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Politica Macerata

Sabrina De Padova, la consigliera fuori dal coro per il rilancio di Macerata: "La città si sta svuotando"

Sabrina De Padova, la consigliera fuori dal coro per il rilancio di Macerata: "La città si sta svuotando"

La diversità dei punti di vista non è tanto vedere ciò che gli altri non vedono quanto piuttosto interpretare e giudicare diversamente ciò che tutti vedono, eccezione fatta per una causa di natura patologica. A questo punto, un dubbio sorge circa la natura del punto di vista dell’attuale giunta comunale di Macerata: un'anomalia del nervo ottico o interpretativa? Un interrogativo che viene spontaneo quando, di fronte alle osservazioni della consigliera di maggioranza Sabrina De Padova (eletta con la civica di Parcaroli) per cui “basta varcare i Cancelli e rendersi conto che Macerata è un mortorio, che si sta svuotando”, la giunta risponde che non è così, che tutto va bene.

Non solo: quest’ultima, ignara di una situazione critica accusata dalla quasi totalità dei cittadini, commercianti in primis, ha bocciato tutti i punti dell’ordine del giorno che la consigliera ha proposto durante la seduta del 31 ottobre in seguito a un costante lavoro sul ‘campo’, raccogliendo il disagio delle varie categorie sociali nell’ottica di una critica e dialogo costruttivi.

Una bocciatura che si potrebbe dire sinonimo di scarsa capacità di analisi della realtà esterna e di autoanalisi dal momento che le proposte riguardano questioni oggettivamente essenziali per il benessere e lo sviluppo della città. Come accennato in apertura, una tematica richiamata all’attenzione è stata quella inerente al centro storico, che versa in una situazione di grave crisi, con una morìa di attività commerciali che lasciano spazio a vetrine vuote e serrande abbassate.

A tal riguardo Sabrina De Padova ha preso a esempio la pescheria che si trova a sinistra dopo i cancelli dove le proprietarie ogni giorno fanno un sacrificio nel tenere aperta l'attività “perché il centro è vuoto, non ci sono clienti”. Ha poi messo in evidenza un’altra problematica cruciale riportando sempre la voce di disagio delle stesse proprietarie- disagio sentito coralmente dai negozianti-: “più volte una delle titolari si è lamentata della mancanza di convenzioni per i commercianti per quanto concerne i parcheggi. Non solo quest’ultime mancano, ma l’Apm ha persino aumentato le tariffe”.

Una misura che, come ha sottolineato la consigliera, non incentiva il flusso verso il centro storico e che ha creato malumori anche tra gli studenti universitari. Per quanto concerne questi ultimi, ha avanzato una serie di proposte come “quella di calmierare il costo degli affitti, per rendere la città più accessibile e vivibile. Macerata ha una grande risorsa, che sono gli studenti universitari, ma spesso questi vengono trascurati. Invece di allontanarli, dovremmo cercare di favorirli, offrendo loro alloggi adeguati, spazi di confronto e di cultura”.

Ha poi messo sotto una lente critica il totale scollamento che sussiste tra il Comune e un’istituzione come l’Università che per Macerata è vitale, oltreché importantissima fonte di ricchezza per tutte le realtà cittadine, se ci fosse un’effettiva volontà di collaborazione da parte del Comune.

De Padova è entrata infine nelle dinamiche fondanti che muovono gli ingranaggi degli organi preposti alla gestione culturale e che, più in generale, sono sintomatiche di un modo di rapportarsi e agire: “C'è una commissione cultura inesistente, dove la presidentessa e gli altri assessori espongono un elenco di punti già compiuto, finito, che non lascia spazio alla messa in discussione, al confronto. Manca una programmazione organica, annuale; non si può procedere per eventi singoli che nascono e finiscono lì, senza apportare nulla”.

Fatto ancor più grave è che, nel bocciare una delle proposte dell’ordine del giorno che prevede di rendere noto, con un anno di anticipo, il calendario degli eventi, così da permettere agli investitori di avviare le loro attività commerciali, la giunta ha dimostrato di non conoscere nemmeno il proprio programma elettorale dato che era uno degli obiettivi previsti. 

Pertanto, le numerose questioni portate sul tavolo di confronto sono rimbalzate contro un muro di soliloqui e incomprensioni oltreché ineleganza. Proprio quelle caratteristiche che si dicono antitetiche ai principi fondanti delle politica: “Si nega ciò che è una palese evidenza, senza minimamente confrontarsi e condividere. Due verbi sconosciuti agli assessori; non si può chiudere gli occhi e far finta di niente” ha dichiarato la De Padova.

Nella convinzione che le sfide lanciate siano preziose occasioni di aperture e accrescimento (persino spirituale), volendo riporre fiducia nei buoni intenti dell’assessorato e nell’origine stessa del nome ‘Sandro’, ossia “protettore”, si auspica che la giunta intraprenda questo cammino di apertura virtuosa nei prossimi due anni.

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