di squadra. Elvio che si vede poco ma c'è sempre ed ovviamente Donatella per la pazienza che ha ogni volta, e ha avuto soprattutto con me quest'anno. A tutti, al prossimo anno".
La piscina comunale di viale Don Bosco è chiusa dal 10 marzo ma l’attività del Centro Nuoto Macerata non si è affatto arrestata. Proseguono le indispensabili attività amministrative e di manutenzione della struttura, ma soprattutto si sono intensificate le iniziative di formazione, infatti dirigenti e istruttori dello staff si sono attrezzati e, sfruttando le ultime piattaforme digitali di comunicazione, si stanno ritrovando online, organizzando corsi di aggiornamento dalle loro abitazioni. Vere conferenze su tematiche relative al nuoto a 360°.
Un modo per favorire il confronto tra i tecnici, provare a migliorare la qualità della didattica per il settore agonistico, allestire le schede di allenamento per gli atleti e programmare il lavoro una volta che si potrà tornare liberamente a tuffarsi e divertirsi nella vasca del capoluogo.
Non solo, il presidente del Centro Nuoto Macerata Mauro Antonini, tra i principali esperti in Italia circa la pedagogia natatoria, ha voluto approfittare dell’occasione per creare una rete nazionale e coinvolgere in questo circuito di formazione degli specialisti di altre società sportive come Marco Magara, ds della Chimera Nuoto di Arezzo, allenatore di alto livello o Emanuele Narcisi, tecnico della Orizzonte Blu di Montefiascone, tra i più preparati sull’argomento nuoto baby.
Ovviamente gli incontri sono aperti a tutti i tecnici interessati e molte sono le adesioni che stanno arrivando dalle Marche e oltre.
Infine non si arresta l’impegno della società biancorossa in ambito salvataggio e sicurezza. Va ricordato che la Federazione Italiana Nuoto è da molti anni riconosciuta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri quale Associazione Nazionale di Volontariato di Protezione Civile.
Sul territorio provinciale, grazie al coordinamento di Franco Pallocchini, ogni anno vengono brevettati oltre 50 assistenti bagnanti. L’obiettivo è di costituire a Macerata, grazie a questi ragazzi, una serie di nuclei territoriali operativi che possano pertanto essere utili in una prossima emergenza come quella attuale o di altro tipo.
Con lo stop delle attività sportive, gli atleti della Menghi Pallavolo hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con uno dei partner della società, l'ADMO (Associazione Donatori Midollo Osseo) di Macerata.
Una Onlus riconosciuta e iscritta al Registro Regionale delle Associazioni di Volontariato, coopera con altre associazioni come AVIS, AIL, AIDO, la CRI, la Croce Verde, il SIMTI e collabora con il Registro Regionale dei donatori di midollo osseo e con i Centri Donatori e i Poli di Reclutamento regionali presenti su tutto il territorio marchigiano. Questo incontro a distanza, grazie ad una video-chiamata collettiva che ha riunito giocatori e referenti dell’ADMO, è servito per parlare della donazione di midollo osseo e di come promuovere il messaggio ai più giovani.
“È stata l’occasione per riconfermare la Menghi Pallavolo Macerata come sponsor etico dell’ADMO”, racconta Eleonora Salvatori, Responsabile della Sede Operativa di Macerata. “Ci ha fatto piacere riscontare tanto entusiasmo da parte degli atleti, lo stesso che abbiamo sempre trovato nella dirigenza della Menghi Pallavolo Macerata, anche rispetto a questa proposta di una video-conferenza con la squadra. Che è una buona alternativa per continuare a comunicare, ora che siamo impossibilitati a spostarci”.
I giocatori conoscevano le vostre attività o è stata la prima volta? “Diversi avevano avuto modo di conoscerci, tramite ADMO di altre città, per alcuni invece è stata proprio l’occasione di confrontarsi con la nostra realtà. Ci hanno fatto tante domande su come funziona il percorso di donazione, e a questo proposito abbiamo portato con noi le testimonianze di chi l’ha vissuto in prima persona. Sono esperienza anche forti, ma aiutano a far comprendere meglio l’importanza della donazione”.
Da dove nasce l’idea di questi incontri? “Fanno parte di una serie di iniziative che stiamo portando avanti all’interno del progetto “Sportivi fino al midollo”, nato a Macerata. Perché appunto crediamo che gli atleti siano il veicolo perfetto per promuovere il nostro messaggio, avvicinare le persone alla donazione, con particolare attenzione ai ragazzi”.
Maggiori informazioni riguardo la donazione del midollo osseo, sono presenti sul sito internet dell'ADMO Marche, www.admomarche.it, e sulla pagina Facebook dell'Associazione ADMO Macerata.
Preso atto del nuovo Decreto del Presidente del Consiglio firmato il 1 aprile, che proroga le misure restrittive contro la diffusione del Coronavirus fino al 13 aprile, si è riunito giovedì in videoconferenza il Consiglio di Amministrazione della Lega Pallavolo Serie A.
Valutate anche le dichiarazioni odierne del Ministro Spadafora circa una possibile ripartenza dello sport a maggio, sono state convocate per lunedì 6 aprile le tre Consulte per valutazioni sul prosieguo delle stagioni.
Fabio Balaso ha chiuso la seconda settimana di incontri con #campionidacasa, rispondendo alle numerose domande degli spettatori collegati alla diretta delle 18, sempre sulla pagina Instagram @asvolleylube. Il libero della Cucine Lube Civitanova, tra le tante curiosità raccontate, ha anche svelato qualche trucco tecnico per la ricezione, scopriamole insieme.
Buonasera Fabio, hai appena concluso l’allenamento a distanza col preparatore Merazzi, raccontaci come sta andando.
“Da casa, facciamo la solita routine: addominali e esercizi per braccia e gambe per tenere il più possibile il tono muscolare”.
Partiamo subito con le domande dai tifosi: che emozione hai provato nel dover sostituire Grebennikov?
“Sicuramente una grandissima emozione. È stata dura però ho dato tutto me stesso e spero di aver fatto il possibile per sostituire Jenia che resta tuttora il più forte al mondo”,
La vittoria più bella con la Lube?
“La Champions League a Berlino, affiancata allo scudetto vinto a Perugia”
Come sei diventato un pallavolista e ovviamente un libero così forte?
“Ho iniziato a 8 anni con la squadra del mio paese. Fino all’Under 16 facevo lo schiacciatore, poi per la statura sono passato al ruolo di libero”.
Come ti trovi a Civitanova?
“Mi sono trovato subito bene, mi hanno accolto benissimo sia la gente per strada che i tifosi. È un bel posto dove vivere anche per il mare che mi piace molto, sono felice di essere qui”.
Immaginavi mai di vincere così tanto?
“Sono contento di aver vinto così tanto in poco tempo, non mi aspettavo 4 successi consecutivi. Sono felice di far parte di questa squadra e società”.
Cosa si prova a ricevere battute come quelle di Leon o Simon? Quale avversario temi di più in battuta?
“Sono due battute sicuramente impegnative, le più temute quelle di Leon e Atanasijevic”.
Come hai vissuto l’esordio in biancorosso contro Padova?
“È stata una bella emozione, a Padova ho trascorso seri anni fantastici della mia carriera. Sono stato contento di rincontrare il pubblico di Padova”.
Consigli per la ricezione?
“Per la ricezione un consiglio è la rapidità di gambe, rimanere sempre compatti col piano di rimbalzo e concentrati sulla traiettoria della palla”.
Come vivi la quarantena?
“Per fortuna sono in compagnia della mia ragazza, la passiamo come tutti in casa. Facciamo pulizie, abbiamo un cagnolino da accudire, cuciniamo, guardiamo la tv”.
Il tuo rapporto con i tifosi?
“Fin dall’inizio mi sono trovato bene, dalla presentazione pre-campionato ho ricevuto tanti complimenti. C’è sempre tanto calore dai tifosi, sono molto legato a loro”.
Qual è il momento più difficile mentalmente durante la partita per un libero?
“Sicuramente nel finale del set, quando sei punto a punto. Rimanere concentrato sulle cose prestabilite, focalizzato sulla tattica di gioco studiata”.
In allenamento sei un fenomeno anche a schiacciare, è vero?
“Un fenomeno no, però ci provo (ride)”.
Sei uno dei pochi liberi che si prepara in ricezione stando sulle punte, come mai?
“È vero, l’ho notato anch’io. Mi viene naturale, cerco di essere sempre pronto per andare sulla palla anche quando arrivano fuori dal corpo”.
Il tuo starting six ideale?
“Bruno-Sokolov, Juantorena-Leon, Simon-Lisinac, Grebennikov”.
Com’è giocare in nazionale?
“È sempre una bellissima sensazione portare i colori dell’Italia sul petto. Sono onorato e contento di far parte di questo gruppo che si preparerà al meglio per le Olimpiadi posticipate al prossimo anno.”
Lo scherzo più divertente avvenuto in spogliatoio?
“Uno degli scherzi più frequenti è lanciarci l’acqua ghiacciata mentre siamo in doccia”.
Come ti trovi a ricevere tra Osmany e Leal?
“All’inizio è stato impegnativo, ci conoscevamo poco tempo e dovevamo ancora prendere feeling tra di noi, allenandoci è andata sempre meglio”.
Cosa ti manca di Padova come città?
“Per prima cosa la famiglia, ma anche l’affetto dei tifosi che avevo a Padova che sono diventati grandi amici”.
Come superi mentalmente gli ace consecutivi subiti?
“Non è facile superarli, devi pensare alla palla dopo che è sempre la più importante.
Quanto ti manca il Palasport?
“Molto, stare a casa senza allenamento diventa sempre più duro. Ero sempre abituato a vedere i miei compagni anche due volte al giorno, mi mancano molto”.
Conto alla rovescia per il destino della stagione agonistica. Preso atto del nuovo Decreto del Presidente del Consiglio, che proroga le misure restrittive contro la diffusione del Coronavirus fino al 13 aprile, si è riunito ieri in videoconferenza il Consiglio di Amministrazione della Lega Pallavolo Serie A.
Valutate anche le dichiarazioni del Ministro Spadafora circa una possibile ripartenza dello sport a maggio, sono state convocate per lunedì 6 aprile le tre Consulte per valutazioni sul prosieguo delle stagioni. All'inizio della prossima settimana, quindi, la GoldenPlast Civitanova e le altre associate della Serie A3 Credem Banca potrebbero avere novità importanti o definitive sul torneo 2019/20, al momento sospeso per l'emergenza sanitaria.
Coach Gianni Rosichini: “Al primo posto c’è sempre la salute. L’auspicio è che l’emergenza sanitaria rientri e si possa giocare a maggio inoltrato per finire il torneo con la dovuta sicurezza. Non sarà facile portare a termine il Campionato di Serie A3 Credem Banca perché non tutte le società la pensano allo stesso modo, ma non so cosa deciderà la Consulta”.
Con grande dolore, il ciclismo marchigiano piange la scomparsa di Americo Severini, un pezzo di storia importante del ciclocross a cavallo degli anni cinquanta e sessanta.
Soprannominato il Barbarino, in quanto nativo di Barbara, Americo Severini si è spento ad Arcevia all’età di 88 anni ed era malato da tempo.
Tantissime le battaglie con il suo rivale di sempre: Renato Longo (mito vivente del ciclocross, pluri campione mondiale ed italiano) ragion per cui il compianto Barbarino ricevette l’appellativo di “eterno secondo”.
Severini ha raccolto tantissime soddisfazioni nel ciclocross: per tre volte è stato campione d’Italia (1956, 1961 e 1963), 7 volte al secondo posto, ai campionati del mondo secondo nel 1956 e tre volte terzo (1955, 1959 e 1965).
La sua storia è stata anche raccontata nel libro “Americo Severini – Campione di Ciclocross – l’amore infinito per la bici” di Giordano Cioli e Mirella Meloni.
Ai familiari le più sentite condoglianze da parte dell’intero direttivo del consiglio regionale FCI Marche e da tutti gli addetti ai lavori del ciclismo marchigiano.
Proseguono gli appuntamenti col format #campionidacasa, ospite del giorno un campione insolito: non un giocatore, non un allenatore bensì il direttore sportivo della Cucine Lube Civitanova, Beppe Cormio. Grazie alla lunga chiacchierata ha potuto fornire ai numerosi appassionati accorsi in diretta sulla pagina Instagram @asvolleylube, numerose notizie e novità sul futuro del movimento pallavolistico. Domani (venerdì), sempre alle 18, sarà Balaso a raccontarsi e a rispondere alle domande dei tifosi.
Buonasera Beppe, facciamo il punto della situazione della Cucine Lube in questo periodo di incertezza:
“Siamo fermi da moltissimi giorni, avevamo iniziato un’attività molto curata in ogni particolare, andavamo 2 a 2 in palestra col preparatore Merazzi. Il decreto imponeva restrizioni e non ce la sentivamo di non allinearci. La restrizione di ieri impedisce ai professionisti di qualsiasi disciplina di allenarsi al chiuso o all’aperto. Adesso seguiamo un programma di preparazione fisica a distanza in attesa di nuovi provvedimenti e di cosa si deciderà sul proseguimento della SuperLega e della Champions League”
Via con le domande dei tifosi: sei unico nel trovare talenti, si dice che Bruno ci lasci, hai in mente qualcuno?
“Ovviamente abbiamo fatto i nostri passi. Mi soffermo alla prima parte della domanda, il dispiacere più grande è lasciare un palleggiatore col quale siamo tornati a vincere tutto. Bruno ha spiegato che la sua è una scelta di vita. È un giocatore che ha dato tanto al volley mondiale quindi di fronte a certe richieste c’è poco da ribattere. Ho provato a prolungare il contratto, è sempre stato sincero e onesto, però di fatto credo si sia concretizzata la sua volontà”
C’è l’ipotesi di riapertura del campionato e/o della Champions League?
“Ciò che conta è cosa deciderà il governo, abbiamo saputo che c’era la possibilità di prolungare l’attesa fino al 14 aprile. Alcune società sono tornate alla carica per far chiudere in anticipo la stagione. Trovo questa cosa avventata: abbiamo aspettato un mese possiamo farlo per altri 10 giorni e poi di conseguenza ragionare sul nostro futuro. Si riprenderà solo in presenza delle condizioni atte a garantire la salute di tutti: atleti, pubblico e addetti ai lavori. La Champions League viene di conseguenza. È una decisione che va presa da chi ha a cuore il futuro del nostro sport ma soprattutto bisogna dare in questi momenti così tristi dei messaggi positivi, per molti addetti ai lavori è di vitale importanza”
Qual è stata l’operazione più difficile da portare al termine e quella con più rimpianti?
“Tra le più complicate quella di Kazyiski e Juantorena, veramente complesse che hanno richiesto mesi di trattative. Quella che non sono riuscito a portare a termine? Ricordo anni fa per prendere Henno in Francia e non sono riuscito, ma è successo altre volte. La più recente Russo che ha scelto di andare a Perugia”
Osmany ha rinnovato?
“La trattativa è stata definita ma a causa degli ultimi avvenimenti non è stata conclusa. Osmany è capitano e parte del club, siamo molto legati a lui per tanti motivi non solo quelli sportivi. Diciamo che starà con noi”
La Cucine Lube ha preso il giovane cubano Marlon Yant Herrera?
“Marlon è un ragazzino cubano già visto un anno e mezzo fa. È 2001 quindi dal prossimo anno potrà essere tesserato. In questa stagione in Francia ha giocato un campionato eccellente. Lo prenderemo e poi vedremo se troverà spazio in squadra”
Com’è nata l’idea del ritorno De Giorgi?
“Sicuramente è maturata con tanta sofferenza da parte mia la decisione di cambiare allenatore. Ritengo che quello che abbiamo fatto ora è frutto del grandissimo lavoro di Medei. Dobbiamo riconoscergli tanta professionalità, era un gruppo difficile da amalgamare. Le sue difficoltà erano le nostre, come sempre a pagare in queste situazioni è l’allenatore. Si è pensato ad un sostituto che potesse rappresentare una certa continuità. De Giorgi ha dimostrato grandissime capacità nel corso della carriera, è la persona adatta a creare un certo clima in squadra. Era un’idea di Giulianelli condivisa da tutti”
Che ne pensa del polacco Muzaj?
“È molto interessante, mancino, molto alto è un ottimo giocatore”
Bruno in uscita, entra De Cecco?
“Non è possibile stabilirlo, non ha ancora rinnovato quindi potrebbe fare al caso nostro. De Cecco, come Giannelli, Christenson, Toniutti sono i più grandi al mondo, deve venire un big e così sarà”
Grazie per la promessa che ha fatto in aereo ad una hostess dopo l’ennesima sconfitta. Disse: “farò di tutto per fare una squadra fortissima”, detto fatto!
“È un ringraziamento da rigirare alla Cucine Lube, viviamo grazie alla capacità imprenditoriale di questo gruppo. Potendo assoldare grandi campioni è tutto più facile, noi facciamo solo il nostro lavoro”
Più bella la vittoria del 2019 con Perugia o con Kazan?
“Ero molto positivo sul risultato finale della Champions League, vedevo la squadra al massimo. Non ero così convinto per lo scudetto, contro una squadra fortissima come la Sir, in un campo difficilissimo con un pubblico che non molla mai. Forse la gioia dello scudetto, proprio perché meno aspettata e ottenuta davanti ad un’avversaria così forte e degna è stata superiore”
Stankovic ritornerà?
“Ha una situazione molto particolare. Se diventerà italiano credo che già ci sia un club che gli ha offerto un contratto. Non si rinuncia facilmente ad un giocatore così, dal punto di vista umano è unico. Però penso che tornerà perché potrà sicuramente essere inserito nel club per svolgere gradualmente compiti importanti anche in seno alla società”
Kovar e Massari rimangono?
“Nel mio desiderio sì, privarsi di anche uno solo dei due giocatori è pesantissimo. Kovar giocherebbe titolare in quasi tutte le squadre del campionato, Massari è un ragazzo a cui voglio davvero tanto bene, se lo consoci te ne innamori”
Il tuo piatto preferito marchigiano?
“Sono un buon cuoco (inquadra il coniglio alla cacciatora cucinato per cena), a me piace cucinare, il mio piatto preferito nelle marche è una verdura che si condisce e basta: l’insalata”
Cosa ne pensi di Gonzi? Qualche giovane dell’A3 può essere portato in prima squadra?
“Azaria è un palleggiatore giovane e interessante. La sua carenza principale è il carattere dev’essere più spigliato e comandante. Credo lo vedremo in serie A in futuro. Ce ne sono altri come Ferri, Di Silvestre che il prossimo anno giocherà secondo me in A2 come protagonista e il libero d’Amico è molto interessante”
D’Hulst confermato?
“Se non ci sono offerte che gli garantiscono un posto da titolare in Superlega resterà con noi. Ho rispetto dei giocatori che vogliono essere protagonisti, è una persona meravigliosa. Faremo di tutto per tenerlo ma se come Marchisio dirà di avere opportunità di giocare lo lasceremo andare”
Quale futuro per la stagione di C1 del futsal regionale? Si interroga anche il Futsal Potenza Picena che attende gli sviluppi per capire come si concluderà l'annata sportiva. Ancora tutto rimane nel dubbio anche se, l'attuale situazione sanitaria, non sembra dare certezze in merito ad un'eventuale ripresa. "Io voglio essere ottimista - commenta il vicepresidente potentino Samuele Mosconi - e quindi la speranza è quella di almeno disputare i play-off, nel caso non si concluda la fase regolare. Abbiamo disputato un ottimo campionato, partendo con l'obiettivo di centrare i play-off, e ci siamo ritrovati in seconda posizione dietro alla corazzata Recanati e con ampio margine sulle terze. Non possiamo chiedere di più insomma sotto questo punto di vista: tuttavia la vedo dura riuscire a completare l'annata perchè, anche ci fossero i tempi tecnici per poterla portare a termine, dopo questa drammatica situazione, che ha creato disagio in tutta l'Italia, è anche difficile tornare in campo e lottare per qualcosa di sportivo, pensando a quello che è successo.
È una situazione complicata anche perchè un contesto del genere non era affatto pronosticabile. Per il resto è stata una stagione stupenda, nulla da dire, adesso vediamo quello che ha in mente la LND. Speriamo che tutta questa annata alla fine non sia vana e magari, con l'opzione dei ripescaggi, di ottenere qualcosa. Comunque l'importante per ora è riuscire ad uscire fuori da questa pandemia".
La Vis Civitanova si sfida...a distanza. In attesa di capire se sarà possibile o meno riprendere la normale attività agonistica, le rossoblù si tengono in forma divertendosi.
Infatti le ragazze di mister Giordano Perini, mutando un pò il format del "Diamo un calcio al Coronavirus" che gira sui social, hanno preso parte al contest ma si sfidano anche tra loro in una sorta di allenamento casalingo. È mister Giordano Perini che ci spiega la cosa. "Inizialmente - commenta il trainer rossoblù - avevo dato dei lavori da fare a casa e le ragazze si organizzavano, facendo anche qualcosa da sole. Poi con il blocco totale non ho dato più nulla da fare. Tuttavia ci mettiamo spesso in contatto tutte insieme in videochiamata ed abbiamo iniziato il torneo dei palleggi con la carta igienica, prendendo spunto dal "Diamo un calcio a Coronavirus". Questa settimana faremo il torneo di palleggi con dei limoni per esempio, è un modo per sdrammatizzare e ridere un pò insieme, oltre che per tenersi in contatto in questo momento particolare".
(Foto di repertorio)
La Feba Civitanova Marche rimane in attesa di capire l’evoluzione dei campionati: la situazione del COVID-19 ha comportato in primis la chiusura definitiva anticipata dei campionati giovanili. Rimane da definire la situazione dell’A2 anche se sembra che, anche in quel caso, si andrà verso analoga decisione.
Nel frattempo le ragazze della prima squadra continuano ad allenarsi a casa: un allenamento comunque importante dal punto di vista fisico, con gli esercizi messi a punto dalla preparatrice atletica biancoblu Cecilia Pelliccetti, visto questo stop forzato che non si sa fin quando durerà. “Ho dato delle schede formate da diversi esercizi che interessano tutti i distretti muscolari per le nostre atlete – commenta Cecilia – e devono ripeterli più volte. Chi poi ha la possibilità di correre in casa o con la cyclette ho dato degli esercizi sulla "resistenza". Non ho realizzato dei video tutorial ma chi ha avuto dubbi o altro mi sono messa a disposizione in videochiamata per fornire tutte le spiegazioni utili”.
Con la quarantena che ha fermato il Campionato di Serie A, i giocatori della Menghi Pallavolo Macerata si sono organizzati per continuare a tenersi in forma e farlo insieme, come squadra, anche se a distanza, rispettando le norme di sicurezza dettate dall’emergenza Coronavirus. Con l’aiuto della tecnologia, la squadra ha trovato un nuovo modo per restare unita e in contatto, ritrovando negli allenamenti quotidiani da fare insieme, una componente fondamentale della vita di uno sportivo. “È dal lunedì della passata settimana che abbiamo iniziato ad allenarci così”, racconta Gianluca Paolorosso, preparatore atletico della Menghi Pallavolo Macerata, è lui che segue i giocatori nelle varie sessioni, “Ci incontriamo ogni giorno, nel pomeriggio, tutti collegati in video tramite l’applicazione Zoom Prima consegno ai ragazzi le schede da eseguire, poi durante gli allenamenti controllo i tempi di esecuzione e di recupero. Ogni sessione dura circa quarantacinque minuti”.
Com’è nata l’idea di questa attività? “In accordo con il coach Adriano Di Pinto e considerando le esigenze dei giocatori, che hanno il problema di non avere a casa l’attrezzatura giusta, abbiamo pensato ad un modo alternativo di mantenere i ragazzi in forma. Mancando appunto gli strumenti, sono allenamenti che si concentrano prevalentemente sul corpo libero, ogni seduta è molto intensa comunque, ci siamo prefissati il duplice obiettivo mantenere attivi gli atleti e farli ancora sentire parte di una squadra a tutti gli effetti. Questi appuntamenti li aiutano a non disabituarsi all’allenamento e ci permettono di assicurarci che tutti lavorino; inoltre, restituiscono un po’ di normalità, visto che prima dell’emergenza le sessioni di allenamento scandivano le nostre giornate. Cerchiamo di essere attenti su questi aspetti perché la quarantena rischia di farci impigrire, invece ragioniamo come se fossimo dentro il campionato e ci fa piacere vedere la risposta entusiasta dei ragazzi”.
Ovviamente, vista la situazione nazionale, e non solo, l’eventuale ripresa dei campionati resta un’incognita. “Aspettiamo decisioni da parte della Lega, noi però ci sentiamo sempre una squadra e rispettando le precauzioni indicate dal Governo, ci teniamo in forma. Ovviamente le attività che possiamo compiere da casa sono diverse rispetto agli allenamenti in palestra e soprattutto a quelli con la palla. Anche se i nostri ragazzi sono dei professionisti, non toccano il pallone da diverse settimane e non possono allenare la tecnica, sebbene il coach Di Pinto abbia fornito a tutti i giocatori degli studi specifici che raccolgono i dati sulle prestazioni dei singoli atleti nel corso della stagione, prima del blocco delle attività. Nel caso in cui dovessimo riprendere le partite, di buono c’è che restando attivi, non partiremmo da zero e questo è già tanto. In ogni caso, avremmo comunque bisogno di almeno due settimane di preparazione. Per il momento però siamo concentrati sul superare insieme l’emergenza, sfruttando anche queste piccole iniziative per restare in contatto”.
Continuano gli appuntamenti con #campionidacasa, alle 18 di questo pomeriggio il “campionissimo” Bruno Mossa de Rezende ha deliziato le migliaia di tifosi e appassionati del volley accorsi durante la diretta Instagram nel profilo @asvolleylube. Si è discusso di pallavolo, salute, amicizia, cucina e tanto altro. Prossimo incontro, giovedì 2 aprile col direttore sportivo Beppe Cormio (ore 18).
Come stai Bruno? Sei reduce da un allenamento, come vanno i collegamenti a distanza col preparatore atletico?
“Sto bene, si resiste: l’importante è avere la speranza che i giorni migliori arriveranno. È importante per noi mantenere il tono muscolare, è difficile perché abbiamo pochi strumenti di lavoro ma almeno riusciamo a fare qualcosa. È importante anche psicologicamente”
Partiamo subito con le domande dai tifosi, come sempre numerosi: come ci si allena per vincere in rimonta da 0-2 e per essere il migliore palleggiatore al mondo?
“Non mi considero il migliore, cerco di fare il meglio per la squadra. Non ci si allena per fare certe rimonte: è un percorso di consapevolezza, quando la squadra prende fiducia non importa il punteggio, serve la mentalità giusta per combattere contro qualsiasi difficoltà. È importante la resilienza per aspettare il tuo momento e prendere la partita in mano”
Se potessi dare un consiglio ai pallavolisti quale sarebbe?
“In generale per chi vuole fare lo sportivo, il consiglio è di farlo con passione: se riesci a mettere la passione negli allenamenti, anche nelle sofferenze e amare ciò che fai sicuramente riuscirai ad andare avanti. Poi allenarsi tanto, è la filosofia che ho sempre cercato, fin dalle prime esperienze in nazionale. Il lavoro paga”
Quando hai iniziato a giocare? L’emozione più bella della carriera?
“Ho iniziato presto, dai 13 anni ho capito di voler intraprendere la stessa carriera dei miei genitori. L’emozione più bella è la vittoria alle Olimpiadi, ho avuto il piacere di vincerle a Rio, nella mia città, dove ci sono amici e famiglia”
Chi è il tuo idolo? A chi ti sei ispirato?
“Sérgio dos Santos sicuramente. Ho avuto la fortuna e l’onore di giocarci insieme a lungo. Il suo modo di lavorare, la passione mi stimolavano sempre. Poi come palleggiatore sia Maurìcio che Ricardo Garcia”
Il palleggiatore che stimi di più?
“Mi piace il gioco dei sudamericani: argentini, brasiliani. Quindi William, De Cecco, Raphael anche Marouf. Hanno un gioco imprevedibile, prendono rischi anche in momenti importanti della partita”
Il momento più brutto della carriera?
“La finale persa alle Olimpiadi di Londra contro la Russia, subire la rimonta ha fatto male. Sicuramente mi ha motivato, le sconfitte aiutano nella vita. Da lì c’è stato un cambiamento anche per la generazione più giovane”
La più bella vittoria con la Lube?
“Sceglierne una è difficile, tutte troppo belle. Non avevo mai vinto Champions League e Mondiale per Club. Berlino ha dato tanto in quanto a spettacolo, forse la miglior partita di tutta la stagione escluso il primo set. Nel Mondiale per Club tenevo tanto alla vittoria”
Cosa cucini per mantenerti in forma in questi giorni di quarantena?
“Faccio spesa una volta a settimana, cerco di non cucinare troppa pasta. Cucino pollo, carne, cerco di inventarmi qualcosa. Non avevo mai trascorso così tanto tempo in cucina. Non sono un Masterchef ma riesco a mangiare quindi per me va bene (ride)”
Arriva una critica da una tifosa: “Sei il più forte al mondo ma non sai cucinare”
“Devo imparare a fare le foto ai piatti. L’impiattamento e la presentazione prendono un voto, forse devo migliorare quello (ride)”
Cosa ti manca di più del Brasile?
“Famiglia e amici. Questo momento di emergenza fa riacquistare importanza agli affetti. Stare in casa da solo non è facile. Mi manca la mia seconda famiglia: i compagni di squadra”
Quanto le aspettative dei tuoi genitori ti hanno influenzato?
“Loro non hanno mai messo pressione. Mio padre provava sempre a stimolarmi, mi spingeva a lavorare sodo. Mi diceva: un giorno in meno di lavoro è un giorno più distante dal tuo sogno. Mia mamma mi ha sempre lasciato libero di fare ciò che mi piaceva”
Le alzate in bagher con Simon sono magia del momento o le provate in allenamento?
“Provo ogni tanto a giocare d’istinto. Ai centrali dico sempre di partire, non fermarsi perché può capitare qualche alzata anche in bagher”
Si vede la tua cattiveria agonistica in campo, questo pesa al di fuori della pallavolo?
“Ce l’ho solo in campo, mi trasformo, fuori sono molto più rilassato, vivo tranquillamente”
Se dovessi creare la squadra più forte al mondo, chi sceglieresti?
“È difficile. Grebennikov libero, in banda Ngapeth e Leal, come opposto Sokolov, al centro Lucas e Simon, al palleggio William o Marouf”
Cosa ti piace di più di Civitanova?
“Sicuramente il mare, è sempre bello vedere il mare, ti dà serenità. È quasi sempre soleggiato. È una città tranquilla, le persone ma in generale in tutta Italia sono molto disponibili, sentire questo affetto e disponibilità perché mi fa sentire a casa”
Quanto ti sono entrati nel cuore la Cucine Lube e i suoi tifosi?
“Non ho mai nascosto niente. È stato un cambiamento difficile per me, ho vissuto il passaggio alla Lube come una sfida. I primi momenti sono stati difficili, ma ho visto dai tifosi un forte affetto. Con squadra e tifosi sono riuscito a dare il mio contributo e questi due anni sono stati davvero speciali. Prima di arrivare avevo dei dubbi per continuare a giocare ad un alto livello, qui sono rinato”
Quanto è importante per te la religione?
“Moltissimo, sono cattolico. Credo nell’importanza della fede non solo professionalmente ma nella vita. Sapere che c’è sempre qualcuno che mi guarda da lassù, sapere che c’è sempre un perché in tutto ciò che accade mi aiuta molto”.
Ultimo saluto ai tifosi collegati in diretta
“Grazie per la mezzora passata insieme, spero che il momento di emergenza passi il più veloce possibile. Spero che le persone possano valorizzare gli aspetti importanti come la salute, i familiari, i cari. Mi manca giocare ma ci sono cose più importanti della pallavolo in questo momento. Grazie ai tifosi della Lube e ai tifosi italiani che in questi anni sono stati importantissimi. Un saluto speciale ai miei compagni”
PRS GROUP, congiuntamente al Comune di Cingoli ed ai propri partner comunica che il 27° Rally Adriatico viene rimandato a data da destinarsi, a causa della ricorrente emergenza sanitaria epidemiologica da COVID-19.
L’appuntamento era in programma l’1 e 2 maggio con quartier generale sempre a Cingoli, doppio appuntamento tricolore, come lo scorso anno: il 27° Rally Adriatico, la parte “moderna” della competizione, sarebbe stata la seconda prova del Campionato Italiano Rally Terra (CIRT) ed il 2° Rally Storico del Medio Adriatico, il terzo atto del Campionato Italiano Rally Terra storici (CIRTS).
Essendo la situazione in continuo divenire, al momento non è possibile stabilire una data per rimettere in calendario l’evento, tutto lo sport nazionale è fermato per l’emergenza sanitaria e PRS GROUP si rimette alle decisioni che verranno prese da parte della Direzione dello Sport Automobilistico ACI SPORT per la rimodulazione del calendario sportivo nazionale, certamente dovendo tenere conto delle esigenze logistiche ed organizzative del territorio ove si svolge la gara.
Le novità sulla ricollocazione in calendario della gara saranno comunicate mediante comunicazioni stampa da PRS GROUP oppure da apposita comunicazione Federale, ogni altra notizia in merito diffusa da altra fonte è da ritenersi non ufficiale, quindi priva di fondamento.
Corsa attorno a casa, oppure su un tapis roulant, salto della corda, piegamenti, flessioni, addominali, in cortile o in mezzo al salotto.
Di sicuro queste non sono le tipiche attività sportive da praticare chiusi in casa ma in questo momento di emergenza sanitaria è utile farlo sia per mantenere un minimo di allenamento ma soprattutto anche lucidità.
Ed è nata da questa esigenza l'idea di organizzare una gara a km zero, cioè con ogni partecipante a realizzare la sua performance casa propria. L'evento lanciato da Stefano Gregoretti è stato denominato: Tor des Hamaster (La “Tor” dei criceti). Una speciale corsa che ha visto al suo inconsueto "start", tantissimi runners prendere il via direttamente dalle proprie case, l'unica "tassa di iscrizione" consisteva nel versare una simbolica quota di partecipazione di, almeno,10 € direttamente alla Protezione Civile per aiutarli a fronteggiare l'emergenza Coronavirus.
Una gara quindi senza podio e senza limite di tempo, il cui premio era unicamente quello di supportare attivamente chi ogni giorno è in prima linea a combattere questa epidemia.
Ai nastri di partenza di questo evento era presente anche l'a.s.d. Monti Azzurri Bike Team di Caldarola del presidente Robeto Mancini e di Gian Vittorio Antenucci, rappresentata dall'atleta Sandro Emiliozzi che per l'occasione ha corsa una "sua" speciale Maratona girando intorno all'abitazione e percorrendo i canonici 42 km e 195 metri, realizzando un tempo di 5 ore e 46 minuti.
Il giovane schiacciatore biancazzurro Paolo Di Silvestre, protagonista della sua stagione più significativa per punti, carisma e continuità, prosegue ad allenarsi in Abruzzo nella casa di famiglia durante l’emergenza Coronavirus. Il talentuoso capitano della GoldenPlast Civitanova mura le domande sul possibile esito del torneo di Serie A3 Credem Banca sospeso per l’emergenza sanitaria e ribadisce un pensiero condiviso dai suoi compagni di squadra: “Noi continuiamo ad allenarci individualmente facendo del nostro meglio – spiega -, ma anche se è la nostra più grande passione, la pallavolo può attendere. Il desiderio di riprendere il torneo, che ci vedeva secondi nel Girone Bianco, passa in secondo piano di fronte alla drammaticità del momento. Ci importa solo che tutti stiano bene. Vogliamo tutelare i nostri cari”.
Il problema alla schiena è rientrato?
“È acqua passata. Pur avendo attrezzi limitati in casa, mi alleno tutti i giorni e il mio stato di forma ora è buono”.
Prima dello stop al torneo stavi disputando la tua stagione migliore…
“Sono molto soddisfatto del percorso di crescita intrapreso. L’appuntamento con la pallavolo giocata è solo rimandato, ora conta la salute. Avrò tempo e modo di far vedere il mio valore”.
Qual è stata la partita più emozionante quest’anno?
“Sicuramente la sfida vinta in extremis a Prata di Pordenone contro una formazione molto forte come la Tinet Gori Wines. Ho chiuso la gara con il record personale di 35 punti”.
Qual è stata la sconfitta che ti ha bruciato di più?
“Non mi è andato giù il passo falso a Trento. Senza nulla togliere agli avversari, con un po’ più di attenzione il risultato sarebbe stato differente”.
A quale incontro ricolleghi il vostro salto di qualità?
“La trasferta a Cisano Bergamasco, con tanto di rimonta clamorosa e vittoria al tie break, ci ha dato sicurezza e ci ha fatto capire di poter puntare in alto”.
La caratteristica che più ti ha colpito della squadra?
"L’incisività nei match casalinghi. Il fatto di aver sempre vinto da tre punti tra le mura amiche la dice lunga sul nostro feeling con i tifosi di Passione Biancazzurra e l’Eurosuole Forum”.
Le misure restrittive impongono dei sacrifici. Come vivi questo periodo difficile?
“Ciò che sta accadendo mi fa capire molte cose. Quando ne usciremo darò meno per scontate le piccole gioie della vita. Diventeremo tutti più forti e consapevoli di ciò che si ha. Sarà sempre più importante fare squadra, in campo e nella vita di tutti i giorni”.
Più di 150 tornei, per un totale di ni coinvolti: la risposta del circolo scacchistico settempedano "La Torre degli Smeducci" alla situazione imposta dall’emergenza Coronavirus non ha certo tardato ad arrivare.
Partita come gioco per tenere occupati i piccoli appassionati della scacchiera costretti a casa dai divieti del periodo, l’iniziativa nata dall’idea dei vertici dell’associazione sportiva dilettantistica ha praticamente travolto l’Italia intera in pochi giorni. Dai primi 25 iscritti si è passati, infatti, a un numero che ogni giorno cresce e che vede disputarsi ben 5 tornei quotidiani che dalle 11 di mattino alle 23 coinvolgono persone di tutte le età. Per molti è diventato un appuntamento fisso, un vero torneo dei circoli e non, più semplicemente, di circolo. Alla sfida, rigorosamente online, partecipano gli scacchisti settempedani, dai più piccoli ai più grandi, ma anche quelli della Scuola Popolare Romana, delle associazioni Lazio Scacchi, Centro Scacchi Palermo e Circolo Mosca. L'ultima sfida? Quella che riprende lo slogan del momento #ANDRATUTTOBENE con le foto dei bambini che giocano a scacchi dal pc.
Anche i più piccoli si mobilitano in questo momento di emergenza, per rimanere uniti nello sport e nel gioco. Alla Pallavolo Macerata e all’Helvia Recina Volley, le due società fondatrici della Volley Academy, si sono unite per la campagna social “Pallavolisti in ciabatte” altre due importanti realtà sportive della Provincia di Macerata: la FEA Telusiano Volley di Monte San Giusto e la Sacrata Pallavolo di Civitanova Marche.
“L’iniziativa nasce dalla volontà di coinvolgere i bambini e far sapere loro che noi ci siamo”, spiega Lara Martuscello, allenatrice della Volley Academy Macerata. “Siamo partiti dai disegni a tema volley, qualcosa che tutti possono fare a casa e che è stato bello condividere. Poi, continuando sull’obiettivo di stimolare la fantasia con attività ludiche e visto il forte coinvolgimento dei più piccoli, abbiamo pensato a questa nuova campagna da sviluppare tramite video. Di solito facciamo noi delle richieste particolari e mandiamo dei video esplicativi, poi lasciamo che i bambini si divertano a sperimentare: in questi giorni abbiamo chiesto di giocare con oggetti improvvisati, fatti o trovati in casa, come palle di carta, frutta, etc. Proponiamo gare e sfide e ci fa piacere vedere una partecipazione tanto entusiastica. Ci sono arrivati video bellissimi, dove spesso vengono coinvolte anche le famiglie. Tutto il materiale raccolto viene poi pubblicato e condiviso sui social, che ci permettono di restare in contatto anche se a distanza”.
Alla campagna “Pallavolisti in ciabatte” aderiscono anche altre due società, come sono state coinvolte? “Con entrambe abbiamo da tempo maturato legami molto forti: con la FEA Telusiano Volley collaboriamo nella squadra di Under 14, mentre il Coach della Menghi Macerata Adriano Di Pinto è il Direttore Tecnico della Sacrata Pallavolo. È stato quindi naturale coinvolgere queste due società amiche e ampliare il numero di partecipanti. Seguiteci quindi sui nostri account social per vedere tutte le attività di piccoli e grandi atleti”.
La Federazione italiana pallacanestro ha dichiarato finiti tutti i campionati regionali, giovanili e senior, maschili e femminili, dalla C Gold fino alla Prima e Seconda Divisione, dall’Under 20 fino al minibasket. Una decisione presa “per preservare la salute degli atleti nell’ambito dell’emergenza coronavirus”. Ancora da decidere le sorti dei campionati nazionali Serie A, A2 e B.
Il presidente FIP Gianni Petrucci ha comunicato in una lettera inviata alle società che “nel contesto del dramma emergenziale che sta vivendo il nostro Paese e, più in generale, l’intera comunità mondiale, a seguito delle analisi svolte nel corso della riunione di Consiglio dello scorso 9 marzo e dopo aver ascoltato il parere del vicepresidente vicario, del rappresentante della consulta e del coordinatore delle attività del Settore Agonistico, ho ritenuto di adottare il provvedimento che dichiara conclusa la stagione sportiva 2019/2020 per ogni attività (minibasket, giovanile, senior, femminile, maschile) organizzata dai Comitati Regionali”.
Secondo appuntamento con #campionidacasa, il format che permette di conoscere da vicino i campioni e lo staff della Cucine Lube Civitanova durante il periodo di emergenza coronavirus. Ospite del giorno il capitano Osmany Juantorena, che durante la diretta ha potuto mostrare la bacheca ricca di trofei per la gioia di tutti gli appassionati. Domani (giovedì) alle 18 ci sarà Simone Anzani, venerdì Enrico Diamantini
Salutando tutti i seguaci collegati in diretta, il capitano Osmany dice: “Ci dobbiamo adeguare in questo periodo, è molto difficile. Le giornate sembrano durare 48h ma è importante restare a casa. Io guardo film, serie tv, mi alleno, leggo giornali, pulisco e cucino”.
L’ultima partita con Trento ti aveva lasciato l’amaro in bocca per l’assenza del pubblico
“Sì, sicuramente è stata una bruttissima esperienza, non mi era mai capitato. È stato brutto senza i nostri tifosi che sono sempre protagonisti, era difficile anche per Trento. Mi auguro di non riviverla più. L’abbiamo vinta, ci abbiamo messo il cuore”.
Come sta andando il lavoro a distanza col preparatore atletico Max Merazzi?
“È stata una grande iniziativa di Max che vuole sempre lavorare bene. È una cosa nuova per tutti, ho finito poco fa. Serve per tenerci in forma, lavoriamo da casa e ci divertiamo a distanza”.
Olimpiadi rimandate al 2021, ci sarai?
“Me lo auguro, condivido la scelta del CIO. La cosa più importante è la salute di tutti: giocatori, tifosi e familiari. Credevo slittasse di pochi mesi, non di un anno. Ci adegueremo, aspetteremo un anno, l’attesa sarà bellissima”.
Con quale compagno ti trovi meglio, chi è il più pazzo?
“Sono legato a tutti, sicuramente più ai sudamericani. Ma in generale sono uno che fa gruppo, mi trovo bene con tutti non voglio dire un nome a caso. Andrea Marchisio è il più pazzo” (ride).
Qual è il giocatore più forte con cui hai mai giocato contro?
“Ci sono tanti fenomeni, ma per ora il più forte nel mio ruolo è Leon. Fenomenale, molto fisico, fa sempre la differenza. Ce ne sono altri ma lui è il numero 1”.
Come vivere la vita da campione con tutti i fari puntati addosso?
Vivo molto tranquillamente: fuori dal palazzetto sono un ragazzo normale, tranquillo, umile, vado a cena e parlo con tutti. Faccio una vita molto tranquillo, credo di essere apprezzato per questo.
Il periodo più buio della tua vita e come ne sei uscito?
“Eh ho avuto parecchi periodi, credo il più difficile a Cuba quando mi hanno squalificato. Non ho potuto giocare per 2 anni, volevo smettere. Grazie alla mia famiglia ho continuato, soprattutto mia madre che mi ha incoraggiato ad aspettare per ricominciare”.
La gioia più grande del 2020?
“La Coppa Italia, non c’è stata altra gioia finora. Speriamo di tornare al più presto alla normalità”.
Futuro da allenatore?
“No, non mi ci vedo in quel ruolo. Una volta finito non voglio continuare né come allenatore né come dirigente”.
Quali differenze trovi tra Bruno con cui giochi nel Club e Giannelli in Nazionale?
“Sono due palleggiatori con caratteristiche diverse. Simo è più giovane, diventerà il più forte al mondo. Bruno ha fatto tantissimo, è già formato, ha un carattere tosto, ha vinto tutto. Sono diversi, Giannelli sta già facendo vedere cose incredibili nonostante la giovane età”.
Dove hai iniziato la carriera e come mai il numero 5?
“A Cuba, in un club del mio paese poi quasi subito in nazionale. Mi ricordo in nazionale volevo il 17 ma l’unico libero era il 5. Non avevo scelta, da lì mi ha accompagnato fino ad oggi. Forse il numero ha scelto me quindi lo porto sempre con me”.
Qual è stato il tuo primo ruolo?
“Il palleggiatore, ho iniziato così. Tuttora mi viene l’istinto, poi la riuscita dell’alzata si può discutere” (ride).
Ti piace vivere a Civitanova?
“Si è una città piccola, da quando sono arrivato è cambiata tantissimo. C’è di tutto e mi trovo molto bene con la famiglia. Non mi manca niente”.
Quale colore della maglia Lube ti piace di più?
“Quella rossa nuova di quest’anno”.
Ti senti realizzato nella vita o ti manca ancora qualcosa?
“Nella vita sono realizzato, ho una moglie fantastica e due bimbe bellissime. Anche nello sport ma voglio continuare a vincere perché è molto bello. Voglio godermi gli ultimi anni come fossero i primi. Quando smetterò sarà molto difficile ma tutto quello che inizia finisce. Se ho la possibilità di vincere ancora vorrò farlo perché quando si parlerà di Civitanova, Trento ed Ankara ci sarà scritto il mio nome”.
Un rimpianto della tua carriera?
“È una domanda complicata. Posso dire che ho aspettato forse troppo per giocare in azzurro. Mi cercavano da tempo ma avevo ancora la speranza di poter giocare a Cuba. Mi sono trovato così bene che il rimpianto più grande è stato non iniziare prima, oggi sono un po’ pentito ma avevo delle ragioni”.
Come vedi oggi la nazionale cubana?
“Col rientro di Simon hanno più possibilità. Sono giovani, sono veramente bravi. Devono organizzarsi sul gioco”.
Quale canzone ti piace di più tra quelle cantate dai tifosi biancorossi Predators?
“La mia che fa: cercavo un fuori classe e ho trovato un re, batte talmente forte che butta giù le porte, ha il 5 sulla schiena, Osmany Juantorena”.
Che sensazione hai provato quando hai fatto l’ultimo punto contro la Serbia nella qualificazione olimpica a Bari?
“È stato veramente bello. Sono tornato dopo un piccolo stop in nazionale. Non è stato facile, avevamo perso 3 a 0 con loro al mondiale. Senza quella vittoria sarebbe diventata complicata la faccenda, ero davvero felice”.
Perché metti le mani dietro la schiena quando parli con gli arbitri?
“È un gesto di rispetto nei loro confronti, per evitare che si offendano. È meglio evitare scontri e squalifiche”.
Quanto conta il supporto dei tifosi per te?
“Tantissimo, giocare a porte chiuse contro Trento è stato bruttissimo. Senza tifosi giocare non ha lo stesso senso”.
Hai imparato a cucinare in questi giorni di quarantena?
“Non ho imparato in questi giorni, già da quando stavo a Cuba cucinavo. Faccio di tutto, pasta, carne, riso, cibi italiani, cubani. Sono molto preparato. La mia forte preferenza è la banana fritta”.
Pensi di esser un buon capitano o preferivi non esserlo?
“Questa domanda dovrebbero farla ai miei compagni ma questo gruppo sinceramente non ha bisogno di un capitano. Siamo grandi professionisti, ognuno sa cosa deve fare. Sono un capitano “burocratico”, in campo siamo tutti capitano, abbiamo tutti fame di vittorie e lottiamo per lo stesso obiettivo”.
Ringraziando le migliaia di persone collegate ricorda: “Restate a casa che ne usciremo tutti insieme!”