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Politica Tolentino

Voce alla Città: "Preoccupati per l'ospedale di Tolentino

Voce alla Città: "Preoccupati per l'ospedale di Tolentino

Dal coordinamento di Voce alla Città, movimento civico di Tolentino, riceviamo:

I tolentinati hanno appreso dalla stampa che, a seguito della riorganizzazione della sanità regionale, il nostro ospedale potrebbe subire importanti, e a nostro giudizio, negative modifiche che andrebbero a peggiorare il servizio ai cittadini.

La chiusura del punto di primo intervento, la trasformazione della chirurgia breve in ricoveri giornalieri e la riduzione di venti posti letto per lungodegenza da destinare alle cure prestate dai medici di base comporteranno un impoverimento definitivo della nostra struttura e soprattutto costringeranno i malati ad affrontare nuovi e più pesanti disagi. Non riusciamo proprio a comprendere per quale irragionevole motivo si mettono in atto i tagli, camuffati da nobili progetti di razionalizzazione, prima di predisporre adeguate ed efficaci misure per offrire migliori servizi ai cittadini. Ci domandiamo come è possibile chiudere un punto di primo intervento quando da oltre un decennio non si riesce ad adeguare il pronto soccorso dell'ospedale di Macerata ai carichi di lavoro, che già oggi impongono condizioni disagiate di lavoro agli operatori sanitari e file estenuanti ai pazienti; come si può chiudere un servizio di chirurgia breve invece di provvedere con la massima sollecitudine al reintegro del personale medico, primario compreso, necessario al buon funzionamento del servizio, a Macerata o a Tolentino che sia; come mai si pensa di trasformare posti letto da un servizio ad un altro quando ancora della cosiddetta casa della salute, seppure apprezzabile e già positivamente sperimentata in altre regioni, non c'è alcuna plausibile e realistica applicazione. Appaiono veramente strane e malsane queste ventate di “nuovismo” che demoliscono quello che, bene o male, già c'è e si limitano, almeno per ora, a far sognare modelli miracolistici di là dal concretizzarsi. Se a queste “riforme” aggiungiamo le misure previste dal governo nazionale allora la situazione si fa ancora più critica. I limiti imposti ai medici di base relativamente alla prescrizione di molti accertamenti diagnostici, che si potranno fare ora solo se ritenuti indispensabili e fattibili in tempi ragionevoli, costringeranno chi ne ha bisogno a ricorrere a prestazioni a pagamento, sia in strutture pubbliche che private, con la conseguenza che chi non può pagare si vedrà negare un diritto, quello alla salute, sancito pure dalla nostra Costituzione. Tutte le misure pensate per ridurre la spesa pubblica non faranno altro che allontanare dalle cure i cittadini meno abbienti, rimpinguando le casse delle strutture private in un paese che, in realtà, occupa il sedicesimo posto tra i paesi dell'area Ocse per quanto riguarda il costo del servizio sanitario nazionale, noi peggio anche di Grecia e Spagna!

Invitiamo i cittadini a riflettere attentamente sui cambiamenti in corso nella organizzazione dei nostro servizio sanitario a causa delle scelte della politica nazionale e regionale !

 

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