Debiti, tribunali, stipendi non pagati, telefoni che suonano a vuoto: che pessima vetrina per la Macerata calcistica
C’è chi evita le domande, chi lascia squillare il telefono, chi si è sempre defilato. E chi dalla sede sociale (ma non solo, ahinoi) risponde: “Chiami domani”. Nessuno che dica niente.
L’ultima volta che la dirigenza della S.S. Maceratese srl si è fatta viva è stato il 2 marzo scorso attraverso i propri avvocati, quando è stata resa pubblica la denuncia ai danni della vecchia proprietà perché avrebbe tenuto nascosti debiti per quasi cinquecentomila euro.
Vero o falso? Sarà il tribunale a fare luce. La domanda però sorge spontanea, avrebbe detto Lubrano: a cosa sono serviti i tre mesi di due diligence?
Fatti, non parole. Si era presentato con questo motto l’imprenditore italo svizzero, l’industriale del legno, l’uomo che avrebbe dovuto dare un seguito al lavoro portato avanti per cinque anni da Maria Francesca Tardella. Era stato apprezzato, rispetto al suo predecessore, per la fiducia incondizionata dimostrata nei confronti dell’allenatore, Federico Giunti.
Erano passati in secondo piano i tesseramenti, peraltro incomprensibili, dei vari Ramadani, Cannoni, Fahd El Bahja, arrivati e ripartiti (i primi due) in un battibaleno; il terzo continua a fare passerella in tribuna insieme a Mania, arrivato a gennaio.
Restano oscure pure le ragioni che hanno tenuto nascosto per mesi agli sportivi l’organigramma societario.
L’impero Maceratese di Filippo Spalletta ha cominciato a vacillare in prossimità della scadenza-stipendi a metà febbraio, appena tre mesi dopo l’acquisizione delle quote della società. Il 24 febbraio scorso “La dirigenza” informava gli sportivi che il ritardo dei pagamenti era dovuto ad inaspettati problemi, e rimandava a metà marzo i versamenti dovuti.
Nel frattempo l’Associazione Italiana Calciatori attraverso una nota ha reso pubblico che “tale circostanza coinvolge non solo i calciatori, ma altresì lo staff tecnico e tutte le persone che quotidianamente permettono il regolare svolgimento della normale attività di preparazione ed allenamento”. Non solo i giocatori e l’allenatore dunque non sono stati pagati dall’attuale proprietà nei termini dovuti.
Il capitano della Maceratese, Alberto Quadri, ha dichiarato che le promesse fatte dai rappresentanti della società non trovano alcun riscontro, che alle parole devono seguire i fatti.
La nuova dirigenza ha cavalcato - finché è stato possibile - l’astio di una parte della tifoseria nei confronti della presidente uscente. Ma cosa succederà se nelle prossime ventiquattro-quarantotto ore saranno disattesi ancora gli impegni presi?
L’avvocato Umberto Calcagno, vice-presidente dell’Assocalciatori, ha testè detto: “Non sembra esserci il pericolo che la Maceratese chiuda i battenti a stagione in corso ma non possiamo immaginare che i giocatori arrivino a giugno senza aver ricevuto ciò che gli spetta. Anche perché bisogna evitare di falsare il campionato: lasciare ragazzi senza stipendi tanti mesi in passato ha esposto i calciatori a situazioni delinquenziali. Non dubito della professionalità dei nostri, ma è giusto monitorare la situazione".
Davvero una pessima vetrina per Macerata e la sua squadra di calcio.
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