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Macerata, ultimo appuntamento per Rien que la femme: la professoressa Scialdone racconta La vedova allegra

Macerata, ultimo appuntamento per Rien que la femme: la professoressa Scialdone racconta La vedova allegra

Giunge al termine il percorso Rien que la femme organizzato dagli Amici dello Sferisterio che ha intrecciato melodramma, letteratura e temi di stringente attualità, offrendo al pubblico uno sguardo nuovo sull’opera come esperienza culturale viva, inclusiva e profondamente radicata nel nostro presente.

Lunedì 5 maggio 2025, alle ore 17:30, nell’aula A “O. Proietti” dell’Università di Macerata (via Garibaldi 20), si concluderà il ciclo Rien que la femme. La donna nell’opera tra archetipi e stereotipi, promosso dall’Associazione Amici dello Sferisterio.

Protagonista dell’ultimo appuntamento su letteratura e melodramma sarà la professoressa Maria Paola Scialdone, docente di Letteratura tedesca, con la conferenza “Listig, lästig, lustig: Hanna Glawari e il ‘mondo di ieri’”, dedicata alla Vedova allegra. Un viaggio tra ironia, consapevolezza femminile e leggerezza, attraverso una figura affascinante che ci accompagna nel cuore della società austroungarica e nei suoi riflessi più moderni. Ingresso libero.

Un ciclo che parla al presente

Il progetto Rien que la femme ha proposto in questi mesi una lettura dell’opera attraverso una lente tutta al femminile, per comprendere la complessità del presente. Lontano da ogni visione nostalgica o distante, il melodramma si è rivelato un potente strumento di riflessione, capace di parlare al nostro oggi: i conflitti interiori, la ricerca dell’identità, i rapporti di potere e le questioni di genere attraversano le trame e i personaggi, mantenendo intatta la loro forza evocativa.

Il progetto ha visto la partecipazione di critici, musicologi e docenti, tra cui Piero Mioli, Valentina Anzani, Stefania Bonfadelli, Cristina Bersanelli, Luca Baccolini, Fabio Larovere, John McCourt e Patrizia Oppici, oltre ad attori e musicisti come Fulvia Zampa, Mariangela Marini, Matteo Angeloni, Luis Marreiros, Marica Lucarini e Giordano Moriconi.

Collaborazioni, giovani e nuove alleanze: un’esperienza condivisa

A rendere ancora più intensa la proposta anche momenti teatrali e musicali, pensati per coinvolgere il pubblico in un’esperienza culturale accessibile e partecipata: monologhi e letture sceniche hanno ampliato l’orizzonte del progetto, toccando non solo la città di Macerata, ma anche i comuni di Pollenza e Mogliano, intrecciando percorsi e sensibilità diverse, in un’esperienza culturale condivisa e aperta.

Rien que la femme ha goduto del patrocinio del Comune di Macerata, dell’Università di Macerata, dell’Associazione Sferisterio – Macerata Opera Festival, dell’Associazione Musicale Appassionata, della Compagnia Teatrale Regionale Tema Riuniti e della Commissione Regionale per le Pari Opportunità tra uomo e donna.

Una particolare attenzione è stata riservata al dialogo con UNIMC, grazie alla partecipazione dei docenti delle cattedre di letteratura straniera, che hanno arricchito il percorso con prospettive interdisciplinari sul rapporto tra melodramma e letteratura.

Dopo l’approfondimento su Victor Hugo a cura di Patrizia Oppici, lunedì 28 aprile il rettore dell’Università di Macerata, professor John McCourt, ha tenuto la conferenza Macbeth: messa in scena del conflitto tra tre mondi: il naturale, l’antinaturale e il soprannaturale. L’incontro ha offerto una lettura intensa e approfondita del testo shakespeariano, mettendone in luce la complessità tematica e simbolica. Il rettore McCourt ha evidenziato le tensioni tra destino e ambizione, colpa e potere, analizzando come questi elementi vengano rielaborati nella versione operistica di Giuseppe Verdi. Il confronto tra la tragedia originaria e l’adattamento musicale ha aperto una riflessione sulle scelte drammaturgiche e poetiche del librettista Piave e del compositore, tra fedeltà e riscrittura, ellissi e amplificazioni. Un’occasione preziosa per riscoprire la forza del teatro shakespeariano e la sua sorprendente vitalità nei linguaggi del melodramma.

Grazie alla collaborazione con l’Università, gli studenti di diverse classi di laurea hanno potuto partecipare con il riconoscimento di CFU, e grande attenzione è stata riservata anche alle scuole superiori, con due appuntamenti dedicati.

In parallelo al ciclo Rien que la femme, si è svolto anche il corso Melomani si diventa, organizzato a Macerata con l’Università della Terza Età – UTE e a Mogliano con l’Unitre, dove il percorso si concluderà nel mese di maggio con tre incontri dedicati ai titoli del festival: La vedova allegra, Rigoletto e Macbeth. Un segno ulteriore della capacità del melodramma di parlare a pubblici diversi, unendo generazioni e linguaggi in un dialogo culturale continuo.

Per la presidente degli Amici dello Sferisterio, Lucia Rosa, “L’opera lirica non è solo spettacolo o eredità del passato: è un linguaggio vivo, capace di parlare al presente attraverso musica e parola, intrecciandosi con la letteratura, le arti visive e il pensiero critico.
Da nove anni, come Associazione Amici dello Sferisterio, promuoviamo incontri, percorsi didattici e momenti di approfondimento per avvicinare sempre più persone a questa forma d’arte.

Nel 2025 abbiamo scelto di porre al centro la figura femminile, esplorando – con il progetto Rien que la femme – temi che attraversano le epoche e continuano a interrogare la nostra società: ruoli sociali, dinamiche di potere, desiderio di autonomia. Il melodramma, con i suoi archetipi, ci consente di leggere questi aspetti in una chiave condivisa, accessibile, che unisce emozione e pensiero.

Non si tratta solo di analizzare le opere dal punto di vista storico o musicale, ma di riconoscerne la forza attuale: l’opera racconta ciò che siamo e ciò che aspiriamo a diventare.

Andare a teatro, ascoltare un’opera, lasciarsi coinvolgere da ciò che accade in scena non richiede competenze speciali: serve solo il desiderio di vivere un’esperienza che parla di noi, e a noi. In questo senso, l’opera resta un ponte vivo tra scena e quotidianità.

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