Da oggi le persone con più di 80 anni e i soggetti con 60 e più anni in condizione di elevata fragilità possono effettuare la quarta dose di vaccino anti-Covid19 con accesso diretto presso i Punti Vaccinali di Popolazione. Lo rende noto la Regione Marche. La prenotazione attraverso la Piattaforma Poste sarà invece possibile dal 14 aprile alle ore 10. Gli over 80 possono recarsi anche in farmacia, i soggetti in condizione di fragilità vengono contattati dalle strutture che li hanno in carico ma possono prenotarsi.
“Chi ha ricevuto le due dosi del vaccino (o la dose singola se Janssen) del ciclo primario e la prima dose di richiamo booster, ricorda l'Ente - può accedere alla seconda dose booster dopo almeno 120 giorni da quella precedente. La dose aggiuntiva viene somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria. Verrà effettuata con i vaccini a m-RNA Pfizer o Moderna a prescindere da qualsiasi tipologia di vaccino somministrata in precedenza”.
“Dal 14 aprile la prenotazione si effettua anche tramite il portale di poste italiane: https://prenotazioni.vaccinicovid.gov.it: oltre ai dati personali dell’utente, occorre disporre del numero di tessera sanitaria e del codice fiscale, e di un numero di cellulare al quale verrà notificata la conferma.
Con l’ausilio di Poste Italiane, è possibile prenotare anche nei PostaMat attivi sul territorio regionale (è sufficiente inserire la tessera sanitaria), tramite i portalettere che consegnano la posta a casa o inviando un SMS con il codice fiscale al numero 339.9903947 (entro 48-72 ore si verrà ricontattati per procedere telefonicamente alla scelta di luogo e data dell’appuntamento). Una volta avviata la prenotazione, all’utente verrà immediatamente comunicato il giorno, la sede dove verrà somministrato il vaccino e l’orario in cui ci si deve presentare al Punto di Vaccinazione”.
“Come per le precedenti somministrazioni, nel caso in cui la persona si trovasse in difficoltà a raggiungere le sedi vaccinali può contattare il proprio Medico di Medicina Generale che potrà programmare la vaccinazione a domicilio.
Al momento, l'indicazione sulla quarta dose di vaccino anti-Covid non si applica ai soggetti che hanno contratto l'infezione da Sars-CoV-2 successivamente alla somministrazione della prima dose di richiamo, come precisato dalla circolare del Ministero della Salute che contiene anche l’elenco delle condizioni di elevata fragilità”.
Continua scendere nelle Marche il tasso di incidenza cumulativo del virus, arrivato sotto 900 (889,83 rispetto a ieri quando era 900,36) su 100mila abitanti a fronte di 2.656 nuovi casi covid. I positivi rappresentano il 39,5% dei 6.720 tamponi del percorso diagnostico, su 10.906 tamponi complessivi.
La provincia di Ancona totalizza il maggior numero di casi: 813, seguita da Pesaro Urbino con 522, Macerata con 501, Ascoli Piceno con 446, Fermo con 280, oltre a 94 casi fuori regione. Il virus circola maggiormente nelle fasce di età tra 25 e 59 anni che raccolgono quasi la metà dei muovi positivi, 1.310: rispettivamente 25-44 anni con 644 e 45-59 con 666, seguite da 60-69 anni con 339 e 70-79 anni con 282.
Scende ancora il numero di ricoverati per Covid nelle Marche: -2 nell'ultima giornata e si attestano ora a 209. Migliora leggermente la situazione nelle Terapie intensive (9 pazienti, -1 rispetto a ieri), +1 degente in Semintensiva (56), -2 nei reparti non intensivi (145) e 32 persone dimesse.
I soggetti con sintomi sono 524, i contatti stretti di casi positivi 843, i contatti domestici 735, i positivi in ambito scolastico formativo 31, mentre per 501 casi sono ancora in corso approfondimenti epidemiologici. Cinque le persone decedute nelle ultime 24 ore, tre uomini e due donne, dagli 86 ai 97 anni. Tre persone erano originarie della provincia di Macerata: un 87enne di Esanatoglia, un 97enne di Cingoli e una 90enne di San Severino Marche.
“Va avanti ormai da mesi la richiesta della nostra Regione per un aumento delle borse di specializzazione e per l’eliminazione, per qualche anno del numero chiuso a Medicina. Almeno fra 5 anni avremo i professionisti che ci servono. Ma, ancora, non si muove nulla”. Lo scrive – via social – l’assessore alla Sanità regionale Filippo Saltamartini.
“La sinistra al Governo dell’Italia e all’opposizione nelle Marche, un giorno si e l’altro pure, scopre di non aver programmato la formazione necessaria a garantire i servizi sanitari del nostro Paese. Ne attribuisce la responsabilità a noi dopo 16 mesi di Governo regionale.
A Pesaro è stata persino inscenata una manifestazione dei funzionari del partito davanti al locale pronto soccorso. Venerdì in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico (Unimc leggi l’articolo), ho rinnovato la proposta alla Ministra Messa, la quale non mi è sembrata entusiasta della richiesta”.
“Un mese fa, tutte le Regioni lo hanno chiesto al Ministro Speranza in un incontro al Ministero della Sanità. Oggi la sinistra e una parte della stampa scoprono, per bocca del Ministro Speranza, che è tutto vero. A questo si deve aggiungere il bisogno di accordare a tutto il personale sanitario trattamenti adeguati alla specificità delle loro prestazioni, rese anche di notte, nei festivi e senza soluzione di continuità”.
“Scrivo queste righe, perché da domani mattina continueremo a leggere delle file e dei disagi nei nostri Pronto soccorsi, divenuti l’avamposto di tutti i problemi sanitari e sociali dell’Italia. Ma è certo che non ci arrenderemo. Alcuni medici si potranno pure dimettere perché il disagio esiste, ma tutto il restante personale è vitale, professionale e soprattutto capace di vincere anche il Covid”, conclude Saltamartini.
Sono 714 i positivi al Coronavirus rilevati nelle Marche nell'ultima giornata su un totale di 2.115 tamponi eseguiti: l'incidenza di casi ogni 100mila abitanti è scesa da 910,80 a 900,36. Lo comunica la Regione Marche. Tra i test eseguiti ci sono 1.749 nel percorso diagnostico (40,8% di positivi) e 366 nel percorso guariti. Il maggior numero di contagiati in un giorno rilevato in provincia di Ancona (242); seguono le province di Ascoli Piceno (140), Macerata (130), Pesaro Urbino (95) e Fermo (82), oltre a 25 casi da fuori regione.
Tra gli ultimi casi ci sono 152 persone alle prese con sintomi; i positivi comprendono 207 contatti stretti di positivi, 181 contatti domestici, 2 rispettivamente in ambiente di vita/socialità e assistenziale, uno in ambiente scolastico/formativo e uno in ambiente sanitario; su 163 casi è ancora in corso un approfondimento epidemiologico. Oltre i 200 casi registrati solo la fascia d'età 25-44 anni (204); seguono quella tra 45-59 anni (187) e 60-69 anni (71).
Scende ancora il numero di ricoverati per Covid nelle Marche: -7 nell'ultima giornata e si attestano ora a 211. Invariata la situazione nelle Terapie intensive (10), +2 degenti in Semintensiva (56), -9 nei reparti non intensivi (145) e 25 persone dimesse.
Nell'aggiornamento giornaliero la Regione dà conto di otto decessi in 24ore e di un totale di vittime che sale a 3.770. Sono 714 i positivi emersi in 24ore e l'incidenza di casi ogni 100mila abitanti risulta in calo a 900.
Sette delle persone decedute erano della provincia di Ancona: un 72enne, un 79enne, un 99enne e una 92enne della città capoluogo, una 85enne di Chiaravalle, una 89enne di Jesi e un 93enne di Corinaldo; l'ottava vittima è una 89enne di Colli al Metauro (Pesaro Urbino).
Gli ospiti di strutture territoriali sono 135 e 35 le persone in osservazione nei pronto soccorso. Il totale di positivi è risultato in discesa a 10.596 (-208), gli isolamenti domiciliari calano a 22.614 (-221) e i guariti/dimessi raggiungono quota 396.954 (+914).
Dopo essere stato messo a dura prova durante gli ultimi due anni di pandemia, il Servizio sanitario nazionale deve tornare a fare i conti con la questione delle assunzioni. Oltre alla generale carenza di personale, si aggiungono oggi i circa 66 mila “eroi in camice” che il prossimo 30 giugno rischiano di rimanere per strada. Di questi, 20.064 medici, 23.233 infermieri e 22.732 fra operatori sociosanitari e altri professionisti. Tutti reclutati al tempo con contratti flessibili per fa fronte all’emergenza Covid.
Se si escludono gli specializzandi e i quiescenti, risultano 54 mila i candidati all’assunzione a tempo indeterminato. Di questi, a loro volta, solo 43 mila risponderebbero ai requisiti dell’ultima Legge Bilancio che prevede – fra le altre cose - la maturazione di almeno 18 mesi di servizio, di cui 6 durante l’emergenza. Il problema, a questo punto, viene girato direttamente alle aziende sanitarie, molte delle quali con i conti in rosso. Difficile dunque per “gli aspiranti camici” sperare nella futura assunzione.
Si tratta dell’effetto più pesante e a lungo termine della famigerata spending review operata fra il 2014 e il 2020, che portò a un risparmio complessivo di appena 40 mld di euro (a fronte di 870 mld di uscite statali). I tagli maggiori, purtroppo, furono proprio quelli operati alla Sanità, che in dieci anni ha potuto assumere solamente 46 mila operatori. Di questi, tre quarti senza specializzazione specifica.
Puntare oggi alle stabilizzazioni – per le quali da mesi medici e operatori discutono con il Governo – significherebbe un primo passo, seppure debole, verso una normalizzazione del lavoro. Ad oggi, la Legge di Bilancio avrebbe fissato il tetto della dotazione al fondo sanitario a 124 mld di euro, che nel 2024 diventerebbero 128. In più, ci sarebbero anche i circa 15 mld previsti dal Pnrr. Denaro che comunque non basterebbe a risolvere i problemi principali della Sanità nostrana.
Insieme ai 35 mila operatori prossimi alla pensione, si calcolano anche 58.339 infermieri in uscita. E le ipotetiche stabilizzazioni lascerebbero a spasso ancora 20 mila camici bianchi. A questo, si aggiungono l’emergenza legata al recupero delle liste d’attesa accumulate a causa della pandemia – fatto che ha favorito uno spostamento sempre più massiccio degli utenti verso la sanità privata – e gli oneri da 124 mld di spesa sanitaria (dati MEF) che le Regioni dovranno sostenere per non far chiudere i loro ospedali.
Arriva la conferma della Corte costituzionale sulla la validità delle norme in vigore in materia di "quarantena obbligatoria per i positivi e per i contatti stretti, e relative sanzioni penali in caso di inosservanza".
Si legge nella nota della Consulta: «la quarantena obbligatoria e le relative sanzioni penali, così come regolate dalle disposizioni impugnate, incidono sulla sola libertà di circolazione. Non comportano alcuna coercizione fisica, sono disposte in via generale per motivi di sanità e si rivolgono a una indistinta pluralità di persone, accomunate dall’essere positive al virus trasmissibile ad altri per via aerea».
Secondo il provvedimento, dunque, rimane inalterato l’obbligo di attendere i 7 giorni – che diventano 10 per i non vaccinati o per chi non ha la terza dose o ha fatto la seconda dose da più di 120 giorni - per chi è positivo. La buona uscita è garantita solo dal tampone negativo, e previa trasmissione al dipartimento di prevenzione competente del territorio di appartenenza – anche per via elettronica - del relativo referto.
Inoltre, i non vaccinati o i vaccinati che hanno completato la profilassi da più di 120 giorni, e per i guariti da più di 120 giorni, l’isolamento durerà fino a 10 giorni con un test antigenico o molecolare negativo all’uscita. I soggetti con booster o che hanno completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni, e per guariti da meno di 120 giorni, la quarantena varrà 7 giorni. Anche qui con un test antigenico o molecolare negativo alla fine del periodo.
Per i semplici sintomatici, basterà un tampone dopo 3 giorni dalla scomparsa dei sintomi – in caso di positività, il test andrà ripetuto dopo 7 giorni. In generale, si potrà uscire dall’isolamento senza effettuare il test dopo 21 giorni, ma solo se nell’ultima settimana risulteranno scomparsi i sintomi.
Infine, per i “contatti stretti” - anche conviventi - viene applicato il regime dell’autosorveglianza: obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 (al chiuso e all’aperto, fino al decimo giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto) e si dovrà effettuare un test antigenico rapido o molecolare alla prima comparsa dei sintomi. In caso di ulteriore positività, il tampone andrà ripetuto al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto.
Sensibile riduzione di ricoveri Covid-19 nelle Marche (-17) nell'ultima giornata e incidenza di casi di positività ogni 100mila abitanti che scende da 916,47 a 910,80. I dati emergono dall'aggiornamento giornaliero della Regione.
I degenti con Covid ancora assistiti negli ospedali marchigiani restano 218 di cui 10 in Terapia intensiva (invariato) e 208 in Area Medica (-17). Con questi numeri la percentuale di occupazione dei posti letto rimane invariata nelle Terapie intensive (3,9% sul totale di 256 posti) e in calo al 20,4% in Area medica su 1.013 posti.
Sono 1.789 i nuovi contagi rilevati in 24 ore sulla base di 6.077 tamponi tra cui 4.870 del percorso diagnostico (36,7% di positivi) e 1.207 nel percorso guariti.
In provincia di Ancona il maggior numero di casi, cioè 519; seguono le province di Pesaro Urbino (345), Ascoli Piceno (331), Macerata (316), Fermo (214) e 64 positivi provenienti invece da fuori regione.
Le persone con sintomi sono 402; i casi comprendono 538 contatti stretti di positivi, 487 contatti domestici, 5 in ambiente di vita/socialità, 2 in setting lavorativo, 2 in setting assistenziale, uno ciascuno in setting scolastico/formativo e sanitario.
Tra le fasce d'età è sempre quella tra 25 e 44 anni a registrare il numero più alto di positivi (462) seguita da 45-59 anni (452) e 60-69 anni (237).
Esattamente 50 anni fa, il 10 aprile 1972, a Macerata per iniziativa del dottor Ezio Centioni, presidente del Civico Ospedale, nasceva la Scuola Infermieri Professionali di Macerata che fu inaugurata due giorni dopo: il 12 aprile.
In questo giorno, il Comitato civico per la tutela e la riorganizzazione della sanità maceratese avverte la necessità di dire “grazie” alle "infermiere e agli infermieri che sono sempre in prima linea, soprattutto in questi ultimi anni così difficili".
In occasione del cinquantesimo anniversario, il Comitato civico chiama tutte le istituzioni, gli ordini professionali della Sanità, le Università, le associazioni sindacali, i partiti, le forze civili e culturali e i cittadini a celebrare le infermiere e gli infermieri per ricordare "una realtà che è un’eccellenza di Macerata", per mettere in luce la necessità di "avviare una riflessione seria sulle professioni infermieristiche che porti ad affrontare problemi e necessità attuali al fine di riconoscere piena dignità e valore a questa categoria professionale".
La Scuola per Infermieri di Macerata, inizialmente, Scuola-Convitto Regionale, poi, divenuta, dal 2006 Polo Universitario della Università Politecnica della Marche, ha sempre dimostrato di essere una scuola di altissimo profilo, che ha formato molti professionisti qualificati e competenti, arrivando ad essere un vanto anche per la città di Macerata.
"La formazione infermieristica ha subito negli ultimi decenni grandi trasformazioni - precisa il Comitato -, si è passati da una formazione per compiti e mansioni di mero esecutore dell’ordine medico ad una formazione universitaria basata su obiettivi, pianificazione e risultati con lo scopo di formare professionisti autonomi, responsabili e competenti".
"Il contesto operativo – professionale molto spesso non è stato e non è assistito da adeguate scelte di politica sanitaria ed economica", viene denunciato. Occorre “ripartire dalla formazione“, sottolinea il comitato civico per la tutela e la riorganizzazione della sanità maceratese.
Una formazione che "sia al passo con i tempi in un contesto tecnico-scientifico che evolve e cambia velocemente richiedendo agli infermieri sempre più competenze e conoscenze specialistiche. Una formazione basata più sulla clinica, sui tirocini formativi, su conoscenze validate dalla comunità scientifica che aggiorna le competenze attraverso lo studio e la ricerca, al fine di garantire la qualità e la sicurezza delle attività".
“L’ex consigliere regionale Francesco Micucci dovrebbe usare un po’ di premura prima di far girare false informazioni ed illazioni sull’uscita del primario di Cardiologia dal nostro nosocomio, dottor Luigi Aquilanti. A me risultano per certe questioni personali che, invece, hanno costretto il dottor Aquilanti a lasciare il primariato al quale va il mio ringraziamento per il lavoro svolto con serietà e preparazione”.
Questa la secca replica del sindaco di Civitanova Marche, Fabrizio Ciarapica, alle parole dell’ex consigliere regionale, Francesco Micucci, il quale aveva parlato di una fuga del primario di Cardiologia dall’ospedale della città rivierasca. “Micucci attacca alcuni settori del nostro ospedale immemore del fatto che lui per ben cinque anni è stato presidente della commissione sanità in Regione e che il suo compagno di partito, Luca Ceriscioli, ne era il presidente e anche assessore alla sanità e che per oltre 20 anni la sanità è stata sempre gestita continuativamente dal suo partito, il Pd, afferma Ciarapica.
“In particolare le accuse sulle carenze del Pronto Soccorso appaiono veramente propagandistiche e menzognere, tanto più perché quel settore è stato il più penalizzato ed è stato quello che ha mostrato maggiormente le proprie fragilità in tutta Italia a causa di due anni intensi di pandemia, di continue pressioni e di situazioni di grande stress a cui sono stati sottoposti tutti i sanitari e le stesse strutture anche per l’impossibilità di mettere mano nell’immediato a opere che potessero garantire servizi migliori”, continua il primo cittadino civitanovese.
“Micucci sembra dimenticare che due anni di pandemia, peraltro non ancora finita se non sulla carta essendo finito lo stato di emergenza da soli 9 giorni, che ha messo in evidenza le carenze di tutta la sanità nazionale”. “Se c’è qualcuno che dovrebbe fare il ‘mea culpa’ dovrebbe essere proprio Micucci e i suoi ‘compagni’ per avere fatto di tutto per ridurre all’osso le prestazioni del nostro ospedale, cosa nota a tutti e certo oggi Micucci non può far finta di meravigliarsi perché ne è stato l’esecutore”.
“Per quanto riguarda la Cardiologia e il suo primariato, la dottoressa Corsi che ringrazio per la serietà e la solerzia ha perfettamente in mano la situazione e già il trasferimento del Primario di Camerino, dottor Umberto Berrettini, di cui conosciamo bene la preparazione, arrivato secondo al concorso in cui aveva vinto Aquilanti, è già pronto", conclude Fabrizio Ciarapica.
Nelle Marche -1.469 casi di positività (-9,64%) al coronavirus nella settimana che si chiude. Nell'ultima giornata, comunica la Regione, l'incidenza ogni 100mila abitanti è ulteriormente scesa da 936,12 a 916,47.
Sono 1.885 i casi rilevati, invece, nelle ultime 24 ore: 553 in provincia di Ancona, 348 in provincia di Pesaro Urbino, 344 in quella di Macerata, 330 ad Ascoli Piceno, 236 nel Fermano oltre a 74 positivi provenienti da fuori regione.
In totale sono stati analizzati 5.957 tamponi di cui 4.785 nel percorso diagnostico (39,4% di positivi) e 1.172 nel percorso guariti. Tra gli ultimi casi ci sono 417 persone con sintomi; comprendono anche 577 contatti stretti di positivi, 511 contatti domestici, 3 in ambiente di vita/socialità, uno ciascuno rispettivamente in ambito lavorativo, assistenziale, sanitario.
Quanto al numero assoluto più alto di positivi il podio vede sempre in testa la fascia d'età 25-44 anni (449), seguita da 45-59 anni (472) e 60-69 anni (267).
Aumenta il numero di ricoveri per Covid-19 nelle Marche: +4 nell'ultima giornata, il totale sale da 231 a 235. Ci sono dieci degenti in Terapia intensiva (+1 rispetto a ieri), 58 in Semintensiva (-3) e 167 in reparti non intensivi (+6); 29 i dimessi. Due le persone decedute, entrambe donne di 87 e 88 anni originarie di Fano e Ancona: ora il totale raggiunge i 3.757.
Anche le Marche si stanno organizzando per somministrare la quarta dose di vaccino anti-Covid alle persone che abbiano compiuto o superato gli 80 anni di età, agli ospiti delle Rsa e a coloro i quali siano inseriti nelle categorie a rischio e abbiano un'età compresa tra i 60 e i 79 anni. A comunicarlo ufficialmente in una nota è l’Assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, che ha aggiunto: “Il virus circola ancora con le sue varianti, quindi i soggetti più fragili devono avere l’opportunità di sentirsi al sicuro”.
La decisione giunge a ridosso del tavolo di confronto fra EMA e ECDC, e dopo la riunione della Commissione tecnico scientifica di AIFA. Le modalità di somministrazione del terzo richiamo saranno indicate nelle prossime ore da Ministero della Salute, AIFA, ISS e CSS: questa sarà effettuata con vaccino a mRNA, nei dosaggi autorizzati per la dose booster (30 mcg in 0,3 mL per Comirnaty; 50 mcg in 0,25 mL per Spikevax), purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno 120 giorni dalla prima dose di richiamo.
Al momento, la quarta dose di vaccino anti-Covid non sarà applica ai soggetti che hanno contratto l'infezione da SARS-CoV-2 successivamente all'inoculazione della prima dose di richiamo, come precisato dalla circolare del Ministero della Salute, che contiene anche l’elenco delle condizioni di elevata fragilità.
Prosegue nelle Marche la discesa del tasso di incidenza cumulativo arrivato a 936,12 (ieri a 956,10) su 100mila abitanti, a fronte di 2.086 nuovi casi. La positività è al 41,2% di 5.060 tamponi diagnostici, su 6.334 tamponi analizzati complessivamente.
I soggetti con sintomi sono 446, i contatti stretti di casi positivi sono 621, i contatti domestici 524, i positivi in ambito scolastico formativo 18,i contatti in ambiente di vita socialità 8, mentre ci sono 452 casi in fase di approfondimento epidemiologico.
La provincia di Ancona totalizza 647 nuovi positivi, seguita da Macerata con 370, Pesaro Urbino con 368, Ascoli Piceno con 358, Fermo con 263, oltre a 80 casi di fuori regione. Il contagio circola maggiormente nelle fasce di età 25-44 anni e 45-59 anni che raccolgono complessivamente 1.095 casi, poco più della metà, , rispettivamente 602 e 493), seguita quella 60-69 anni con 251 casi.
Nelle Marche è proseguito nell'ultima giornata il costante lieve calo dell'incidenza di casi di coronavirus ogni 100mila abitanti: è risultato in calo da 962,76 a 956,10 dopo gli ultimi 2.249 casi registrati in un giorno. Ruota sempre intorno al 40% la percentuale di positivi tra i tamponi del percorso diagnosi (41,9% su 5.368); complessivamente sono stati analizzati 6.923 tamponi in 24ore che comprendono anche quelli del percorso "guariti".
Tra gli ultimi positivi ci sono 485 persone alle prese con sintomi; i casi comprendono 629 contatti stretti di positivi, 563 contatti domestici, 25 in setting scolastico/formativo, 7 in ambiente di vita/socialità, 3 in setting lavorativo, 2 ciascuno in setting assistenziale e sanitario e su altre 527 positività è in corso un approfondimento epidemiologico.
A livello provinciale, Ancona ha fatto registrare 745 casi di positività; seguita dalle province di Macerata (438), Pesaro Urbino (372), Ascoli Piceno (326), Fermo (281); 87 i contagiati provenienti da fuori regione. Tra le fasce d'età più colpite (casi sono stati rilevati in tutte) sempre quella tra i 25 e 44 anni rilevati 620 contagi; poi 45-59 anni con 554, 60-69 anni con 254 contagiati, 70-79 anni (175) 14-18 anni (144).
Secondo gli ultimi report dell’Oms, anche in Italia avrebbe cominciato a circolare la terza mutazione di Omicron, denominata Xe. Il nuovo prodotto virale – scoperta in Gran Bretagna già nel mese di gennaio – è una ricombinazione delle varianti 1 e 2, con un tasso di contagiosità superiore del 10%. Dunque, sulla carta fuori dallo stato di emergenza, ma non dalla pandemia.
Sebbene si stia avvicinando la stagione più calda, prosegua la campagna vaccinale e le restrizioni più severe siano state allentate, il Bel Paese non dovrà comunque abbassare la guardia nei prossimi mesi. Nell’attesa di disporre di dati ufficiali circa la reale possibilità di contrarre la malattia e, di conseguenza, sull’efficacia del vaccino, scienziati ed esperti hanno già invitato alla prudenza, e a continuare nel rispetto delle norme più basilari - igienizzazione e mascherina -, oltre a sottoporsi al ciclo completo delle tre dosi.
Nel frattempo, l’Italia continua a registrare numeri tutt’altro che confortanti: gli ultimi bollettini del Ministero della Salute evidenziano una variazione della curva epidemiologica compresa fra i 50mila e i 70mila nuovi casi al giorno (oltre i livelli di guardia), con un tasso di positività stabile intorno al 15% e i ricoveri a quota 10mila. E se in questo senso le ospedalizzazioni sembrano rimanere stabili, a preoccupare maggiormente è la fascia degli anziani e degli immunodepressi, per i quali la nuova sottovariante Xe potrebbe risultare fatale.
Su una platea di 791.376 persone, solo il 10% (62mila) ad oggi si è sottoposto alla quarta dose, cui si aggiunge un milione e 200 mila over 70 che ancora non hanno completato il normale ciclo vaccinale. Dati che se accostati alla copertura raggiunta finora dalla fascia 5-12 anni (ferma al 34%) e all’esclusione totale dalla profilassi per i più piccoli, alimentano di fatto il rischio di contrarre la malattia da Covid 19 nei soggetti più fragili .
Inoltre, rimane l’incertezza sulla necessità della quarta dose per il resto della popolazione. Per le opportune valutazioni bisognerà attendere i prossimi dati del Ministero della Salute, tra circa dieci giorni. Naturalmente, previo monitoraggio anche da parte dell’Oms. Una cosa appare certa per gli esperti: il SARS-CoV-2 continua ad evolversi, lasciando aperta la possibilità di nuove ondate di contagio.
“Stiamo andando incontro alla fase di endemizzazione del virus – ha spiegato il direttore del Campus Bio-medico di Roma Massimo Ciccozzi – ma è opportuno ricordare che il rischio zero in epidemiologia non esiste: lo hanno dimostrato la prima variante ricombinata Deltracron e la più attuale Xe. Un ruolo importante lo gioca in questo senso la mancata osservanza delle cautele: per questo il virus continuerà ancora a circolare e le persone ad ammalarsi”.
In occasione della 7a Giornata nazionale della salute della donna (22 aprile) Onda dedicherà la settimana dal 20 al 26 aprile alle donne con l’obiettivo di promuovere l’informazione, la prevenzione e la cura al femminile. Attraverso gli ospedali con i Bollini Rosa che aderiranno all’iniziativa, l’ospedale di Macerata offrirà gratuitamente diversi servizi clinici, diagnostici e informativi .
20 aprile 2022: i Servizi di Oncologia e Diabetologia diretti rispettivamente dal dottor Nicola Battelli e dal dottor Gabriele Brandoni offriranno consulenze gratuite nutrizionali oncologiche dando consigli ed indicazioni alimentari sul corretto stile di vita come prevenzione secondaria. Saranno effettuati 6 colloqui dalle ore 14,30 alle ore 17 presso l'ambulatorio diabetologico sito al 3 piano ala vecchia.
20 aprile: la Direzione Medica Ospedaliera - Servizio Sociale Ospedaliero offrirà un counseling gratuito di mediazione sociale tramite l'assistente Sociale Ilenia Sabbatini per far conoscere ed orientare nella rete ospedaliera e territoriale dei servizi offerti sulla presa in carico della donna vittima di violenza. Saranno effettuati 6 colloqui presso l'ex centro cardiologico piano terra ufficio assistente sociale dalle ore 9,00 alle ore 12,00.
21 aprile: il Servizio di Medicina Nucleare diretto dalla dottoressa Francesca Capoccetti offrirà ecosopie tiroidee e screening gratuiti per l'accertamento o l'esclusione di patologie tiroidee che, se presenti, verranno consigliati gli iter diagnostici da eseguire. Saranno effettuati 8 esami ecografici presso l'ambulatorio di medicina nucleare sito nell'ala nuova piano terra lato ingresso parcheggio ospedale dalle ore 14,30 alle ore 16,50.
22 aprile: il Servizio di Radioterapia diretto dal dottor Massimo Giannini offre visite specialistiche, consulenze e colloqui gratuiti per l'orientamento del paziente con problematiche mammarie e/o ginecologiche all'approccio radioterapico e alla presa in carico. Saranno effettuate 6 visite presso l'ambulatorio di radioterapia sito nell'ala vecchia piano terra dalle ore 14 alle ore 17,45.
23 aprile: il Servizio di Radioterapia diretto dal dottor Massimo Giannini offrirà un incontro in presenza gratuito aperto alla popolazione dove la donna potrà accedere ad una visita nei locali della radioterapia alla presenza del medico, del fisico, del TSRM e dell'infermiere per conoscere i vari aspetti, le varie procedure ivi compresi i macchinari per il trattamento specifico radioterapico. Gli incontri saranno dalle ore 8,30 alle ore 9,30 per il primo gruppo di 10 donne; dalle ore 9,30 alle ore 10,30 per il secondo gruppo di 10 donne; dalle ore 10,30 alle ore 11,30 per il terzo gruppo di 10 donne per un totale di 30 donne.
“Un appuntamento per sottolineare l’importanza della prevenzione primaria, della diagnosi precoce, dell’aderenza terapeutica e facilitare l’accessibilità ai servizi, ancor più a fronte del protrarsi dell’emergenza sanitaria da pandemia Covid-19”, spiega la direzione dell’Area Vasta 3 .
Per il secondo giorno consecutivo l'incidenza di casi di coronavirus ogni 100 mila abitanti nelle Marche resta sotto quota mille: nelle ultime 24 ore si sono registrati 1.981 contagi e l'incidenza è scesa da 991,67 ad 962,76.
La percentuale di positività dei tamponi del percorso diagnostico (4.881) è del 40,6%; in totale eseguiti 6.275 test tra cui 1.394 nel percorso guariti. In provincia di Ancona rilevati 610 casi; seguono le province di Pesaro Urbino (370), Ascoli Piceno (353), Macerata (320) e Fermo (252); 76 i contagiati provenienti da fuori regione.
Tra gli ultimi positivi sono 443 le persone con sintomi; i casi comprendono 658 contatti stretti di positivi, 482 contatti domestici, 19 in ambito di scuola/formazione, 6 in ambiente di vita/socialità, 5 in ambito lavorativo, 2 ciascuno in ambito assistenziale e sanitario; su 359 positivi è ancora in corso un approfondimento epidemiologico. È ancora la fascia d'età 25-44 a registrare il maggior numero di casi (538) seguita da quella 45-59 anni (472) e 60-69 anni (235).
Tasso di incidenza in netto calo nelle Marche: scende sotto mille, a 991,67 su 100mila abitanti (ieri 1.025,57), a fronte di 2.814 nuovi casi covid in 24 ore. I positivi sono il 40,5% di 6.947 tamponi positivi del percorso diagnostico, su 8.604 tamponi complessivamente analizzati nell'ultima giornata.
I soggetti con sintomi sono 597, i contatti stretti di casi positivi 803, i contatti domestici 756, i positivi in ambito scolastico formativo 25, i contatti in ambito lavorativo 8, i contatti in ambiente di vita/socialità 5, mentre per 609 casi sono in corso approfondimenti epidemiologici.
Nella provincia di Ancona sono stati rilevati 927 casi, seguita Pesaro Urbino con 504, Macerata con 486, Ascoli Piceno con 456, Fermo con 350, oltre a 91 casi fuori regione. Le fasce di età dove si registra il maggior numero di contagi sono 45-59 anni con 753 casi e 25-44 anni con 701 (insieme assorbono circa la metà dei nuovi casi), seguite da 60-69 con 349 casi.
Torna a diminuire, dopo il brusco aumento di ieri, il numero di ricoveri per Covid-19 nelle Marche: -14 nell'ultima giornata fanno scendere il totale da 255 a 241. Ci sono dieci degenti in Terapia intensiva (numero invariato rispetto a ieri), 55 in Semintensiva (-1) e 176 in reparti non intensivi (-13); 34 i dimessi. Nove le persone decedute, quattro donne e cinque uomini dai 62 ai 96 anni: ora il totale raggiunge i 3.738.
"In Area Vasta 3 il diritto alla mensa o al buono pasto sostitutivo non è per tutti". Ad affermarlo è Paola Ticani, segretaria regionale Cisl Funzione Pubblica Marche. "Ad alcune tipologie di dipendenti - spiega -, che per distanza o per particolari orari di servizio non riescono a servirsi della mensa dell’ospedale, è stato sempre ingiustamente negato".
"Abbiamo più volte sollecitato l’azienda sanitaria, senza avere risposta, ci vediamo costretti oggi ad avviare una vertenza legale a tutela dei tanti colleghi che ad oggi non hanno possibilità di accedere alla mensa aziendale", sottolinea Ticani.
"La nostra battaglia legale, gratuita per i lavoratori iscritti alla Cisl Fp Marche, punta - spiega la segretaria - al riconoscimento e risarcimento del valore del buono pasto sostitutivo, con retroattività di 5 anni, per tutti coloro che non hanno potuto usufruire del servizio".
"Una situazione che merita una risposta anche alla luce dell’ultima sentenza della Cassazione 5547/2021 che ribadisce il diritto alla mensa o al buono pasto. In Area Vasta 3 questo diritto è ormai da troppo tempo disatteso per tanti lavoratori che non hanno la possibilità di accedere alle mense aziendali" conclude Paola Ticani.
«L’attuale organizzazione in Area Vasta 3 relativa alla gestione dei pazienti covid in tutte le strutture ospedaliere e territoriali sta creando seri problemi ad operatori e pazienti. L’aumento dei contagi tra gli operatori dovuta alla promiscuità di pazienti rende ancora più difficile l’assistenza - afferma la segretaria Regionale Cisl Funzione Pubblica Marche Paola Ticani - .
Il personale dei Pronto Soccorso, allo stremo dopo due anni di pandemia, si trova per l’ennesima volta a gestire urgenze, emergenze, pazienti covid e ad assistere i tanti pazienti che non trovando il posto letto nel reparto dedicato rimane per giorni nei locali e nei corridoi del reparto».
«Una settimana fa evidenziavamo la presenza di pazienti covid solo in alcuni reparti, oggi, il fenomeno si è esteso pressoché a tutte le Unità di degenza. – prosegue Paola Ticani - Non si riescono a capire le motivazioni di perseverare nella scelta di mantenere nello stesso reparto pazienti negativi e pazienti positivi al covid seppure in stanze dedicate.
Fin dall’inizio, infatti, è stata evidente la crescita dei contagi tra gli operatori e i degenti. Gli operatori dei reparti di degenza con notevole sforzo organizzativo si stanno facendo carico di pazienti covid positivi e non e tra un cambio di divisa e l’altro fanno del loro meglio per garantire un’adeguata assistenza a entrambe le tipologie di pazienti».
«Non è più ammissibile che dopo due anni si continui a gestire questa pandemia come fosse la prima volta. Una scelta organizzativa contestata nell’immediato ma alla quale non abbiamo avuto alcuna risposta e alla quale, tantomeno, si è cercato di porre rimedio. Sarebbe bastata la riapertura di un reparto covid per mantenere puliti tutto il resto dei reparti?
Se due anni fa ci siamo ritrovati ad affrontare una patologia del tutto nuova, oggi non possiamo accettare che ogni ondata pandemica venga gestita come se fosse la prima volta.- denuncia e conclude la Segretaria regionale Cisl Fp Marche - . I tanti colleghi che da due anni lavorano in sanità con competenza e professionalità ma anche con grande spirito di sacrificio sono veramente stanchi e delusi dal modo in cui sono costretti a lavorare».
«Alla luce dell’aumento dell’impegno assistenziale, che non sembra assolutamente ridursi con la fine dello stato di emergenza, la preoccupazione per la scadenza dei tanti incarichi a tempo determinato a ridosso delle ferie estive crea ulteriore criticità.
Alla luce anche del documento firmato dalla Regione Marche che invita le aziende sanitarie a prorogare gli incarichi fino al 30 giugno, fatto questo già previsto in Area Vasta 3, quali saranno le scelte del Governo? Come si garantiranno ferie e assistenza? Al fianco dei dipendenti sempre con correttezza, presenza e costanza la Cisl Fp Marche è vicina ai lavoratori sostenendo le tante istanze che in un’azienda grande come l’Area Vasta 3 ci si trova ogni giorno a gestire. Da sempre per noi il benessere lavorativo è fondamentale, sia dal punto di vista psicofisico sia per il giusto riconoscimento economico».
Sono 1885 i nuovi casi Covid oggi nelle Marche (ieri erano stati 2.180) con un tasso di positività del 36,2% (dal 40,5%) sui 6.554 tamponi diagnostici testati (6.734). L'incidenza scende per il decimo giorno di fila e oggi si attesta a 1.002,53 (1.0144.23).
Questo quanto emerge dai dati diffusi dall’Osservatorio epidemiologico regionale, che evidenziano come si assista ormai da alcuni giorni ad una stabilizzazione dei contagiati giornalieri, nonostante i numeri assoluti rimangano alti. In calo anche i ricoveri ospedalieri legati al covid da 249 a 244 (-5).
La provincia di Ancona è sempre quella con maggior numero di contagiati: sono 639. Seguono Macerata (346 casi), Ascoli Piceno (320), Pesaro Urbino (319) e Fermo 8214). Sono 47 i casi provenienti da fuori regione. Per quanto riguarda le classi di età le più colpite sono sempre quelle tra 25-44 anni (513 casi) e 45-59 (445).
I positivi rappresentano il 36,2% dei 5.213 tamponi del percorso diagnostico su 6.554 tamponi globali analizzati. I soggetti con sintomi cono 335, i contatti stretti di casi positivi 596, i contatti domestici 503, i positivi in ambito scolastico formativo 2, come i contatti in ambito lavorativo, mentre sono 7 i contatti in ambiente di vita/socialità e e ci sono 432 casi in fase di approfondimento epidemiologico.