Mondiali 100km, la maceratese Tappatà: "La mia prima volta in maglia azzurra a 42 anni"
Siamo ormai alle porte della 31esima edizione dei Campionati Mondiali della 100 chilometri di ultramaratona, in programma per il prossimo sabato 27 agosto a Berlino. Nove gli atleti convocati per la formazione azzurra dalla direzione tecnica federale, fra i quali spicca il nome della campionessa italiana Denise Tappatà, già intervenuta ai microfoni di Picchio News lo scorso gennaio in occasione proprio della qualificazione in nazionale (leggi qui).
A pochi giorni di distanza dalla competizione più importante affrontata finora dalla maratoneta maceratese, abbiamo nuovamente raggiunto Tappatà e il suo allenatore Fernando Corradini, che si sono raccontati all’alba del Mondiale, al termine della dura preparazione sostenuta per arrivare fin qui, ad “un traguardo lontano anche nei sogni”.
Che emozione si prova prima di affrontare un Campionato Mondiale? “Ora mi sento benissimo, sia fisicamente che mentalmente, e sono pronta ad affrontare questa grandissima sfida – esordisce Denise Tappatà, tradendo maggiore preoccupazione del suo allenatore -, soprattutto dopo il ritiro a Cavalese (in provincia di Trento ndr) con la squadra: ne siamo uscite unite e motivate a vincere. Sento però la responsabilità che comporta indossare la maglia azzurra: questa è la prima gara che non faccio per piacere e credo sia importante portarla a termine nel migliore dei modi”.
“Un’emozione grandissima per entrambi, non c’è risultato più alto per un atleta che competere ai Mondiali rappresentando la propria nazione. – risponde Fernando Corradini orgoglioso -. Ci sentiamo quattro volte al giorno e ogni volta ci vengono i brividi pensando a cosa stiamo per affrontare. È una soddisfazione indescrivibile che ripaga di tutti gli sforzi e i sacrifici fatti fin qui: non è facile coniugare lavoro e allenamenti a questi livelli e abbiamo dovuto riadattare innumerevoli volte il programma”.
Com’è andata la preparazione nelle ultime settimane? “Per un attimo abbiamo temuto di non poter più partecipare a causa di un infortunio riportato da Denise un mese e mezzo fa - racconta coach Corradini – che ci ha costretto a fermarci per qualche settimana. Io credo che il suo stato psicofisico fosse compromesso principalmente dallo stress dovuto al lavoro e agli allenamenti: Denise nella vita fa l’ingegnere edile e trascorre le sue giornate nei cantieri, senza contare che spesso è costretta a fare le ore piccole davanti al pc. Con allenamenti da più di 3 ore è inevitabile che il fisico ne risenta a lungo andare, non si può dormire un'ora a notte per un mese e mezzo senza subirne le conseguenze”.
“Sono convinta che le potenzialità per fare bene ci siano: in una gara così lunga sono tantissime le variabili in gioco ed è importante rimanere concentrati fin dall’inizio, con una partenza non troppo decisa per conservare le energie - aggiunge Tappatà -. L’attenzione deve essere alta già prima della gara: stiamo tutti seguendo una dieta rigorosa e un programma di allenamento serrato, personalmente a cura del mio allenatore”.
Che allenamenti hai seguito nello specifico per prepararti all’ultramaratona? “Ci siamo mantenuti su allenamenti abbastanza brevi, con pochi chilometri totali e senza preparazione in altura, soprattutto a causa del lavoro e dell’assenza di ferie. Sono tornata perfettamente in forma proprio durante la settimana del raduno della nazionale con i tecnici azzurri, Monica Casiraghi e Paolo Bravi. Correre insieme ai compagni di squadra è tutta un’altra cosa: i chilometri si macinano più facilmente e la motivazione e la determinazione crescono per tutti. Abbiamo avuto occasione di vivere una settimana insieme, confrontandoci giorno dopo giorno e condividendo allenamenti, speranze e carica”.
Quando hai iniziato a correre, nel 2014, avevi già 34 anni, ti aspettavi di poter raggiungere un traguardo come questo? “Per me questo non era nemmeno un sogno nel cassetto, ho iniziato a crederci man mano che correvo e che vincevo: dopo la prima gara lunga e, soprattutto, dopo la conquista del titolo nazionale, lo scorso anno ho veramente iniziato a coltivare l’idea di partecipare ai Mondiali. Ora che ci sono, però, non voglio farmi bruciare dalle aspettative: non punto a grandi risultati individuali quanto piuttosto all’obiettivo comune e di squadra – spiega Denise -. Fanno punteggio le prime tre classificate per ogni nazione e credo che noi potremmo riuscire a fare bene. Individualmente non saprei proprio ora come ora”.
Ben più sicuro del risultato mister Corradini che commenta così: “La preparazione che abbiamo seguito con Denise era finalizzata alla vittoria. Non conosco altro modo di fare sinceramente: quando facevo il pugile e salendo sul ring mi trovavo di fronte ad un avversario più forte di me, non ho mai pensato altro che superare quell’ostacolo e vincere la sfida. Sono certo che fisicamente e mentalmente sia prontissima nonostante l’infortunio: so che lei può lottare per vincere e non ho dubbi che, se dovesse filare tutto liscio, riusciremo tranquillamente a conquistare il gruppo di testa. La squadra italiana è veramente forte quest’anno e non mi stupirebbe se riuscissimo a conquistare anche una medaglia”.
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