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Forza Italia: "La Regione stoppi la riforma sanitaria. Non ci sono le condizioni"

Forza Italia: "La Regione stoppi la riforma sanitaria. Non ci sono le condizioni"

Anche Forza Italia interviene sulla questione sanità. Barbara Cacciolari, la vice coordinatrice provinciale Alessia Pupo e Roberto Lombardelli e Francesca Marsili del coordinamento di Tolentino, hanno presentato in una nota stampa le loro proposte.

"Conto salato per la sanità marchigiana, dove il riassetto generale della riforma è volto principalmente a contenere la spesa pubblica e quindi finalizzato a mere esigenze di razionalizzazione dei costi. Siamo preoccupati perché tutto ciò ricadrà sui cittadini e sugli operatori incolpevoli, sia in termini di servizi garantiti che della qualità delle prestazioni erogate. È giusto fare dei poli di eccellenza sanitaria ma doveroso poi, potenziare sia i servizi di base sul territorio che quelli di emergenza per garantire standard efficienti. In sostanza chiediamo che i principi generali della riforma, nonché l'attuazione della deliberazione Giunta Regionale 20 maggio 2013 n.735  non si trasformino, in sede di attuazione, in taglio lineare dei servizi, in minor efficienza, vuoti gravissimi di assistenza sanitaria ed in sostanza nella chiusura dei piccoli ospedali, tra i quali quello di Tolentino. Il problema generalizzato e' discutere su come dare attuazione alla delibera e  ci sembra che, data la fretta solo odierna di procedere, non ci sia ancora con esattezza la piena consapevolezza di come gestire ed organizzare la complessa macchina sanitaria. Per quanto concerne l'Ospedale di Tolentino, dobbiamo sottolineare che si tratta di una struttura ospedaliera con un bilancio in attivo e con un bacino di utenza di 33.280 abitanti che prevede interventi effettuati dal 118 anche nei territori interni, per i quali il servizio sanitario necessita di differenziazione secondo il territorio, la tipologia, le necessità e l'utenza. Parliamo di un punto di "primo intervento" che mediamente esegue nell'arco di un anno tra le 6.000 e le 7.000 prestazioni, dotato di una autoambulanza medicalizzata che effettua circa 50.000 Km/anno, e di un'autoambulanza infermieristica H12, impiegata di giorno e di pomeriggio che ha percorso circa 35.000 km/anno, raggiungendo i comuni più interni (Cessapalombo, Camporotondo, Serrapetrona, Caldarola.). Parliamo, cioè, di SERVIZI ATTIVI che sono richiesti dal territorio.

A nostro avviso si deve procedere secondo due binari, afferenti sia la programmazione che l'emergenza. Per quanto concerne la programmazione e la riconversione CHIEDIAMO che la Casa della Salute non sia una scatola vuota. Per funzionare deve prevedere una rete di collaborazione con i professionisti ed un sistema integrato che garantisca determinate categorie di pazienti (per i quali è richiesto un servizio alla persona) potenziando l'assistenza domiciliare h12. Ci deve essere un reale accordo con i medici di medicina generale (di base), pediatri e guardie mediche per la continuità assistenziale H12 , ovvero in caso negativo, si debbono prevedere sin da subito specifiche tecniche ed indirizzi precisi sul loro funzionamento. Ad esempio ad oggi il servizio ospedaliero di notte a Tolentino, con la chiusura prevista del punto di primo intervento, (ipotizzando l'uscita dell'ambulanza medicalizzata per le emergenze), in teoria, verrebbe affidato alla sola guardia medica come medico di struttura, mentre le leggi di settore vietano ed impediscono ad un medico convenzionato di continuità assistenziale di essere anche interdivisionale ospedaliero. Pertanto riteniamo importante chiedere sin da subito il mantenimento di notte di tale ultima figura. Altra necessità riscontrata a Tolentino, il potenziamento delle varie attività ambulatoriali, con conseguente riduzione delle liste di attesa e ciò anche d'estate, con un servizio garantito almeno h12 (otorino, ortopedia, urologia, radiologia, cardiologia, dentista), sfruttando così  le apparecchiature disponibili.

A Tolentino abbiamo una Tac che funziona pochissimo, a fronte di tantissime richieste da tutto il territorio), e l’aumento delle prestazioni erogate potrebbe in tal modo ridurre le lista di attesa.

Per quanto riguarda l'emergenza, la battaglia da sostenere, nell'interesse di tutti, è quella di evitare la soppressione dell'ambulanza infermieristica, oggi presente di giorno, potenziandola e facendola funzionare h24 e quindi con un utilizzo anche notturno . Risparmiare sull'ambulanza ci sembra inopportuno anche perché nell'ipotesi della soppressione, il servizio sarebbe garantito solo dai volontari con la necessità di stipulare convenzioni con quest'ultimi. Non da ultimo è molto importante avere l'assistenza in emergenza da parte di specialisti ed infermieri per sopperire a qualsiasi situazione . Infine occorre scongiurare la chiusura di notte del punto di primo intervento, sostituito  dal 118, almeno fino a quando l'ospedale provinciale di Macerata non sia in grado di garantire un servizio adeguato.

Infatti molto difficile è la situazione in cui versa l'ospedale provinciale di Macerata. È' pronto per un sicuro ed ulteriore carico di pazienti? L'ospedale perde pezzi e funzioni. Per rientrare nei conti, oltre al taglio ipotizzato del personale dipendente a tempo determinato, saranno garantiti solo gli interventi chirurgici urgenti e tagliata la spesa farmaceutica. I lavori del pronto soccorso a Macerata sono ancora fermi. L'utilizzo dei volontari comporterebbe che anche per semplici codici afferenti prestazioni di bassa complessità, quali codici bianchi e verdi, ci sarebbe il serio rischio del sovraffollamento nel capoluogo. Non abbiamo neanche in previsione, a differenza delle altre province, la costruzione di un nuovo polo ospedaliero capace di gestire, in termini di efficienza qualitativa che quantitativa, la sanità nella provincia di Macerata, anche in considerazione che quello attuale non è in grado di sostenere gli attuali ed i futuri sviluppi della richiesta sanitaria. Sottolineiamo che l'Area Vasta 3 non ha ancora attuato il servizio di terapia intensiva, STROCK IN UNIT, previsto nel piano sanitario ma MAI attuato.

Ad oggi non esistono quindi le condizioni per garantire il diritto alla salute per tutti i cittadini.

Pensiamo alle difficoltà che incontreranno le persone anziane, i disabili, coloro che usufruiscono dei servizi assistenziali domiciliari che saranno i più colpiti. La situazione rischia di sfuggire di mano. Chiediamo di sospendere l'applicazione della delibera n.735, se del caso con alcuni passaggi in commissione regionale sanità , fino a quando non ci saranno le condizioni di tutela minima per procedere, nonché l'adeguamento efficiente delle strutture che rimarranno.

Ci auguriamo che Ceriscioli voglia ascoltare tutti i sindaci interessati che sapranno sicuramente battersi per le istanze dei cittadini, perché la sanità è una battaglia di tutti e per tutti".

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