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Alessia Parascandola, capitano Cus Camerino C5 Femminile: "Non ci sono sport per uomini o per donne, ma per tutti"

Alessia Parascandola, capitano Cus Camerino C5 Femminile: "Non ci sono sport per uomini o per donne, ma per tutti"

Alessia Parascandola è il capitano del Cus Camerino C5 Femminile, squadra che milita in Serie C, questanno al suo primo campionato. Alessia è stata catapultata nel mondo del calcio a 5 quando aveva 14 anni. Prima di allora era in una scuola calcio femminile, una volta sciolta la società la signora che le faceva da mister lha inserita in una squadra di calcio a 5 di serie D per farla continuare. Le compagne di squadra erano tutte più grandi, anche di molto. Le hanno dunque spiegato come funzionava, anche perché prima di allora lei puntavo al calcio a 11, le ha viste giocare, ha poi iniziato con loro e da allora non ha mai voluto smettere.

Sappiamo bene che pur essendo nel 2025, laccostamento donna-calcio, scatena spesso gente frustrata. Che ne pensi a riguardo? Sei mai stata colpita da questo pregiudizio?

 Per fortuna no, ma comunque penso che queste persone debbano iniziare ad aprire gli occhi e andare oltre le banali etichette. Non ci sono sport per uominio per donne, lo sport è per tutti. È un concetto semplice. Le capacità non sono legate al sesso della persona. Spero che un giorno non ci saranno più pregiudizi di questo tipo”.

Che cosa vuol dire essere il capitano della squadra? Come si motivano le tue compagne?

Certamente è una responsabilità, quella di intervenire quando ce n’è bisogno, sia in partita sia allinterno della squadra. Penso che il capitano debba essere il primo a mettere in gioco tutto quello che ha e ad impegnarsi per ottenere risultati. Deve essere un polesempio, ecco. Spesso questa cosa mette pressione, non si vuole deludere nessuno, tantomeno se stessi, ed è proprio questo che porta a dare sempre il massimo. Un modo efficace per motivare le mie compagne è promettendo di offrire da bere, ma anche un discorsetto pre partita funziona”.

 Il Cus Camerino C5 Femminile è una realtà in crescita, come dimostrano i numeri nel corso del campionato. Puoi parlarcene?

La squadra ha avuto un miglioramento esponenziale. Allinizio, essendo una squadra nuova, cera poca intesa. Alcune ragazze avevano poca esperienza o addirittura nulla. Nella prima metà del campionato il nostro portiere non riusciva a venire alle partite, perciò abbiamo dovuto ricoprire il ruolo io ed unaltra ragazza. Cerano tante cose da migliorare. Il mister Caramanti ha fatto un lavoro enorme con noi, ci ha sempre sostenute e ha creduto in noi, spiegandoci pazientemente quello che dovevamo fare, come e perché. Stessa cosa il mister Marini. Ci siamo impegnate tutte per portare a casa dei risultati. Nonostante gli esiti negativi delle partite, le reti di differenza sono diminuite e non è una cosa da sottovalutare. Significa che il miglioramento c’è stato e ci sarà ancora. Abbiamo capito che siamo alla pari di tutte le altre squadre in campionato, basta solo essere concentrate, dare il massimo e crederci. La strada da fare è tanta, ma abbiamo il potenziale per riuscirci”.

A livello personale, qual è il tuo obiettivo?

Onestamente non ho un vero e proprio obiettivo. Al momento voglio solo continuare ad imparare, migliorare e a prendere tutto ciò che questo sport mi offre, dalle esperienze alle emozioni, sia negative che positive”.

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