Tolentino - A distanza di quasi un decennio dal sisma del 2016, il progetto del campus scolastico di Tolentino resta bloccato nel limbo delle opere ancora non iniziate. A rilanciare la denuncia è Sandro Bisonni, co-portavoce provinciale di Alleanza Verdi e Sinistra e candidato alle elezioni regionali nella coalizione che affianca Matteo Ricci, che in una nota stampa attacca duramente l’immobilismo della ricostruzione pubblica: “Molto si è parlato del campus scolastico, ma poco – anzi nulla – si è fatto.”
Secondo Bisonni, la situazione del nuovo polo scolastico, che dovrebbe accogliere tutte le scuole superiori della città, è emblematica del fallimento dell’intera filiera istituzionale incaricata della ricostruzione post terremoto. "La Provincia - dichiara - dice di aver stanziato 31 milioni di euro, ma al momento è stato speso esattamente zero. Basta fare un sopralluogo per rendersene conto: nell’area individuata per la costruzione regna il vuoto assoluto.”
L’attacco si estende a tutta la ricostruzione pubblica, "ancora ferma al palo", a differenza di quella privata, che secondo Bisonni ha trovato nuovo slancio grazie all’azione dell’ex commissario Giovanni Legnini. “Chiedetelo ai cittadini di San Ginesio che ancora aspettano la RSA o ai tolentinati che sognano un centro scolastico degno di questo nome.”
Non mancano i riferimenti al degrado visibile sul posto:" "il rendering che mostrava il progetto definitivo è stato rimosso, la recinzione è ormai fatiscente, con pali arrugginiti e materiali abbandonati. Una desolazione che ha attirato persino l’attenzione della trasmissione televisiva Striscia la Notizia", ha ricordato Bisonni.
L'esponente di Alleanza Verdi e Sinistra punta il dito contro quella che definisce la "filiera distruttiva" composta dal presidente della Regione Francesco Acquaroli, dal commissario alla ricostruzione Guido Castelli e dal presidente della Provincia Sandro Parcaroli. “Serve un vero cambio di passo – afferma – un ‘cambio di Marche’ alle prossime elezioni regionali per mettere fine a questo scandalo.”
Infine, l’appello accorato agli amministratori e alla cittadinanza: “Non possiamo accettare che gli studenti e le loro famiglie continuino a vivere in uno stato di emergenza permanente. Dopo nove anni, è doveroso restituire loro una sede scolastica dignitosa, sicura e moderna.”
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