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Chiara Mezzalama al Festival of the Humanities: "La crisi climatica? La soluzione è nella relazione”

Chiara Mezzalama al Festival of the Humanities: "La crisi climatica? La soluzione è nella relazione”

“Quello che è successo in questa regione poco tempo fa mi ha turbata molto profondamente. Ci sono persone che hanno avuto veramente la vita sconvolta e non sono personaggi di un romanzo. Questo cortocircuito tra finzione e realtà è sempre inquietante per me”. 

Sono le parole della scrittrice Chiara Mezzalama, nominata al premio Strega 2021, ospite ieri, sabato 1°ottobre, della giornata conclusiva del Macerata Festival of the Humanities organizzato dall’Università di Macerata. Il suo ultimo romanzo, “Dopo la pioggia”, narra una storia intima di una coppia in crisi in un contesto dagli effetti devastanti: l’esondazione del Tevere causata dalle piogge violente seguite a una lunga estate arida.

“Non potevamo scegliere una scrittrice più adatta ai temi di questa prima edizione del festival, incentrato sul cambiamento climatico - ha spiegato John McCourt, rettore eletto di Unimc e attuale direttore del Dipartimento di Studi Umanistici - La catastrofe climatica viene fin troppo evitata nella narrativa, nonostante comporti eventi violenti ma prevedibili che fanno parte della quotidianità, come l’alluvione nelle Marche”.

“Bisogna mettersi in una postura creativa - ha confermato l’autrice -, a volte un po’ utopica e paradossale, per uscire dagli schemi anche accademici e per immaginare altri scenari possibili. Il ruolo degli artisti è quello di vedere le cose diversamente, sperimentando, sbagliando o riuscendo”.

Pur nel quadro di un evento catastrofico, la scrittrice lancia un messaggio di speranza. Nel libro vengono tratteggiate figure in cerca di modelli alternativi per ridurre l’impronta ecologica dell’uomo sulla terra, che rendono i protagonisti del romanzo consapevoli della possibilità di costituire una rete virtuosa ed efficace.

“Nel mondo - ha detto Mezzalama - stanno succedendo cose entusiasmanti nel ripensare i rapporti tra noi e il vivente, ma c’è il problema di fare rete e cambiare paradigma rispetto a un mondo in cui siamo immersi da tempo senza che sia stato fatto nulla nei confronti di conseguenze predette oltre 50 anni fa dal club di Roma (un’associazione di scienziati, umanisti e imprenditori che nel 1972 ha calcolato per la prima volta i limiti della crescita umana sul pianeta Terra)".

"Ogni persona può partecipare a questo movimento. Viviamo una fase inedita, in cui stiamo scoprendo di avere il potere di distruggere tutto. La distruzione riguarda noi e tutto il vivente. La soluzione è nella relazione”.

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