“Mai smettere di imparare”, il magistrato Sotomayor apre l’Anno Accademico di Unimc - VIDEO
È il luogo in cui trascorrono le loro giornate e più ancora quello in cui si preparano a diventare "grandi". Gli uomini e le donne di domani passano da qui, dall’Università: il luogo in cui sognano il futuro e dove imparano a camminare per il mondo. Un futuro tutto da “immaginare e impaginare”. All'Università il compito di dare loro risposte concrete.
È con questo impegno che è stato inaugurato l’Anno Accademico 2016/17 dell’Università di Macerata. Il 727esimo dalla fondazione. Alla cerimonia, che si è svolta al Teatro Lauro Rossi, hanno partecipato oltre alle autorità politiche, civili e militari del territorio anche i rappresentanti del mondo giuridico nazionale e internazionale, tra i quali la Giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America Sonia Sotomayor, che dal palco ha lanciato un messaggio: “Mai smettere di imparare”.
Ad aprire la cerimonia, l’ingresso al teatro del corteo degli accademici: studenti, docenti e componenti del personale tecnico e amministrativo, partiti dalla sede del Dipartimento di Giurisprudenza, hanno attraversato Piazza della Libertà per incontrare idealmente la città a testimonianza di quanto questa sia parte essenziale e inscindibile del tessuto urbano.
“Mi chiamo Rebecca, ho 23 anni e il mio lavoro è studiare”. Le parole della rappresentante degli studenti dell’università di Macerata Rebecca Marconi, che ha dato il via ai saluti iniziali. “Un lavoro che mi sono scelta – prosegue – per sentirmi parte del mondo, avendo a disposizione tutti gli strumenti necessari per conoscerlo e costruirlo. Per esserne una figlia e una cittadina consapevole e attiva. Studiare è il dovere di chi pensa che stare al mondo significa saper dare incondizionatamente, per costruire il bene comune, per lasciarlo un po' meglio di così com'è. L’università non è solo chiamata a preparare il futuro dei giovani, ma deve anche fornire tutti gli strumenti necessari perché qui e ora ogni studente muova i suoi passi verso un orizzonte ben preciso seppure incerto”.
Dopo i saluti della rappresentante del personale tecnico e amministrativo Carla Moreschini e quelli del direttore generale Mauro Giustozzi, sul palco è andata in scena la conversazione in inglese tra la professoressa Benedetta Barbisan e il magistrato statunitense Sonia Sotomayor, in Italia per partecipare alle "Alberico Gentili Lectures", ciclo di conferenze organizzato dal Dipartimento di Scienze politiche. Partendo dalla sua biografia e dalla sua esperienza personale, storia raccontata nel libro "Il mio mondo amatissimo", Sotomayor ha svelato agli studenti presenti in sala alcuni dei segreti che le hanno permesso di realizzare il suo sogno di bambina, diventare giudice: il valore dell’umiltà, l’importanza della comprensione e dell’ascolto dell’altro, il desiderio di saperne sempre di più per capire a fondo quanto ci circonda. “Ogni sera prima di addormentarmi mi faccio due domande: Cosa ho imparato oggi di nuovo? Cosa ho fatto oggi di buono? Se vivrete la vostra vita sempre da studenti, ricordandovi della bellezza, dell’eccitazione e dello stupore che imparare sempre cose nuove dà, diventerete – ha concluso – più forti”.
“Dobbiamo saper immaginare e impaginare il futuro” e per farlo servono “una visione, un progetto”. Servono “risposte di sistema al futuro, prima che arrivi”. Così il rettore Francesco Adornato nel suo intervento “L’università per il territorio nel mondo”, nel corso del quale ha ribadito il forte attaccamento dell’Ateneo alla città, la sua “dimensione di campus urbano”, il legame imprescindibile che arricchisce l'una mentre impreziosisce l'altra. Il rettore ha poi puntato i riflettori sull’importanza di fornire alle classi dirigenti di domani conoscenze che possano tornare utili alle loro vite, conoscenze che li aiutino a vincere le sfide che si troveranno davanti. Tra gli obiettivi, “educare persone in grado di contribuire alla crescita generale della società in cui viviamo”. E poi: “Valorizzare il territorio nel mondo, investendo cioè in relazioni e fiducia con i giovani colti e dinamici che qui arrivano dai diversi continenti e che un giorno non lontano saranno classe dirigente dei loro paesi”. Giovani il cui numero è in aumento, sottolinea il professore Adornato: “L'università di Macerata ha largamente superato i 10.000 studenti, con un incremento delle stesse matricole rispetto all'anno scorso che pure aveva registrato un numero significativo. Ad oggi, più di 1.900 studenti si sono iscritti per la prima volta a Unimc, nonostante le prove che abbiamo subito da agosto a gennaio”. "L'università vive nel futuro. Produce futuro e prepara il paese a rispondere alle sfide del futuro".
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