Continua a scendere il numero delle persone ricoverate per Covid-19 nelle strutture ospedaliere della regione Marche. L'ultimo bollettino rilasciato dal Servizio Sanità regionale evidenzia un'ulteriore discesa dei ricoveri, che - nelle ultime 24 ore - scendono di 13 unità e si attestano ora a 174, di cui 34 in terapia intensiva (- 2 rispetto a ieri). Sono, invece, 21 le persone dimesse ieri dagli ospedali regionali.
In provincia di Macerata sono accolti 29 pazienti (-6 rispetto a ieri): 9 all'ospedale di Macerata e 20 al Covid Hospital di Civitanova Marche. Un'altra persona si trova ricoverata presso il pronto soccorso dell'ospedale di Civitanova Marche.
Proprio i numeri incoraggianti delle ultime settimane stanno portando la direzione dell'Asur Area Vasta 3 a valutare la chiusura della palazzina ex Malattie Infettive entro la fine di questa settimana, con eventuale spostamento dei 9 pazienti attuali presso il Covid Center di Civitanova Marche.
Il Servizio Sanità delle Marche ha, inoltre, comunicato che nelle ultime 24 ore si è purtroppo verificato un decesso correlato al Covid-19.
La vittima è una 91enne fanese, che è spirata all'ospedale di Pesaro.
Dall'inizio della pandemia, nelle Marche hanno perso la vita, a causa del Covid-19, 3011 persone. Pesaro-Urbino è la provincia che paga il prezzo più alto in termini di vite spezzate (977), mentre sono 508 quelle totali nella provincia di Macerata.
"Siamo ancora qua a contare i vaccini quando avremmo dovuto averne in quantità. L'Italia, prima industria farmaceutica in Europa, avrebbe dovuto investire di più su questo campo. Adesso non resta che controllare che la programmazione sui rifornimenti sia mantenuta. Ma capita spesso il contrario. Anche questa settimana 10.000 dosi di Moderna in meno".
Così in un post su Facebook l'assessore alla sanità della regione Marche, Filippo Saltamartini.
"Questa situazione blocca la poderosa macchina che abbiamo organizzato nelle Marche e che anche oggi ci pone in testa alla classifica per efficienza di vaccinazione - aggiunge Saltamartini -. Per carenza di sieri viaggiano a scartamento ridotto i medici di famiglia e la vaccinazione nelle Aziende e nelle Farmacie deve ancora essere avviata.
"Intanto una bella novità è emersa in queste ore. Le vaccinazioni domiciliari potranno essere eseguite anche dagli infermieri come del resto è sempre avvenuto. Peraltro oggi anche gli infermieri sono dottori in scienze infermieristiche e questo garantisce tutti: i professionisti e i pazienti" conclude l'assessore.
Circa un mese fa, in via Silvio Pellico, è stato inaugurato il Centro Vaccini Anticovid di Civitanova Marche (qui l'articolo).
Da allora non solo sono aumentati medici e operatori ma è anche stata messa a punto la struttura esterna per ridurre il problema degli assembramenti: un gazebo è stato destinato alla compilazione dei moduli, mentre un altro è diviso a sua volta in due file, una per la prima dose di vaccino, l’altra per la seconda.
Alla struttura interna ha pensato quasi interamente la Lube con l'intento di mettere a proprio agio tutti i vaccinandi: difatti, sembra di trovarsi più in un salotto che in un centro vaccini.
All’accettazione vengono registrati i nominativi di chi si vaccina, si prende il numero per presentarsi al tavolo dei medici dove vengono controllati i moduli e si sceglie che vaccino fare tra AstraZeneca, Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson.
Alla fine si riceve il talloncino che dimostra l’avvenuta vaccinazione.
“Ora c’è la possibilità di servire al meglio i vaccinandi - afferma Aurelio Del Medico, coordinatore tecnico della Protezione Civile di Civitanova Marche -. Ogni cosa è organizzata nella maniera più efficiente; ringrazio soprattutto i ragazzi della Protezione Civile e tutti quelli che collaborano per effettuare i vaccini.”
Il dottor Paolo Manciolla, tra gli addetti alle vaccinazioni, si mostra soddisfatto per i numeri raggiunti: "La campagna sta procedendo a pieno ritmo, siamo arrivati ad una media di circa 800 vaccinati al giorno tra prima e seconda dose, che è la possibilità operativa della struttura. Dobbiamo anche adeguare il passo in base alle dosi che ci vengono fornite, ma la situazione è soddisfacente. Grossi effetti indesiderati non ce ne sono e tutto sta procedendo secondo i piani. L'adesione dei più giovani? Ora abbiamo aperto ai 50enni, è ancora difficile prevedere quale sarà la percentuale di partecipazione dei ragazzi a questa campagna vaccinale”. Franco Ferraro ha 62 anni ed è in fila per ricevere la prima dose: “Ho trovato facilità ad accedere alla vaccinazione. Non ero eccessivamente convinto, ho un po’ di timore per via della rapidità con cui sono stati fatti questi vaccini ma sembra l’unica strada per tirarci fuori. Penso che sia normale provare un po’ di tensione”.
Alessandra Campolo è una maestra di religione alla scuola d’infanzia e ha appena ricevuto la sua seconda dose di AstraZeneca: “Non ho avuto tempi di attesa esagerati, circa 20 minuti, credo sia normale. Dopo l’ultima dose ho auto un po’ di febbre e spossatezza per circa 12 ore, poi è sparito tutto. Ho persone fragili a casa e ho ritenuto opportuno venirmi a vaccinare appena ho potuto per evitare di prendere e trasmettere il Covid ai miei cari”.
Con soddisfazione e orgoglio il Presidente dell’ASSM SpA di Tolentino, Dott. Stefano Gobbi, ha accolto la comunicazione da parte dell’Asur di raddoppiare il numero di vaccinati presso le Terme Santa Lucia, portandolo a 220 dosi giornaliere.
Un importante banco di prova la settimana appena per i professionisti che operano quotidianamente nella sede tolentinate delle Terme, perché da lunedì 17 maggio sono riprese anche le normali attività legate alle terapie inalatorie, un settore fondamentale per il benessere dei cittadini, dedicato alla cura e alla prevenzione delle patologie delle alte vie respiratorie. Grazie alle acque termali infatti non solo è possibile rinforzare il sistema immunitario prevenendo numerose patologie, c’è l’opportunità di seguire una riabilitazione respiratoria post Covid per recuperare il più possibile la funzionalità polmonare.
Le acque delle Terme Santa Lucia sono da secoli riconosciute come efficaci per la cura di diverse patologie. La terapia inalatoria ad esempio consente, mediante apposite apparecchiature di far pervenire i principi attivi contenuti nell’acqua minerale, sulla mucosa delle alte e basse vie respiratorie con effetti antinfiammatori e decongestionanti.
Per sottoporsi alle cure inalatorie termali, il paziente non deve avere alcuna patologia; è una cura fortemente consigliato per otiti, sinusiti, bronchiti, anche per bambini sotto i 10 anni, è comunque necessaria la prescrizione del medico che, dopo aver effettuato una visita, verifica la presenza di disturbi che possono essere quindi curati grazie all’inalazione delle acque termali.
Il Presidente Gobbi ha ringraziato non solo l’Asur "che ha rinnovato la fiducia nella struttura tolentinate raddoppiato il numero dei vaccini consegnati ogni giorno, ma anche a tutto il personale delle Terme che come sempre ha dimostrato grande professionalità anche nell’accoglienza dei pazienti, in piena sicurezza e in un ambiente gradevole".
Boom di prenotazioni per il vaccino anti covid per la fascia di età 40-49 anni nelle Marche: alle ore 19 di oggi, a seguito dell'apertura degli slot per quella fascia di età sono state circa 52mila le persone che hanno aderito alla campagna vaccinale. Lo rende noto la Regione Marche.
Nei prossimi giorni partiranno le vaccinazioni nei punti vaccinali individuati sul territorio.
(Fonte Ansa)
"Si prevede che il 28 maggio l'Ema rilasci l'autorizzazione al vaccino Pfizer per la fascia 12-15 anni. Per il momento solo questo immunizzante è previsto a partire dall'età di 16 anni, gli altri dai 18. È un fatto molto importante perché vaccinare i giovani è altamente strategico ed è essenziale per la riapertura in sicurezza del prossimo anno scolastico".
Lo ha dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza rispondendo ad una interrogazione alla Camera. "Aspettiamo la decisione dell'Ema anche per dare maggiori informazioni su queste fasce d'età", ha affermato.
"Finora ci siamo preoccupati di vaccinare le fasce di persone più esposte al virus: operatori sanitari, anziani, fragili. A giugno arriveranno altri 20 milioni di dosi di vaccini e l'immunizzazione potrà essere estesa ad altre categorie di cittadini, tra cui i più giovani", ha concluso il ministro della Salute.
Si pone “il tema di andare anche alle altre generazioni. Nella fase che arriva avremo circa 20 milioni di dosi disponibili a giugno, e questo ci può consentire di estendere le vaccinazioni ad altre generazioni”.
(Fonte Ansa)
Al via domani, mercoledì 19 maggio, dalle ore 12, la prenotazione per il vaccino anti-Covid19 per i cittadini marchigiani appartenenti alla fascia d’età 40-49 anni. Lo rende noto la Regione Marche .
“La categoria 40-49 anni (conta l’anno di nascita) sarà vaccinata nei punti vaccinali della popolazione (PVP) individuati sul territorio regionale. Sarà possibile prenotare le vaccinazioni anti-Covid-19 - spiega l’Ente - attraverso il portale di Poste Italiane https://prenotazioni.vaccinicovid.gov.it o tramite il Numero Verde 800.00.99.66 (attivo dal lunedì alla domenica dalle 8:00 alle 20:00).
Per la prenotazione online, oltre ai dati personali dell’utente, occorrerà disporre del numero di tessera sanitaria e del codice fiscale, e di un numero di cellulare al quale verrà notificata la conferma.
Con l’ausilio di Poste Italiane, è possibile prenotare anche nei PostaMat attivi sul territorio regionale (è sufficiente inserire la tessera sanitaria) o tramite i portalettere che consegnano la posta a casa.
Si ricorda inoltre che Poste Italiane ha attivato un ulteriore metodo di prenotazione per il vaccino antiCovid via SMS che si aggiunge a quelli già noti. I cittadini delle Marche potranno prenotare la loro dose semplicemente inviando un SMS con il codice fiscale al numero 339.9903947.
Una volta avviata la prenotazione, all’utente verrà immediatamente comunicato il giorno, la sede dove verrà somministrato il vaccino e l’orario in cui ci si deve presentare al Punto di Vaccinazione.
Al momento della somministrazione della prima dose, sarà comunicato il giorno per effettuare il richiamo”.
Predominanza della variante inglese sui contagi da coronavirus nelle Marche, casi sporadici di variante 'newyorkese' e 'sudafricana', nessuno di variante Indiana. Questo il quadro regionale della tipologia di infezioni riferito dal prof. Stefano Menzo, direttore del Laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona, punto di riferimento delle Marche per la ricerche delle varianti. "C'è una grande predominanza della variante inglese dappertutto, - spiega all'Ansa - si riscontrano sporadiche situazioni di altre varianti, però non c'è una sostituzione in questo momento. Variante indiana? Nelle Marche non è stato trovato neanche un caso. Di 'newyorkese' (i primi due casi erano stati identificati a marzo proprio dalla Virologia ad Ancona; ndr) e 'sudafricana' continuiamo a vedere qualche raro caso ma sembrano isolati e non epidemie a parte".
"Quando c'è una contrazione, - afferma il prof. Menzo - si congela la situazione che c'era. Può succedere che durante le riprese, quando aumentano i contagi, qualche variante possa prendere più piede rispetto ad altre come successo a gennaio con la variante inglese. Vedremo se nelle prossime settimane ci sarà questa 'ripresina' e che aspetto avrà. Ora - conclude - siamo in una fase di stasi".
Da oggi torna operativo l’Hospice presso l’ospedale civile “Bartolomeo Eustachio” di San Severino Marche. La struttura d’accoglienza e ricovero, che è parte integrante della rete di cure palliative dell’Asur, ha come principale obiettivo quello di offrire le migliori terapie ai pazienti oncologici, e non solo, quando questi non possono più essere seguiti dall’assistenza specialistica o dal programma di assistenza domiciliare integrata.
Nel giro di pochi giorni la funzionalità dell’Hospice, che può vantare una capienza massima di 12 posti letto, tornerà ai tempi pre-Covid. L’epidemia, infatti, ha fatto prima sospendere il prezioso servizio per far fronte alla cura degli anziani ospiti della Casa di riposo “Lazzarelli”, risparmiati dal contagio nonostante un focolaio scoppiato ad inizio novembre 2020 all’interno dell’Asp, che hanno trovato ospitalità all’interno della struttura e poi ha visto impegnato tutto il suo personale nella gestione straordinaria di un’emergenza sanitaria senza precedenti.
“Abbiamo pazientato e atteso un po’ - sottolinea il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei – ma non appena l’emergenza Covid ce lo ha permesso abbiamo riaperto questa struttura che è fondamentale per la cura dei malati terminali e che ha un ruolo importantissimo per tutto il nostro territorio. Vorrei ringraziare fin da ora quanti hanno reso possibile tutto questo ma ancor prima il personale che tornerà ad impegnarsi, come ha sempre fatto anche in queste settimane con un’assistenza domiciliare che non è venuta mai meno, per alleviare le sofferenze dei pazienti ma anche quelle di tante famiglie visto il particolare ruolo svolto da chi presta assistenza ai malati nel percorso che purtroppo per molti è un percorso di fine vita. La Regione e l’Asur hanno ascoltato le nostre richieste e quelle del responsabile della struttura, il dottor Sergio Giorgetti, con il quale ci siamo confrontati continuamente anche in quest’ultimo periodo”.
“Ripartiremo gradualmente - spiega a proposito il dottor Giorgetti - consentendo ai pazienti, in molti casi giovani e alle prese per la prima volta con questo tipo di struttura, di vivere questo passaggio senza ulteriori traumi”.
La struttura, da sempre qualificata e apprezzata, sarà anche uno dei centri di riferimento nell’ambito di un nuovo progetto a valenza provinciale dedicato alle cure per il fine vita.
È filato tutto liscio senza intoppi l'avvio delle prenotazioni dei vaccini per la fascia d'età 50-59 anni. Da domani ai prenotati saranno somministrate le prime dosi
“Alle 12 di ieri si erano già iscritte iscritti 43.821 persone”, fa sapere l’assessore alla Sanità regionale Filippo Saltamartini.
“Mercoledì si replica con la fascia di età 40-49”.
Tuttavia, anche la regione è in attesa di conoscere i particolari della maxi fornitura di vaccini, di circa 500.000 dosi, prevista dal Commissario Figliuolo per il mese di giugno.
"Per spiegare le difficoltà di programmazione e organizzazione è necessario sottolineare che le informazioni sui rifornimenti arrivano con circa 10 giorni di anticipo".
È stato riaperto oggi il reparto di Medicina dell’Ospedale di Camerino, con 17 posti letto: due in più rispetto alla chiusura del novembre scorso, avvenuta per ospitare i malati di pandemia.
“La progressiva riduzione dei ricoveri Covid, a seguito del contenimento dei contagi e alla massiccia campagna di vaccinazione in corso – evidenzia l’assessore alla Salute Filippo Saltamartini – ci consente la riapertura del reparto di Medicina dell'Ospedale di Camerino. Questa riapertura permette di conseguire due grandi vantaggi: restituire la medicina al territorio e, soprattutto, riportare il Pronto soccorso alla sua normale attività. L’impegno di tutta la comunità locale e regionale, per contrastare la diffusione del virus, ci consente di raggiungere questo traguardo che sembra impossibile fino a poche settimane fa”.
Ora i pazienti Covid, ricoverati all’Ospedale di Camerino, sono ospitati nei piani di Chirurgia e Ortopedia: a breve, assicura l’assessore, verranno riattivati per garantire piena funzionalità alla struttura ospedaliera.
La vice sindaco di Camerino Lucia Jajani ha incontrato la consigliera regionale, nonché presidente della Commissione Sanità, Elena Leonardi per confrontarsi e discutere in merito alla situazione dell’ospedale di Camerino, convertito a presidio Covid dalla metà di febbraio. Già a novembre il nosocomio della città ducale a servizio dell’entroterra aveva visto la conversione del reparto di Medicina con conseguente trasferimento di 60 unità del personale sanitario al Covid Center di Civitanova.
Ciò ha comportato, inevitabilmente, una riduzione dei servizi ospedalieri ulteriormente tagliati lo scorso febbraio. “La consigliera regionale Leonardi è stata ben disposta ad ascoltarmi e ha preso in considerazione la nostra situazione – ha spiegato la vicesindaco Jajani – Le ho esposto le nostre problematiche, ma anche i timori che nutriamo sulle sorti dell’ospedale che, di fatto, ad oggi non garantisce i servizi necessari per le cure al bacino d’utenza che ne ha bisogno. È una struttura a servizio di un territorio che comprende tutto l’entroterra, da Serravalle a Matelica, da Castelsantangelo sul Nera a Muccia, Valfornace, Pieve Torina, Esanatoglia, Sefro.
L’attuale situazione vede mancanza di personale e medici, con i reparti di Chirurgia, Ortopedia, Medicina e Terapia intensiva praticamente fermi, così come gli interventi. Ho chiesto dunque informazioni su come e quando verrà riportato l’organico attualmente impiegato al Covid Hospital di Civitanova e quando verranno ripristinati le unità mediche che se ne sono andate con mobilità – continua la vice sindaco Jajani - È stato un incontro molto positivo e confido nel fatto che possano seguire i fatti che riportino l’attività dell’ospedale a servizio di tutti i cittadini. Siamo ben consapevoli che la pandemia ha richiesto un grande impegno e sforzo, ma vista la situazione che sta tornando alla normalità, ci auguriamo che sia ripristinato quanto prima anche quanto necessario per l’ospedale camerte”.
«Con molta soddisfazione possiamo comunicare che è stato raggiunto l’obiettivo prefissato di una media di oltre mille dosi somministrate al giorno nel nuovo polo vaccinale di Piediripa». A dirlo sono il sindaco Sandro Parcaroli e il consigliere delegato alla Sanità Giordano Ripa che, a distanza di un mese dall’apertura del nuovo hub, realizzato grazie al contributo di UniCredit Leasing, Gruppo Lube e Fondazione Carima, fanno il punto della situazione sull’andamento della campagna vaccinale. Nel dettaglio, «presso il polo vaccinale di Piediripa, sono state a oggi somministrate 32.601 dosi (17.269 prima dose e 15.332 seconda) spiegano il sindaco e il consigliere alla Sanità.
«Per quanto riguarda la suddivisione in categorie, nel polo vaccinale di Piediripa, dove confluiscono i residenti dei 24 comuni del Distretto di Macerata, sono 13.209 le prime dosi somministrate alle persone di età superiore a sessanta anni (compresi gli over 80) mentre 5.686 le seconde – spiega nel dettaglio il consigliere Ripa -. Per la categoria dei soggetti fragili con patologie gravi sono state vaccinate 2.825 persone con la prima dose e 7.764 con la seconda. Per la categoria degli operatori scolastici 824 soggetti hanno ricevuto la prima dose e 1232 la seconda. Per la categoria degli operatori sanitari 58 persone hanno ricevuto la prima dose e 286 la seconda. Per la categoria degli operatori ospedalieri non sanitari 79 la prima e 100 la seconda. Per la categoria dei volontari dei servizi sanitari 82 la prima e 48 la seconda. Inoltre sono state vaccinate 381 persone appartenti alle categorie degli studenti universitari frequentati i reparti, del personale addetto a servizi civili vari, dell’Esercito, della Marina, dei donatori di sangue e dei caregiver».
«Rammentiamo che precedentemente all'apertura del centro vaccinale di Piediripa un numero consistente di dosi, pari a circa 12mila, è stato somministrato (agli over 80, al personale scolastico, alle forze armate, alla Protezione civile e ai soggetti fragili) presso l'oratorio di Macerata e presso la Sala della Biblioteca dell'ospedale di Macerata – spiegano Parcaroli e Ripa -. Inoltre sono stati vaccinati circa 2mila operatori sanitari dell’Ambito territoriale di Macerata. Per quanto riguarda il Comune di Macerata sono 4.948 le persone che hanno ricevuto la prima e 4.242 la seconda».
Per quanto riguarda i ricoveri di pazienti affetti da Covid-19, nell’Ambito dell’Area Vasta 3, «a oggi risultano otto i ricoverati in terapia intensiva e 41 in semi intensiva al Covid-center di Civitanova, sette presso la Medicina d’Urgenza dell’ospedale di Macerata, 33 nel reparto non intensivo della palazzina di Malattie Infettive e 16 presso il reparto non intensivo dell’ospedale di Camerino - ha aggiunto Ripa -. Da questi dati emerge una lieve tendenza alla minore pressione ospedaliera rispetto a un mese fa».
A livello di contagi, «attualmente nel Comune di Macerata sono 183 le persone positive e 384 quelle in isolamento domiciliare fiduciario; rispetto all’andamento dell’ultimo periodo (il 3 maggio erano 292 le persone positive) i contagi sono in calo – concludono il sindaco Parcaroli e il consigliere delegato Ripa -. Nonostante ciò invitiamo ancora una volta la cittadinanza a rispettare le misure anti contagio. Ringraziamo infine la direttrice Asur Marche Nadia Storti, la direttrice dell’Area Vasta 3 la dottoressa Daniela Corsi e tutto il personale sanitario operativo presso la nuova sede vaccinale per il grande lavoro che sta facendo. Un ringraziamento anche alla Polizia locale, alla Protezione civile e alle associazioni per la costante e preziosa presenza presso il centro vaccinale di Piediripa».
L’Amministrazione Comunale guidata da Michele Vittori ha avviato la procedura per allestire un punto vaccinale a Cingoli per il quale sarà fondamentale la collaborazione con i medici di famiglia del territorio e con gli infermieri. Chiamati “in campo” anche gli operatori in pensione.
Diversi sono stati i sopralluoghi, le riunioni ed i confronti necessari per arrivare a definire dove e come realizzare un centro vaccinale efficiente, le linee guida ed i protocolli da seguire sono stringenti e dettagliati, tutelare la salute pubblica è una priorità assoluta e l’unico modo per contrastare i contagi è puntare sul più alto numero possibile di popolazione vaccinata.
Il Sindaco dichiara: “Sono molto soddisfatto per la forte adesione da parte dei Medici e degli infermieri non solo in servizio, ma anche di quelli in pensione, la loro ampia collaborazione è anzitutto fondamentale per poter rendere funzionale il Centro che abbiamo fortemente voluto realizzare a Cingoli. Sappiamo tutti quanto sia difficoltoso talvolta spostarsi dall’entroterra, in molti infatti si sono rivolti alla Croce Rossa Italiana, ritengo pertanto che realizzare un centro vaccinale a Cingoli, sia un modo concreto di andare incontro alle esigenze della cittadinanza”.
Il Sindaco conclude: “Voglio ringraziare tutti i medici, gli infermieri, i volontari della Croce Rossa Italiana Sezione di Cingoli e del Gruppo comunale di Protezione Civile che hanno immediatamente risposto all’invito, solo grazie a loro potremo offrire questo servizio essenziale per la popolazione di Cingoli e Apiro".
Il punto vaccinale sarà allestito in Via del Campo Sportivo, presso i locali del centro sociale anziani, adiacente il mercato coperto. I locali dopo alcuni interventi di adeguamento sono stati ritenuti idonei da parte dei referenti dell’ASUR. In loco saranno riservati dei parcheggi per le persone che dovranno ricevere il vaccino. Le modalità di accesso al vaccino sono conformi alle priorità stabilite a livello regionale e nazionale
"Le prenotazioni a partire dalle ore 9:00 di lunedì 10 maggio prossimo tramite il sito istituzionale del Comune, www.comune.cingoli.mc.it. Per chi non avesse la possibilità di effettuare la prenotazione online, attraverso assistenza telefonica a cura dei volontari della CRI, chiamando il numero 0733.604330".
Il centro vaccinale sarà operativo dal 15 maggio 2021.
“La vaccinazione dei familiari e degli accompagnatori cosiddetti caregiver, segue un percorso parallelo alle persone assistite . La prenotazione è stata fatta sul sito della Regione e tutti i nominativi (esattamente 15.325) sono stati redistribuiti secondo la condizione patologica o assistenziale delle stesse persone. Le categorie da vaccinare seguono percorsi diversi, in ragione della diversità di condizioni. I familiari che si sono prenotati e che devono essere vaccinati sono 12.000. Dalla tabella di Poste si può evincere che i caregiver vaccinati finora sono 11.835”. Così, in una nota l’assessore alla sanità Filippo Saltamartini, il quale risponde alle critiche riguardo la vaccinazione di familiari e badanti delle persone fragili. Campagna vaccinale riguardo queste categorie che starebbe procedendo a rilento, come rilevato anche dalla presidente dell’associazione Alzheimer Uniti Italia, Manuela Berardinelli. (Leggi qui per saperne di più)
Saltamartini, però, respinge le accuse.
“Le informazioni che precedono sono fatti. Ed in quanto tali non sono suscettibili di alcuna opinabilità.
Sono fatti quelli che vedono le Marche aver somministrato il 92% delle dosi consegnate ( la restante parte serve per i richiami)” – prosegue Saltamartini - .
Man mano che i vaccini arrivano nella nostra regione procediamo secondo il doppio binario: età e fragilità.
Oltre all’efficienza dimostrata in questa fase, vorrei sottolineare che mai si era verificata la possibilità che con un semplice clik di mouse, centinaia di miglia di cittadini potessero ottenere una prestazione prestabilita per data e orario.
Siamo stati antesignani con il sito di Poste italiane (poi adottato da altre Regioni) e vogliamo restare quella Regione leader che tutti i marchigiani meritano”.
“Stiamo già lavorando per la “rivoluzione digitale” – spiega l’assessore - che vedeva la nostra Regione, all’atto dell’insediamento della nuova Giunta all’anno zero in fatto di tessera sanitaria elettronica e fascicolo sanitario elettronico.
Ma c’è da scommettere che l’attuale maggioranza regionale colmerà anche il digital divide.
Il successo nella prenotazione dei vaccini ne è plastica dimostrazione, come l’uso -primi fra tutti in Italia- delle cure covid con anticorpi monoclonali”.
Ne frattempo è partita ieri alle ore 12, con un assalto telematico al sito di POSTE italiane la prenotazione per i vaccini nella fascia 60-64 anni.
“Dopo una ventina di minuti il sistema si è assestato e fino a questo momento si sono prenotate quasi 34.000 persone” – spiega Saltamartini - .
Più o meno quasi tutta la platea degli aventi diritto che è composta di circa 50.000 persone di cui 15.000 già immunizzate (insegnanti, forze dell’ordine, personale della sanità).
Le persone prenotate accederanno ai PVP Punti di vaccinazione popolazione (quelli nei palazzetti) secondo l’indicazione che hanno ricevuto”.
"Domani si avvia la prenotazione delle persone con 60-64 anni (leggi l'articolo) - ha annunciato l'assessore alla sanità della Regione Marche Filippo Saltamartini - lunedì partiranno le prenotazioni, da verificare sempre sul sito ufficiale della regione Marche, per le persone con patologie non gravi che non rientrano tra quelle estremamente vulnerabili, di età compresa tra 50 e 60 anni".
"Il completamento della vaccinazione dei caregiver e familiari già avviata, è previsto sia portata a compimento entro il 20-25 maggio in occasione dei rifornimenti previsti - ha reso noto l'assessore - Fin'ora sono stati vaccinati 1715 caregiver".
Al via domani, sabato 8 maggio, dalle ore 12, la prenotazione per il vaccino anti-Covid per la fascia d’età 60-64 anni.
Lo aveva gia annunciato nella tarda serata di ieri l'assesore regionale alla sanità Filippo Saltamartini con un post sui social: "La prenotazione della vaccinazione 60/64 anni potrà essere effettuata sabato. I dettagli verranno forniti domani sul sito ufficiale della Regione Marche - ha dichiarato -Com'è facile verificare la nostra Regione e' saldamente in testa al rapporto dosi somministrate/dosi ricevute".
"Per questa ragione, chi ha responsabilità di Governo deve far parlare i fatti - ha affermato - E' solo per questo, che in assenza di notizie certe sulle forniture dei sieri sono stato silente. Non certo per mancanza di rispetto nei riguardi dei cittadini. Da sabato, dunque, partiranno le prenotazioni 60/64, sempre domani forniremo informazioni sulla vaccinazione 50/60 con comorbidita - ha concluso Saltamartini - Infine, il Commissario ha riaperto la vaccinazione per i 6000 insegnanti "rinviati" un mese fa.
La categoria 60-64 anni (conta l’anno di nascita) sarà vaccinata nei punti vaccinali della popolazione (PVP) individuati sul territorio regionale. Sarà possibile prenotare le vaccinazioni anti-Covid-19 attraverso il portale di Poste Italiane https://prenotazioni.vaccinicovid.gov.it o tramite il Numero Verde 800.00.99.66 (attivo dal lunedì a domenica dalle 9 alle 20). Per la prenotazione online, oltre ai dati personali dell’utente, occorrerà disporre del numero di tessera sanitaria e del codice fiscale, e di un numero di cellulare al quale verrà notificata la conferma.
Con l’ausilio di Poste Italiane, è possibile prenotare anche nei PostaMat attivi sul territorio regionale (è sufficiente inserire la tessera sanitaria) o tramite i portalettere che consegnano la posta a casa. Una volta avviata la prenotazione, all’utente verrà immediatamente comunicato il giorno, la sede dove verrà somministrato il vaccino e l’orario in cui ci si deve presentare al Punto di Vaccinazione. Al momento della somministrazione della prima dose, sarà comunicato il giorno per effettuare il richiamo. Si ricorda inoltre che Poste Italiane ha attivato un ulteriore metodo di prenotazione per il vaccino antiCovid via SMS che si aggiunge a quelli già noti.
I cittadini delle Marche potranno prenotare la loro dose semplicemente inviando un SMS con il codice fiscale al numero 339.9903947. Entro 48-72 ore verranno ricontattati dal servizio clienti di Poste Italiane per procedere telefonicamente alla scelta di luogo e data dell’appuntamento. Il servizio è attivo 24 ore su 24 e non presenta costi aggiuntivi rispetto a quelli previsti per l’invio di un semplice SMS dall’operatore telefonico di appartenenza. Tutte le informazioni sulla campagna vaccinale nelle Marche sono disponibili al link: https://www.regione.marche.it/vaccinicovid.
Oltre 40 anni di carriera alle spalle, tante ‘ginocchia’ trattate e un ‘amore’ per la sala operatoria che ancora non ne vuole sapere di tramontare. Parlare del dottor Gabriele Caraffa, non è solo raccontare la storia di una istituzione nel campo della chirurgia ortopedica maceratese ma è anche intraprendere un percorso di ‘vita’ formato da varie tappe in cui lo sport rappresenta una componete speciale e forte, non solo sotto l’aspetto professionale.
Si è congedato nel dicembre 2020 dalla carriera ospedaliera, dopo aver ricoperto il ruolo di Direttore responsabile del reparto di Ortopedia e Traumatologia dell'Ospedale di Macerata e ora sta scrivendo un nuovo capitolo della sua avventura, questa volta, alla Casa di Cura privata Villa dei Pini a Civitanova Marche.
“Il mio percorso è iniziato dall’Università di Perugia, dove mi sono laureato nel lontano 1983, dopodiché mi sono specializzato in ortopedia – racconta il dottor Caraffa - in quel periodo ho cominciato a seguire l’attività con il professor Giuliano Cerulli, un vero e proprio maestro che mi ha trasmesso gran parte di quelle che oggi sono le mie competenze professionali; ecco perché devo tanto a lui – continua - Alla fine degli anni 80, a seguito di un concorso, sono entrato di ruolo come assistente ortopedico all'ospedale di Macerata e da lì ho intrapreso la mia carriera ospedaliera fino al dicembre 2020”.
“Praticamente ho svolto la classica gavetta che si faceva a livello ospedaliero – spiega l’ortopedico - iniziando dal ruolo di assistente e affiancando tante figure professionali di spicco come il dottor Fabio Giangecchi (che è purtroppo scomparso da qualche anno), con cui abbiamo riformato una grossa fetta dell’attività ortopedica maceratese e successivamente il dottor Michele Mastrangelo (purtroppo anche lui deceduto) dopodiché sono subentrato al suo posto, da principio come facente funzioni e poi, vincendo il concorso dedicato e, negli ultimi 5 anni, ricoprendo il ruolo di primario del reparto di ortopedia”.
Una missione oltre che un lavoro che fa del movimento la sua pietra miliare ma anche la sua principale peculiarità per proiettarsi verso il futuro: “L'ortopedia è una branca della medicina in continua evoluzione – spiega Caraffa –. In 40 anni molte tecniche chirurgiche sono cambiate così come i materiali utilizzati. Quindi è necessario un continuo aggiornamento per non rimanere indietro all’interno di un mondo che ha subito un continuo innovamento da quando ho iniziato – prosegue -. Una volta la figura dell'ortopedico si occupava di tutto, oggi invece c’è una richiesta di ‘specializzazione nella specializzazione’ per cui si parla di chirurgo del ginocchio, della mano, dell'anca, della spalla, della caviglia o piede. Ora il paziente è molto più aggiornato e acculturato del passato quindi va alla ricerca di uno specialista ben definito”.
“Quando negli anni 80 ho mosso i primi passi in questa professione la mia particolarità è stata quella di interessarmi al ginocchio e nel corso del tempo ho sviluppato prevalentemente questo campo – riferisce - poi ovviamente essendo primario ho trattato un po’ di tutto ma io provengono dalla chirurgia del ginocchio, che va dall’artroscopia alla protesica; una branca nella quale ho sviluppato delle tecniche specifiche, scritto varie pubblicazioni scientifiche e partecipato anche a convegni come relatore”.
Difficile pensare di portare avanti un iter professionale così denso senza una forte passione di base a fare da motore perpetuo. Ecco infatti che nel cammino del dottor Gabriele Caraffa l’amore per lo sport diventa un pilastro fondante e caratteristico della sua veste istituzionale nel campo delle ‘ginocchia’.
“Da sempre sono appassionato di sport, specialmente calcio – racconta l’ex primario dell’ortopedia maceratese che ancora si diletta in partite di calcio a 5 conservando così la sua vena da ‘agonista’ - ho collaborato con diverse società sportive nel corso degli anni: dalla Maceratese della dottoressa Maria Francesca Tardella, che fu anche promossa in Serie C fino al Matelica Calcio, dove oggi collaboro come ortopedico, insieme al medico sociale Giorgio Del Gobbo - aggiunge - Quest'anno la squadra ha avuto un grosso successo e domenica si giocherà i meritati play-off contro la Sambenedettese e questo grazie soprattutto al presidente Mauro Canil che è stato capace di allestire una compagine molto competitiva a tutti i livelli".
"Un grande risultato che, da macerates,e mi fa molto piacere anche se purtroppo quest'anno tutte le gare si sono giocate a porte chiuse a causa della pandemia – afferma Caraffa –. I componenti della rosa e dello staff sono stati sempre sotto controllo attraverso i tamponi e tutta la serie di protocolli richiesti dalla Lega Calcio e sotto questo aspetto non si sono riscontrati problemi, ovvio che il lato negativo è stato assistere alle partite senza i tifosi che sono un elemento imprescindibile in questo mondo”
“Avere una società sportiva professionistica a Macerata che permette di vedere il calcio di un certo livello, per me come sportivo e amante di questo sport è senza dubbio un piacere – sottolinea - avendo perso la Lube che si è spostata a Civitanova, ora speriamo che, quando le porte dello stadio riapriranno ai tifosi, Macerata potrà godere di una club capace di garantire delle sfide di prestigio e mi auguro che l’Amministrazione Comunale si attivi per preservare questo patrimonio e magari trasformarlo in Maceratese in quanto sono convinto, e non solo io, che con le possibilità e la passione di Canil questo club potrà ambire a dei campionati di ancor più alto profilo”.
“Non dimentichiamo inoltre che una realtà di questo livello ha tutte le potenzialità per creare un indotto importante sotto l’aspetto dello sviluppo di un settore giovanile all'altezza – puntualizza Caraffa – un contributo che potrebbe essere enorme per la città in quanto molti ragazzi non solo della provincia, avrebbero la possibilità di far parte di una società sana per coltivare un piccolo sogno di una futura carriera”.
Un ultimo anno di lavoro presso il nosocomio del Capoluogo di Provincia per il Dottor Caraffa caratterizzato dall’emergenza Covid che, soprattutto nella sua fase iniziale, ha messo a dura prova tutto il Sistema Sanitario Nazionale che è stato costretto a fare i conti con un nemico che allora non era ancora bene definito.
“A marzo 2020 purtroppo, a causa dell'elevato numero di pazienti contagiati, e non essendo ancora pronto il Covid Center a Civitanova, molti ospedali furono convertititi in Covid hospital chiudendo i reparti di ortopedia sia a Civitanova che a Camerino. La sola unità operativa dell’Area Vasta 3 era quella di Macerata. Inizialmente si sono venuti a creare dei disagi importanti in quanto da inizio pandemia fino a giugno si è lavorato prevalentemente solo nel capoluogo di provincia, insieme agli altri colleghi ortopedici che nel frattempo si erano trasferiti dalle altre strutture ospedaliere del Maceratese – rende noto Caraffa - consideriamo anche che nelle prime settimane dell’emergenza non erano ancora ben chiare le linee guida da seguire quindi c’era sempre un po’ di paura di poter contagiare i pazienti e molte attività ortopediche non sono state svolte proprio per questo senso di smarrimento di alcuni pazienti non traumatizzati che hanno atteso del tempo prima di andare sotto i ferri e quindi sono stati profilati solo quelli che necessitavano di interventi urgenti. La situazione si è poi normalizzata e fortunatamente non si sono registrati grossi problemi così come nel periodo di fine estate scorsa quando abbiamo affrontato le seconda ondata, ma in quel caso eravamo sicuramente maggiormente preparati e in più era attivato il Covid Center di Civitanova Marche che è stato molto efficiente nel limitare la pressione sanitaria nelle varie strutture ospedaliere”.
L’ ‘abbandono’ della sale operatorie dell’Ospedale di Macerata non ha fatto venir meno nel dottor Caraffa la sua voglia di mettersi ancora in gioco.
“Dopo il pensionamento, ho iniziato a lavorare alla clinica Villa Pini di Civitanova dove svolgo la mia attività di ortopedico insieme ad atri colleghi, tra cui c'è il dottor Nicola Gentile - annuncia -. Qui ci occupiamo di chirurgia protesica e trattamenti artroscopici e con altre equipe specializzate riusciamo a coprire tutte le patologie ortopediche, ogni pool nel suo ruolo".
“Un’ortopedico ama la sala operatoria – chiarisce Caraffa - la pensione da un parte rappresenta il distacco da un lavoro di 40 anni ma il fatto è che a me la sala operatoria manca e quindi ho colto subito la possibilità di fare ciò che amo in maniera serena, iniziando a svolgere la mia attività chirurgica a Villa Pini - conclude - con pieno spirito collaborativo e cercando di trasmettere anche le mie conoscenze a tutti quei giovani che hanno voglia di intraprende questa strada”.
La Regione ripropone, per il prossimo triennio, il servizio di dialisi riservato ai turisti che scelgono le Marche per soggiornare. A partire da questa estate e per tutto il 2023, la prestazione verrà garantita l’intero anno, dal 1 gennaio al 31 dicembre.
“Abbiamo rimodulato il progetto per favorire i non residenti che vengono nella nostra regione per vacanza o per motivi familiari e di lavoro, estendendo le opportunità tradizionalmente offerte dalle strutture sanitarie aderenti all’iniziativa – riferisce l’assessore alla Salute Filippo Saltamartini – Già le dialisi, per i non residenti, potevano essere effettuate, a partire dalle festività pasquali, fino ai mesi estivi, anche con turni serali. L’emergenza Covid-19 ha bloccato, dallo scorso anno, tutte le attività turistiche. In vista della ripartenza, potenziamo il servizio per permettere di trascorrere vacanze serene, avendo a disposizione un centro dialisi di riferimento al quale rivolgersi”. Il progetto triennale è stato finanziato con 432 mila euro. Serviranno a rafforzare i servizi dialisi, remunerando il personale coinvolto.
I turisti hanno sempre apprezzato la qualità delle prestazioni offerte, avviate dal 2009, quando le Marche hanno accolto l’appello dell’Associazione nazionale emodializzati (Aned) che chiedeva di garantire al dializzato il diritto di spostarsi sul territorio nazionale per motivi non clinici. Sulla base degli ultimi dati disponibili, quelli pre Covid-19, del 2019, nelle Marche, sono state effettuate 1.301 prestazioni, a fronte delle 1.440 del 2018 e delle 1.219 del 2017. Sono state 509 quelle realizzate in orario notturno. Sulla base della residenza, 38 persone venivano dalla provincia di Roma, 23 da quella di Milano, 7 da Perugia e 4 erano stranieri. Il 60% degli utenti si trovava nella fascia di età 61-80 anni, due avevano 94 anni. Il contributo di dialisi maggiore è stato garantito dalle località costiere: Senigallia, Civitanova Marche, Fermo-Porto San Giorgio e San Benedetto del Tronto. Nelle zone interne si segnalano, invece, i Centri di Fabriano, Jesi e Tolentino.
L’Anteas di Macerata, associazione di volontariato e promozione sociale sostenuta dalla Fnp Cisl, promuove e organizza il trasporto gratuito per gli over 65 che si recano a fare la vaccinazione Covid-19. La gratuità è applicata sul tragitto dalla residenza al centro vaccinale di competenza e ritorno ed è valida per i residenti dei comuni di Corridonia, Macerata (in collaborazione con le associazioni aderenti all’iniziativa), Mogliano, Montefano, Potenza Picena, Treia. L’iniziativa è valida anche per il secondo vaccino di richiamo. In caso di utenti che necessitano di accompagnamento, la gratuità è valida anche per l’accompagnatore.
A Montelupone e Tolentino, in collaborazione con i Comuni, è garantito il servizio con il pagamento di un contributo minimo per fasce chilometriche.
Dal 20 febbraio, data di inizio della campagna vaccinale degli over 80 nella Regione Marche, l’Anteas di Macerata ha trasportato diverse decine di utenti negli hub vaccinali e assistito le persone nella prenotazione dell’appuntamento online.
Questa iniziativa si inserisce nell’insieme delle attività che l’Associazione offre e ha messo in campo in questo difficile periodo di emergenza sanitaria: taxi sociale, consegna farmaci a domicilio, spesa a domicilio, ascolto sociale.