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Sanità Recanati

Recanati, il Comitato a difesa dell'Ospedale: "Dov'erano i nostri politici quando si discuteva di piano socio-sanitario?"

Recanati, il Comitato a difesa dell'Ospedale: "Dov'erano i nostri politici quando si discuteva di piano socio-sanitario?"

Un atto deliberativo della Giunta Regionale del 28 gennaio 2019, un lungo lavoro della IV Commissione Regionale e un’infinità di audizioni, fra cui quella richiesta ed ottenuta dai sindaci di Loreto e Cingoli, per il Nuovo Piano Socio Sanitario Regionale. E Recanati dov’era? Certamente non in Regione, non in audizione in Commissione, non con i cittadini a discutere di quelle che saranno le nuove linee direttive della sanità regionale per i prossimi anni". Questa l'accusa contenuta in un comunicato stampa a firma di Marco Buccetti, a rappresentanza del Comitato a difesa del Punto di Primo Intervento di Recanati. 

"La discussione del nuovo Piano Socio Sanitario è passata completamente sotto silenzio in città - si legge nella nota - a parte le promesse elettorali di chi oggi governa e ha il potere di fare e decidere. Ma tutto tace. Non ci si dica ancora “il sistema sanitario dipende da Stato e Regione, con voce in capitolo pressoché nulla per i Comuni” perché allora non capiamo che cosa sia andato a fare e a dire il sindaco di Loreto, che cosa abbiano scritto a tal proposito alla Commissione regionale le Amministrazioni comunali di Fabriano, Fossombrone, Sassoferrato, Sefro, la Comunità montana dei Monti Azzurri, solo per citarne alcuni".

Il Comitato sottolinea come nessun eco in città si sia registrato nemmeno a seguito della denuncia, che risale allo scorso luglio, da parte dei sindacati della provincia di Macerata che hanno evidenziato chiaramente come manchino "posti letto a Recanati e Tolentino” e come “il territorio abbia bisogno di una rete dell’emergenza-urgenza che funzioni, altrimenti i pronti soccorso ospedalieri continueranno ad essere congestionati”.

"A Recanati c’è un problema sanità e la nuova Amministrazione Comunale non può far finta di nulla" sottolinea Buccetti. 

Il Comitato individua  cinque punti che caratterizzano le mancanze riscontrate sinora e per le quali chiede la mobilitazione di tutte le forze politiche, in primis di quelle della maggioranza, e dei cittadini:

1) Servizi sanitari di emergenza adeguati ed equamente distribuiti su tutto l’ambito territoriale regionale, con facile accessibilità e fruibilità da parte degli utenti. Quindi il mantenimento del Punto di Primo Intervento di Recanati con personale sanitario e parasanitario dedicato, cioè medici ed infermieri esclusivamente addetti a tale servizio di emergenza 24 ore su 24 (evitando così quella attuale, innaturale e pericolosa staffetta del doppio carico lavorativo tra ospedale di comunità e P.P.I., con inevitabile danno agli utenti di entrambe le strutture). E’ necessario dotare a tal fine l’ospedale di un servizio di radiologia h24.

2) Potenziamento delle strutture ospedaliere già esistenti e degli ambulatori territoriali, eventualmente con suddivisione delle specializzazioni in una ottica di “Ospedale di Rete Regionale”. Ciò si potrà ottenere anche con il potenziamento dei posti letto gestiti dal personale sanitario “interno” dell’Ospedale di Comunità di Recanati attraverso una vera esclusività del servizio del personale stesso e un giusto adeguamento del loro numero. Istituzione, inoltre, di alcuni posti letto di lungodegenza per far riacquisire al Santa Lucia la qualifica di vero ospedale ingiustamente rimossa.  

3) Riapertura di alcuni posti letto per la chirurgia a ciclo breve, che può essere tranquillamente svolta a Recanati dotata da tempo di efficienti di sale operatorie. Anche questo servizio potrà assicurare al Santa Lucia il mantenimento del Punto di Primo Intervento. 

4) Modifica dei protocolli di invio alle strutture Ospedaliere Provinciali, in particolare Recanati e Montefano dovranno afferire per protocollo a Macerata e non a Civitanova Marche, poiché la prima è logisticamente più vicina ed accessibile da dette località.

5) Cooperazione con le altre amministrazioni comunali e con i vari comitati spontanei al fine di progettare un nuovo progetto di Sanità Regionale più a misura del territorio e nel rispetto delle strutture ambulatoriali ed ospedaliere già esistenti, quindi senza ulteriori sprechi dovuti alla progettazione di nuove inutili costruzioni.

 

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