Toni Valeruz è da oltre trentacinque anni il protagonista indiscusso dello sci estremo a livello mondiale oltre ad essere stato uno dei pionieri, a livello europeo, di questa disciplina scialpinistica. Gli inizi della sua carriera risalgono ai primi anni settanta, sui pendii della Marmolada, montagna che ama definire, ancor oggi, "la sua naturale palestra di allenamento". Nella sua vita, fino a una decina di anni fa, ha affrontato quasi cento discese estreme in Italia e all'estero, trionfando in sfide che sembravano apparentemente impossibili.
Toni si trova a Macerata per un incontro al CAI dove è andato per raccontare ai soci, professionisti e appassionati la sua esperienza e la sua vita dedicata alla montagna.
Quando è nata la passione per lo sci?
Avevo circa 9 o 10 anni quando si è creato questo sodalizio tra me e la montagna. Vivendo in Trentino è stato molto più naturale avvicinarmi a questo tipo di sport ma personalmente mi sono sempre sentito predisposto. Poi, com'è accaduto, è diventata la mia passione più grande nonché una ragione di vita.
Poi si è avvicinato allo sci estremo...
Sì. Anche questo è venuto naturale. Inizialmente ho praticato sci di pista, allontanandomi presto da questa disciplina. Amo la solitudine, la montagna, la natura e le sfide. Ho trovato un connubio perfetto nello sci estremo. La sensazione di simbiosi e di condivisione con la natura è il motivo principale che mi ha spinto in questa direzione. Personalmente non sono un amante dei riflettori, non l'ho mai fatto per notorietà... anche perché la notorietà è cosa effimera.
Dall'esterno questo sport sembra molto pericoloso e come dire... molto affidato alla fortuna del momento e al caso...
Nulla di più falso. Dal di fuori sicuramente appare una follia, un'avventura, un rischio continuo. Ma posso assicurarvi che nulla è lasciato al caso, anzi. A volte per affrontare una discesa ci vogliono anche un paio di mesi. Tutto è studiato nei minimi dettagli, ci vuole razionalità e pianificazione. La preparazione fisica è importante ma ancora di più lo è la predisposizione mentale. Non si possono commettere errori, di nessun tipo. Qualsiasi discesa sono in grado di rifarle (e tante le ha rifatte ndr!) perché le ho studiate e preparate tutte perfettamente, nei minimi dettagli.
Ci può raccontare una discesa particolarmente rischiosa dove si è trovato in pericolo?
Fortunatamente, come dicevo poc'anzi, lo studio e la pianificazione che c'è dietro ad ogni discesa mi ha permesso sempre di vivere in maniera sicura ogni impresa. Ovviamente la rapidità e i riflessi sono fondamentali, ma dopo quasi 60 anni, mi sento molto più a mio agio con gli sci che in un paio di scarpe!
Qual è stata la discesa più soddisfacente della sua carriera?
Questa è una domanda difficile! Ho effettuato più di 100 discese e tutte, a loro modo, mi hanno regalato qualcosa e mi hanno arricchito. Se dovessi sceglierne una tuttavia, direi la discesa del Lyskamm, che fa parte della catena montuosa del Monte Rosa. In quel contesto mi ero prefissato di scendere in meno di 3 minuti, e ci sono riuscito. Ho impiegato 2'59'', il record di discesa.
Come raggiunge le vette prima della discesa?
Per familiarizzare con il terreno e la roccia, spesso, a piedi. Sono un'alpinista anche se mi sento molto di più sciatore. La vetta la puoi raggiungere anche in elicottero ma in quel caso devi essere molto esperto e avere molta esperienza.
Attualmente cosa fa Toni Valeruz?
L'ultima discesa estrema l'ho affrontata circa 10 anni fa. Ho 65 anni ma non ho smesso di sciare. Come ho già detto, sono molto più a mio agio con gli sci! Adesso faccio ancora discese, ma più tranquille. Inoltre sono maestro di sci e guida alpina.
Nelle immagini un momento durante l'intervista
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