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Maceratese, Marchetti: “Daremo il massimo finché potremo”

Maceratese, Marchetti: “Daremo il massimo finché potremo”

27 anni il prossimo 7 agosto, pugliese di Corato, lo scorso anno al Martina Franca dove ha collezionato 28 presenze ed un gol, difensore centrale ma adattabile, come ha più volte dimostrato,
anche sulla fascia, Domenico Marchetti ha colmato domenica scorsa l’ultima lacuna: il gol. Ed ora incita il gruppo a centrare quanto prima il traguardo che si è posta la Maceratese, quella salvezza che sul campo appare sempre più a portata di mano.

Domenico, domenica scorsa una grande prestazione condita dall’inzuccata vincente che ha contribuito, con il sigillo di Allegretti, a portare nella bisaccia biancorossa 3 punti di inestimabile valore anche perché sottratti ad una grande del torneo come la Reggiana.

A chi dedichi la tua prodezza?

“A mia moglie calabrese (ma con ascendenze del continente nuovissimo, l’Australia,) Morin ed a mio figlio o mia figlia, non sappiamo ancora, dato che Morin è appena al terzo mese di gravidanza. Gioia doppia per me l’aver segnato alla Reggiana”.

La salvezza sembra avvicinarsi, ma la spada di Damocle legata alla vicenda spettanze rimane lì?

“Così sembra. Non si sono registrati passi in avanti e questo, purtroppo, è il nostro cruccio. Sul campo diamo il massimo, in allenamento non lesiniamo energie, i risultati stanno arrivando, ma speriamo che alla fine non sia tutto inutile. Noi continueremo a dare il massimo, ma se la situazione dovesse stagnare ancora a lungo è ovvio che, anche a livello inconscio, qualcosa in noi potrebbe venire meno. Però voglio essere ottimista e pensare al campo. Domenica ci aspetta un altro impegno tosto”.

Come vedi, per l’appunto, il match con il Lumezzane?

“All’andata i bresciani ci impegnarono a fondo e non furono neanche eccessivamente fortunati. Un paio di gol annullati, su uno dei quali resta ancora il dubbio, un rigore che Barbuti calciò fuori ed il traversone di Palmieri che Sorbo spedì in fondo alla propria rete. Ma da gennaio la squadra è diversa da allora. Domenica scorsa i lombardi hanno espugnato Forlì con il doppio scarto, lanciando un segnale inequivocabile. Non sarà facile”.

Come si può venirne fuori?

“Con le nostre armi. Dobbiamo giocare con grande intensità, caparbietà, attenzione, dare come al solito il 100% di ciò che abbiamo. Potrebbematurare l’ennesimo, prezioso, risultato positivo”.

Rifaresti la scelta di venire a giocare a Macerata?

“Sì, perché in un centro a misura d’uomo come Macerata si può fare del buon calcio. Noi, come stiamo dimostrando, la nostra parte la stiamo facendo, ora però vorrei vedere un segno tangibile dalla dirigenza, perché le scadenze si potrebbero accumulare e soprattutto perché la dirigenza ed i giocatori passano, ma il blasone resta. E Macerata città merita una Maceratese a questi livelli”.

Giocatore e squadra preferiti?

“Non ho un idolo in particolare, ma apprezzo i difensori bravi sia nella fase di chiusura che in quella propositiva. La squadra per cui tifo è la Juventus, da noi in Puglia c’è questa tradizione”.

Quindi per te sabato, dando un’occhiata al Viareggio, sarà un derby?

“Beh, su sabato non ci sono dubbi. Invio il mio più caloroso “in bocca al lupo” ai ragazzi di Turchetti perché stanno facendo un grande Viareggio. L’ho disputato anch’io oltre dieci anni fa con la rappresentativa di serie C con la Fiorentina. Fu una grande esperienza. Anche se un simile sacrificio economico forse non giunge nell’anno migliore per la Rata. Ma…
pensiamo al Lumezzane”.

Marchetti si concentra solo sul campo, per centrare l’obiettivo che la Rata di Giunti si è prefissa ad inizio stagione. La salvezza!

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