"Abbiamo atteso molti anni prima di vedere ristrutturata la porzione della struttura ospedaliera danneggiata, ma ora possiamo dirci soddisfatti perché il lavoro improntato a tal fine da questa Amministrazione sta portando i primi risultati".
A dirlo è l'assessore ai Lavori Pubblici e alla Sanità del comune di Matelica Rosanna Procaccini, nell'annunciare che, a partire dallo scorso lunedì 3 maggio, sono iniziati i lavori di manutenzione straordinaria per il ripristino funzionale del piano terra “ala C” dell’Ospedale di Comunità di Matelica.
Lavori resi necessari a causa delle lesioni provocate all'immobile dal sisma del 2016.
"Finalmente i cittadini, a conclusione dell’intervento, potranno fruire nuovamente dei servizi all’epoca locati in ambienti di emergenza" aggiunge Procaccini.
L'assessore spiega, inoltre, nel dettaglio in cosa consistono i lavori: posa in opera del sistema antiribaltamento, posa in opera dei montanti verticali in tubolari da bloccare su pavimenti e soffitti per aggancio delle pareti dei nuovi divisori, posa in opera delle pareti e dei servizi igienici, posa in opera della nuova pavimentazione adeguata alle esigenze previste dalle normative sanitarie vigenti per la destinazione d’uso per le sale di pronto soccorso, miglioramento del comportamento sotto l’azione sismica della tamponatura esterna e ulteriore chiusura della medesima tamponatura, ripresa delle lesioni interne in corrispondenza di vecchie aperture e tamponature interne, ripristino delle linee elettrice ed idrauliche.
"Attraverso i sopra citati interventi si otterrà il raggiungimento delle condizioni di sicurezza con la conseguenza che Matelica vedrà nuovamente la piena fruibilità dell’immobile con conseguente miglioramento del plesso" conclude Procaccini.
“Il 17 maggio verrà ripristinata la funzionalità dell’hospice di San Severino, precedentemente sospesa per far fronte alla cura delle persone della locale Rsa che avevano contratto il Covid e successivamente per contribuire con il suo personale alla gestione pandemica. L’Hospice con i suoi 12 posti letto offre una fondamentale assistenza ai pazienti terminali oncologici. Inoltre è una delle poche strutture per il trattamento dei pazienti terminali affetti da Sla e connessi ad un ventilatore. Il responsabile della struttura dottor Sergio Giorgetti potrà avvalersi di sei infermieri e sei operatori sanitari”. È quanto dichiarato ieri, dall’assessore alla Sanità regionale, Filippo Saltamartini.
Il reparto dell’ospedale di San Severino è pronto a svolgere di nuovo il suo importante servizio per il territorio.
A circa un mese dalle sue spiazzanti dimissioni dal ruolo di vertice dell’Area Vasta 4; Licio Livini è tornato in servizio nelle vesti direttore del Distretto di Macro Area con ruoli di coordinamento dei servizi sanitari del territorio. Una carica fino a poco tempo fa ricoperta del dottor Vittorio Scialè che ora siederà sulla poltrona di vice.
Attualmente la dottoressa Nadia Storti, Direttrice dell’Asur Marche, si sta occupando di guidare pro-tempore l’Area Vasta 4 fino alla nomina dell’erede di Livini che avverrà entro settembre. Proprio in questi giorni stanno giungendo delle candidature per il posto vacante della sanità fermana, vagliate proprio dalla Storti che dovrà poi presentare la rosa dei papabili alla Giunta Acquaroli, alla quale spetterà l’ultima parola.
Tanti e diversi i nomi che circolano nella corsa al successore di Licio Livini che dovranno poi essere ridotti ad una ‘terna’ dopo le opportune valutazioni da parte della Direttrice dell’Asur Marche. A farsi largo in primis è Giambattista Catalini, chirurgo di lungo corso di Porto San Giorgio, pronto da Camerino, dove è a capo appunto del reparto di Chirurgia, a fare ritorno a Fermo.
Una figura di spicco a livello professionale alla quale si aggiungono le candidature del Direttore del Dipartimento di Prevenzione Giuseppe Ciarrocchi e dell’attuale Direttore Sanitario dell’Inrca di Fermo Andrea Vesprini.
I papabili nominativi per il nuovo volto al vertice dell’Area Vasta 4 non arrivano solo dal Capoluogo di Provincia ma anche dall’ospedale dei Sibillini. Proprio da Amandola infatti si è fatto il nome di Lando Siliquini, medico oggi in pensione ma con le idee ben chiare sull’importanza focale della struttura ospedaliera dell’entroterra fermano.
L’ormai ex direttore dell’Area Vasta 4 Licio Livini, avrebbe anche la possibilità di tornare sui suoi passi in quanto ci sono 60 giorni di tempo per ritirare le dimissioni, dal momento della comunicazione (che risale allo scorso 12 aprile), ma si si tratta di un'ipotesi assai remota.
"La Regione Marche sta assicurando un grande sforzo nella gestione delle vaccinazioni per garantire la massima copertura vaccinale alla popolazione regionale nella fascia delle categorie prioritarie, tanto che si registra uno dei migliori dati per il pieno utilizzo del vaccino. La programmazione in base alla diversa tipologia di utenti, si rende complessa a causa delle variazioni nelle assegnazioni da parte del Commissario Covid".
A renderlo noto è l'assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, che aggiunge come, in ogni caso, "grazie ad un anticipo nella forniture di vaccino precedentemente prevista per lunedì 3 maggio, è stato possibile mantenere l’attuale svolgimento delle somministrazioni e soddisfare le richieste prenotate, ma si è configurata una criticità sulla disponibilità di vaccino Pfizer in relazione alla gestione dei richiami nel corso di questa settimana. In particolare, per il giorno 5 maggio, data in cui è prevista la consegna di una ulteriore fornitura".
Come è noto, la somministrazione della seconda dose deve essere effettuata in un range di date e in fase di vaccinazione viene indicato un appuntamento che però può subire modifiche proprio in ragione della indisponibilità di vaccini.
La Regione Marche informa, quindi, i cittadini prenotati per il richiamo nei prossimi giorni della possibilità di uno slittamento della data rispetto a quella indicata nel foglio rilasciato al momento della vaccinazione e per questo verranno avvisati singolarmente sull’eventuale differimento. Uno slittamento che potrebbe interessare sino a 5mila persone.
“Tra oggi e domani (martedì) - spiega ancora l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini - riusciamo a mantenere un riequilibro tra le varie Aree vaste e tra prime e seconde dosi, solo riducendo le somministrazioni per le categorie protette e caregivers (prime dosi). Tuttavia da sabato è previsto il ritorno a 12.000 inoculazioni al giorno”.
"Speravamo nel secondo trimestre, come ampiamente annunciato, di poter svoltare sulle vaccinazioni. Ma il calendario dei rifornimenti segnala ancora per maggio, bonaccia. Dal primo al venti maggio arriveranno 220.000 dosi, molte di meno di quelle che potenzialmente possiamo somministrare”. Lo dichiara, tramite un post Facebook, l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, il quale fa il consueto punto sulla situazione vaccinale nelle Marche.
“Ieri abbiamo inoculato quasi 14.000 vaccini, ma oggi, primo maggio, siamo dovuti scendere di 3 forse 4000 dosi” prosegue l’assessore.
“E pure domani si dovrà calare. Probabilmente lunedì dovremo rinviare molte prime dosi. Torneremo a 12.000 vaccini al giorno verso la fine della prossima settimana. Anche io vorrei capire questi fantomatici milioni di sieri quando arriveranno” lamenta Saltamartini.
“Intanto – prosegue - chiedo scusa per il disagio creato a molte persone ultraottantenni che si erano recati a San Severino e senza nessun preavviso hanno trovato chiuso il punto vaccinale".
"Altro disagio per l'invio di appuntamenti per insegnanti che poi hanno vista respinta la loro richieste di essere vaccinati. Sarebbe stato tutto più semplice con un sms. Ma è andata così. Ho chiesto una relazione per valutare l'accaduto, ma assumo sulla mia persona la responsabilità”.
"Cerchiamo, tuttavia, come ho fatto aprendo questo slot di comunicazioni con i cittadini, di guardare le cose positive. Le Marche sono saldamento in testa (oggi in seconda posizione) come efficienza tra numeri di dosi ricevute e dosi somministrate".
"In secondo luogo il sistema dei punti vaccinali aperti a dicembre con lo screening di massa funziona.Non resta che attendere che l'UE e l'Italia possano ottenere, prima dell'inizio dell'estate, le dosi che servono per la profilassi di massa”, conclude Saltamartini.
Riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta da Manuela Berardinelli, presidente dell'Associazione Nazionale Alzheimer Uniti Italia (AFAM), mandata nella giornata di ieri all'Assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini e al Governatore della Regione Marche Francesco Acquaroli in merito all’apertura delle adesioni alla vaccinazioni rivolte ai caregivers e conviventi delle persone disabili e estremamente vulnerabili.
Di seguito ecco il testo integrale della missiva:
"Egregio Assessore Saltamartini,
le scrivo in merito all’apertura delle adesioni alla vaccinazione che è stata rivolta nell’ultima settimana ai caregivers e conviventi delle persone disabili e estremamente vulnerabili. Molti familiari interpellano l’Associazione per formulare delle domande ed esporci criticità; da sempre crediamo nel 'lavoro' di squadra nel rispetto dei diversi ruoli e delle differenti competenze, per cui riferisco a lei a seguire quanto sinteticamente raccolto, certa di una sua pronta attenzione, rinnovandole la nostra disponibilità ad una collaborazione con la Regione, collaborazione che c’è sempre stata a parte la parentesi Ceriscioli.
L’intento comune è quello di rendere l’iniziativa un successo in termini di rapidità ed efficienza sempre nell’interesse primario della persona fragile ed a seguire le elenco i vari aspetti:
1- In primis coloro che hanno prenotato chiedono quali saranno i tempi di attesa per essere ricontattati dagli operatori sanitari per concordare l’appuntamento in quanto per un caregiver è impossibile lasciare il proprio caro di cui si prendono cura h.24 senza avere il tempo di organizzare la sostituzione;
2- Altro aspetto per cui i familiari ci contattano è legato alla categoria entro cui fare richiesta. Infatti, all’interno del documento di soggetti estremamente vulnerabili non è espressa in maniera chiara la diagnosi di demenza (Alzheimer, Fronto-Temporale, Corpi di Lewy, Parkinson etc.); questa potrebbe essere inclusa nella sezione Malattie neurologiche;
3- Un ultimo aspetto da chiarire (magari attraverso una nota esplicativa) riguarda le condizioni che consentono il riconoscimento dello stato di vulnerabilità (tanto del soggetto quanto del caregiver).
Le casistiche di cui siamo a conoscenza, infatti, vedono diverse possibilità:
- Soggetti con diagnosi di demenza e riconoscimento dell’invalidità al 100%
- Soggetti con diagnosi di demenza e invalidità <100%
- Soggetti con diagnosi di demenza (attestata per mezzo di esami strumentali, neuropsicologici e specifiche scale di valutazione(CDR o MMSE) che non hanno il riconoscimento di invalidità (perché rigettata, perché in attesa di risposta dalla commissione o perché mai fatta).
A tal proposito la proposta è quella di inserire una voce specifica per la diagnosi di demenza e dare dei riferimenti ai soggetti e ai caregivers rispetto alle condizioni di accoglimento dell’adesione alla campagna vaccinale.
Rinnovando la nostra totale disponibilità a collaborazioni in materia di Alzheimer e demenze, mi permetto di chiederle un’ultima cosa: prima di “aprire” alle adesioni della vaccinazione per i 60-65 (e vado contro i miei interessi perché ho 60 anni) le chiedo formalmente di dare la priorità ai caregivers, non solo per l’Alzheimer ma ovviamente per i tanti che si prendono cura delle molteplici patologie che danno disabilità e che non consentono autonomia, se si ammala uno di loro, anche se la persona malata è vaccinata, si rischia ugualmente la tragedia perché nessuno se ne potrà occupare.
La ringrazio per l’attenzione e La saluto con viva stima"
Ieri, tutti gli ospiti del Centro socio educativo "Il Ciclamino", il centro diurno per persone diversamente abili del Comune di Corridonia e gestito dalla Pars onlus, sono stati vaccinati.
“Il ciclo è completo, la prima dose è stata somministrata il 7 aprile e dopo 21 giorni, abbiamo fatto la seconda dose Pfizer - racconta la referente Pars del Centro, Laura Marconi - Abbiamo vaccinato i 16 ragazzi e 8 operatori Pars del Centro. Siamo molto felici, è doveroso tutelare chi è più fragile. E’ andata molto bene, i ragazzi sono stati collaborativi. Sono stati tutti accompagnati dai familiari che aspettavano da tempo questo momento. La vaccinazione è stata eseguita direttamente qui al Centro, in un luogo accogliente dove i ragazzi si sentono al sicuro e sono sereni. Il dottor Bernardo Cannelli, insieme all’infermiera, ha somministrato la seconda dose del vaccino. Li ringraziamo per la grande professionalità e sensibilità”.
“Oggi al Comitato dei sindaci abbiamo proposto di ricominciare ad integrare le attività quotidiane del Ciclamino anche con gli esperti esterni - aggiunge l’assessore alle Pari opportunità, istruzione e politiche educative, Monica Sagretti -. Stiamo concertando insieme all’Asur e all’Ambito Territoriale e Sociale questa possibilità. Stavamo aspettando proprio la seconda dose per dare una speranza di ripartenza anche per le attività quotidiane e laboratoriali per i nostri ragazzi. Le attività online non sono lo strumento più adeguato. La seconda dose del vaccino completa questo desiderio che stiamo cercando di concretizzare”.
“In sei mesi sono quasi raddoppiate le Unità speciali di continuità assistenziale e sono state assunte oltre 600 figure professionali specifiche per potenziare i servizi. Sono stati quindi colmati i ritardi della precedente amministrazione nell’applicazione del decreto legge del 18 maggio 2020, n.34 che prevedeva, tra l’altro, misure urgenti in tema di salute”.
È quanto ha sottolineato oggi l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini rispondendo ad alcune interrogazioni in consiglio regionale. I quesiti in aula sono stati infatti occasione per fare un bilancio delle attività delle Usca, le squadre formate da medici e infermieri che in questo periodo di emergenza vengono attivate dai medici di famiglia per eseguire interventi al domicilio dei pazienti affetti da Covid.
”Sul territorio regionale, dai 19 equipaggi delle Usca del mese di ottobre siamo passati agli attuali 34. Abbiamo quasi raddoppiato gli organici, superando gli standard previsti per le Marche - ha spiegato Saltamartini dati alla mano. Dall’analisi del flusso SIAD (servizio informativo assistenza domiciliare - anno 2020) emerge inoltre che sono state attivate 16.481 prese in carico di cittadini. La variazione percentuale rispetto all’anno precedente è risultata pari al 103%. Complessivamente invece sono stati registrati 20.122 casi trattati: di questi 13.857 sono riferiti a soggetti con età uguale o superiore a 65 anni (3,63% della popolazione over 65)”.
Incrementata notevolmente anche la pianta organica degli infermieri, che sopporta un deficit piuttosto marcato .
Da novembre con la delibera di giunta 1423 sono stati assunti :
1) 430 infermieri a tempo determinato.
2) altri 39 infermieri da fonti varie (di cui 29 da cooperative, 5 dalla protezione civile e 5 da Commissario straordinario per le vaccinazioni, per un totale di 469).
3) 10 assistenti sociali (a tempo determinato e indeterminato);
4) 28 asssistenti sanitari;
5) 20 tecnici della prevenzione;
6) 12 tecnici di radiologia;
7) 23 tecnici di laboratorio;
8) 36 medici;
9) 11 operatrici sanitarie
L’assessore Saltamartini ha concluso sottolineando "che la Regione avrebbe bisogno di assumere tutti i 3.000 infermieri del concorso bandito nei mesi precedenti, ma i tetti di spesa del personale lo hanno impedito. Tuttavia – ha proseguito - continuiamo ad interloquire con il Governo per la modifica di queste disposizioni limitative".
Durante la pandemia da Covid-19 le persone “con grave obesità” sono state considerate come “estremamente vulnerabili” e sono state così inserite nelle categorie prioritarie da vaccinare.
“In uno studio pubblicato su Obesity Reviews e condotto su quattrocentomila pazienti – spiega la dietista Elisa Pelati, che cura uno sportello di ascolto per l'associazione Help SOS Salute e Famiglia ODV di San Severino – viene messa in evidenza la maggiore vulnerabilità dei soggetti obesi, i quali hanno il 113% di probabilità in più di andare incontro a ospedalizzazione, il 74% in più di finire in terapia intensiva e il 48% in più di morire”.
Un quadro drammatico cui si aggiungono i dati dell’Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità: “La prevalenza di soggetti obesi e sovrappeso, a livello globale, continua ad aumentare con circa il 50% negli adulti e il 30% in bambini e adolescenti”.
“In Italia – rimarca la dottoressa Elisa Pelati – abbiamo 25 milioni di persone obese e sovrappeso, le quali potrebbero avere serie conseguenze in una situazione di pandemia come quella che stiamo vivendo. La domanda da farsi allora è questa: 'Stiamo facendo abbastanza per combattere il grave problema?' La lotta all'obesità dipende dall'azione dei governi in un'ottica di prevenzione delle malattie e di promozione della salute ampia e coordinata con i vari territori, puntando sul lungo termine”.
In base a tali considerazioni la stessa dietista Elisa Pelati lancia un appello alla realtà marchigiana e a ogni singolo cittadino: “Questa lotta deve diventare una vera e propria priorità sanitaria, politica, clinica e sociale che, coordinando i vari settori, metta la persona al centro di tutto”.
Per dare forza all'opera di sensibilizzazione l'associazione Help di San Severino ha previsto, a maggio, un percorso formativo tutto online sull'alimentazione a 360 gradi, curato proprio dalla dietista Elisa Pelati, la quale rimane già a disposizione di chiunque per approfondire l'argomento attraverso lo sportello di ascolto gratuito di Help SOS Salute e Famiglia ODV.
(In foto la dottoressa Elisa Pelati con la presidente dell'associazione Help, Cristina Marcucci)
"Prosegue la vaccinazione dei marchigiani, operazione che vede le Marche ancora in testa alle performances regionali".
A renderlo noto è stato l'assessore alla sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini: "Domani mattina alle ore 9 è stato convocato il tavolo della cabina di regia tecnica composto da tutti i direttori delle Aziende, dal dirigente del servizio sanità e dai dirigenti della Protezione civile e della ragioneria - ha annunciato - Si esamineranno tutte le questioni insorte nella settimana precedente e si analizza il piano delle prossime forniture che prevede in arrivo per domani 3.300 dosi di AstraZeneca e 5800 di Moderna. Per mercoledì atteso l'arrivo di 53.820 Pfizer".
"Nei prossimi giorni sarà presumibilmente aperto lo slot dei 60-65". Ha concluso Saltamartini.
Grande soddisfazione da parte dei vertici ASSM e Terme Santa Lucia di Tolentino per i risultati raggiunti in poco più di una settimana sul fronte vaccini.
In modo particolare il Presidente Stefano Gobbi e l’Amministratore Delegato Graziano Natali hanno ringraziato la Regione Marche, l’Assessorato alla Salute e l’Associazione Terme delle Marche "per aver permesso di organizzare, presso le Terme Santa Lucia di Tolentino, un Hub di vaccinazione in grado di supportare la sanità maceratese in questo particolare momento storico, con sforzi e spese a totale carico di Assm SpA".
"In poco più di una settimana, dal martedì al venerdì, sono stati somministrati più di 500 dosi di vaccino ad aventi diritto attraverso le liste fornite direttamente dall’Asur3. In tutto in una sede più che idonea e con personale sanitario, infermieristico e amministrativo precedentemente formato, al fine di accogliere i pazienti in piena sicurezza e senza assembramenti", spiegano.
Particolarmente soddisfatto il Presidente ASSM SpA Stefano Gobbi anche nella veste di Medico di Medicina Generale e ancor più come responsabile delle Politiche Sanitarie Regionali in Forza Italia, il quale auspica di poter proseguire con le vaccinazioni presso le Terme anche nei prossimi mesi, a supporto della sanità provinciale e a sostegno dei programmi regionali che l’Assessore alla Salute Filippo Saltamartini sta predisponendo.
Il miglioramento della curva epidemiologica nella Regione Marche ha permesso la riapertura del reparto di degenza di Chirurgia Generale ed Urologia dell’Ospedale di Civitanova Marche, dopo tre settimane di chiusura. Una riapertura, seppur ancora parziale, accolta con sollievo dall’utenza e dagli stessi operatori sanitari del popoloso bacino di utenza civitanovese.
Nello specifico 10 sono i posti letto messi a disposizione, 5 per Urologia e 5 per Chirurgia.
“Nelle settimane di chiusura del reparto ai ricoveri – ha precisato il Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Generale ad indirizzo d’Urgenza, Stefano De Luca – l’attività chirurgica non si è fermata. I pazienti in lista di attesa con patologie non rimandabili sono stati comunque operati dalla nostra equipe nelle sale operatorie dell’ospedale di Macerata. Come risposta al rapido aumento dell’emergenza, anche la nostra Unità, composta da 9 chirurghi, 17 infermieri e 7 operatori socio sanitari, è stata convertita in reparto Covid. Dopo circa tre settimane, al calare della curva epidemiologica, il reparto è stato riaperto seppur con una dotazione di posti letto ridotta poiché gran parte del personale infermieristico è ancora impegnato presso il Covid Hospital”.
Con la riapertura ai ricoveri è ripartita anche l’attività operatoria a Civitanova?
“Da questa settimana abbiamo iniziato sia l’attività operatoria d’urgenza che di elezione – ha aggiunto il Dott. De Luca – va detto che le patologie neoplastiche non hanno subito ritardi al contrario di quelle non neoplastiche che verranno recuperate non appena aumenteremo i posti letto”.
Quali sono le tipologie di interventi effettuate nella vostra Unità?
“Interventi di chirurgia generale anche di supporto agli altri reparti, patologie oncologiche e non neoplastiche, dell’apparato digerente, chirurgia della parete addominale, la tiroide e la chiurgia toracica d’urgenza. Da qualche anno ci occupiamo, in accordo con le linee guida internazionali, della chirurgia laparoscopica di cui, insieme a Fermo, siamo centro accreditato per le Marche. Tuttavia la nostra attività non si limita agli interventi ma i pazienti vengono seguiti in collaborazione con gli oncologi, con i quali settimanalmente svolgiamo riunioni multidisciplinari dove vengono discussi i casi clinici nuovi e quelli già trattati.
Inoltre, i nostri medici in collaborazione con i gastroenterologi di Macerata, svolgono attività negli ambulatori di endoscopia di Civitanova e Recanati. Diamo sempre massima collaborazione ai medici di base con cui teniamo un solido e proficuo rapporto per la continuità assistenziale del paziente. Vorrei sottolineare – chiude De Luca – che in queste tre settimane i medici sono stati occupati nell’assistenza ai malati Covid nel reparto e contemporaneamente hanno effettuato attività di assistenza al Covid Hospital e, su base volontaria, si sono impegnati nella campagna di vaccinazione territoriale”.
L'Agenzia europea del farmaco (Ema) ha raccomandato di continuare a somministrare una seconda dose del vaccino di AstraZeneca tra 4 e 12 settimane dopo aver somministrato la prima, in linea con le informazioni sul prodotto.
"Il rapporto rischi-benefici del vaccino di AstraZeneca rimane positivo per gli adulti in tutte le fasce d'età".
Sostiene l'Ema in una nota, in cui rileva che "i benefici della vaccinazione aumentano con l'aumentare dell'età e dei tassi di infezione". L'Agenzia europea del farmaco (Ema) nella sua nuova valutazione ribadisce che i benefici del vaccino di AstraZeneca superano i rischi, ricordando che sono "le autorità nazionali a considerare altri fattori e come utilizzare al meglio i vaccini.
(Fonte: ANSA)
"Da diversi giorni sto sollecitando l’Asur ad un maggior impiego di risorse sia amministrative ma soprattutto di personale medico affinché non si creino lunghe code e assembramenti per accedere agli spazi dedicati alla vaccinazione. L’impegno dell’Amministrazione comunale è stato sempre costante per garantire la massima funzionalità ed efficienza della struttura ma ritengo che l’organizzazione abbia delle criticità che hanno portato ai disagi dei giorni scorsi in cui abbiamo visto persone anziane e fragili esposte a lunghe attese".
E' quanto affermato dal sindaco di Civitanova Marche Fabrizio Ciarapica in merito all'attuale situazione dell'hu vaccinale di via Silvio Pellico: "A seguito delle mie pressanti e costanti richieste ai dirigenti della nostra Asur è stato parzialmente potenziato il personale medico ma ancora non sufficienti a garantire un servizio in tempi contenuti."
"Il centro vaccinale è dotato di undici postazioni per la fase di anamnesi, ma al momento non tutte sono operative per mancanza di medici competono esclusivamente all’Asur - ha reso noto - Oggi, ancora una volta, l’amministrazione comunale interviene con iniziative concrete a tutela dei cittadini installando una tensostruttura esterna per garantire una attesa più confortevole ai cittadini riparandoli dal freddo e dal caldo, ma senz’altro la questione delle file si risolve solamente potenziando il personale sanitario Asur all’interno del centro".
"Esorto regione e Asur a risolvere quanto prima le questioni burocratiche che al momento non consentono in maniera agevole l’utilizzo dei tanti medici volontari e dei medici di base che invece sarebbero disponibili sin da subito a dare il loro contributo - ha sottolineato il primo cittadino civitanovese - Mi risulta che diverse associazioni tra cui il Rotary, già da tempo abbiano offerto la loro collaborazione alla campagna vaccinale fornendo personale sanitario ed amministrativo ma al momento le autorità sanitarie regionali non hanno ancora dato il via libera".
"Pur comprendendo tutte le difficoltà esistenti nella gestione della campagna vaccinale le mie sono valutazioni finalizzate a migliorare la qualità del servizio e ad evitare ai cittadini i disagi dovuti soprattutto ai lunghi tempi di attesa. Ogni sforzo necessita di essere compiuto con la massima celerità, ogni ostacolo burocratico deve essere superato per accelerare, incrementare e dare ancora più slancio alla somministrazione delle dosi - ha chiosato Ciarapica - E’ tempo che ognuno faccia la propria parte con senso di responsabilità, poiché sappiamo bene che la vaccinazione non sarà breve e sicuramente impegnerà ancora diversi mesi tutti noi’.
Anche le parafarmacie scendono in campo per aumentare la rete di sorveglianza contro il Covid 19 nelle Marche. E' stato firmato oggi un accordo tra le maggiori sigle rappresentative delle parafarmacie e la Regione Marche per l'esecuzione dei test rapidi sierologici e antigenici. L'accordo segue quello già in essere con le farmacie e prevede tutta una serie di protocolli per l'esecuzione del test in sicurezza sia per il cittadino che per il farmacista. Locali dedicati, percorsi separati, dispositivi di protezione dedicati.
"E' un riconoscimento del grande lavoro fatto dai colleghi in quest'ultimo anno", commenta Daniela Clini che per conto del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, della Federazione Farmacisti e Disabilità Onlus, della Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane e della Confederazione Unitaria Libere Parafarmacie Italiane ha firmato l'accordo. "Siamo consapevoli dell'importante incarico che ci è stato affidato dalla Regione Marche e ringraziamo sia il Presidente della Giunta Francesco Acquaroli che l'Assessore alla Sanità Filippo Saltamartini della fiducia accordata".
"In particolare vogliamo ringraziare la Presidente della Commissione permanente Sanità Elena Leonardi che partendo dalla convinzione che per sconfiggere questa pandemia è necessario mettere in campo tutte le energie di cui si dispone, ha accolto la nostra richiesta di essere coinvolti direttamente nella battaglia contro il virus".
"I farmacisti che operano nelle parafarmacie", prosegue Daniela Clini, "stanno già mettendo a punto quanto necessario per aderire alle indicazioni della regione e in pochi giorni saremo operativi". "Utilizzeremo test diagnostici di ultima generazione con un'elevata affidabilità anche contro le varianti presenti nella nostra regione". I test, al contrario di quelli "fai da te", avranno un valore, perché eseguiti in accordo con il protocollo concordato con la Regione.
"Speriamo", conclude Daniela Clini, "che insieme ai colleghi delle farmacie possiamo contribuire a far uscire la nostra comunità da questo terribile incubo e che con la campagna vaccinale in corso tutti noi si ritorni al più presto ad una vita normale".
Dopo l'accordo raggiunto tra Regione Marche e farmacie, a fine aprile le inoculazioni del vaccino contro il Covid -19 usciranno dai soli centri vaccinali per interessare in modo capillare il territorio. Si tratta di un passo importante per arrivare ad arginare i contagi.
Ma nello specifico dove ci si potrà vaccinare a Civitanova? La prima distinzione da fare è tra farmacie pubbliche e private. Entrambe stanno predisponendo gli spazi e hanno ottenuto le autorizzazione necessarie a procedere, ma vi saranno gestioni chiaramente diverse.
Abbiamo chiesto al titolare della Farmacia Angelini, Daniele Maria Angelini, di raccontarci come procedono i preparativi: "Stiamo facendo il corso online del Ministero della Salute per diventare farmacisti vaccinatori. Dico stiamo perchè anch'io lo sto seguendo. Abbiamo chiesto ad un geometra dello Studio Montevidoni indicazioni sulla logistica e valutiamo l'utilizzo di un gazebo come quello già presente per i tamponi".
"A livello nazionale sembra che abbiano aderito 11mila farmacie - prosegue in tono fiducioso Angelini - anche si facessero per assurdo 10 vaccini al giorno, verrebbero fatti in totale 110.000 vaccini in più a livello nazionale e sarebbe un contributo fondamentale per arrivare a quei famosi 500.000 vaccini al giorno richiesti dallo stato e per maggio sarebbe un dato positivo".
Poi ragionando sul lungo termine: "Per un laureato in farmacia diventare farmacista vaccinatore è una grande novità che qualifica la figura professionale e un domani magari potremo aiutare con l'inoculazione del vaccino antinfluenzale, sperando che l'epidemia finisca presto".
A livello comunale le parole sono di Massimo Belvederesi, Presidente CDA di ATAC, e responsabile della gestione. "Come Atac abbiamo dato la disponibilità e abbiamo già visionato i locali con il medico aziendale verificando quali potessero essere le strutture idonee, sarà l'ASUR a dire l'ultima parola sulle nostre proposte che al momento sono di 2 hub. Ora che ci è stato fornito il protocollo regionale dobbiamo solo per capire come attuarlo. Dovremo mettere un amministrativo che dovrà recuperare tutti i dati di chi si va a fare il vaccino, occorre un farmacista vaccinatore e noi abbiamo già 4 e 5 farmacisti che stanno seguendo il corso predisposto dalla Regione Marche e poi dovremo avere un medico che assiste ed è presente nel momento in cui la persona attende il famoso quarto d’ora per capire se ci sono reazioni e nel caso intervenire per eventuali problematiche".
"Dopo gli ultimi chiarimenti ci mettiamo a disposizione - dichiara Belvederesi -. Abbiamo dato disponibilità per la Comunale 1 e per la Comunale 3 perché hanno dei locali vicini di nostra proprietà. Vaccineremo le persone come da elenchi che ci perverranno nei prossimi giorni."
"Abbiamo portato la capacità di vaccinazione a 12.000 persone al giorno, con possibilità di giungere a 15.000. Oggi nella conferenza delle Regioni rinnoveremo la richiesta di conoscere le date e il numero di vaccini dei prossimi mesi, ma abbiamo ancora poche dosi". Lo scrive l'assessore alla sanità Filippo Saltamartini, attraverso una nota postata sui social.
"Nella Regione Marche abbiamo aumentato la capacità di vaccinazione - aggiunge l'assessore - per far sì che, entro luglio, si possa giungere a 900.000 vaccinati, con le prime dosi. Su una popolazione di 1.200.000 vaccinabile, raggiungere 900.000 persone significa proteggerne la maggior parte".
"Quando lo annunciai qualche mese fa, sembrò a molti un'utopia - osserva Saltamartini -. Dopo aver portato la macchina sanitaria, con i sacrifici, l'impegno e la professionalità di tutti i dirigenti e del personale a regime, dobbiamo registrare un rallentamento per mancanza di vaccini. Non aver creduto nei vaccini, non averli acquistati ma solo opzionati, non aver avviato il processo di produzione anche in Italia o nella nostra Regione, processo avviato dall'attuale esecutivo è una grave mancanza di visione strategica del Paese".
"Non si dica, poi, che il problema è costituito dalle Regioni" ha concluso polemicamente Saltamartini.
“Siamo arrivati al limite della nostra pazienza, è passato un mese e mezzo da quando abbiamo reso pubblica la nostra critica situazione lavorativa in Croce Azzurra, facendo presente che non percepivamo gli stipendi da oltre 6 mesi e che stavamo lavorando in condizioni disagiate. Qualcuno come la ex presidente Zazzetta si è permessa di dire che siamo stati esagerati, che la situazione non era a suo dire grave come l’avevamo descritta e che si sarebbe risolto tutto entro un famoso lunedì.
Bene, quel lunedì è passato e le cose sono solo peggiorate, nonostante da un mese e mezzo ci sia un nuovo direttivo (se così si può chiamare), che all’epoca si era fatto avanti per prendere la situazione in mano, promettendo di rimettere in piedi l’Associazione, di risolvere i problemi finanziari e di pagare almeno una parte degli stipendi ai dipendenti.”. Questo lo sfogo, in una nota, degli ormai ex dipendenti della Croce Azzurra di Porto Recanati che da mesi non percepivano lo stipendio e sono costrett
“Abbiamo creduto alle promesse fatte e ci siamo trovati costretti a dimetterci per giusta causa.
Abbiamo dato fiducia, ma oggi ci sentiamo dire che non possiamo fare niente perché i soldi non ci sono, continuano.
Allora ci domandiamo “questo direttivo è composto da persone competenti? Queste persone che operano lo stanno facendo nel giusto? Questo direttivo dopo essere stato eletto in un momento di emergenza gestionale adesso é un direttivo regolare? Sono stati nominati i revisori dei conti? Chi sono i probiviri?”
Tante cose non sono ancora chiare. Inoltre, in questi giorni si attendeva un controllo da parte della ASUR, che doveva verificare che tutte le prescrizioni date dalla Regione - che hanno causato il blocco delle attività della Croce Azzurra proprio durante l’emergenza sanitaria - fossero state rispettate.
Il controllo c’é stato, ma la documentazione richiesta era incompleta e la cosa più eclatante è che non era stato dichiarato lo spostamento della sede presso i nuovi locali, tanto é vero che la commissione non li ha neanche visionati.
Nonostante questa grave mancanza, il nuovo presidente sig. Tetta ha dichiarato a mezzo stampa di essere fiducioso di riuscire a risollevare le sorti della Croce Azzurra”.
Come si fa a credere a tali affermazioni considerato che ci sono in atto pignoramenti da diversi fornitori e dipendenti? – Domandano ancora gli ex dipendenti della Croce Azzurra - . Come si fa a chiedere aiuto alla cittadinanza senza alcuna prospettiva per il futuro? Come si possono chiedere dei soldi per una ambulanza nuova quando ad oggi ancora e tutto bloccato e in dubbio? Inutile illudere le persone scrivendo sui social e stampa che andrà tutto bene quando non ci sono i presupposti?
Dulcis in fundo, nel corso dell’ultimo incontro (avvenuto lo scorso 19 aprile) tra il Presidente Tetta e noi ex dipendenti e i volontari - che devono percepire rimborsi spese da oltre un anno (per altro documentati in bilancio) - alla nostra richiesta di come intendesse sistemare le cose, ci siamo sentiti rispondere dal Presidente “Soldi non ce ne sono, se volete fateci scrivere dall’avvocato. Non meritiamo di essere presi in giro”, concludono.
Sottoscritto oggi l’accordo per portare la campagna vaccinale anti-SarsCov2 anche nelle farmacie marchigiane. Presenti alla firma l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, le strutture regionali responsabili della Sanità e i rappresentanti delle farmacie convenzionate, Assofarm per le farmacie pubbliche e Federfarma per le farmacie private.
“La volontà della Regione Marche – spiega Saltamartini - è quella di incrementare le vaccinazioni anti Covid-19 e mettere al sicuro quanto prima l’intera popolazione. Con le farmacie, che ringrazio per la collaborazione, abbiamo quindi concordato il percorso operativo attraverso il quale diverranno nuovi punti di vaccinazione disponibili per i cittadini”.
Non appena i farmacisti avranno terminato la formazione specifica e saranno abilitati alla somministrazione del vaccino, nelle tante farmacie distribuite sul territorio regionale in modo capillare e che aderiranno all’iniziativa a titolo volontaristico, sarà possibile eseguire le vaccinazioni anti-SarsCov2.
L’Accordo regionale, valido fino al 31 dicembre 2021, prevede che al farmacista venga riconosciuta, in coerenza con l’Accordo Quadro Nazionale, la remunerazione pari a 6 euro per ogni inoculo a cui sarà aggiunto un euro per le funzioni organizzative, per i dispositivi di protezione individuale e per i materiali di consumo.
L'Agenzia europea del farmaco (Ema) riconosce "possibili" legami di causa-effetto tra il vaccino di Johnson & Johnson e gli eventi "molto rari" di trombosi cerebrale che si sono verificati negli Usa. Si legge in una nota dell'Agenzia Ue nella quale si precisa però che i benefici superano i rischi.
Tutti gli eventi rari di trombosi cerebrale "si sono verificati in persone di età inferiore a 60 anni entro tre settimane dalla vaccinazione" con il siero di Johnson & Johnson, "la maggioranza nelle donne. Sulla base delle prove attualmente disponibili, i fattori di rischio specifici non sono stati confermati", scrive l'Agenzia europea del farmaco.
"Il comitato per la sicurezza dell'Agenzia europea del farmaco (Ema) ha concluso che alle informazioni" del bugiardino "sul prodotto per il vaccino Janssen", della Johnson &Johnson, "dovrebbe essere aggiunto un avvertimento su coaguli di sangue insoliti con piastrine basse. Inoltre gli eventi dovrebbero essere elencati come effetti collaterali molto rari del vaccino".
"I casi di eventi rari esaminati dopo il vaccino della J&J sono molto simili ai casi verificatisi con il vaccino Covid-19 sviluppato da AstraZeneca". "La valutazione scientifica dell'Ema è alla base dell'uso sicuro ed efficace dei vaccini Covid-19. Le raccomandazioni dell'Ema sono la base su cui i singoli Stati membri dell'Ue attueranno le loro campagne di vaccinazione nazionali. Questi possono differire da Paese a Paese a seconda delle esigenze e circostanze nazionali", si legge nella nota dell'Ema.
"Le indagini dell'Ema sul vaccino di Johnson &Johnson proseguono e sarà imposto alla casa farmaceutica di fare ulteriori approfondimenti. L'agenzia europea ha inoltre commissionato studi sui casi di trombosi attraverso due consorzi di ricerca". Così la direttrice esecutiva dell'Ema, Emer Cooke.
"C'è un'associazione forte e chiara tra la vaccinazione" col siero di Johnson & Johnson ed i casi molto rari di trombosi cerebrale. Lo ha chiarito la presidente della commissione di farmacovigilanza dell'Ema, Sabine Straus.
L'Ema ha confermato che il "profilo benefici-rischi resta positivo. Johnson & Johnson resta impegnata a fornire 200 milioni di dosi del suo vaccino all'Unione Europea, alla Norvegia e all'Islanda". Lo afferma J&J in una nota, sottolineando che riprenderà le spedizioni del suo vaccino nell'Ue.
Il sì dell'Ema a Johnson&Johnson è una notizia positiva perché "accelera" ulteriormente la campagna di vaccinazione anti-Covid in Ue. "Il nostro target è che dovremmo essere in grado di vaccinare più del 70% degli adulti entro metà luglio". Lo ha detto il commissario Ue al mercato interno Thierry Breton a SkyTg24, sottolineando che "abbiamo recuperato il ritardo" dell'inizio della campagna.
(Fonte Ansa)