Vibrazioni. Intensa nottata di futsal a Macerata per il duello tra Cus e Todi. Sessanta abbondanti minuti in cui tutto è stato elevato all’ennesima potenza: il ritmo di gioco, a tratti vertiginoso; la qualità e l’organizzazione delle due squadre, entrambe meritevoli di calcare il palcoscenico nazionale; l’atmosfera, surriscaldata e resa incandescente da qualche picco di agonismo. Scariche di adrenalina dalle quali è affiorato un palpitante 4-4. Incertezza e curiosità saranno le componenti che ci accompagneranno verso un match di ritorno interessante, da vivere tutto d’un fiato.
Tenace il Todi. Abituato a destreggiarsi in un campo di piccole dimensioni, comune denominatore che azzera qualsiasi potenziale vantaggio. Gli umbri hanno impressionato positivamente per la loro intensità, per aver esibito un giro palla fulmineo e per aver reagito quando il parziale sembrava condannarli. Dura a morire la formazione allenata da Pellegrini. Trascinata dal talento di Mike Guerra, playmaker venezuelano sugli scudi sopratutto nel primo tempo. Prevedibile il calo fisico registrato nella ripresa, con conseguente perdita di lucidità che lo ha costretto a rimediare un’ingenua ammonizione. Assenza pesante che al ritorno sarà compensata da tre presenze di spessore. Josete, Introppico e De Angelis hanno dimostrato di essere pedine capaci di spostare gli equilibri, con invenzioni individuali e scambi stretti. Lo spagnolo, in particolare, merita elogi per il bellissimo gol del 3-2, figlio di una conclusione secca e bruciante che si è infilata sotto l’incrocio dei pali senza lasciare scampo a Marè. Meno edificante l’atteggiamento del numero 16 del Futsal Todi, provocatorio durante la partita con continui insulti (non dovrebbe, ma ci può anche stare), con entrate pericolose (ci sta un po’ meno) e con ulteriore gratuito nervosismo dopo il fischio finale (non ci sta per niente). Nulla di trascendentale per fortuna, ma una volta terminata la battaglia sportiva sarebbe opportuno rilassarsi.
Ospiti di un livello superiore? Può darsi, forse sì. L’umiltà non è sinonimo di debolezza e nell’ammetterlo il Cus non fa alcuna fatica. Ma chi si aspettava un abisso alla vigilia del confronto è stato costretto a ricredersi. La linea di confine tra qualificazione ed eliminazione è sottilissima e contro ogni pronostico il verdetto resta in bilico. Un grazie a caratteri cubitali va detto a ciascuno dei ragazzi a disposizione dei mister Bacosi e Zampolini. Hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo, hanno prodotto uno sforzo immane, sono entrati in doccia con qualche piccolo livido, ma hanno reso orgogliosi i tifosi maceratesi e, più in generale, quelli marchigiani. Serata da dieci e lode. Anzi, da nove e lode. Sì perché a recitare la parte del mattatore assoluto ci ha pensato Rudy Bacaloni, autore di un millimetrico assist per Carpineti condito da una meravigliosa tripletta. Per un attimo la prospettiva era stata quella del poker, sfumato per colpa di un rigore calciato bene ma neutralizzato benissimo dal portiere del Todi Barcarollo. I dischetti danno e tolgono. La liberazione era arrivata pochi minuti prima, quando il talento di Montegranaro si era scrollato di dosso il fardello Eta Beta insaccando il tiro libero del definitivo 4-4. Per ora stand-by. La seconda parte del romanzo verrà editata Martedì 1° Marzo alle ore 21 dagli scarpini dei protagonisti. A metà dell’opera i complimenti vanno estesi a tutti: al Todi per l’indiscutibile valore tecnico, al Cus Macerata per la grinta unica che da sempre la contraddistingue, e alla classe arbitrale per aver diretto con autorità una partita spigolosa. Giusto che il potere di fischiare lo mantengano solo e soltanto loro. Dagli spalti, invece, soltanto applausi.
(Marco Cognigni)
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